mercoledì 29 settembre 2004

Finalmente libere





Finalmente libere

Con la liberazione di Simona Torretta e Simona Pari, che sono state rilasciate oggi insieme ai due collaboratori iracheni Raed Ali Abdul Aziz e Mahnaz Bassam, si concludono 3 settimane di angoscia.
Sequestro anomalo fortunatamente finito bene, per una serie di motivi, pagamento di un riscatto (si parla di 800.000 Euro), azione d’"intelligence", intervento di governi mediorientali e, si dice anche, da qualche parte che abbia inciso il fatto che si trattasse di due donne e che l'Islam ha un enorme rispetto per la donna (!). Non sono d'accordo con quest'ultima affermazione, eventualmente credo invece si possa sottolineare che si sono viste manifestazioni per la liberazione cui hanno partecipato anche esponenti del mondo islamico, come del resto è accaduto per i giornalisti francesi (maschi). Parlare poi di gruppo moderato islamico quale autore del rapimento mi sembra un po’ esagerato. Magari è più facile che il succitato gruppo fosse più interessato ai soldi che alla politica o che abbia preferito intascare soldi per finanziarsi.
Oggi sono stati liberati anche 4 egiziani e sembra ci siano buone notizie anche per i due francesi. Nel sito web islamico “Al Qalah” è apparso stasera un messaggio della formazione “Tawhid Wal Jihad” (Monoteismo e guerra santa) che annuncia: “L'ostaggio britannico Bigley sarà liberato”.
Ovviamente ciò non può far dimenticare gli ostaggi barbaramente uccisi di cui due italiani, Quattrocchi e Baldoni, e i molti altri che rimangono nelle mani dei rapitori.

lunedì 27 settembre 2004

SCHERZI DI PESSIMO GUSTO ?

Ho ricevuto una email in cui mi si propone di acquistare sul sito www.shadow.com, bombe, missili, “et similia”, per realizzare attentati terroristici, distruggere palazzi, centrali elettriche, ponti, fabbriche e quant’altro mi venisse in mente, vantando peraltro clienti di fama, quali Al-Qaida, Hizballah, Al-Jihad, HAMAS, Abu Sayyaf Group e molti altri.
Ovviamente dopo l’iniziale smarrimento, ho pensato si trattasse di una burla, anche se di pessimo gusto, e ho fatto una ricerca su Internet.
Così ho trovato questo indirizzo http://www.hoax-slayer.com/shadowcrew.html (hoax-slayer = assassino di burle?) ove si legge che il sito www.shadowcrew.com (equipaggio o banda dell'ombra?) sarebbe da tempo bersaglio di alcuni burloni, anche se non se ne conosce il motivo. Le precedenti email avrebbero riguardato la conferma di 3 mesi di abbonamento ad un sito di pedofili e la sospensione di account e-bay.
Utenti scontenti del sito, ipotizza hoax-slayer, che si pongono l’obiettivo di screditarlo, o semplicemente burle di pessimo gusto.
Email simili avrebbero avuto per bersaglio anche il sito www.darkprofits.com (profitti neri?)
Hoax-slayer sembra accreditare l'esistenza di questi siti che starebbero subendo degli attacchi, non dice però di cosa si occupino o vendano veramente.
Ai due siti dall'improbabile Url però non si accede.
Su questo sito http://www.technology-corner.com/honest_spam.shtml leggo che shadowcrew si trova in Russia, ma il dominio è registrato a Miami.
Che la burla sia tutta farina del sacco di hoax-slayer che chiede di inserire il proprio indirizzo e-mail per ricevere una newsletter con gli avvertimenti relativi alle bufale che circolano? Ma cosa ci guadagna, tenuto conto che la newsletter è gratis?
Ad ogni modo, in un mondo oppresso dalla continua minaccia del terrorismo, l’email è estremamente di cattivo gusto, qualunque ne sia il motivo sottostante, come dice anche hoax-slayer.
E se il motivo fosse politico?
Si vuole creare ancora più paura e sconcerto (destra), si vuole dire che le armi si vendono facilmente e soprattutto in Occidente, come se nessuno lo sapesse (sinistra)?
Qualcuno ne sa qualcosa?

venerdì 24 settembre 2004

EVOLUZIONE DEL DIRITTO ISLAMICO

Una donna iraniana, stufa di prendere botte ogni giorno dal marito, si è rivolta al tribunale per ottenere che il marito la picchi una sola volta alla settimana. Ha detto peraltro che per il resto accetta la sua situazione matrimoniale in cui non si trova male se non, appunto,per la frequenza delle botte.
Il marito che avrebbe negato di picchiarla quotidianamente si è difeso sostenendo che le donne devono essere picchiate perché altrimenti non obbediscono.
Il tribunale gli avrebbe fatto firmare un impegno a provvedere alla bisogna in maniera un po’ meno frequente.
Dunque anche nel diritto islamico oggi la donna può ottenere giustizia!

Da “la Nazione” 23.9.2004

GUERRA MEDIATICA. MESSAGGI ANGOSCIANTI E SITI DELL’ORRORE

Dopo il terribile messaggio di questa notte, sul sito www.openforum.ws , in cui un gruppo, finora sconosciuto, che si definisce "Organizzazione della Jihad", annuncia l’assassinio delle due connazionali sequestrate, in giornata è stato diffuso un altro comunicato da Ansar Al Zawahiri (lo stesso gruppo che rivendicò per primo il rapimento l’8 settembre, il giorno successivo al sequestro, e fu ritenuto anche allora non credibile), sul sito web Alezah.com.
Sia da parte della Farnesina che delle organizzazioni non governative ci sarebbero forti dubbi sull’attendibilità di questi messaggi.
Ma cosa si sa di questi siti che ospitano le rivendicazioni?
Il primo sito, www.openforum.ws, registrato in rete neppure quattro mesi fa, ha il suo dominio e dunque domicilio virtuale nelle Western Samoa, isole dell'Oceano pacifico. Il 29 maggio scorso, un signore che dichiara di chiamarsi Jo Rony, lo registra a pagamento con uno dei maggiori provider americani GoDaddy.com, sede a Scotsdale, Arizona. Jo Rony si presenta come rappresentante della società Openforum limited con uffici al 62 di Zahran Street, Amman, Giordania. Sembra trattarsi di una classica chat room che ospita una pluralità di messaggi di tenore molto diversificato, scritti prevalentemente in arabo, ma anche con sezioni in inglese e una ''per gli italiani''  genericamente intitolata “alla scoperta dell' Islam”.
Ma ReporterAssociati, sempre a proposito della prima rivendicazione, fa riferimento invece al sito www.islamic-minbar.com ove sono già passati diversi messaggi dei gruppi che si attribuiscono la paternità di attentati, aggressioni e sequestri, dai cieli della Russia (l'esplosione in volo dei due Tupolev) alle vie di Baghdad allo stesso rapimento delle due italiane. Secondo ReporterAssociati "islamic-minbar.com” mantiene le sue pagine in un server situato in Svizzera, per la precisione dalla Safe Host Network. Il proprietario del dominio si chiama Moez Garsallaoui e abita - almeno secondo le informazioni fornite al momento della registrazione - nella città di Duedingen, sempre in Svizzera. Ho provato ad accedere stamani al sito ma ho ricevuto un messaggio di errore. Probabilmente  è stato messo offline.
Del resto questi siti aprono e chiudono in maniera frenetica.
In un'inchiesta pubblicata oggi dal New York Times, citata in un articolo della Repubblica on line si fa riferimento, ad Al Battar (www.hostingganime.com/sout19/index.htm), rivista elettronica prodotta dal comitato militare di Al Qaeda che offre consigli su rapimenti, azioni militari con missili a spalla, costruzione di covi di cui ho trovato qui alcune notizie.
Un altro di questi siti è Al-Khansaa, mensile online sulla jihad riservato al pubblico femminile. Al Khansaa, vissuta nel Settimo secolo, esortò i quattro figli a unirsi alla jihad per diffondere l'Islam. Il magazine online a lei dedicato è stato fondato da Abdel Aziz al Mugrin, l'ex capo di Al Qaeda in Arabia Saudita ucciso in giugno dalla polizia. "La nostra missione più importante è di spingere i nostri figli nel campo di battaglia sull'esempio di Al Khansaa", vi si legge.
Siamo alla guerra mediatica, un rincorrersi di notizie provenienti dalle fonti più disparate, per aumentare orrore e paura. Il più barbaro medioevo fatto di stragi e sgozzamenti che si ripropone con mezzi modernissimi e al tempo stesso evanescenti. Questi macabri organi di propaganda del terrorismo cambiano i loro nomi così velocemente che non si fa neanche in tempo a memorizzarli. Ospitano ultimatum, proclami e minacce, quando va bene. Decapitazioni e gole tagliate, nel peggiore dei casi. Spesso restano aperti solo il tempo necessario per veicolare il loro orrendo messaggio e poi spenti. Prossimamente un altro sequestro, un altro sito.

martedì 21 settembre 2004

Tutti insieme! L’Inno ufficiale dell’Ulivo

Ho letto la notizia su Macchianera, che ne riporta parole e musica, ma non ci volevo credere. Pensavo si trattasse di una parodia satirica. Poi però ho fatto una ricerca e sembra sia vero. L’Ulivo ha partorito il proprio inno ufficiale dal titolo “Tutti insieme”. Lo potete ascoltare (per i deboli di stomaco rigorosamente lontano dai pasti) su Macchianera e anche su altri siti e, se amate l'orrido, lo potete persino scaricare.
Va bene che da un raggruppamento che non ha idee, progetti, insomma un programma degno di questo nome, a parte far fuori Berlusconi, e che ha un simil prete per “leader maximo”, non ci si può aspettare che abbia buon gusto, però qui si è superato ogni fantasia.
Non si può votare per questi qui, neanche per far dispetto a Berlusconi.
Certo il livello culturale della nostra politica, destra e sinistra, fa orrore.
Viene voglia di astenersi fino a che non si presenterà qualcuno un po' decente (quando mai?).
A proposito avete sentito cosa ha detto Fini sui pacifisti? Personalmente non mi annovero fra i c.d.”pacifisti senza se e senza ma”, anche se continuo a ritenere sbagliata l’invasione dell’Iraq e sono stata contraria anche alla guerra in Kossovo, però quello che ha detto Fini è ridicolo, anche storicamente. Ponzio Pilato un pacifista, ma non faceva parte delle forze di occupazione del tempo (v. vignetta di "Briciola nel latte")?

