lunedì 30 aprile 2012

Beppe Grillo e il Nuovo Ordine Mondiale


Certo che sono in tanti ad avere paura di Beppe Grillo e del suo Movimento 5 Stelle. Francamente anche a me non piace poi tanto. Ma se i partiti  e non solo loro si preoccupano, ben venga Grillo.

Ora ho appena letto questo articolo di "Informare per Resistere" in cui si paventa che anche Beppe Grillo sia uno strumento del  NWO, Nuovo OrdineMondiale, ovvero il governo mondiale che secondo una teoria del complotto dovrebbe consentire a un potere oligarchico e segreto di prendere il controllo dell'intero pianeta, complotto che avrebbe preso l'avvio addirittura nel 1776 quando JohannAdam Weishaupt costituì la società segreta denominata Ordine degli Illuminati di Baviera che da allora si sarebbe perpetuata fino ai giorni nostri.

E come si arriva a questa conclusione? Perché a occuparsi del blog di Grillo è la  Casaleggio Associati che è collegata a EnricoSassoon, direttore responsabile del mensile di management Harvard Business Review Italia, da cui si diparte tutta una serie di collegamenti  con altre personalità di spicco del mondo dell'economia.

Ora tuttavia basta andare su uno dei principali siti sul Nuovo Ordine Mondiale,  NWO, e leggere le prime righe per capire con che razza di fanatici reazionari si ha a che fare.

Quanto a "Informare per resistere", che credevo si situasse nell'area della sinistra, dopo aver letto l'articolo e in particolare quanto segue, mi domando se non siano anch'essi reazionari bigotti con la verità in tasca:

"Molti siti pseudo-rivoluzionari, penso a occupy wall street oppure avaaz, non avrebbero mai avuto il seguito che hanno avuto se dietro non avessero avuto organizzazioni interessate e sostenerli. E la stessa informazione, che sembrerebbe a prima vista libera e indipendente, diviene così controllata. Un tempo faceva male quello che veniva detto, oggi il sistema è più subdolo: quello che viene detto non fa male, seppure possa sembrare a prima vista, scomodo. Anche la verità, purtroppo, ha le sue facce, in una cultura relativista come quella odierna. Il relativismo indotto consente tutto ciò. La democrazia, espropriata della sua accezione greca, diviene lo strumento per indurre al relativismo. Tutti siamo liberi di dire o pensare quello che vogliamo, e tutti abbiamo ragione allo stesso modo. No cari miei, non è così. In questo modo le dittature si ammantano di un volto umano, non uccidono i dissidenti, ma li sostengono e li incamminano verso un binario morto. Allucinante quanto diabolico.
In questo quadro, anche le rivoluzioni possono essere create ad arte. Fomentando le masse con verità create ad arte al fine di instaurare un ordine nuovo, teso agli interessi di chi ha tirato i fili dei burattini. Per comprendere chi può sottostare alle invettive ed alla pseudo satira di Beppe Grillo, occorre analizzare i suoi show, il suo blog, le sue notizie. Tutto ciò che si è creato intorno a lui non può essere opera di un sol uomo, per quanto ricco esso sia. Ad occuparsi del blog di Beppe Grillo è la Casaleggio Associati. La stessa del blog di Di Pietro. Attraverso uno sfrenato ambientalismo, quasi ossessivo per certi versi (ne ha meno mio nonno che ha sempre fatto il contadino), si stanno sempre più diffondendo concezioni religiose quali il panteismo, il paganesimo e l’occultismo."

Chi c'è dietro "Informare per Resistere" e tutti i siti del complottismo?

Anche se le pressioni delle agenzie di rating e di organismi quali la BCE  e il FMI sui governi nazionali possono far pensare a tentativi di esproprio della sovranità nazionale, preoccupano anche queste teorie di soggetti che si definiscono libera informazione ma di cui non si sa la provenienza e chi vi stia dietro, e che avanzano teorie certamente oscurantiste e ritorni al passato certamente non auspicabili.

mercoledì 25 aprile 2012

Resistenza oggi - Governi e mercati

Non è sufficiente ricordarsi una volta l'anno dell'anniversario della liberazione.

