domenica 1 giugno 2003

Un giornalista del Guardian ha intervistato il "blogger" iracheno SALAM PAX

Vi ricordate di Salam Pax, il protagonista del "blogger" iracheno "Dear Read", che si è conquistato notorietà raccontando la vita di tutti i giorni nell'Iraq che si preparava alla guerra?

Un giornalista del Guardian è riuscito a trovarlo e lo ha intervistato. E’ un architetto ventinovenne laureato a Vienna e tornato a Bagdad nel '96.

Tutto è cominciato per caso un anno fa, racconta Salam, quando un irregolare scambio di messaggi via e-mail con un amico giordano palestinese di nome Raed si è trasformato in un "blog", dal titolo DEAR Read (Caro Read, ma in inglese è un palindromo e ciò aveva aumentato i sospetti sull'origine reale del blog).

Il Mukhabarat (servizio segreto iracheno) aveva più volte tentato di oscurarlo e di individuarlo, senza riuscirci, e qualcuno aveva accusato Salam di essere un agente della CIA. Si sospettava comunque da più parti che l'autore non fosse iracheno per i frequenti riferimenti alla musica e al cinema americano ritenuti estranei alla cultura irachena.

Il “blog” ha trasmesso anche nei primi giorni di guerra fino a quando c'è stata la corrente elettrica e ha ripreso dopo la fine del regime.

Il giovane architetto, rischiando notevolmente, non ha risparmiato critiche al regime. Al contempo si dichiarava contrario alla guerra e tuttora non lesina critiche alla gestione anglo-americana, ma auspica che la ricostruzione avvenga al più presto e intanto continua a scrivere in una camera piena di cavi, monitor, dischi, giornali e il poster di Matrix. Ora il Guardian gli ha offerto una collaborazione. 

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domenica 1 giugno 2003

Un giornalista del Guardian ha intervistato il "blogger" iracheno SALAM PAX

Vi ricordate di Salam Pax, il protagonista del "blogger" iracheno "Dear Read", che si è conquistato notorietà raccontando la vita di tutti i giorni nell'Iraq che si preparava alla guerra?

Un giornalista del Guardian è riuscito a trovarlo e lo ha intervistato. E’ un architetto ventinovenne laureato a Vienna e tornato a Bagdad nel '96.

Tutto è cominciato per caso un anno fa, racconta Salam, quando un irregolare scambio di messaggi via e-mail con un amico giordano palestinese di nome Raed si è trasformato in un "blog", dal titolo DEAR Read (Caro Read, ma in inglese è un palindromo e ciò aveva aumentato i sospetti sull'origine reale del blog).

Il Mukhabarat (servizio segreto iracheno) aveva più volte tentato di oscurarlo e di individuarlo, senza riuscirci, e qualcuno aveva accusato Salam di essere un agente della CIA. Si sospettava comunque da più parti che l'autore non fosse iracheno per i frequenti riferimenti alla musica e al cinema americano ritenuti estranei alla cultura irachena.

Il “blog” ha trasmesso anche nei primi giorni di guerra fino a quando c'è stata la corrente elettrica e ha ripreso dopo la fine del regime.

Il giovane architetto, rischiando notevolmente, non ha risparmiato critiche al regime. Al contempo si dichiarava contrario alla guerra e tuttora non lesina critiche alla gestione anglo-americana, ma auspica che la ricostruzione avvenga al più presto e intanto continua a scrivere in una camera piena di cavi, monitor, dischi, giornali e il poster di Matrix. Ora il Guardian gli ha offerto una collaborazione. 

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