L'ISLAM E LE DONNE

Ho trovato un commento (anonimo) ad uno dei miei post dei giorni scorsi (quello sull’articolo di Feltri) in cui si afferma che “in Egitto ma anche in altri paesi, le prime femministe che lottavano per il voto femminile ci sono state già nel 1908” , che “è semplicemente una questione politica, quella del maschilismo, che non c'entra in maniera essenziale con l'Islam” che “ se in Italia oggi comandassero la chiesa cattolica e i personaggi come Feltri, oggi non avremmo il divorzio e questo paese avrebbe ancora il delitto d'onore", che “ oggi ci sono molte femministe islamiche, che leggono cioè la religione islamica come un'arma per la libertà femminile”
Si, certo, le femministe ci sono, non so se leggano la religione islamica come un'arma per la libertà femminile, ma so che sono osteggiate, processate e spesso condannate a morte. Tanto per citare alcuni casi, il 20 marzo 2001 è stata uccisa a colpi di mitra Hedaya Sultan Al Salem, la prima donna giornalista del Kuwait direttrice del settimanale Al Majalis. (cfr. M. Allam, Repubblica, 1\101), mentre la dottoressa e scrittrice egiziana Nawal El Saadawi, a causa della sua battaglia in difesa dei diritti delle donne, ha subito un processo per apostasia, “reato” che la espone alle vendette dei fondamentalisti (cfr. Il Manifesto 26.4.2001).
E mentre le femministe nei paesi islamici rischiano la vita, molti immigrati, che non vogliono farsi intaccare dalla corruzione occidentale, intendono esportare in Occidentale le loro usanze (crimini), tipo il “diritto” di picchiare la moglie o anche di ucciderla se offende l’onore della famiglia e quel che è più grave spesso trovano dei difensori occidentali dentro i tribunali occidentali i quali sostengono che tali usanze rientrano e sono costitutive di un sistema culturale che va compreso di per sé, senza interferenze da parte di osservatori non indigeni (leggi: occidentali), al punto che il problema non sono più tanto le usanze millenarie dei non-occidentali, ma il relativismo culturale degli occidentali disposti esplicitamente o implicitamente a giustificarle. Basti pensare alla proposta dell’infibulazione “soft” che era stata discussa nell’ambito di un’ASL toscana (orrore!)

Infine se è altresì vero che il maschilismo non è morto in Occidente e che anche in Occidente si riscontrano ancora molte violenze nei confronti delle donne, e che fra una donna maltrattata in Occidente e una donna maltrattata in Oriente non c’è nessuna differenza qualitativa, è altresì vero che almeno un differenza quantitativa c’è, perché nel complesso in Occidente vengono picchiate, violentate e uccise molto meno che in Oriente. L’Unicef ha denunciato che negli ultimi anni sono sparite 60 milioni di donne nel Terzo Mondo a causa di violenze, malattie e malnutrizione (nei paesi non occidentali il cibo migliore e i medicinali sono riservati agli uomini). Infibulazione, compravendita di donne, soppressione di neonate, abuso sessuale non punibile sono consuetudini regolate dalle leggi di quasi tutti i paesi del Terzo Mondo. Ma soprattutto c’è un’enorme differenza sostanziale: l’uomo occidentale maltratta la donna contro le leggi occidentali, mentre il non-occidentale maltratta la donna senza andare contro le sue leggi.

venerdì 17 settembre 2004

A scoppio ritardato


Ma Kofi Annan lo dice dopo un anno e mezzo che l'invasione dell'Iraq è un atto illegale?
A suo tempo questa dichiarazione non avrebbe impedito agli Stati Uniti di agire, però avrebbe avuto un certo peso. Oggi, con l'ONU completamente screditata, non capisco che senso abbia.
Qualcuno mi dice se si vedono le foto? Stamani da un altro computer le ho viste, mentre sul mio ci sono solo i titoli.

Fotoalbum

Ho provato ad attivare il foto album, ma per il momento non funziona. Eppure ho seguito tutto le istruzioni. Ad ogni modo non mi sembra sia il caso perderci tempo. Meglio utilizzare altri spazi, tanto tra un mese questo servizio sarà  a pagamento. Il problema è che gli spazi si esauriscono facilmente. Forse conviene comprarsi un dominio. Una volta era possibile caricare foto sui blog di Clarence (ne tenevo uno a questo scopo), ma ora non è più possibile.

giovedì 16 settembre 2004

Ancora sull'Islam

(seguito del post di ieri 14.9.2004)
Nel mio post di ieri, che pochi avranno letto fino in fondo, stante, ammetto, l’eccessiva lunghezza, mi riferivo ad un commento da me lasciato su "Haramlik" in cui si stigmatizzavano alcuni articoli comparsi sulla Repubblica, tra cui uno di Ezio Mauro dal titolo “Democrazie sotto attacco” in particolare ove l'autore afferma:
” È nuova la sfida di questo terrorismo islamico che si carica in Ossezia di significati ceceni, uccide Quattrocchi e Baldoni in nome dell'Iraq, minaccia la Francia per il velo. Ma ovunque, replica la stessa condanna totale e definitiva al nostro modo di vivere, ad un sistema di regole, di valori e di diritti che chiamiamo Occidente, a ciò che ha saputo vincere i totalitarismi europei: la democrazia.”
Mi sono dichiarata d’accordo con l’articolo della Repubblica e circa la società islamica ho detto che non escludo l'esistenza di un Islam moderato, ma che, ad ogni modo, non mi piace di per sé una società in cui la religione è così totalizzante che occupa qualsiasi aspetto della vita sia pubblica che privata, e nella quale, tra l'altro, le donne non hanno alcuna voce.
L’autrice del blog non ha pubblicato il mio commento, ma ne ha fatto oggetto di un post in cui riferisce la sua “lacerazione” di fronte alla decisione di pubblicare o meno certi commenti, iperbolici e inconcludenti, che incitano all’odio razziale.
Accidenti! Non avrei mai pensato che un mio commento potesse essere definito in tal modo. Così ieri le ho risposto dicendo che non è possibile dialogare, perché non ci intendiamo. Lei ha rincalzato dicendo che non avrei centrato gli argomenti. E che non si può mischiare lo status della donna e gli attacchi all'Occidente in un unico commento. Addirittura mi dice che dovrei cominciare a far capire di cosa voglio parlare. Ma dove siamo, a scuola? Va bene che lei fa la professoressa, ma io non sono una sua allieva (peraltro sono, credo, più grande di lei, o si dice più vecchia?). Inoltre se mi avesse accusato di prolissità potrei capire, ma di non centrare gli argomenti mi sembra una critica gratuita, peraltro provenendo da persona di cui sono venuta a conoscenza quando su un mio post dell'aprile 2003 dedicato ai flagellanti di Kerbala mi rispose con uno sproloquio sulla taglia 42 e il chador. Alla faccia del centrare gli argomenti.
E' vero che gli aspetti di una civiltà sono molteplici e talvolta contrastanti, che certo non si possono trattare tutti in un post, tanto meno in un commento, ma che tra i diversi aspetti ci sia un forte legame, quando non un rapporto di causa-effetto, mi sembra incontestabile.
Ribadisco infine che un conto è il fondamentalismo nel cui ambito nasce il terrorismo, un conto la società (cultura, civiltà) islamica, ma che, a prescindere dall'esecrazione per ogni atto terroristico da chiunque compiuto, è proprio quella società (cultura, civiltà) che non mi piace, pur riconoscendo che ci sono diversità tra paese e paese (ad esempio, penso che l’Egitto sia altra cosa dall’Arabia Saudita).
Ad ogni modo concordo con l’autrice del blog circa il fatto che non si può dialogare se non c’è affinità, ciò che non contraddice quanto sostenevo ieri in apertura del blog. Infatti ritengo ci si possa confrontare anche con persone che hanno idee opposte alle proprie, purché ci si rispetti, e purché ci sia questa affinità, che è un qualcosa che attiene più al campo dei sentimenti che della ragione e che quindi se c’è, c’è, se non c’è, non ci sarà mai.
Voglio anche dire che ho l’impressione che intorno ad alcuni blog si crei un circolo di persone che non fanno che lodare e incensare l’autore, mentre non è accettato l’intervento di qualcuno che esce dal coro.
Concludo invitando a leggere la "Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo nell’Islam" proclamata il 19 settembre 1981 presso l’UNESCO a Parigi nel cui preambolo si fa riferimento al patto stipulato da Dio con l'uomo nella creazione, rinnovato poi mediante l'invio dei profeti, sul quale si basa l'intera concezione dei diritti umani. È chiaro dunque che ogni altra formulazione non religiosa non ha possibilità di sussistere.
Spero costituisca motivo di riflessione soprattutto per coloro che pontificano su argomenti che conoscono poco.
In sintesi alcuni articoli:
Art.1: La vita è sacra (eccetto che la legge islamica consenta di toglierla).
… Questa sacralità della vita potrà essere annullata solo dall’autorità della Legge islamica in conformità alle disposizioni specificatamente previste a questo riguardo.
Art.2: La libertà dell’uomo è sacra (ma va ristretta e limitata nei casi previsti dalla legge islamica)…. Bisogna quindi prevedere un complesso di garanzie capaci di proteggere la libertà degli individui. Essi potranno essere costretti o limitati solo dall’autorità della Legge islamica conformemente alle disposizioni previste a questo proposito .
Art.4: Ogni individuo ha diritto di essere giudicato in conformità alla Legge islamica e che nessun’altra legge gli venga applicata…… Nessuno ha il diritto di costringere un Musulmano ad obbedire ad una legge che sia contraria alla Legge islamica. Il Musulmano ha il diritto di rifiutare a che gli ordina una simile empietà, chiunque esso sia.
Art. 12: Ogni persona ha il diritto di pensare e di credere, e di esprimere quello che pensa e crede, senza intromissione alcuna da parte di chicchessia, fino a che rimane nel quadro dei limiti generali che la Legge islamica prevede a questo proposito.(Il diritto alla libertà di pensiero, fede e parola è garantito entro i limiti previsti dalla legge islamica).
Tutto quanto sopra detto non cambia il mio giudizio negativo sulla guerra voluta da Bush e dai neoconservatori americani (che la auspicavano ben prima dell'attentato alle torri gemelle) per motivi tutt'altro che nobili, anche perché, come previsto da molti, non ha risolto alcuno dei problemi esistenti ed ha contribuito ad incrementare il terrorismo.
Tutto quanto sopra non cambia il mio giudizio sulla legittimità di un popolo di resistere all'occupazione. Ma la resistenza non si fa con il terrorismo che è solo un crimine orrendo che non può trovare giustificazione alcuna.

martedì 14 settembre 2004

Islam e terrorismo. Realtà complessa e certezze granitiche.