La libertà, sia quella individuale, interiore, sia quella politica, si conquista ogni giorno. E i suoi nemici sono sempre in agguato. Per quanto riguarda la libertà "politica" oggi il pericolo, a mio parere, viene dai "mercati finanziari" e dai governi che ad essi sono asserviti. Con la scusa dei mercati i governi impongono ai popoli una politica di c.d. rigore che tale è solo per i più, ma non per chi detiene le leve del potere, e pertanto si traduce in ingiustizia sociale.

Oggi Monti, nel suo discorso alle celebrazioni ufficiali della ricorrenza del 25 aprile, ha tracciato un parallelo tra la Resistenza e l’attuale fase di crisi economica: “Riusciremo a superare le difficoltà economiche e sociali - ha detto - se tutti, forze politiche, economiche, sociali e produttive, lavoreremo nell’interesse del paese e del bene comune”. “Come l’Italia riuscì a liberarsi dall’occupazione nazifascista" – ha aggiunto – ora deve imparare a liberarsi da alcuni modi di pensare e di vivere  che le hanno finora impedito di pensare al futuro delle prossime generazioni.

Sono del parere che se è vero che qualcosa deve cambiare nella mentalità di tutti, ma soprattutto in quella delle caste al potere, le misure imposte dal nostro governo e anche dagli altri governi europei non ci eviteranno di cadere nel baratro, con le conseguenze che si può immaginare anche su quella parvenza di libertà che ancora ci rimane.

I tanto evocati mercati, ai quali sembra si debba sacrificare come agli antichi dei, non reagiscono in un modo o in un altro a seconda delle politiche dei governi ma casualmente  o, peggio, con l'obiettivo di determinare le politiche dai governi. Quel che è certo è che le c.d. politiche di austerità, introdotte per placare il Moloch dei mercati, sono imposte dai governi su pressione di organismi non eletti, come la BCE e il FMI. Ho l'impressione che utilizzando questi astratti mercati si potrebbe arrivare  al punto di far fallire uno Stato che si dimostrasse riottoso.

L’investitore miliardario statunitense George Soros ha detto che un periodo di grande difficoltà attende l’Europa, anche se sopravvive alla crisi e che lui, se dovesse investire, scommetterebbe contro l’euro. Infine con riferimento alle elezioni francesi ha anche detto che, nel caso fosse eletto, il socialista Francois Hollande non potrebbe mettere in discussione l’ortodossia finanziaria perché esporrebbe il paese ad un attacco dei mercati.

Qualcuno ha parlato di terza guerra mondiale combattuta non con le armi convenzionali o nucleari, ma con quelle della finanza.

