giovedì 31 luglio 2003

Un ragazzo ruba il sito Web del semestre italiano di presidenza UE

Questa è divertente.

Non solo il sito del semestre italiano di presidenza UE è stato clonato, ma è stato anche "rubato".

Infatti l'indirizzo internet della Presidenza europea da diversi anni è il seguente: "www.eu-anno-punto-paese del presidente"
Così per il semestre italiano avrebbe dovuto essere www.eu2003.it, ma digitando quest'indirizzo ci si ritrova su un sito che riporta, dati, storie, immagini, vignette, tutto per informare l'Europa sul pericolo Berlusconi. Questo perché il sito è stato "rubato" da un ragazzo Belga, Wouter Coppens, che lo ha registrato prima e lo utilizza a modo suo. Così il governo ha dovuto ripiegare sul dominio www.ueitalia2003.it.
(Notizia tratta da "La Repubblica" 3.7.2003 e riportata dalla rubrica Tanto per abbaiare su The Gnueconomy, articolo del 21.7.2003).

L'imbecillità al potere


Il Pentagono lancia i "futures" sul terrorismo.

Il governo degli USA aveva creato un sito su cui gli operatori iscritti avrebbero potuto scommettere sull'avverarsi di attentati in Medio oriente.
Come riporta il New York Times, la Darpa (la sigla sta per Defense Advanced Research Projects Agency) - centro di ricerche militare che si occupa di sviluppare armi e tecnologie del futuro (tra le sue realizzazioni c'è anche il primo embrione di internet) - ha dato vita ad un esperimento con un preciso scopo: individuare le possibilità  di guadagno economico determinate dal realizzarsi di atti non facilmente prevedibili, come attacchi terroristici o scoppi inattesi di conflitti, in particolar modo nell'area mediorientale.
Secondo la Darpa  “ La rapida reazione dei mercati alle informazioni in possesso di pochi operatori potrebbe garantire un sistema di allarme preventivo efficace per evitare sorprese”.  In pratica un modo indiretto di accedere a delle informazioni sconosciute che non verrebbero spontaneamente rivelate. La garanzia sulla correttezza delle informazioni fornite sarebbe determinata dall'entità della posta in gioco: gli operatori scommetterebbero i propri soldi e sarebbero intenzionati a guadagnarne degli altri.

In un comunicato ufficiale il Pentagono aveva affermato che "i mercati dei futures sono estremamente efficaci e tempestivi nell'accorpare informazioni disperse o persino nascoste. I futures hanno dimostrato di svolgere un ottimo lavoro nel prevedere eventi come risultati elettorali, prezzi del petrolio e vendite di biglietti cinematografici. Spesso hanno fatto meglio degli esperti". 
Per realizzare tutto ciò grazie ad un finanziamento governativo di 8 milioni di dollari (poco più di 7 milioni di euro) la Darpa aveva creato un sito internet chiamato "Policy Analisis Market" (www.policyanalysismarket.org) che sarebbe dovuto diventare operativo in ottobre e sul quale gli operatori avrebbero potuto scommettere i propri soldi sull'avverarsi di un determinato evento. In pratica l'intendimento era creare un mercato di "futures"(contratti a termine in cui le controparti si impegnano a scambiarsi ad un prezzo e a una scadenza prefissati, un bene specifico) basato non su prodotti come il petrolio o l'oro ma piuttosto sulla possibilità  di attacchi terroristici e altri eventi di tipo economico, politico e militare, in particolare nel Medio Oriente e sulle ripercussioni degli stessi negli USA.
Ma gli scommettitori che intendevano puntare sull'assassinio di Yasser Arafat, sull'ipotesi che il re di Giordania Abdullah II potesse essere spodestato, sulla bomba atomica sporca, fino ad un a ttacco nucleare da parte della Corea del Nord, dovranno rimettere in tasca il portafoglio.
Il Pentagono, infatti, ha rinunciato all'idea del "Policy Analysis Market" dopo le polemiche e le critiche dei media e dei politici dell'opposizione.
Due senatori democratici, Byron L. Dorgan e Ron Wyden, rivelando alla stampa il progetto, dopo averlo scoperto sul sito web sopracitato (che è stato prontamente criptato dal Pentagono), hanno sostenuto che, al di là della discutibile impostazione etica di fondo del progetto, eventuali terroristi potrebbero cogliere l'occasione per trarre profitto dalle loro attività  o per confondere le idee proprio al Pentagono.
La Darpa ha cercato di minimizzare l'importanza del progetto e il sottosegretario alla Difesa Paul Wolfowitz nell'annuciarne l'abbandono ha ammesso trattarsi di una trovata forse troppo creativa.
Da non credere. Sembrerebbe una bufala, ma la notizia è stata riportata dai due maggiori giornali nazionali il Corriere della Sera (29.7.2003) e La Repubblica (30.7.2003) oltre che da Il Giorno e Quotidiano Net.
Non ci sono commenti sullo stato confusionale degli "strateghi" della massima potenza mondiale.