Come presumo a tutti voi, mi capita di andare a vedere cosa scrivono gli altri “bloggers”, il più delle volte mi limito ad una sbirciatina, qualche volta lascio un commento, magari due parole o un saluto, sui “blog” con i quali mi sento più in sintonia, ma anche talvolta su quelli di cui non condivido le  opinioni in tutto o in parte, sempre che non si tratti di scrittura sguaiata e di basso livello culturale, perché, tutto sommato, credo che si possa dialogare, anzi si debba, anche se si hanno opinioni divergenti e che cercare di comprendere il punto di vista degli altri senza preconcetti costituisca un esercizio utile all’arricchimento della propria visione del mondo.
Però non tutti la pensano così. Navigando tra questi “blog” rilevo che ci sono ancora molti che hanno certezze granitiche e che non sono disposti al dialogo con chi la pensa diversamente.Essi ritengono che le colpe siano tutte da una parte o dall’altra e non accettano opinioni contrarie fino ad arrivare alla censura. In particolare di fronte agli eventi che hanno seguito l’attentato terroristico dell’11 settembre 2001 si va dai fanatici della guerra di civiltà, dai sostenitori ad oltranza di Bush (c’è persino un blog italiano per la sua rielezione), agli strenui difensori della cultura islamica che imputano tutte le colpe della crisi attuale all’Occidente. Mi è capitato di mettere un commento su uno di questi blog, uno di quelli per cui tutte le colpe sono dell’Occidente, a proposito di un articolo di Ezio Mauro sulla Repubblica secondo il quale l’Occidente sarebbe sotto attacco, opinione che condivido, senza con questo dimenticare gli errori ed orrori dell’Occidente che in parte sono la causa di questa realtà innegabile.
Ho detto in sostanza che non saprei dire se esista l’Islam moderato, ma che ad ogni modo non mi piace di per sé una società in cui la religione è così totalizzante che occupa qualsiasi aspetto della vita sia pubblica che privata, una società in cui le donne non hanno alcuna voce e che, per questi motivi, oggi la nostra cultura è superiore e dobbiamo difenderla, senza per questo essere d’accordo con le scelte di Bush.
Il commento non è stato pubblicato (l’autore opera una selezione, legittima per carità, perché ognuno nel proprio “blog” fa quello che vuole, anche se non mi piacciono le persone con la verità in tasca, quelle che stanno dalla parte giusta e pertanto, con tipica mentalità dittatoriale, non accettano coloro che la pensano diversamente e che sarebbero tutti più o meno dei mentecatti che non hanno capito niente), ma è stato oggetto di un post, al quale non so se risponderò, perché  non mi piace lasciare commenti dove opera la censura, e comunque capisco che non possiamo intenderci. Il  commento è stato annoverato tra quelli di spaventosa insensatezza, scritti in iperbolico, senza un oggetto circoscritto, a cui non si può rispondere perché non si capiscono e comunque non combaciano in nessun punto con ciò che la vita mostrerebbe all’autore. Tra l’altro mi chiede in che senso le donne non avrebbero voce nei paesi islamici e chi me lo avrebbe detto? Allora qui si vuole negare l’evidenza per ragioni politiche.
L’Islam è contrario alla modernità, anche se ne utilizza i mezzi, ed è profondamente misogino. E’ vero che lo sono anche le altre due religioni monoteiste. Infatti non nego che quanto dice il Corano sulle donne trovi il suo corrispondente in San Paolo e in altri padri della chiesa. Sul precedente substrato della cultura romana che aveva esportato in tutte le aree conquistate il concetto dell’inferiorità femminile, la Chiesa ha peggiorato la situazione individuando nella donna il male, a cominciare dalla leggenda di Eva che induce l’ingenuo Adamo a peccare (che letta in positivo significa che la donna induce l’uomo alla ricerca della conoscenza e pertanto della libertà). Nel medioevo in Occidente era dubbio se le donne avessero un’anima. Fino al 1700 si sono bruciate le streghe e gli eretici. Tuttavia da noi oggi la Chiesa, magari “obtorto collo”, è stata costretta a cambiare, e, ad ogni modo, il peso della religione nelle nostre società, anche se in Italia la presenza del Vaticano fa ancora danni e se Bush legge la Bibbia (che peraltro è un libro di guerra che incita all’odio), è ormai marginale. L’Islam invece è fermo al medioevo. Del resto loro sono nel 1425 della loro era. Tra 500 anni saranno sicuramente cambiati, spero anche prima.
Premesso ciò non si può non riflettere sul fatto che l’odio verso l’occidente è stato alimentato dall’esclusione di tanti popoli dal benessere, dalla mancata risoluzione del problema palestinese, e via elencando motivazioni di ordine economico e politico.
E’ certo altresì che la guerra all’Iraq, voluta da Bush e dal suo entourage per motivi tutt’altro che nobili, violando peraltro un principio fondamentale del diritto internazionale, quello dell’inviolabilità degli stati sovrani, e comportando una scia di “danni collaterali” (vittime civili), ha contribuito ad incrementare la spirale del terrore, peraltro senza ottenere finora alcuno degli obiettivi prefissisi (ricostruzione, petrolio, ecc.) e ben gli sta. Credo che dobbiamo anche domandarci se c’è una differenza tra i morti uccisi dal terrorismo e quelli uccisi dai bombardamenti. Certamente c’è, ma chi si vede uccidere un parente dalle bombe intelligenti può anche impazzire ed essere facile strumento di manovra da parte dei terroristi.
Ritengo anche che si debba fare una distinzione tra le organizzazioni terroristiche e l’Islam, ma senza dimenticare che il terrorismo nasce comunque nell’ambito del fondamentalismo islamico che ha dichiarato guerra alla cultura occidentale e, non solo, ma a qualsiasi cultura presente o passata (vedi le millenarie statue di Buddha distrutte dai Talebani in Afghanistan) che non sia l’Islam fondamentalista.
E non si può dimenticare quello che è accaduto durante il governo dei Talibani  in Afghanistan (peraltro controllano sempre buona parte del paese,  a dimostrazione che le guerre servono a poco, anzi) e quello che accade ancora in Iran, ove è al potere una teocrazia, e che non esiste un governo democratico in tutta l’area  dell’Islam, né  si può dimenticare l’orrore di episodi come quello di Beslan e gli sgozzamenti di giornalisti e personale civile in Iraq.
Gli elementi da prendere in considerazione in questa realtà così complessa sono tanti e diversi che, come sosteneva domenica scorsa sulla Repubblica Eugenio Scalari nell’articolo dal titolo Il martello americano ed il veleno di Al Qaeda  “un discorso filato con un suo sviluppo coerente e una sua conclusione valida e non contestabile è diventato difficilissimo se non addirittura impossibile” ma si possono solo “allineare frammenti di verità e citazioni significative che servano ai elettori come elementi per comporre un loro disegno e un loro giudizio su una situazione che sembra dominata da un vento di generale follia” .
Sarà possibile trovare una soluzione, ci sono ancora margini? Chi potrebbe agire in tale direzione, l’ONU, l’Europa ? Ma esistono?

venerdì 10 settembre 2004

Torretta e Pari: secondo papà Feltri andavano prese a schiaffi

“ È la prima volta che i bravi ragazzi della resistenza irachena mettono le mani su carni femminili, e il destino (che non è cieco, anzi ci vede benissimo) ha voluto che fossero carni nostre, italiane.”
Questo l’avvio dell’editoriale di Vittorio Feltri su Libero dell’8 settembre, dal titolo”Vittime dei pacifisti”, a proposito delle due italiane rapite in Iraq dai terroristi.
Carni? Non ho parole! Posso capire che trattandosi di donne ci possano essere anche rischi diversi da quello di essere ammazzate, ma ad ogni modo mi ha dato molto fastidio l’espressione maschilmente retrograda di chi vede nella donna carne di sua proprietà o di proprietà della nazione e si sente offeso per questo e non perché ci sono due connazionali in pericolo.
Ad ogni modo poi il nostro continua definendo Torretta e Pari "due brave ragazze buone dentro e generose di fatto" ma anche “due fanciulle scriteriate nel loro bisogno di assistere l'umanità ferita e sgarrupata del vicino Oriente” e conclude che “se fossero state mie figlie le avrei prese a schiaffi”.
Non voglio dire che non ci possa essere anche un fondo di verità in quello che sostiene Feltri che già aveva detto di Baldoni che sarebbe piombato nel deserto alla ricerca di emozioni e brividi, ma che alla sua età avrebbe fatto meglio ad affidarsi ad “Alpitour” per le sue vacanze.
Certamente queste persone che, a qualunque titolo, si trovano sulla scena di conflitti armati, devono avere anche una certa dose di spirito di avventura  e, come aveva ammesso anche una delle due ragazze in un’intervista rilasciata alla Repubblica, una certa paura di vivere nella normalità  (e mi domando poi che male c’è, oltre tutto quando questa personale caratteristica viene indirizzata ad aiutare gli altri), ma d’altra parte se non ci fossero queste persone il mondo sarebbe anche peggiore. Poi si tratterà di vedere se la situazione in Iraq non sia giunta ad un  punto tale da richiedere il ritiro di tutti i civili. Ma questo è un altro discorso.
Ad ogni modo quello che mi ha fatto imbestialire nell’articolo di Feltri non sono tanto le sue opinioni sull’ingenuità  delle due che sarebbero partite “per la missione più pericolosa del mondo” con “la testa imbottita di ottime intenzioni e di luoghi comuni pacifisti e noglobalisti. Sicuramente in buona fede, mosse da sacro fuoco, desiderose di aiutare il prossimo eccetera”, ma l’atteggiamento paternalistico, i termini usati (carni, schiaffi, fanciulle, ecc.) che probabilmente non si sarebbe mai permesso di usare se al posto delle due ragazze ci fossero stati due coetanei di sesso maschile.