martedì 24 aprile 2012

La crisi e gli economisti sgomenti


Stiamo vivendo una grave crisi economica, sociale, politica, ma anche una crisi etica, di valori.
Il governo si concentra sull'economia e per farla ripartire sembra non trovare altra soluzione che i tagli alla spesa pubblica e nuove tasse. Sui primi sono tutti d'accordo, purché colpiscano gli altri. Basta fare un giro su Facebook. Secondo alcuni la panacea di ogni male sarebbe licenziare. Gente arrabbiatissima, licenzierebbero il mondo, ma soprattutto i dipendenti degli enti pubblici, che, si sa, sono troppi e tutti lavativi. Probabilmente sono anche troppi, alcuni sono pure lavativi, ma molti sono male utilizzati.
Molti si indignano giustamente per gli sprechi della politica, e di motivi ce ne sono. Addirittura con il finanziamento pubblico ci si compravano i diamanti!
Però pochi si indignano per il fatto che lo stipendio di un grande manager è di 300/400 volte superiore a uno stipendio medio, per non parlare delle mega liquidazioni da cifre astronomiche. 
Quel che è certo è che gli stipendi medi sia nel pubblico che nel privato sono i più bassi d'Europa, mentre il costo del lavoro è relativamente alto, anche perché nel privato siamo costretti a competere con i paesi del terzo mondo. Le nostre imprese sono realtà piccole, talvolta piccolissime, gestioni familiari, ove non c'è capacità di innovazione tecnologica, non si spende nella ricerca, non si valorizza il merito (ho l'impressione che anche nel privato si preferisca gli "yes man" o i figli e i parenti scemi cui comunque un posto in azienda va assicurato), e così non si riesce a imporre al mondo prodotti innovativi, tranne che in pochi settori d'eccellenza, e subiamo la concorrenza dei paesi emergenti che finiranno per superarci, se non lo hanno già fatto, appunto anche per il più basso costo della loro manodopera. Le grandi imprese sono pochissime, in passato mi sembra ce ne fossero di più, poi non si sa che fine abbiano fatto e perché. Governi di destra e di sinistra hanno poi sfasciato la scuola sempre più facile, non selettiva, che sforna sempre più incompetenti. La classe dirigente, politica e imprenditoriale, non è all'altezza della situazione, quando non è anche corrotta e collusa con le mafie.
Certo la crisi è mondiale e non si sa quando, se,  e come ne usciremo.
Il paradigma neoliberista invoca la riduzione della spesa degli Stati, l'aumento della flessibilità del mercato di lavoro, l'ulteriore liberalizzazione del commercio dei beni e servizi, le politiche di austerity che acuiscono il conflitto sociale, il salvataggio delle banche a tutti i costi, la fiducia nei mercati, cioè in quella finanza che ha creato il disastro, tutte misure che serviranno solo a produrre recessione e non risolveranno il problema, anzi.
Jeremy Rifkin afferma che la crisi deriva dal problema energetico e  propugna la terza rivoluzione industriale basata sulle energie rinnovabili (tra l'altro dice  l'Italia potrebbe essere nelle energie rinnovabili quello che l'Arabia Saudita è stata per il petrolio).
Serge Latouche e altri propugnano la decrescita felice.

Comincia comunque a diffondersi una sensibilità diversa, alternativa al neoliberismo, secondo la quale è necessario porre delle regole alla finanza globale in nome di una società più equa.
Così nel febbraio 2011, in Francia nasce un'associazione "Les économistes atterés", tradotto in economisti sgomenti, o forse meglio letteralmente atterriti.
Essi considerano che le basi teoriche di queste politiche neoliberiste debbano essere messe in discussione, perché basate su false certezze. Per loro sono possibili altre scelte. Sostengono che sono le diseguaglianze sociali a determinare l'abbassamento spaventoso della domanda interna che causa la chiusura delle fabbriche  e che, unita alla delocalizzazione della rimanente produzione industriale in paesi dove il lavoro costa meno e le imposte sono inferiori o nulle, produce deindustrializzazione, disoccupazione, soprattutto tra le giovani generazioni, oltre i limiti naturali e sopportabili e quindi ulteriore impoverimento in un circolo vizioso interminabile.
Per questo scopo hanno pubblicato un manifesto, appunto "Le manifeste deséconomistes atterrés" (Il manifesto degli economisti sgomenti o forse atterriti) ove non solo si rilevano dieci false certezze del paradigma neoliberista, ma si propongono ventidue controproposte.