mercoledì 30 luglio 2003

Il governo Berlusconi mette fuorilegge ragni e scorpioni e fa bene (una volta tanto)


Il governo Berlusconi ha dichiarato guerra a ragni e scorpioni. Da pochi giorni è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale il decreto legge che inserisce gli aracnidi selvatici nell’elenco degli animali pericolosi (messo a punto con un decreto ministeriale del 1996) nel quale erano contemplati fino ad ora solo mammiferi e rettili. Adesso, chiunque è in possesso di ragni o scorpioni che potrebbero essere pericolosi per la salute dell’uomo, deve denunciarlo alla Prefettura.

Con questo decreto viene vietato il commercio di ragni e scorpioni potenzialmente pericolosi per la salute e l’incolumità pubblica, e ci sono novanta giorni di tempo, dall’entrata in vigore (il 4 luglio), per denunciarne il possesso.

La decisione di chiudere le frontiere italiane agli aracnidi velenosi è stata presa dopo che il 30 maggio scorso all’aeroporto di Malpensa, in arrivo dall’Egitto, era atterrato un carico molto particolare: decine di casse contenenti animali vivi importati su richiesta di privati. Tra queste anche una teca con 300 scorpioni dal veleno mortale. Il carico non è però passato inosservato e, dalle pagine dei giornali al governo, il passo è stato breve. All’ufficio legale di palazzo Chigi, su richiesta di Berlusconi, è stato subito messo a punto il decreto “anti aracnidi” firmato poi il 3 luglio dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

La cosa è stata ridicolizzata sui giornali.


Questo l'avvio di un articolo di Filippo Ceccarelli sulla Stampa dal titolo Ragni e scorpioni schiacciati dal parlamento :
Sono le dieci, la seduta è appena cominciata e in aula ci sono solo tre deputati e un paio di sottosegretari. Il vuoto e la penombra rendono il tutto ancora più surreale. Acqua, elettricità, incendi, carovita, economia, giustizia, pubblica moralità, crisi nella maggioranza: la vita politica italiana abbonda di emergenze. Ebbene, qual è l'emergenza di giornata a Montecitorio? Ragni e scorpioni.

Questa volta però concordo pienamente con il Presidente del Consiglio. I ragni sono pericolosi e fanno anche schifo.

Iraq - Gli errori della Casa Bianca


Secondo un rapporto del Csis, il Centro di studi strategici internazionali di Washington, serbatoio di cervelli che raccoglie repubblicani e democratici, la  situazione in Iraq si sta deteriorando al punto che “si rischia una terza guerra del Golfo, questa volta contro il popolo iracheno”. Il rapporto firmato dal direttore del Centro, Tony Cordesman, ammonisce che “non è affatto chiaro che gli Usa prevalgano in questa guerra asimmetrica”, e accusa l'amministrazione di non possedere una “exit strategy”, una strategia d'uscita per i suoi centocinquantamila militari impiegati sul terreno.

Cordesman, ex alto funzionario del Pentagono e del Dipartimento di Stato, rinfaccia a Bush di non avere saputo ricostruire politicamente ed economicamente l'Iraq. E gli attribuisce addirittura 26 errori. I principali: la Casa Bianca non è riuscita a formare un consenso sul piano internazionale, in particolare tra i Paesi arabi; non ha forze alleate addestrate al mantenimento dell'ordine, compito a cui quelle americane sono impreparate; si è illusa di poter risolvere facilmente i contrasti tribali e religiosi nel dopoguerra; non ha convinto il popolo iracheno della sincerità delle sue intenzioni; non ha prestato abbastanza attenzione agli aiuti umanitari e alla lotta alla criminalità.


martedì 29 luglio 2003

Cloni

Hanno clonato il sito di Repubblica  e quello della Presidenza Italiana del Consiglio Europeo .
Carini. Chissà  se ci sono altri cloni in giro?
Ad ogni modo iPubblica post falsi del Male restano insuperati. 

mercoledì 23 luglio 2003

IRAQ - Le cause della guerriglia

La morte dei due figli di Saddam Hussein rappresenta, metaforicamente, la chiusura di un'epoca e la conferma che il deposto regime è stato definitivamente battuto. Lo ha affermato il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush nel primo intervento dall'uccisione dei figli di Saddam Hussein che sembrerebbe confermata.