OLTRE OGNI LIMITE

Non c’è più alcun limite all’orrore.
In Ossezia sono state uccise circa 400 persone, di cui oltre la metà bambini, e non può esistere alcuna giustificazione, né ideologica né religiosa, per quanto accaduto.
In Iraq ogni giorno viene rapito qualcuno, ora anche due volontarie di una ONG (organizzazione non governativa), mentre sembra lontana una soluzione positiva per i due giornalisti francesi.
Non passa giorno che in qualche parte del mondo non si debba registrare un attentato con conseguenze più o meno gravi. Anche stamani otto morti e oltre centosessanta feriti è il bilancio dell'attentato nei pressi dell'ambasciata australiana a Giacarta, dove è esplosa una potente autobomba, attentato rivendicato dal gruppo estremistico Jemaah Islamiyah, collegato al network di al Qaeda e accusato delle precedenti stragi all'hotel Marriott nell’agosto 2003, e a Bali nell’ottobre 2002.
Quel che è certo è che i terroristi non fanno più alcuna distinzione tra i militari e gli altri, volontari, giornalisti, comunque civili, di qualsiasi credo politico o religioso, qualunque sia la loro cittadinanza. Chi è occidentale è un nemico e come tale deve essere colpito. Non conta più cosa faccia, quali siano i motivi che lo conducono sul luogo del conflitto, cosa pensi, quale sia la sua nazionalità.
I bambini di Beslan non c’entravano niente con la guerra in Cecenia, e data l’età, probabilmente non avevano idee in proposito, Enzo Baldoni era in Iraq sia per motivi umanitari, sia per documentare quella che considerava la resistenza irachena sulla quale voleva scrivere un libro, i due giornalisti francesi  sono cittadini di un paese che non ha truppe in Iraq e che è sempre stato contrario alla guerra intrapresa dagli Stati uniti, Simona Torretta e Simona Pari sono volontarie dell’ONG “Un ponte per Baghdad”, già attiva dai tempi della prima guerra nel golfo nel tentativo di portare aiuti alla popolazione irachena colpita dall’embargo.
E’ certo che nell’intendimento dei terroristi, animati da odio fanatico che ha come solo obiettivo la distruzione del nemico, c’è la volontà di rendere impossibile qualsiasi evoluzione positiva della situazione in Iraq e altrove.
Sono state violate tutte le regole che anche in una guerra vengono generalmente rispettate.
Infatti se in altri conflitti sono stati uccisi dei giornalisti ciò è avvenuto per cause accidentali, mentre con la guerra in Iraq questi ultimi sono divenuti un obiettivo alla stessa stregua dei militari. Lo stesso vale per i volontari delle varie organizzazioni non governative il cui solo scopo è di portare aiuti alla popolazione civile.
E se ancora si può disquisire sul fatto se si tratti di resistenza o meno quando vengono presi di mira militari e personale paramilitare, come i dipendenti di aziende che si occupano di sicurezza, non si può certo parlarne quando vengono uccisi civili inermi, persino bambini, pur senza dimenticare che molti civili iracheni sono stati uccisi dalle bombe dei c.d. liberatori. Ma un conto è la guerra, pur condannabile, un altro il terrorismo.
Qui siamo al di là di qualsiasi giustificazione. Resta solo l’orrore di fronte al quale c’è forte la tentazione di sostenere che a questo punto non resta che la guerra ad oltranza.
Ma la ragione impone invece di riflettere sulle cause, sui perché si sia arrivati a questo livello di aberrazione, non per giustificare il terrorismo, ma per capire e cercare le soluzioni nella convinzione che le guerre non risolvono niente, anzi peggiorano la situazione.
La guerra all’Iraq infatti ha rappresentato un grave errore strategico e politico, come gli avvenimenti successivi hanno dimostrato. Nessuno degli obiettivi che i suoi fautori si erano prefissi è stato raggiunto, in primo luogo la riduzione degli atti di terrorismo. E anche il Pentagono ha dovuto riconoscere che le cose in Iraq non vanno molto bene. A due mesi dal passaggio "formale" delle consegne al nuovo governo iracheno, i ribelli delle diverse fazioni che combattono contro i soldati americani e il nuovo esercito di Baghdad hanno al loro attivo diversi successi e sono in grado di controllare diverse regioni del paese, in particolare nel triangolo sunnita e in città come Fallujah, Ramadi, Samarra le autorità irachene non hanno mai potuto entrare in carica. I terroristi imperversano e hanno fatto dell’Iraq la loro base principale. E la situazione nel corso di agosto e nella prima settimana di settembre è andata sempre più deteriorandosi.
Intanto non è che le cose vadano meglio in Afghanistan, dove il governo di Karzai controlla, si e no, Kabul.
Non conosco bene la situazione della Cecenia, ma secondo l’opinione di molti sembra che sia stato proprio l’intervento delle truppe russe a far attecchire il fondamentalismo islamico laddove esso rappresentava una componente secondaria tra le fazioni che richiedevano l’indipendenza.  E’ altresì vero  che dopo la prima guerra cecena, quando Eltsin abbandonò il paese a se stesso, questo si era trasformato in un covo di banditi e trafficanti di armi e droga sottoposto alle leggi dei capi clan, dimostrando  che i fieri montanari non erano in grado di autogestirsi e che erano un po’ banditi. Concedere l’indipendenza alla Cecenia, grande come una delle nostre regioni, sarebbe stato come consentire alla mafia di governare la Sicilia. Però forse si sarebbe potuto trattare sull’autonomia, cosa che allo stato attuale non risulta più possibile, a maggior ragione dopo quanto è avvenuto in Ossezia.
Ma se questa è la situazione cosa fare?
Mi domando se ci siano ancora le condizioni per tornare alla ragione, per far in modo che il mondo non precipiti in un abisso senza fine. Bisogna sperare che ci siano, perché altrimenti, se non fosse possibile interrompere la spirale dell’odio, cosa dobbiamo aspettarci la prossima volta, l’attacco chimico, la c.d. bomba sporca? I terroristi non sembrano avere alcuna remora e se riuscissero a porre una città dell’occidente sotto un ricatto di questo genere, cosa facciamo, confidiamo in qualche James Bond che salvi il mondo sul filo dei secondi?

venerdì 3 settembre 2004

Nobel per la pace

Prima di spegnere il computer ho fatto un giro su alcuni dei miei siti preferiti e mi sono casualmente imbattuta in una notizia divertente che non posso fare a meno di postare anche se è proprio tardi. L’avevo già letta qualche mese fa ma avevo pensato fosse una bufala. Ora è stata rilanciata da alcuni siti internet, tra cui quello della RAI, e dal Manifesto.
Dunque tra i candidati al premio Nobel per la pace 2004 figurano anche i nomi del presidente americano George W. Bush e il premier britannico Tony Blair. Lo ha annunciato la Fondazione Nobel. La candidatura dei due leader è stata avanzata dal deputato populista norvegese Harald Tom Nesvik, secondo il quale i due leader dovrebbero essere premiati per la loro lotta contro il terrorismo e i loro sforzi per la pace nel mondo.
“Oltre a quei due preclari pacifisti americano e inglese - scrive il Manifesto- altri candidati sono il francese Jacques Chirac, l'ex presidente ceko Vaclav Havel e l'Unione europea (a che titolo?). Fra le altre candidature anche quella dell'ex capo degli ispettori Onu sulle (introvabili) armi di sterminio di massa di Saddam Hussein, lo svedese Hans Blix.”

Siamo ormai in una guerra infinita?

Iraq
Dopo l’assassinio di Baldoni, la cattura dei due giornalisti francesi per il cui rilascio i terroristi islamici chiedono alla Francia di abrogare la legge che vieta il velo islamico nelle scuole, l’assassinio dei dodici nepalesi catturati lo stesso giorno dei due giornalisti, il 20 agosto, e sgozzati come montoni, in quanto colpevoli di lavorare per una società di vigilanza al servizio degli americani, quindi allineati sulla sabbia, per la solita fotografia da mostrare al mondo, come prova che la “giustizia islamica” non perdona. Intanto oggi sono stati uccisi tre turchi e presi in ostaggio due macedoni. Risulta rapito anche un iracheno residente in Italia.

Israele
A Beersheva due kamikaze palestinesi delle brigate di Ezzadim Qassam, il braccio armato di Hamas, si sono fatti esplodere a bordo di due autobus provocando 16 morti e un centinaio di feriti.

Russia
Prima il duplice attentato aereo del 25 agosto sui cieli russi, poi una donna kamikaze che si fa esplodere nei pressi della stazione del metrò Rizhskaia, a ridosso del centro, provocando 10 morti e almeno 30 feriti,tra cui anche alcuni bambini. Entrambi gli attentati sono rivendicati da un gruppo che si autodefinisce “Brigate Islambuli” e dichiara di agire in appoggio ai musulmani della Cecenia. E ora la scuola dell’Ossezia del Nord ove un gruppo di terroristi ceceni ha preso in ostaggio circa 300 persone quasi tutti bambini oltre ad alcuni genitori e insegnanti chiedendo il rilascio di alcuni guerriglieri e il ritiro delle truppe russe dalla Cecenia.

Cosa dire di fronte a questi episodi efferati, a questi ultimatum impossibili, (perché è evidente che nessuna nazione può farsi dettare la sua politica interna ed estera dai terroristi)? Siamo ad un punto di non ritorno, siamo entrati in una guerra di cui non si vede la fine o ci sono ancora delle possibilità per ricondurre il mondo sulla strada della ragione?

Di fronte alle efferatezze che il terrorismo islamico ci impone ogni giorno, di fronte al fatto che il fondamentalismo, che ha sempre maggior presa nei paesi arabi, individua in ogni occidentale, indipendentemente dalle opinioni personali e politiche e dall’attività svolta da ciascuno, l’odiato nemico da distruggere, è consequenziale pensare che è in atto uno scontro di civiltà e che l’Islam ci ha dichiarato guerra.

Ma c’è anche chi pensa ancora che occorre distinguere, che l’Islam non è solo fondamentalismo e che occorre cercare di fare leva sull’Islam moderato.

Certo episodi come il raid aereo statunitense su Fallujah, roccaforte della guerriglia sannita, che avrebbe provocato oltre 20 morti, per la maggior parte vecchi e bambini, non aiutano certo, in quanto sono presi a pretesto per ulteriori atti di terrorismo. E pensare che gli Stati Uniti sono il paese che ha vinto più premi Nobel per la pace e che ieri alla Convention repubblicana la moglie di Bush, Lore, dichiarava che con suo marito il mondo è più sicuro (satira involontaria?).

In un intervista uscita lunedì sulla Repubblica il presidente del Senato, Marcello Pera, rivolgeva un appello a tutti i paesi dell’Occidente per fare fronte comune per la difesa della cultura e del modo di vita occidentale, della libertà e della democrazia, contro il terrorismo islamico, appello che è stato molto criticato dal centro-sinistra come invito alla guerra di civiltà, anche se a mio parere è stato travisato per ragioni di politica interna.
D’altra parte Marek Halter, uno degli scrittori francesi più conosciuti e apprezzati, figlio di un tipografo ebreo e di una poetessa yddish, fuggito a cinque anni dal ghetto di Varsavia,  a Parigi dagli anni 50, tra i fondatori di Sos razzismo, e una delle voci più autorevoli e ascoltate della comunità ebraica transalpina, sostiene le ragioni della pace e del dialogo e in un articolo sulla Nazione di mercoledì scorso affermava che il terrorismo islamico può essere vinto dalla fermezza occidentale ma anche dal mondo musulmano stesso che non ci sta a  farsi screditare a causa di questi gruppi di terroristi fanatici.  E le manifestazioni che si sono svolte  in Francia per la liberazione dei due ostaggi, che hanno visto anche la partecipazione delle comunità musulmane e di esponenti di spicco del mondo islamico, potrebbero essere un sintomo di questo interesse di una parte dell’Islam a distinguersi da chi professa o anche solo appoggia il terrorismo.

Personalmente ho difficoltà a scegliere una posizione, la mia idiosincrasia verso tutte le religioni monoteiste, di per sé misogine, soprattutto quando vogliono dettare le leggi alla società fino ad entrare nella vita privata degli individui, mi farebbe optare per la difesa ad oltranza dell’occidente laico (purtroppo non sempre e non in tutti paesi lo è), dei suoi valori, della sua concezione della vita, poi però penso alla politica arrogante dei neoconservatori americani, alle colpe dell’Occidente nei confronti dei paesi del terzo mondo in genere, i quali poi non hanno trovato altra soluzione per difendere la propria identità che accorrere sotto le bandiere dell’Islam (anche se ciò comunque non può giustificare il terrorismo che non può mai essere definito resistenza) e allora ho dei dubbi.