venerdì 20 aprile 2012

Superficialità

Un'amica scrive su Facebook: "Sono malata".
E a 4 persone piace questo elemento.
Cattivelli? Forse, ma ho l'impressione che ormai ci sia un tale livello di trasandatezza che la partecipazione si esprime così, senza neanche rendersi conto che in alcuni casi si scade nel ridicolo.
Qualche giorno fa, sempre su Facebook, trovo questo post: "A breve un terremoto devasterà mezza Italia...state in occhio...Beth ha parlato...eheh!"
Già quell'eheh è tutto un programma. Questa Beth è contenta di fare la profetessa di sciagure? Ha un rifugio a prova di terremoti? Pensa che un terremoto devastante eliminerà i "cattivi" e salverà i "buoni" , che con il paese devastato si starà tutti meglio? Ovviamente poi non ha alcun elemento da portare a favore della sua tesi.
Ma quel che è peggio è che ci sono 8 persone cui piace questo elemento! Probabilmente si sono dimenticati di "connettere" il cervello.
Certo viviamo in un'epoca in cui la superficialità si coniuga con un livello etico sempre più basso e non sto parlando solo delle vicende politiche.
Che dire? Speriamo che passi!

giovedì 5 aprile 2012

Oh quante belle liste, Oh quante belle liste!

Nei recessi della mente riaffiora una canzoncina idiota dell'infanzia che parlava di figlie e non di liste ma qui è il caso di dire che le liste hanno figliato.

17 liste, 8 candidati sindaci, e un totale di oltre 500 aspiranti ai 32 posti di consigliere comunale a Palazzo di Giano, salvo eliminazioni da parte della Commissione Elettorale Circondariale il cui lavoro dovrà concludersi entro il 6 aprile.

E' vero che, se non sbaglio, le liste furono altrettante nel 2007, ma con una ripartizione più omogenea tra i due raggruppamenti principali (7 liste per l'uno, 5 liste per l'altro) e nessuna che si definisse civica.

Ma poiché i partiti tradizionali ormai schifano a tutti o quasi ( e le ragioni non mancano), sono di moda le liste civiche, e anche Pistoia si adegua, a modo suo.

Ora, a parte due liste, quella collegata al candidato sindaco Paolo Bonacchi (Lista Civica Cittadini Sovrani) e quella collegata al candidato sindaco Enrico Guastini (Lista Civica Ecologista per un'altra Pistoia), mi domando cosa significhi il termine civica per altre liste.

Ad ogni modo Lucca ci batte con 11 candidati sindaci e 24 liste (non ho appurato quanto civiche o ciniche come le ha definite qualcuno nei giorni scorsi) per oltre 700 candidati ai 32 posti di consigliere comunale e persino Carrara con 10 candidati sindaci, 21 liste, e circa 500 aspiranti per 24 posti da consigliere comunale.

Il Tirreno di oggi riporta, tra le curiosità, che a Camaiore, la lista dei pensionati presenta un candidato sindaco di 90 anni. Mi pare giusto considerato che l'età del pensionamento si innalza sempre più! E poi l'importante è la personale lucidità. Ci sono anche giovani che ne difettano.  Del resto leggevo l'altro giorno in un libriccino, ritrovato per caso mettendo in ordine la libreria, che tra gli Hunza, popolo delle alte valli del Pakistan, ove si contano parecchi ultracentenari, tanto da aver attirato l'interesse degli studiosi e l'associazione con la leggenda di Shangri-La, uno di questi, dopo aver lavorato tutto il giorno nei campi, la sera si presentava al Consiglio del Re raggiungendo a piedi il palazzo che si trovava 400 metri più in alto. Sicuramente il nostro novantenne non dovrà fare altrettanta fatica.

Dunque sulla corsa alle candidature non sembrano aver influito negativamente nemmeno i recenti tagli del governo che hanno ridotto l'importo dei gettoni di presenza, e persino nei Comuni sotto i 10.000 abitanti, dove per i consiglieri comunali è previsto solo un rimborso spese, un posto di consigliere comunale resta sempre ambito.

Desiderio di partecipare attivamente alla vita cittadina? Speriamo! Ho sempre più dubbi che qualcuno voglia sacrificare tempo ed energie per l'interesse comune, ma non si sa mai.


