lunedì 30 giugno 2003

IRAQ: UN DIFFICILE DOPOGUERRA

Dal 1° maggio scorso, giorno in cui il Presidente americano George Bush ha dichiarato la fine della guerra in Iraq, sono già alcune decine i soldati americani caduti sul territorio iracheno, quasi la metà di quelli morti durante il conflitto. Alle perdite americane si aggiungono quelle britanniche: una decina di uomini dalla fine della guerra, di cui sei in un attacco particolarmente violento di cui ancora non è certa la dinamica. Secondo la versione inglese un agguato del tutto ingiustificato, per gli iracheni della zona la risposta a un comportamento provocatorio e violento dei soldati occupanti.

E’ in questo contesto che si trovano ad operare anche i 700 soldati italiani della brigata Garibaldi già arrivati a Nassyria.

Questi eventi drammatici stanno creando non poche difficoltà al premier inglese Blair, che si aggiungono a quelle provocate dal mancato ritrovamento delle armi di distruzione di massa.

Questa situazione di instabilità e di violenza è il prezzo inevitabile da pagare per pacificare un paese che esce da una dittatura sanguinaria oppure conferma l’impossibilità di imporre con la forza la convivenza civile e democratica?

Altre notizie dall’Iraq

Ieri il leader del Congresso nazionale iracheno, Ahmed Chalabi, ai microfoni della televisione statunitense 'Cnn' si e' detto convinto che Saddam Hussein non solo e' vivo, ma coordina gli attacchi della guerriglia contro i militari angloamericani. "Il dittatore, ha spiegato, non aveva un piano militare per fermare gli Stati Uniti, ma si era preparato per il dopoguerra".
E riappare sulla scena, in un'intervista alla televisione del Dubai, l'esponente più celebre del regime di Saddam, Mohamed al Sahaf , ex ministro dell'Informazione, che si è guadagnato il soprannome di “Alì il comico” per avere tra l'altro proclamato la sconfitta delle forze americane mentre i carri armati americani facevano il loro ingresso a Baghdad. Negli Stati Uniti è anche uscita una cassetta con le sue battute più celebri e gli è stato dedicato un  sito.
Qualche giorno fa lo davano per catturato in un sobborgo di Bagdad e condotto chissà dove dalle truppe alleate.
Altri dicevano che era morto e sepolto da tempo.

Ora, l'ennesimo colpo di scena. L'ex ministro dell'Informazione iracheno Mohamed al Sahaf è comparso il 26 giugno alla televisione del Dubai Al Arabiya e ha raccontato di essersi consegnato alle truppe americane in Iraq che lo hanno interrogato prima di rimetterlo in libertà.
Sembra che l'intervista, registrata a Baghdad, contenga “molte informazioni importanti sulla recente guerra e sulla caduta del regime iracheno”.

1 commento:

  1. Se la sono andata a cercare e...mal voluto non è mai troppo!

    RispondiElimina

lunedì 30 giugno 2003

IRAQ: UN DIFFICILE DOPOGUERRA

Dal 1° maggio scorso, giorno in cui il Presidente americano George Bush ha dichiarato la fine della guerra in Iraq, sono già alcune decine i soldati americani caduti sul territorio iracheno, quasi la metà di quelli morti durante il conflitto. Alle perdite americane si aggiungono quelle britanniche: una decina di uomini dalla fine della guerra, di cui sei in un attacco particolarmente violento di cui ancora non è certa la dinamica. Secondo la versione inglese un agguato del tutto ingiustificato, per gli iracheni della zona la risposta a un comportamento provocatorio e violento dei soldati occupanti.

E’ in questo contesto che si trovano ad operare anche i 700 soldati italiani della brigata Garibaldi già arrivati a Nassyria.

Questi eventi drammatici stanno creando non poche difficoltà al premier inglese Blair, che si aggiungono a quelle provocate dal mancato ritrovamento delle armi di distruzione di massa.

Questa situazione di instabilità e di violenza è il prezzo inevitabile da pagare per pacificare un paese che esce da una dittatura sanguinaria oppure conferma l’impossibilità di imporre con la forza la convivenza civile e democratica?

Altre notizie dall’Iraq

Ieri il leader del Congresso nazionale iracheno, Ahmed Chalabi, ai microfoni della televisione statunitense 'Cnn' si e' detto convinto che Saddam Hussein non solo e' vivo, ma coordina gli attacchi della guerriglia contro i militari angloamericani. "Il dittatore, ha spiegato, non aveva un piano militare per fermare gli Stati Uniti, ma si era preparato per il dopoguerra".
E riappare sulla scena, in un'intervista alla televisione del Dubai, l'esponente più celebre del regime di Saddam, Mohamed al Sahaf , ex ministro dell'Informazione, che si è guadagnato il soprannome di “Alì il comico” per avere tra l'altro proclamato la sconfitta delle forze americane mentre i carri armati americani facevano il loro ingresso a Baghdad. Negli Stati Uniti è anche uscita una cassetta con le sue battute più celebri e gli è stato dedicato un  sito.
Qualche giorno fa lo davano per catturato in un sobborgo di Bagdad e condotto chissà dove dalle truppe alleate.
Altri dicevano che era morto e sepolto da tempo.

Ora, l'ennesimo colpo di scena. L'ex ministro dell'Informazione iracheno Mohamed al Sahaf è comparso il 26 giugno alla televisione del Dubai Al Arabiya e ha raccontato di essersi consegnato alle truppe americane in Iraq che lo hanno interrogato prima di rimetterlo in libertà.
Sembra che l'intervista, registrata a Baghdad, contenga “molte informazioni importanti sulla recente guerra e sulla caduta del regime iracheno”.

1 commento:

  1. Se la sono andata a cercare e...mal voluto non è mai troppo!

    RispondiElimina