Non c’entra niente ma sembra che sembra sia stato captato nella spazio un segnale di probabile origine aliena. Mi fa venire in mente che forse solo di fronte al pericolo alieno ci  dimenticheremmo di essere cattolici, musulmani o ebrei (non cito le altre religioni perché fanno generalmente poco danno) anche perché probabilmente in tal caso finalmente le religioni così come le conosciamo oggi andrebbero proprio a farsi benedire (anche se gli alieni fossero buoni)!



mercoledì 29 settembre 2004

Finalmente libere





Finalmente libere

Con la liberazione di Simona Torretta e Simona Pari, che sono state rilasciate oggi insieme ai due collaboratori iracheni Raed Ali Abdul Aziz e Mahnaz Bassam, si concludono 3 settimane di angoscia.
Sequestro anomalo fortunatamente finito bene, per una serie di motivi, pagamento di un riscatto (si parla di 800.000 Euro), azione d’"intelligence", intervento di governi mediorientali e, si dice anche, da qualche parte che abbia inciso il fatto che si trattasse di due donne e che l'Islam ha un enorme rispetto per la donna (!). Non sono d'accordo con quest'ultima affermazione, eventualmente credo invece si possa sottolineare che si sono viste manifestazioni per la liberazione cui hanno partecipato anche esponenti del mondo islamico, come del resto è accaduto per i giornalisti francesi (maschi). Parlare poi di gruppo moderato islamico quale autore del rapimento mi sembra un po’ esagerato. Magari è più facile che il succitato gruppo fosse più interessato ai soldi che alla politica o che abbia preferito intascare soldi per finanziarsi.
Oggi sono stati liberati anche 4 egiziani e sembra ci siano buone notizie anche per i due francesi. Nel sito web islamico “Al Qalah” è apparso stasera un messaggio della formazione “Tawhid Wal Jihad” (Monoteismo e guerra santa) che annuncia: “L'ostaggio britannico Bigley sarà liberato”.
Ovviamente ciò non può far dimenticare gli ostaggi barbaramente uccisi di cui due italiani, Quattrocchi e Baldoni, e i molti altri che rimangono nelle mani dei rapitori.

lunedì 27 settembre 2004

SCHERZI DI PESSIMO GUSTO ?

Ho ricevuto una email in cui mi si propone di acquistare sul sito www.shadow.com, bombe, missili, “et similia”, per realizzare attentati terroristici, distruggere palazzi, centrali elettriche, ponti, fabbriche e quant’altro mi venisse in mente, vantando peraltro clienti di fama, quali Al-Qaida, Hizballah, Al-Jihad, HAMAS, Abu Sayyaf Group e molti altri.
Ovviamente dopo l’iniziale smarrimento, ho pensato si trattasse di una burla, anche se di pessimo gusto, e ho fatto una ricerca su Internet.
Così ho trovato questo indirizzo http://www.hoax-slayer.com/shadowcrew.html (hoax-slayer = assassino di burle?) ove si legge che il sito www.shadowcrew.com (equipaggio o banda dell'ombra?) sarebbe da tempo bersaglio di alcuni burloni, anche se non se ne conosce il motivo. Le precedenti email avrebbero riguardato la conferma di 3 mesi di abbonamento ad un sito di pedofili e la sospensione di account e-bay.
Utenti scontenti del sito, ipotizza hoax-slayer, che si pongono l’obiettivo di screditarlo, o semplicemente burle di pessimo gusto.
Email simili avrebbero avuto per bersaglio anche il sito www.darkprofits.com (profitti neri?)
Hoax-slayer sembra accreditare l'esistenza di questi siti che starebbero subendo degli attacchi, non dice però di cosa si occupino o vendano veramente.
Ai due siti dall'improbabile Url però non si accede.
Su questo sito http://www.technology-corner.com/honest_spam.shtml leggo che shadowcrew si trova in Russia, ma il dominio è registrato a Miami.
Che la burla sia tutta farina del sacco di hoax-slayer che chiede di inserire il proprio indirizzo e-mail per ricevere una newsletter con gli avvertimenti relativi alle bufale che circolano? Ma cosa ci guadagna, tenuto conto che la newsletter è gratis?
Ad ogni modo, in un mondo oppresso dalla continua minaccia del terrorismo, l’email è estremamente di cattivo gusto, qualunque ne sia il motivo sottostante, come dice anche hoax-slayer.
E se il motivo fosse politico?
Si vuole creare ancora più paura e sconcerto (destra), si vuole dire che le armi si vendono facilmente e soprattutto in Occidente, come se nessuno lo sapesse (sinistra)?
Qualcuno ne sa qualcosa?

venerdì 24 settembre 2004

EVOLUZIONE DEL DIRITTO ISLAMICO

Una donna iraniana, stufa di prendere botte ogni giorno dal marito, si è rivolta al tribunale per ottenere che il marito la picchi una sola volta alla settimana. Ha detto peraltro che per il resto accetta la sua situazione matrimoniale in cui non si trova male se non, appunto,per la frequenza delle botte.
Il marito che avrebbe negato di picchiarla quotidianamente si è difeso sostenendo che le donne devono essere picchiate perché altrimenti non obbediscono.
Il tribunale gli avrebbe fatto firmare un impegno a provvedere alla bisogna in maniera un po’ meno frequente.
Dunque anche nel diritto islamico oggi la donna può ottenere giustizia!

Da “la Nazione” 23.9.2004

GUERRA MEDIATICA. MESSAGGI ANGOSCIANTI E SITI DELL’ORRORE

Dopo il terribile messaggio di questa notte, sul sito www.openforum.ws , in cui un gruppo, finora sconosciuto, che si definisce "Organizzazione della Jihad", annuncia l’assassinio delle due connazionali sequestrate, in giornata è stato diffuso un altro comunicato da Ansar Al Zawahiri (lo stesso gruppo che rivendicò per primo il rapimento l’8 settembre, il giorno successivo al sequestro, e fu ritenuto anche allora non credibile), sul sito web Alezah.com.
Sia da parte della Farnesina che delle organizzazioni non governative ci sarebbero forti dubbi sull’attendibilità di questi messaggi.
Ma cosa si sa di questi siti che ospitano le rivendicazioni?
Il primo sito, www.openforum.ws, registrato in rete neppure quattro mesi fa, ha il suo dominio e dunque domicilio virtuale nelle Western Samoa, isole dell'Oceano pacifico. Il 29 maggio scorso, un signore che dichiara di chiamarsi Jo Rony, lo registra a pagamento con uno dei maggiori provider americani GoDaddy.com, sede a Scotsdale, Arizona. Jo Rony si presenta come rappresentante della società Openforum limited con uffici al 62 di Zahran Street, Amman, Giordania. Sembra trattarsi di una classica chat room che ospita una pluralità di messaggi di tenore molto diversificato, scritti prevalentemente in arabo, ma anche con sezioni in inglese e una ''per gli italiani''  genericamente intitolata “alla scoperta dell' Islam”.
Ma ReporterAssociati, sempre a proposito della prima rivendicazione, fa riferimento invece al sito www.islamic-minbar.com ove sono già passati diversi messaggi dei gruppi che si attribuiscono la paternità di attentati, aggressioni e sequestri, dai cieli della Russia (l'esplosione in volo dei due Tupolev) alle vie di Baghdad allo stesso rapimento delle due italiane. Secondo ReporterAssociati "islamic-minbar.com” mantiene le sue pagine in un server situato in Svizzera, per la precisione dalla Safe Host Network. Il proprietario del dominio si chiama Moez Garsallaoui e abita - almeno secondo le informazioni fornite al momento della registrazione - nella città di Duedingen, sempre in Svizzera. Ho provato ad accedere stamani al sito ma ho ricevuto un messaggio di errore. Probabilmente  è stato messo offline.
Del resto questi siti aprono e chiudono in maniera frenetica.
In un'inchiesta pubblicata oggi dal New York Times, citata in un articolo della Repubblica on line si fa riferimento, ad Al Battar (www.hostingganime.com/sout19/index.htm), rivista elettronica prodotta dal comitato militare di Al Qaeda che offre consigli su rapimenti, azioni militari con missili a spalla, costruzione di covi di cui ho trovato qui alcune notizie.
Un altro di questi siti è Al-Khansaa, mensile online sulla jihad riservato al pubblico femminile. Al Khansaa, vissuta nel Settimo secolo, esortò i quattro figli a unirsi alla jihad per diffondere l'Islam. Il magazine online a lei dedicato è stato fondato da Abdel Aziz al Mugrin, l'ex capo di Al Qaeda in Arabia Saudita ucciso in giugno dalla polizia. "La nostra missione più importante è di spingere i nostri figli nel campo di battaglia sull'esempio di Al Khansaa", vi si legge.
Siamo alla guerra mediatica, un rincorrersi di notizie provenienti dalle fonti più disparate, per aumentare orrore e paura. Il più barbaro medioevo fatto di stragi e sgozzamenti che si ripropone con mezzi modernissimi e al tempo stesso evanescenti. Questi macabri organi di propaganda del terrorismo cambiano i loro nomi così velocemente che non si fa neanche in tempo a memorizzarli. Ospitano ultimatum, proclami e minacce, quando va bene. Decapitazioni e gole tagliate, nel peggiore dei casi. Spesso restano aperti solo il tempo necessario per veicolare il loro orrendo messaggio e poi spenti. Prossimamente un altro sequestro, un altro sito.

martedì 21 settembre 2004

Tutti insieme! L’Inno ufficiale dell’Ulivo

Ho letto la notizia su Macchianera, che ne riporta parole e musica, ma non ci volevo credere. Pensavo si trattasse di una parodia satirica. Poi però ho fatto una ricerca e sembra sia vero. L’Ulivo ha partorito il proprio inno ufficiale dal titolo “Tutti insieme”. Lo potete ascoltare (per i deboli di stomaco rigorosamente lontano dai pasti) su Macchianera e anche su altri siti e, se amate l'orrido, lo potete persino scaricare.
Va bene che da un raggruppamento che non ha idee, progetti, insomma un programma degno di questo nome, a parte far fuori Berlusconi, e che ha un simil prete per “leader maximo”, non ci si può aspettare che abbia buon gusto, però qui si è superato ogni fantasia.
Non si può votare per questi qui, neanche per far dispetto a Berlusconi.
Certo il livello culturale della nostra politica, destra e sinistra, fa orrore.
Viene voglia di astenersi fino a che non si presenterà qualcuno un po' decente (quando mai?).
A proposito avete sentito cosa ha detto Fini sui pacifisti? Personalmente non mi annovero fra i c.d.”pacifisti senza se e senza ma”, anche se continuo a ritenere sbagliata l’invasione dell’Iraq e sono stata contraria anche alla guerra in Kossovo, però quello che ha detto Fini è ridicolo, anche storicamente. Ponzio Pilato un pacifista, ma non faceva parte delle forze di occupazione del tempo (v. vignetta di "Briciola nel latte")?