"Il regime è finito per sempre e non tornerà", ha detto Bush davanti ai giornalisti. "L'America ha mantenuto la promessa di liberare l'Iraq dal suo dittatore", ha aggiunto.

Ma la televisione Al Arabiya ha mandato in onda una registrazione audio del rais di Baghdad, che si suppone però risalente al 20 luglio. Nel messaggio Saddam parla delle sofferenze del popolo iracheno e lo incita alla resistenza contro le forze di occupazione. Saddam assicura che la guerra non e' finita e che l'esercito americano, nonostante la sua potenza, non riuscirà a vincere.

Negli ultimi tempi la resistenza irachena all'occupazione americana e britannica, sembra essersi rafforzata con attacchi quotidiani che, secondo fonti ufficiali statunitensi, hanno ucciso e ferito ormai decine di militari fra gli eserciti di stanza nel paese, e causato danni materiali notevoli.

Ora se sono i seguaci di Saddam a ispirare la guerriglia che attacca i convogli alleati, come la Casa Bianca ha sempre cercato di accreditare, la fine dei figli del rais può essere un colpo all’alone di invincibilità che lo accompagna, un segnale che il cerchio si stringe, anche se è difficile pensare che i figli di Saddam ispirassero la resistenza, considerato che erano comunque invisi agli iracheni.

Ma se dietro a questa resistenza vi sono variegate forze politiche irachene, e quindi non solo legate al vecchio apparato politico del Ba'th, ma anche a movimenti islamici e ad altri gruppi politici autoctoni, e se la presenza degli eserciti di occupazione sta facendo dell'Iraq un luogo di attrazione anche per elementi stranieri che stanno iniziando ad infiltrarsi tra le file della resistenza, allora la guerriglia non è finita. Ed è un dato di fatto che ci sono molte armi in Iraq e che gli iracheni si guardano bene dal consegnarle agli anglo americani.

I prossimi giorni diranno se anche l’alibi dei rottami del vecchio regime che alimenterebbero la guerriglia, accreditato dagli USA, sia un altro esempio di disinformazione come le armi di distruzione di massa e l’uranio del Niger.

Ad ogni modo i problemi da risolvere continuano ad essere la ricostruzione, l’ordine pubblico, la pacificazione interna e almeno un embrione di democrazia. E per il momento le soluzioni sono lontane.

Scena muta

Qualche giorno fa Berlusconi ha detto in un’intervista, non mi ricordo a quale giornale, di non essere un politico tradizionale e di avere il senso dell’umorismo, ma che tuttavia avrebbe cercato di diventare noioso, forse molto noioso, anche se dubitava di riuscirci.


Così, forse per questo intrinseco timore, nella conferenza stampa a conclusione della visita premio al ranch di Bush a Crawford ha ritenuto opportuno fare scena muta.

Infatti quando Bush, dopo un monologo di mezz’ora in cui ha passato in rassegna il dopoguerra in Iraq, le responsabilità di Iran e Siria nel terrorismo internazionale, il processo di pace in Medio Oriente, si è rivolto all’ospite italiano chiedendogli se voleva dire qualcosa, la risposta è stata: "No, no. I completely share what the President just said."
Ancora più allineato dunque del suo omologo inglese Tony Blair che, di fronte al Congresso di Whashington, aveva invitato l’America a non rinunciare all’Europa e ad abbandonare la diplomazia del “comando” per tornare alla “partnership”.

Sembra dunque che Berlusconi voglia continuare ad apparire come il portavoce della Casa Bianca in Europa, piuttosto che dell’Europa alla Casa Bianca, come dovrebbe anche in relazione al suo ruolo di Presidente del Consiglio Europeo oltre che di premier di un paese europeo.

mercoledì 16 luglio 2003

Gli Italiani e gli altri - Amore e odio

E ci risiamo con le copertine di “Der Spiegel” che sembra avere il chiodo fisso dell’Italia. Soliti luoghi comuni, sole a forma di pizza, un po’ di monumenti e, in più, Berlusconi che esce dalle acque. Anche i tedeschi  non brillano per ironia.