L'immagine è stata ripresa da un articolo del blog Quarrata News.  

lunedì 30 aprile 2012

Beppe Grillo e il Nuovo Ordine Mondiale


Certo che sono in tanti ad avere paura di Beppe Grillo e del suo Movimento 5 Stelle. Francamente anche a me non piace poi tanto. Ma se i partiti  e non solo loro si preoccupano, ben venga Grillo.

Ora ho appena letto questo articolo di "Informare per Resistere" in cui si paventa che anche Beppe Grillo sia uno strumento del  NWO, Nuovo OrdineMondiale, ovvero il governo mondiale che secondo una teoria del complotto dovrebbe consentire a un potere oligarchico e segreto di prendere il controllo dell'intero pianeta, complotto che avrebbe preso l'avvio addirittura nel 1776 quando JohannAdam Weishaupt costituì la società segreta denominata Ordine degli Illuminati di Baviera che da allora si sarebbe perpetuata fino ai giorni nostri.

E come si arriva a questa conclusione? Perché a occuparsi del blog di Grillo è la  Casaleggio Associati che è collegata a EnricoSassoon, direttore responsabile del mensile di management Harvard Business Review Italia, da cui si diparte tutta una serie di collegamenti  con altre personalità di spicco del mondo dell'economia.

Ora tuttavia basta andare su uno dei principali siti sul Nuovo Ordine Mondiale,  NWO, e leggere le prime righe per capire con che razza di fanatici reazionari si ha a che fare.

Quanto a "Informare per resistere", che credevo si situasse nell'area della sinistra, dopo aver letto l'articolo e in particolare quanto segue, mi domando se non siano anch'essi reazionari bigotti con la verità in tasca:

"Molti siti pseudo-rivoluzionari, penso a occupy wall street oppure avaaz, non avrebbero mai avuto il seguito che hanno avuto se dietro non avessero avuto organizzazioni interessate e sostenerli. E la stessa informazione, che sembrerebbe a prima vista libera e indipendente, diviene così controllata. Un tempo faceva male quello che veniva detto, oggi il sistema è più subdolo: quello che viene detto non fa male, seppure possa sembrare a prima vista, scomodo. Anche la verità, purtroppo, ha le sue facce, in una cultura relativista come quella odierna. Il relativismo indotto consente tutto ciò. La democrazia, espropriata della sua accezione greca, diviene lo strumento per indurre al relativismo. Tutti siamo liberi di dire o pensare quello che vogliamo, e tutti abbiamo ragione allo stesso modo. No cari miei, non è così. In questo modo le dittature si ammantano di un volto umano, non uccidono i dissidenti, ma li sostengono e li incamminano verso un binario morto. Allucinante quanto diabolico.
In questo quadro, anche le rivoluzioni possono essere create ad arte. Fomentando le masse con verità create ad arte al fine di instaurare un ordine nuovo, teso agli interessi di chi ha tirato i fili dei burattini. Per comprendere chi può sottostare alle invettive ed alla pseudo satira di Beppe Grillo, occorre analizzare i suoi show, il suo blog, le sue notizie. Tutto ciò che si è creato intorno a lui non può essere opera di un sol uomo, per quanto ricco esso sia. Ad occuparsi del blog di Beppe Grillo è la Casaleggio Associati. La stessa del blog di Di Pietro. Attraverso uno sfrenato ambientalismo, quasi ossessivo per certi versi (ne ha meno mio nonno che ha sempre fatto il contadino), si stanno sempre più diffondendo concezioni religiose quali il panteismo, il paganesimo e l’occultismo."

Chi c'è dietro "Informare per Resistere" e tutti i siti del complottismo?

Anche se le pressioni delle agenzie di rating e di organismi quali la BCE  e il FMI sui governi nazionali possono far pensare a tentativi di esproprio della sovranità nazionale, preoccupano anche queste teorie di soggetti che si definiscono libera informazione ma di cui non si sa la provenienza e chi vi stia dietro, e che avanzano teorie certamente oscurantiste e ritorni al passato certamente non auspicabili.

mercoledì 25 aprile 2012

Resistenza oggi - Governi e mercati

Non è sufficiente ricordarsi una volta l'anno dell'anniversario della liberazione.