L'ISLAM E LE DONNE

Ho trovato un commento (anonimo) ad uno dei miei post dei giorni scorsi (quello sull’articolo di Feltri) in cui si afferma che “in Egitto ma anche in altri paesi, le prime femministe che lottavano per il voto femminile ci sono state già nel 1908” , che “è semplicemente una questione politica, quella del maschilismo, che non c'entra in maniera essenziale con l'Islam” che “ se in Italia oggi comandassero la chiesa cattolica e i personaggi come Feltri, oggi non avremmo il divorzio e questo paese avrebbe ancora il delitto d'onore", che “ oggi ci sono molte femministe islamiche, che leggono cioè la religione islamica come un'arma per la libertà femminile”
Si, certo, le femministe ci sono, non so se leggano la religione islamica come un'arma per la libertà femminile, ma so che sono osteggiate, processate e spesso condannate a morte. Tanto per citare alcuni casi, il 20 marzo 2001 è stata uccisa a colpi di mitra Hedaya Sultan Al Salem, la prima donna giornalista del Kuwait direttrice del settimanale Al Majalis. (cfr. M. Allam, Repubblica, 1\101), mentre la dottoressa e scrittrice egiziana Nawal El Saadawi, a causa della sua battaglia in difesa dei diritti delle donne, ha subito un processo per apostasia, “reato” che la espone alle vendette dei fondamentalisti (cfr. Il Manifesto 26.4.2001).
E mentre le femministe nei paesi islamici rischiano la vita, molti immigrati, che non vogliono farsi intaccare dalla corruzione occidentale, intendono esportare in Occidentale le loro usanze (crimini), tipo il “diritto” di picchiare la moglie o anche di ucciderla se offende l’onore della famiglia e quel che è più grave spesso trovano dei difensori occidentali dentro i tribunali occidentali i quali sostengono che tali usanze rientrano e sono costitutive di un sistema culturale che va compreso di per sé, senza interferenze da parte di osservatori non indigeni (leggi: occidentali), al punto che il problema non sono più tanto le usanze millenarie dei non-occidentali, ma il relativismo culturale degli occidentali disposti esplicitamente o implicitamente a giustificarle. Basti pensare alla proposta dell’infibulazione “soft” che era stata discussa nell’ambito di un’ASL toscana (orrore!)

Infine se è altresì vero che il maschilismo non è morto in Occidente e che anche in Occidente si riscontrano ancora molte violenze nei confronti delle donne, e che fra una donna maltrattata in Occidente e una donna maltrattata in Oriente non c’è nessuna differenza qualitativa, è altresì vero che almeno un differenza quantitativa c’è, perché nel complesso in Occidente vengono picchiate, violentate e uccise molto meno che in Oriente. L’Unicef ha denunciato che negli ultimi anni sono sparite 60 milioni di donne nel Terzo Mondo a causa di violenze, malattie e malnutrizione (nei paesi non occidentali il cibo migliore e i medicinali sono riservati agli uomini). Infibulazione, compravendita di donne, soppressione di neonate, abuso sessuale non punibile sono consuetudini regolate dalle leggi di quasi tutti i paesi del Terzo Mondo. Ma soprattutto c’è un’enorme differenza sostanziale: l’uomo occidentale maltratta la donna contro le leggi occidentali, mentre il non-occidentale maltratta la donna senza andare contro le sue leggi.

venerdì 17 settembre 2004

A scoppio ritardato


Ma Kofi Annan lo dice dopo un anno e mezzo che l'invasione dell'Iraq è un atto illegale?
A suo tempo questa dichiarazione non avrebbe impedito agli Stati Uniti di agire, però avrebbe avuto un certo peso. Oggi, con l'ONU completamente screditata, non capisco che senso abbia.
Qualcuno mi dice se si vedono le foto? Stamani da un altro computer le ho viste, mentre sul mio ci sono solo i titoli.

Fotoalbum

Ho provato ad attivare il foto album, ma per il momento non funziona. Eppure ho seguito tutto le istruzioni. Ad ogni modo non mi sembra sia il caso perderci tempo. Meglio utilizzare altri spazi, tanto tra un mese questo servizio sarà  a pagamento. Il problema è che gli spazi si esauriscono facilmente. Forse conviene comprarsi un dominio. Una volta era possibile caricare foto sui blog di Clarence (ne tenevo uno a questo scopo), ma ora non è più possibile.

giovedì 16 settembre 2004

Ancora sull'Islam

(seguito del post di ieri 14.9.2004)
Nel mio post di ieri, che pochi avranno letto fino in fondo, stante, ammetto, l’eccessiva lunghezza, mi riferivo ad un commento da me lasciato su "Haramlik" in cui si stigmatizzavano alcuni articoli comparsi sulla Repubblica, tra cui uno di Ezio Mauro dal titolo “Democrazie sotto attacco” in particolare ove l'autore afferma:
” È nuova la sfida di questo terrorismo islamico che si carica in Ossezia di significati ceceni, uccide Quattrocchi e Baldoni in nome dell'Iraq, minaccia la Francia per il velo. Ma ovunque, replica la stessa condanna totale e definitiva al nostro modo di vivere, ad un sistema di regole, di valori e di diritti che chiamiamo Occidente, a ciò che ha saputo vincere i totalitarismi europei: la democrazia.”
Mi sono dichiarata d’accordo con l’articolo della Repubblica e circa la società islamica ho detto che non escludo l'esistenza di un Islam moderato, ma che, ad ogni modo, non mi piace di per sé una società in cui la religione è così totalizzante che occupa qualsiasi aspetto della vita sia pubblica che privata, e nella quale, tra l'altro, le donne non hanno alcuna voce.
L’autrice del blog non ha pubblicato il mio commento, ma ne ha fatto oggetto di un post in cui riferisce la sua “lacerazione” di fronte alla decisione di pubblicare o meno certi commenti, iperbolici e inconcludenti, che incitano all’odio razziale.
Accidenti! Non avrei mai pensato che un mio commento potesse essere definito in tal modo. Così ieri le ho risposto dicendo che non è possibile dialogare, perché non ci intendiamo. Lei ha rincalzato dicendo che non avrei centrato gli argomenti. E che non si può mischiare lo status della donna e gli attacchi all'Occidente in un unico commento. Addirittura mi dice che dovrei cominciare a far capire di cosa voglio parlare. Ma dove siamo, a scuola? Va bene che lei fa la professoressa, ma io non sono una sua allieva (peraltro sono, credo, più grande di lei, o si dice più vecchia?). Inoltre se mi avesse accusato di prolissità potrei capire, ma di non centrare gli argomenti mi sembra una critica gratuita, peraltro provenendo da persona di cui sono venuta a conoscenza quando su un mio post dell'aprile 2003 dedicato ai flagellanti di Kerbala mi rispose con uno sproloquio sulla taglia 42 e il chador. Alla faccia del centrare gli argomenti.
E' vero che gli aspetti di una civiltà sono molteplici e talvolta contrastanti, che certo non si possono trattare tutti in un post, tanto meno in un commento, ma che tra i diversi aspetti ci sia un forte legame, quando non un rapporto di causa-effetto, mi sembra incontestabile.
Ribadisco infine che un conto è il fondamentalismo nel cui ambito nasce il terrorismo, un conto la società (cultura, civiltà) islamica, ma che, a prescindere dall'esecrazione per ogni atto terroristico da chiunque compiuto, è proprio quella società (cultura, civiltà) che non mi piace, pur riconoscendo che ci sono diversità tra paese e paese (ad esempio, penso che l’Egitto sia altra cosa dall’Arabia Saudita).
Ad ogni modo concordo con l’autrice del blog circa il fatto che non si può dialogare se non c’è affinità, ciò che non contraddice quanto sostenevo ieri in apertura del blog. Infatti ritengo ci si possa confrontare anche con persone che hanno idee opposte alle proprie, purché ci si rispetti, e purché ci sia questa affinità, che è un qualcosa che attiene più al campo dei sentimenti che della ragione e che quindi se c’è, c’è, se non c’è, non ci sarà mai.
Voglio anche dire che ho l’impressione che intorno ad alcuni blog si crei un circolo di persone che non fanno che lodare e incensare l’autore, mentre non è accettato l’intervento di qualcuno che esce dal coro.
Concludo invitando a leggere la "Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo nell’Islam" proclamata il 19 settembre 1981 presso l’UNESCO a Parigi nel cui preambolo si fa riferimento al patto stipulato da Dio con l'uomo nella creazione, rinnovato poi mediante l'invio dei profeti, sul quale si basa l'intera concezione dei diritti umani. È chiaro dunque che ogni altra formulazione non religiosa non ha possibilità di sussistere.
Spero costituisca motivo di riflessione soprattutto per coloro che pontificano su argomenti che conoscono poco.
In sintesi alcuni articoli:
Art.1: La vita è sacra (eccetto che la legge islamica consenta di toglierla).
… Questa sacralità della vita potrà essere annullata solo dall’autorità della Legge islamica in conformità alle disposizioni specificatamente previste a questo riguardo.
Art.2: La libertà dell’uomo è sacra (ma va ristretta e limitata nei casi previsti dalla legge islamica)…. Bisogna quindi prevedere un complesso di garanzie capaci di proteggere la libertà degli individui. Essi potranno essere costretti o limitati solo dall’autorità della Legge islamica conformemente alle disposizioni previste a questo proposito .
Art.4: Ogni individuo ha diritto di essere giudicato in conformità alla Legge islamica e che nessun’altra legge gli venga applicata…… Nessuno ha il diritto di costringere un Musulmano ad obbedire ad una legge che sia contraria alla Legge islamica. Il Musulmano ha il diritto di rifiutare a che gli ordina una simile empietà, chiunque esso sia.
Art. 12: Ogni persona ha il diritto di pensare e di credere, e di esprimere quello che pensa e crede, senza intromissione alcuna da parte di chicchessia, fino a che rimane nel quadro dei limiti generali che la Legge islamica prevede a questo proposito.(Il diritto alla libertà di pensiero, fede e parola è garantito entro i limiti previsti dalla legge islamica).
Tutto quanto sopra detto non cambia il mio giudizio negativo sulla guerra voluta da Bush e dai neoconservatori americani (che la auspicavano ben prima dell'attentato alle torri gemelle) per motivi tutt'altro che nobili, anche perché, come previsto da molti, non ha risolto alcuno dei problemi esistenti ed ha contribuito ad incrementare il terrorismo.
Tutto quanto sopra non cambia il mio giudizio sulla legittimità di un popolo di resistere all'occupazione. Ma la resistenza non si fa con il terrorismo che è solo un crimine orrendo che non può trovare giustificazione alcuna.

martedì 14 settembre 2004

Islam e terrorismo. Realtà complessa e certezze granitiche.