Dopo le esternazioni di Berlusconi e poi del sottosegretario Stefani, che certo non si sono comportati bene, perché chi fa politica e soprattutto chi riveste cariche pubbliche, non può permettersi battutacce da bar, la profusione di scuse su tutti i giornali ha comunque raggiunto livelli parossistici. Ancora oggi che il clamore si è smorzato i giornali riportano lettere al direttore  piene di ammirazione per il popolo tedesco da parte di cittadini comuni e ovviamente di albergatori,   e si sa il turismo è una delle nostre maggiori industrie.

Oggi su “La Repubblica” mi è capitato di leggere quella di una signora, a suo tempo emigrata in Germania e poi rientrata nel nostro paese, che rimpiange “il rispetto con il quale venivamo trattati nonostante le diversità di cultura, religione, educazione, lingua”.

Sicuramente l’esperienza della signora sarà stata particolarmente positiva, ma non è poi tanto tempo che ancora si leggeva sui giornali che all’ingresso di qualche esercizio pubblico tedesco si trovava il seguente avviso “vietato l’ingresso ai cani e agli italiani”. Certo si sarà trattato di eccessi, ma relativamente frequenti, e comunque non mi risulta che gli italiani fossero generalmente ben visti, anche, certo, per colpa loro. Lo stesso, del resto, accade oggi da noi, ora che da terra di emigrazione siamo diventati terra di immigrazione, con gli emigrati dal nord e centro africa, dal medioriente e dai balcani, e qualche volta abbiamo anche ragione, ma non sempre. E sorvolo sulle cannonate di Bossi e sulle esternazioni di Borghezio e simili.

Gli emigrati sono poveri, altrimenti non lascerebbero le loro case, le loro famiglie, e tante volte i poveri sono brutti, sporchi e cattivi. Sono portatori di una cultura che non comprendiamo e che, se anche comprendiamo, non ci piace e spesso giustamente. Tra di loro ci sono anche i delinquenti, come c’erano tra i nostri emigranti, ma c’è anche una gioventù intraprendente che magari farà fortuna e si conquisterà una posizione e dimostrerà di essere capace di qualcosa.

Ritornando ai rapporti tra Italiani e Tedeschi, è certo che non ci siamo mai troppo amati e tremila anni di storia non passano a caso.

Quando fu fondata Roma, non si sa nemmeno cosa ci fosse nelle lande brumose del nord.

Quando Roma conquistava un impero, i Germani non erano un popolo, ma tante tribù nomadi che premevano ai confini.

Poi caduto l’impero romano questi popoli si riversarono nella penisola e non è che brillassero per civiltà.

Quando sono diventati civili hanno imparato ad amare l’arte, la musica, la letteratura e pertanto sono tornati da noi per ammirare le nostre opere d’arte, poi nel secolo scorso, dopo la guerra, con le vacanze di massa, per il sole, il mare e la cucina e magari qualche volta si sono dati a far cose che mai farebbero nel loro paese dove sono ordinati e disciplinati.

Qualcuno dice che ci amano, ma non ci stimano, e che noi li stimiamo, ma non li amiamo.

Forse è così. Personalmente non me ne importa nulla dell’amore senza la stima, anzi se lo tengano pure.

Ma è un dato di fatto che i nostri difetti sono stigmatizzati in tutto il mondo, non solo dai tedeschi, come del resto i nostri pregi.

Quanto ai nostri difetti credo che siamo noi a volerli mettere per forza in evidenza forse per un complesso di inferiorità che ci perseguita dalla caduta dell’impero romano. Non ci siamo ancora ripresi. E quando gli altri popoli europei si costituirono in Stati nazionali, peraltro per ultimi i tedeschi, noi abbiamo continuato con i nostri particolarismi e magari in odio al vicino di casa abbiamo chiamato gli stranieri che non aspettavano altro per invaderci. Siamo infatti sempre stati disponibili ad aprire le porte agli altri e a scannarci tra noi. Quando Firenze era il centro del mondo, non solo per l’arte e la cultura, ma anche per la finanza (sovvenzionava tutti i sovrani europei) non ebbe mai l’idea di riunire il paese. L’unico episodio degno in tutto il rinascimento fu quello di Cesare Borgia, il duca Valentino, il Principe del Machiavelli, grande personaggio screditato (in proposito consiglio il romanzo di Vasquez Montalban “O Cesare o Nessuno”): ebbe sfortuna e comunque era spagnolo. Anche nelle guerre di indipendenza dovemmo ricorrere all’aiuto altrui. E sorvolo sugli accadimenti della seconda guerra mondiale.Poi i nostri politici, scarsamente degni di stima, salvo poche e lodevoli eccezioni, hanno sempre fatto di tutto per mettere in evidenza le nostre manchevolezze. Ma non è che gli altri ne siano privi. Ognuno ha le proprie. E oggi che comunque tra popoli europei la guerra non ce la faremo più e che l’Europa Unita  è una necessità, anche di fronte allo strapotere degli USA,  non resta che cercare di amarci almeno con la mente, se non possiamo col cuore, perché siamo diversi e abbiamo storie diverse.