La libertà, sia quella individuale, interiore, sia quella politica, si conquista ogni giorno. E i suoi nemici sono sempre in agguato. Per quanto riguarda la libertà "politica" oggi il pericolo, a mio parere, viene dai "mercati finanziari" e dai governi che ad essi sono asserviti. Con la scusa dei mercati i governi impongono ai popoli una politica di c.d. rigore che tale è solo per i più, ma non per chi detiene le leve del potere, e pertanto si traduce in ingiustizia sociale.

Oggi Monti, nel suo discorso alle celebrazioni ufficiali della ricorrenza del 25 aprile, ha tracciato un parallelo tra la Resistenza e l’attuale fase di crisi economica: “Riusciremo a superare le difficoltà economiche e sociali - ha detto - se tutti, forze politiche, economiche, sociali e produttive, lavoreremo nell’interesse del paese e del bene comune”. “Come l’Italia riuscì a liberarsi dall’occupazione nazifascista" – ha aggiunto – ora deve imparare a liberarsi da alcuni modi di pensare e di vivere  che le hanno finora impedito di pensare al futuro delle prossime generazioni.

Sono del parere che se è vero che qualcosa deve cambiare nella mentalità di tutti, ma soprattutto in quella delle caste al potere, le misure imposte dal nostro governo e anche dagli altri governi europei non ci eviteranno di cadere nel baratro, con le conseguenze che si può immaginare anche su quella parvenza di libertà che ancora ci rimane.

I tanto evocati mercati, ai quali sembra si debba sacrificare come agli antichi dei, non reagiscono in un modo o in un altro a seconda delle politiche dei governi ma casualmente  o, peggio, con l'obiettivo di determinare le politiche dai governi. Quel che è certo è che le c.d. politiche di austerità, introdotte per placare il Moloch dei mercati, sono imposte dai governi su pressione di organismi non eletti, come la BCE e il FMI. Ho l'impressione che utilizzando questi astratti mercati si potrebbe arrivare  al punto di far fallire uno Stato che si dimostrasse riottoso.

L’investitore miliardario statunitense George Soros ha detto che un periodo di grande difficoltà attende l’Europa, anche se sopravvive alla crisi e che lui, se dovesse investire, scommetterebbe contro l’euro. Infine con riferimento alle elezioni francesi ha anche detto che, nel caso fosse eletto, il socialista Francois Hollande non potrebbe mettere in discussione l’ortodossia finanziaria perché esporrebbe il paese ad un attacco dei mercati.

Qualcuno ha parlato di terza guerra mondiale combattuta non con le armi convenzionali o nucleari, ma con quelle della finanza.