Come presumo a tutti voi, mi capita di andare a vedere cosa scrivono gli altri “bloggers”, il più delle volte mi limito ad una sbirciatina, qualche volta lascio un commento, magari due parole o un saluto, sui “blog” con i quali mi sento più in sintonia, ma anche talvolta su quelli di cui non condivido le  opinioni in tutto o in parte, sempre che non si tratti di scrittura sguaiata e di basso livello culturale, perché, tutto sommato, credo che si possa dialogare, anzi si debba, anche se si hanno opinioni divergenti e che cercare di comprendere il punto di vista degli altri senza preconcetti costituisca un esercizio utile all’arricchimento della propria visione del mondo.
Però non tutti la pensano così. Navigando tra questi “blog” rilevo che ci sono ancora molti che hanno certezze granitiche e che non sono disposti al dialogo con chi la pensa diversamente.Essi ritengono che le colpe siano tutte da una parte o dall’altra e non accettano opinioni contrarie fino ad arrivare alla censura. In particolare di fronte agli eventi che hanno seguito l’attentato terroristico dell’11 settembre 2001 si va dai fanatici della guerra di civiltà, dai sostenitori ad oltranza di Bush (c’è persino un blog italiano per la sua rielezione), agli strenui difensori della cultura islamica che imputano tutte le colpe della crisi attuale all’Occidente. Mi è capitato di mettere un commento su uno di questi blog, uno di quelli per cui tutte le colpe sono dell’Occidente, a proposito di un articolo di Ezio Mauro sulla Repubblica secondo il quale l’Occidente sarebbe sotto attacco, opinione che condivido, senza con questo dimenticare gli errori ed orrori dell’Occidente che in parte sono la causa di questa realtà innegabile.
Ho detto in sostanza che non saprei dire se esista l’Islam moderato, ma che ad ogni modo non mi piace di per sé una società in cui la religione è così totalizzante che occupa qualsiasi aspetto della vita sia pubblica che privata, una società in cui le donne non hanno alcuna voce e che, per questi motivi, oggi la nostra cultura è superiore e dobbiamo difenderla, senza per questo essere d’accordo con le scelte di Bush.
Il commento non è stato pubblicato (l’autore opera una selezione, legittima per carità, perché ognuno nel proprio “blog” fa quello che vuole, anche se non mi piacciono le persone con la verità in tasca, quelle che stanno dalla parte giusta e pertanto, con tipica mentalità dittatoriale, non accettano coloro che la pensano diversamente e che sarebbero tutti più o meno dei mentecatti che non hanno capito niente), ma è stato oggetto di un post, al quale non so se risponderò, perché  non mi piace lasciare commenti dove opera la censura, e comunque capisco che non possiamo intenderci. Il  commento è stato annoverato tra quelli di spaventosa insensatezza, scritti in iperbolico, senza un oggetto circoscritto, a cui non si può rispondere perché non si capiscono e comunque non combaciano in nessun punto con ciò che la vita mostrerebbe all’autore. Tra l’altro mi chiede in che senso le donne non avrebbero voce nei paesi islamici e chi me lo avrebbe detto? Allora qui si vuole negare l’evidenza per ragioni politiche.
L’Islam è contrario alla modernità, anche se ne utilizza i mezzi, ed è profondamente misogino. E’ vero che lo sono anche le altre due religioni monoteiste. Infatti non nego che quanto dice il Corano sulle donne trovi il suo corrispondente in San Paolo e in altri padri della chiesa. Sul precedente substrato della cultura romana che aveva esportato in tutte le aree conquistate il concetto dell’inferiorità femminile, la Chiesa ha peggiorato la situazione individuando nella donna il male, a cominciare dalla leggenda di Eva che induce l’ingenuo Adamo a peccare (che letta in positivo significa che la donna induce l’uomo alla ricerca della conoscenza e pertanto della libertà). Nel medioevo in Occidente era dubbio se le donne avessero un’anima. Fino al 1700 si sono bruciate le streghe e gli eretici. Tuttavia da noi oggi la Chiesa, magari “obtorto collo”, è stata costretta a cambiare, e, ad ogni modo, il peso della religione nelle nostre società, anche se in Italia la presenza del Vaticano fa ancora danni e se Bush legge la Bibbia (che peraltro è un libro di guerra che incita all’odio), è ormai marginale. L’Islam invece è fermo al medioevo. Del resto loro sono nel 1425 della loro era. Tra 500 anni saranno sicuramente cambiati, spero anche prima.
Premesso ciò non si può non riflettere sul fatto che l’odio verso l’occidente è stato alimentato dall’esclusione di tanti popoli dal benessere, dalla mancata risoluzione del problema palestinese, e via elencando motivazioni di ordine economico e politico.
E’ certo altresì che la guerra all’Iraq, voluta da Bush e dal suo entourage per motivi tutt’altro che nobili, violando peraltro un principio fondamentale del diritto internazionale, quello dell’inviolabilità degli stati sovrani, e comportando una scia di “danni collaterali” (vittime civili), ha contribuito ad incrementare la spirale del terrore, peraltro senza ottenere finora alcuno degli obiettivi prefissisi (ricostruzione, petrolio, ecc.) e ben gli sta. Credo che dobbiamo anche domandarci se c’è una differenza tra i morti uccisi dal terrorismo e quelli uccisi dai bombardamenti. Certamente c’è, ma chi si vede uccidere un parente dalle bombe intelligenti può anche impazzire ed essere facile strumento di manovra da parte dei terroristi.
Ritengo anche che si debba fare una distinzione tra le organizzazioni terroristiche e l’Islam, ma senza dimenticare che il terrorismo nasce comunque nell’ambito del fondamentalismo islamico che ha dichiarato guerra alla cultura occidentale e, non solo, ma a qualsiasi cultura presente o passata (vedi le millenarie statue di Buddha distrutte dai Talebani in Afghanistan) che non sia l’Islam fondamentalista.
E non si può dimenticare quello che è accaduto durante il governo dei Talibani  in Afghanistan (peraltro controllano sempre buona parte del paese,  a dimostrazione che le guerre servono a poco, anzi) e quello che accade ancora in Iran, ove è al potere una teocrazia, e che non esiste un governo democratico in tutta l’area  dell’Islam, né  si può dimenticare l’orrore di episodi come quello di Beslan e gli sgozzamenti di giornalisti e personale civile in Iraq.
Gli elementi da prendere in considerazione in questa realtà così complessa sono tanti e diversi che, come sosteneva domenica scorsa sulla Repubblica Eugenio Scalari nell’articolo dal titolo Il martello americano ed il veleno di Al Qaeda  “un discorso filato con un suo sviluppo coerente e una sua conclusione valida e non contestabile è diventato difficilissimo se non addirittura impossibile” ma si possono solo “allineare frammenti di verità e citazioni significative che servano ai elettori come elementi per comporre un loro disegno e un loro giudizio su una situazione che sembra dominata da un vento di generale follia” .
Sarà possibile trovare una soluzione, ci sono ancora margini? Chi potrebbe agire in tale direzione, l’ONU, l’Europa ? Ma esistono?

venerdì 10 settembre 2004

Torretta e Pari: secondo papà Feltri andavano prese a schiaffi

“ È la prima volta che i bravi ragazzi della resistenza irachena mettono le mani su carni femminili, e il destino (che non è cieco, anzi ci vede benissimo) ha voluto che fossero carni nostre, italiane.”
Questo l’avvio dell’editoriale di Vittorio Feltri su Libero dell’8 settembre, dal titolo”Vittime dei pacifisti”, a proposito delle due italiane rapite in Iraq dai terroristi.
Carni? Non ho parole! Posso capire che trattandosi di donne ci possano essere anche rischi diversi da quello di essere ammazzate, ma ad ogni modo mi ha dato molto fastidio l’espressione maschilmente retrograda di chi vede nella donna carne di sua proprietà o di proprietà della nazione e si sente offeso per questo e non perché ci sono due connazionali in pericolo.
Ad ogni modo poi il nostro continua definendo Torretta e Pari "due brave ragazze buone dentro e generose di fatto" ma anche “due fanciulle scriteriate nel loro bisogno di assistere l'umanità ferita e sgarrupata del vicino Oriente” e conclude che “se fossero state mie figlie le avrei prese a schiaffi”.
Non voglio dire che non ci possa essere anche un fondo di verità in quello che sostiene Feltri che già aveva detto di Baldoni che sarebbe piombato nel deserto alla ricerca di emozioni e brividi, ma che alla sua età avrebbe fatto meglio ad affidarsi ad “Alpitour” per le sue vacanze.
Certamente queste persone che, a qualunque titolo, si trovano sulla scena di conflitti armati, devono avere anche una certa dose di spirito di avventura  e, come aveva ammesso anche una delle due ragazze in un’intervista rilasciata alla Repubblica, una certa paura di vivere nella normalità  (e mi domando poi che male c’è, oltre tutto quando questa personale caratteristica viene indirizzata ad aiutare gli altri), ma d’altra parte se non ci fossero queste persone il mondo sarebbe anche peggiore. Poi si tratterà di vedere se la situazione in Iraq non sia giunta ad un  punto tale da richiedere il ritiro di tutti i civili. Ma questo è un altro discorso.
Ad ogni modo quello che mi ha fatto imbestialire nell’articolo di Feltri non sono tanto le sue opinioni sull’ingenuità  delle due che sarebbero partite “per la missione più pericolosa del mondo” con “la testa imbottita di ottime intenzioni e di luoghi comuni pacifisti e noglobalisti. Sicuramente in buona fede, mosse da sacro fuoco, desiderose di aiutare il prossimo eccetera”, ma l’atteggiamento paternalistico, i termini usati (carni, schiaffi, fanciulle, ecc.) che probabilmente non si sarebbe mai permesso di usare se al posto delle due ragazze ci fossero stati due coetanei di sesso maschile.