martedì 24 aprile 2012

La crisi e gli economisti sgomenti


Stiamo vivendo una grave crisi economica, sociale, politica, ma anche una crisi etica, di valori.
Il governo si concentra sull'economia e per farla ripartire sembra non trovare altra soluzione che i tagli alla spesa pubblica e nuove tasse. Sui primi sono tutti d'accordo, purché colpiscano gli altri. Basta fare un giro su Facebook. Secondo alcuni la panacea di ogni male sarebbe licenziare. Gente arrabbiatissima, licenzierebbero il mondo, ma soprattutto i dipendenti degli enti pubblici, che, si sa, sono troppi e tutti lavativi. Probabilmente sono anche troppi, alcuni sono pure lavativi, ma molti sono male utilizzati.
Molti si indignano giustamente per gli sprechi della politica, e di motivi ce ne sono. Addirittura con il finanziamento pubblico ci si compravano i diamanti!
Però pochi si indignano per il fatto che lo stipendio di un grande manager è di 300/400 volte superiore a uno stipendio medio, per non parlare delle mega liquidazioni da cifre astronomiche. 
Quel che è certo è che gli stipendi medi sia nel pubblico che nel privato sono i più bassi d'Europa, mentre il costo del lavoro è relativamente alto, anche perché nel privato siamo costretti a competere con i paesi del terzo mondo. Le nostre imprese sono realtà piccole, talvolta piccolissime, gestioni familiari, ove non c'è capacità di innovazione tecnologica, non si spende nella ricerca, non si valorizza il merito (ho l'impressione che anche nel privato si preferisca gli "yes man" o i figli e i parenti scemi cui comunque un posto in azienda va assicurato), e così non si riesce a imporre al mondo prodotti innovativi, tranne che in pochi settori d'eccellenza, e subiamo la concorrenza dei paesi emergenti che finiranno per superarci, se non lo hanno già fatto, appunto anche per il più basso costo della loro manodopera. Le grandi imprese sono pochissime, in passato mi sembra ce ne fossero di più, poi non si sa che fine abbiano fatto e perché. Governi di destra e di sinistra hanno poi sfasciato la scuola sempre più facile, non selettiva, che sforna sempre più incompetenti. La classe dirigente, politica e imprenditoriale, non è all'altezza della situazione, quando non è anche corrotta e collusa con le mafie.
Certo la crisi è mondiale e non si sa quando, se,  e come ne usciremo.
Il paradigma neoliberista invoca la riduzione della spesa degli Stati, l'aumento della flessibilità del mercato di lavoro, l'ulteriore liberalizzazione del commercio dei beni e servizi, le politiche di austerity che acuiscono il conflitto sociale, il salvataggio delle banche a tutti i costi, la fiducia nei mercati, cioè in quella finanza che ha creato il disastro, tutte misure che serviranno solo a produrre recessione e non risolveranno il problema, anzi.
Jeremy Rifkin afferma che la crisi deriva dal problema energetico e  propugna la terza rivoluzione industriale basata sulle energie rinnovabili (tra l'altro dice  l'Italia potrebbe essere nelle energie rinnovabili quello che l'Arabia Saudita è stata per il petrolio).
Serge Latouche e altri propugnano la decrescita felice.

Comincia comunque a diffondersi una sensibilità diversa, alternativa al neoliberismo, secondo la quale è necessario porre delle regole alla finanza globale in nome di una società più equa.
Così nel febbraio 2011, in Francia nasce un'associazione "Les économistes atterés", tradotto in economisti sgomenti, o forse meglio letteralmente atterriti.
Essi considerano che le basi teoriche di queste politiche neoliberiste debbano essere messe in discussione, perché basate su false certezze. Per loro sono possibili altre scelte. Sostengono che sono le diseguaglianze sociali a determinare l'abbassamento spaventoso della domanda interna che causa la chiusura delle fabbriche  e che, unita alla delocalizzazione della rimanente produzione industriale in paesi dove il lavoro costa meno e le imposte sono inferiori o nulle, produce deindustrializzazione, disoccupazione, soprattutto tra le giovani generazioni, oltre i limiti naturali e sopportabili e quindi ulteriore impoverimento in un circolo vizioso interminabile.
Per questo scopo hanno pubblicato un manifesto, appunto "Le manifeste deséconomistes atterrés" (Il manifesto degli economisti sgomenti o forse atterriti) ove non solo si rilevano dieci false certezze del paradigma neoliberista, ma si propongono ventidue controproposte.


venerdì 20 aprile 2012

Superficialità

Un'amica scrive su Facebook: "Sono malata".
E a 4 persone piace questo elemento.
Cattivelli? Forse, ma ho l'impressione che ormai ci sia un tale livello di trasandatezza che la partecipazione si esprime così, senza neanche rendersi conto che in alcuni casi si scade nel ridicolo.
Qualche giorno fa, sempre su Facebook, trovo questo post: "A breve un terremoto devasterà mezza Italia...state in occhio...Beth ha parlato...eheh!"
Già quell'eheh è tutto un programma. Questa Beth è contenta di fare la profetessa di sciagure? Ha un rifugio a prova di terremoti? Pensa che un terremoto devastante eliminerà i "cattivi" e salverà i "buoni" , che con il paese devastato si starà tutti meglio? Ovviamente poi non ha alcun elemento da portare a favore della sua tesi.
Ma quel che è peggio è che ci sono 8 persone cui piace questo elemento! Probabilmente si sono dimenticati di "connettere" il cervello.
Certo viviamo in un'epoca in cui la superficialità si coniuga con un livello etico sempre più basso e non sto parlando solo delle vicende politiche.
Che dire? Speriamo che passi!

giovedì 5 aprile 2012

Oh quante belle liste, Oh quante belle liste!

Nei recessi della mente riaffiora una canzoncina idiota dell'infanzia che parlava di figlie e non di liste ma qui è il caso di dire che le liste hanno figliato.

17 liste, 8 candidati sindaci, e un totale di oltre 500 aspiranti ai 32 posti di consigliere comunale a Palazzo di Giano, salvo eliminazioni da parte della Commissione Elettorale Circondariale il cui lavoro dovrà concludersi entro il 6 aprile.

E' vero che, se non sbaglio, le liste furono altrettante nel 2007, ma con una ripartizione più omogenea tra i due raggruppamenti principali (7 liste per l'uno, 5 liste per l'altro) e nessuna che si definisse civica.

Ma poiché i partiti tradizionali ormai schifano a tutti o quasi ( e le ragioni non mancano), sono di moda le liste civiche, e anche Pistoia si adegua, a modo suo.

Ora, a parte due liste, quella collegata al candidato sindaco Paolo Bonacchi (Lista Civica Cittadini Sovrani) e quella collegata al candidato sindaco Enrico Guastini (Lista Civica Ecologista per un'altra Pistoia), mi domando cosa significhi il termine civica per altre liste.

Ad ogni modo Lucca ci batte con 11 candidati sindaci e 24 liste (non ho appurato quanto civiche o ciniche come le ha definite qualcuno nei giorni scorsi) per oltre 700 candidati ai 32 posti di consigliere comunale e persino Carrara con 10 candidati sindaci, 21 liste, e circa 500 aspiranti per 24 posti da consigliere comunale.

Il Tirreno di oggi riporta, tra le curiosità, che a Camaiore, la lista dei pensionati presenta un candidato sindaco di 90 anni. Mi pare giusto considerato che l'età del pensionamento si innalza sempre più! E poi l'importante è la personale lucidità. Ci sono anche giovani che ne difettano.  Del resto leggevo l'altro giorno in un libriccino, ritrovato per caso mettendo in ordine la libreria, che tra gli Hunza, popolo delle alte valli del Pakistan, ove si contano parecchi ultracentenari, tanto da aver attirato l'interesse degli studiosi e l'associazione con la leggenda di Shangri-La, uno di questi, dopo aver lavorato tutto il giorno nei campi, la sera si presentava al Consiglio del Re raggiungendo a piedi il palazzo che si trovava 400 metri più in alto. Sicuramente il nostro novantenne non dovrà fare altrettanta fatica.

Dunque sulla corsa alle candidature non sembrano aver influito negativamente nemmeno i recenti tagli del governo che hanno ridotto l'importo dei gettoni di presenza, e persino nei Comuni sotto i 10.000 abitanti, dove per i consiglieri comunali è previsto solo un rimborso spese, un posto di consigliere comunale resta sempre ambito.

Desiderio di partecipare attivamente alla vita cittadina? Speriamo! Ho sempre più dubbi che qualcuno voglia sacrificare tempo ed energie per l'interesse comune, ma non si sa mai.


L'immagine è stata ripresa da un articolo del blog Quarrata News.