OLTRE OGNI LIMITE

Non c’è più alcun limite all’orrore.
In Ossezia sono state uccise circa 400 persone, di cui oltre la metà bambini, e non può esistere alcuna giustificazione, né ideologica né religiosa, per quanto accaduto.
In Iraq ogni giorno viene rapito qualcuno, ora anche due volontarie di una ONG (organizzazione non governativa), mentre sembra lontana una soluzione positiva per i due giornalisti francesi.
Non passa giorno che in qualche parte del mondo non si debba registrare un attentato con conseguenze più o meno gravi. Anche stamani otto morti e oltre centosessanta feriti è il bilancio dell'attentato nei pressi dell'ambasciata australiana a Giacarta, dove è esplosa una potente autobomba, attentato rivendicato dal gruppo estremistico Jemaah Islamiyah, collegato al network di al Qaeda e accusato delle precedenti stragi all'hotel Marriott nell’agosto 2003, e a Bali nell’ottobre 2002.
Quel che è certo è che i terroristi non fanno più alcuna distinzione tra i militari e gli altri, volontari, giornalisti, comunque civili, di qualsiasi credo politico o religioso, qualunque sia la loro cittadinanza. Chi è occidentale è un nemico e come tale deve essere colpito. Non conta più cosa faccia, quali siano i motivi che lo conducono sul luogo del conflitto, cosa pensi, quale sia la sua nazionalità.
I bambini di Beslan non c’entravano niente con la guerra in Cecenia, e data l’età, probabilmente non avevano idee in proposito, Enzo Baldoni era in Iraq sia per motivi umanitari, sia per documentare quella che considerava la resistenza irachena sulla quale voleva scrivere un libro, i due giornalisti francesi  sono cittadini di un paese che non ha truppe in Iraq e che è sempre stato contrario alla guerra intrapresa dagli Stati uniti, Simona Torretta e Simona Pari sono volontarie dell’ONG “Un ponte per Baghdad”, già attiva dai tempi della prima guerra nel golfo nel tentativo di portare aiuti alla popolazione irachena colpita dall’embargo.
E’ certo che nell’intendimento dei terroristi, animati da odio fanatico che ha come solo obiettivo la distruzione del nemico, c’è la volontà di rendere impossibile qualsiasi evoluzione positiva della situazione in Iraq e altrove.
Sono state violate tutte le regole che anche in una guerra vengono generalmente rispettate.
Infatti se in altri conflitti sono stati uccisi dei giornalisti ciò è avvenuto per cause accidentali, mentre con la guerra in Iraq questi ultimi sono divenuti un obiettivo alla stessa stregua dei militari. Lo stesso vale per i volontari delle varie organizzazioni non governative il cui solo scopo è di portare aiuti alla popolazione civile.
E se ancora si può disquisire sul fatto se si tratti di resistenza o meno quando vengono presi di mira militari e personale paramilitare, come i dipendenti di aziende che si occupano di sicurezza, non si può certo parlarne quando vengono uccisi civili inermi, persino bambini, pur senza dimenticare che molti civili iracheni sono stati uccisi dalle bombe dei c.d. liberatori. Ma un conto è la guerra, pur condannabile, un altro il terrorismo.
Qui siamo al di là di qualsiasi giustificazione. Resta solo l’orrore di fronte al quale c’è forte la tentazione di sostenere che a questo punto non resta che la guerra ad oltranza.
Ma la ragione impone invece di riflettere sulle cause, sui perché si sia arrivati a questo livello di aberrazione, non per giustificare il terrorismo, ma per capire e cercare le soluzioni nella convinzione che le guerre non risolvono niente, anzi peggiorano la situazione.
La guerra all’Iraq infatti ha rappresentato un grave errore strategico e politico, come gli avvenimenti successivi hanno dimostrato. Nessuno degli obiettivi che i suoi fautori si erano prefissi è stato raggiunto, in primo luogo la riduzione degli atti di terrorismo. E anche il Pentagono ha dovuto riconoscere che le cose in Iraq non vanno molto bene. A due mesi dal passaggio "formale" delle consegne al nuovo governo iracheno, i ribelli delle diverse fazioni che combattono contro i soldati americani e il nuovo esercito di Baghdad hanno al loro attivo diversi successi e sono in grado di controllare diverse regioni del paese, in particolare nel triangolo sunnita e in città come Fallujah, Ramadi, Samarra le autorità irachene non hanno mai potuto entrare in carica. I terroristi imperversano e hanno fatto dell’Iraq la loro base principale. E la situazione nel corso di agosto e nella prima settimana di settembre è andata sempre più deteriorandosi.
Intanto non è che le cose vadano meglio in Afghanistan, dove il governo di Karzai controlla, si e no, Kabul.
Non conosco bene la situazione della Cecenia, ma secondo l’opinione di molti sembra che sia stato proprio l’intervento delle truppe russe a far attecchire il fondamentalismo islamico laddove esso rappresentava una componente secondaria tra le fazioni che richiedevano l’indipendenza.  E’ altresì vero  che dopo la prima guerra cecena, quando Eltsin abbandonò il paese a se stesso, questo si era trasformato in un covo di banditi e trafficanti di armi e droga sottoposto alle leggi dei capi clan, dimostrando  che i fieri montanari non erano in grado di autogestirsi e che erano un po’ banditi. Concedere l’indipendenza alla Cecenia, grande come una delle nostre regioni, sarebbe stato come consentire alla mafia di governare la Sicilia. Però forse si sarebbe potuto trattare sull’autonomia, cosa che allo stato attuale non risulta più possibile, a maggior ragione dopo quanto è avvenuto in Ossezia.
Ma se questa è la situazione cosa fare?
Mi domando se ci siano ancora le condizioni per tornare alla ragione, per far in modo che il mondo non precipiti in un abisso senza fine. Bisogna sperare che ci siano, perché altrimenti, se non fosse possibile interrompere la spirale dell’odio, cosa dobbiamo aspettarci la prossima volta, l’attacco chimico, la c.d. bomba sporca? I terroristi non sembrano avere alcuna remora e se riuscissero a porre una città dell’occidente sotto un ricatto di questo genere, cosa facciamo, confidiamo in qualche James Bond che salvi il mondo sul filo dei secondi?

venerdì 3 settembre 2004

Nobel per la pace

Prima di spegnere il computer ho fatto un giro su alcuni dei miei siti preferiti e mi sono casualmente imbattuta in una notizia divertente che non posso fare a meno di postare anche se è proprio tardi. L’avevo già letta qualche mese fa ma avevo pensato fosse una bufala. Ora è stata rilanciata da alcuni siti internet, tra cui quello della RAI, e dal Manifesto.
Dunque tra i candidati al premio Nobel per la pace 2004 figurano anche i nomi del presidente americano George W. Bush e il premier britannico Tony Blair. Lo ha annunciato la Fondazione Nobel. La candidatura dei due leader è stata avanzata dal deputato populista norvegese Harald Tom Nesvik, secondo il quale i due leader dovrebbero essere premiati per la loro lotta contro il terrorismo e i loro sforzi per la pace nel mondo.
“Oltre a quei due preclari pacifisti americano e inglese - scrive il Manifesto- altri candidati sono il francese Jacques Chirac, l'ex presidente ceko Vaclav Havel e l'Unione europea (a che titolo?). Fra le altre candidature anche quella dell'ex capo degli ispettori Onu sulle (introvabili) armi di sterminio di massa di Saddam Hussein, lo svedese Hans Blix.”

Siamo ormai in una guerra infinita?

Iraq
Dopo l’assassinio di Baldoni, la cattura dei due giornalisti francesi per il cui rilascio i terroristi islamici chiedono alla Francia di abrogare la legge che vieta il velo islamico nelle scuole, l’assassinio dei dodici nepalesi catturati lo stesso giorno dei due giornalisti, il 20 agosto, e sgozzati come montoni, in quanto colpevoli di lavorare per una società di vigilanza al servizio degli americani, quindi allineati sulla sabbia, per la solita fotografia da mostrare al mondo, come prova che la “giustizia islamica” non perdona. Intanto oggi sono stati uccisi tre turchi e presi in ostaggio due macedoni. Risulta rapito anche un iracheno residente in Italia.

Israele
A Beersheva due kamikaze palestinesi delle brigate di Ezzadim Qassam, il braccio armato di Hamas, si sono fatti esplodere a bordo di due autobus provocando 16 morti e un centinaio di feriti.

Russia
Prima il duplice attentato aereo del 25 agosto sui cieli russi, poi una donna kamikaze che si fa esplodere nei pressi della stazione del metrò Rizhskaia, a ridosso del centro, provocando 10 morti e almeno 30 feriti,tra cui anche alcuni bambini. Entrambi gli attentati sono rivendicati da un gruppo che si autodefinisce “Brigate Islambuli” e dichiara di agire in appoggio ai musulmani della Cecenia. E ora la scuola dell’Ossezia del Nord ove un gruppo di terroristi ceceni ha preso in ostaggio circa 300 persone quasi tutti bambini oltre ad alcuni genitori e insegnanti chiedendo il rilascio di alcuni guerriglieri e il ritiro delle truppe russe dalla Cecenia.

Cosa dire di fronte a questi episodi efferati, a questi ultimatum impossibili, (perché è evidente che nessuna nazione può farsi dettare la sua politica interna ed estera dai terroristi)? Siamo ad un punto di non ritorno, siamo entrati in una guerra di cui non si vede la fine o ci sono ancora delle possibilità per ricondurre il mondo sulla strada della ragione?

Di fronte alle efferatezze che il terrorismo islamico ci impone ogni giorno, di fronte al fatto che il fondamentalismo, che ha sempre maggior presa nei paesi arabi, individua in ogni occidentale, indipendentemente dalle opinioni personali e politiche e dall’attività svolta da ciascuno, l’odiato nemico da distruggere, è consequenziale pensare che è in atto uno scontro di civiltà e che l’Islam ci ha dichiarato guerra.

Ma c’è anche chi pensa ancora che occorre distinguere, che l’Islam non è solo fondamentalismo e che occorre cercare di fare leva sull’Islam moderato.

Certo episodi come il raid aereo statunitense su Fallujah, roccaforte della guerriglia sannita, che avrebbe provocato oltre 20 morti, per la maggior parte vecchi e bambini, non aiutano certo, in quanto sono presi a pretesto per ulteriori atti di terrorismo. E pensare che gli Stati Uniti sono il paese che ha vinto più premi Nobel per la pace e che ieri alla Convention repubblicana la moglie di Bush, Lore, dichiarava che con suo marito il mondo è più sicuro (satira involontaria?).

In un intervista uscita lunedì sulla Repubblica il presidente del Senato, Marcello Pera, rivolgeva un appello a tutti i paesi dell’Occidente per fare fronte comune per la difesa della cultura e del modo di vita occidentale, della libertà e della democrazia, contro il terrorismo islamico, appello che è stato molto criticato dal centro-sinistra come invito alla guerra di civiltà, anche se a mio parere è stato travisato per ragioni di politica interna.
D’altra parte Marek Halter, uno degli scrittori francesi più conosciuti e apprezzati, figlio di un tipografo ebreo e di una poetessa yddish, fuggito a cinque anni dal ghetto di Varsavia,  a Parigi dagli anni 50, tra i fondatori di Sos razzismo, e una delle voci più autorevoli e ascoltate della comunità ebraica transalpina, sostiene le ragioni della pace e del dialogo e in un articolo sulla Nazione di mercoledì scorso affermava che il terrorismo islamico può essere vinto dalla fermezza occidentale ma anche dal mondo musulmano stesso che non ci sta a  farsi screditare a causa di questi gruppi di terroristi fanatici.  E le manifestazioni che si sono svolte  in Francia per la liberazione dei due ostaggi, che hanno visto anche la partecipazione delle comunità musulmane e di esponenti di spicco del mondo islamico, potrebbero essere un sintomo di questo interesse di una parte dell’Islam a distinguersi da chi professa o anche solo appoggia il terrorismo.

Personalmente ho difficoltà a scegliere una posizione, la mia idiosincrasia verso tutte le religioni monoteiste, di per sé misogine, soprattutto quando vogliono dettare le leggi alla società fino ad entrare nella vita privata degli individui, mi farebbe optare per la difesa ad oltranza dell’occidente laico (purtroppo non sempre e non in tutti paesi lo è), dei suoi valori, della sua concezione della vita, poi però penso alla politica arrogante dei neoconservatori americani, alle colpe dell’Occidente nei confronti dei paesi del terzo mondo in genere, i quali poi non hanno trovato altra soluzione per difendere la propria identità che accorrere sotto le bandiere dell’Islam (anche se ciò comunque non può giustificare il terrorismo che non può mai essere definito resistenza) e allora ho dei dubbi.

Non c’entra niente ma sembra che sembra sia stato captato nella spazio un segnale di probabile origine aliena. Mi fa venire in mente che forse solo di fronte al pericolo alieno ci  dimenticheremmo di essere cattolici, musulmani o ebrei (non cito le altre religioni perché fanno generalmente poco danno) anche perché probabilmente in tal caso finalmente le religioni così come le conosciamo oggi andrebbero proprio a farsi benedire (anche se gli alieni fossero buoni)!