E’ ovvio che un americano dell’Oregon e uno dell’Ohio si sentano comunque e in primo luogo americani in quanto quali differenze possono esserci tra due stati che comunque al massimo anno una storia di pochi secoli. Per noi Europei non potrà mai essere così, ma razionalmente in primo luogo i nostri politici devono comprendere che non c’è altro avvenire che l’unione e quindi anche la necessità di cedere parte della propria sovranità in particolare in materia di politica estera e della difesa e di smetterla con i reciproci luoghi comuni.

Quanto a noi Italiano dovremmo comunque stimarci di più perché non abbiamo niente da invidiare agli altri e smetterla di amare le patrie altrui. E a questo proposito l’amore dimostrato e dichiarato per gli USA da parte di tanti, personaggi pubblici e no, durante i recenti avvenimenti dell’Iraq  raggiungeva effetti tra il comico e l’irritante, non diversamente da quello dei comunisti per l’unione Sovietica.

lunedì 14 luglio 2003

Spigolature estive tra i blog

Sarà il caldo, l’imminenza delle ferie, o che non c’è più (per il momento) una bella guerra mediatica (e chissà quanti blog non sarebbero nati, forse anche il mio, senza la guerra in Iraq!), non una guerra qualsiasi, perché altrimenti ci sarebbe l’imbarazzo della scelta (WarNews  ne annovera 36, compreso l'Iraq, dove ancora pace e democrazia sono un miraggio e tutti giorni ci sono scontri), e non se ne può più di parlare di Berlusconi, mentre che Schroeder non venga più a Pesaro e che il sottosegretario Stefani si sia dimesso, non sono accadimenti che riescono ad eccitare, ma rilevo un decremento nella voglia di aggiornare i blog e una deviazione generale verso la “fuffa”.

Su “TheGnueconomy” che finora avevo considerato uno dei migliori ho avuto la sventura di leggere un post,  dal titolo "Tempi Nuovi" , che forse voleva essere ironico, ma non c’è riuscito, come le barzellette raccontate da Berlusconi e anche diverse di quelle raccontate da altri su di lui.



Ad ogni modo l'estate è così e anche i giornali veri diventano più scialbi per non dire dei palinsesti TV che riescono persino ad essere peggiori del solito (e ci vuole della fantasia). Bisogna solo aspettare che finisca.

Ad ogni modo l’estate è così e anche i giornali veri diventano più scialbi per non dire dei palinsesti TV che riescono persino ad essere peggiori del solito (e ci vuole della fantasia). Bisogna solo aspettare che finisca.

Ad ogni modo tra i "post" letti ultimamente mi sembrano carini quelli di Leonardo(peraltro uno dei "blog" a mio parere più originali ) su un nuovo personaggio che imperverserebbe il “neocone”, anche se il termine non mi pare particolarmente ironico, forse meglio se diceva apertamente “neocoglione”. Rinvio comunque ai due "post" dal titolo "L'anno del neocone", prima seconda parte .

Invece sul blog di estrema destra “Schermo nero” ho trovato un "post"  che prende a spunto l’articolo apparso sul numero 1/2003 di MicroMega (che purtroppo è ormai introvabile) a firma di Roberto ScarpinatoPubblico Ministero del processo Andreotti, e Antonio Ingroja, omologo nel processo Dell'Utri. 

Nell’articolo si legge:
"La dimensione politica della mafia è genetica e strutturale" (...) "Se la politica è il nerbo della potenza mafiosa, come può la stessa politica abbattere la potenza mafiosa?"

E fin qui si tratta della constatazione di uno stato di fatto, negativo, ma reale.

Ovviamente non tutta la politica è collusa con la mafia, ma alcuni politici lo sono stati e lo sono. Non è cosa nuova, così è stato durante il regime democristiano e purtroppo anche dopo.

Quello che è grave e che l’articolo continua così :

"bisogna farla finita con il dogma del consenso popolare".

E di più:"Non bisogna più prestare fede alle tesi ricorrenti secondo cui la democrazia consiste nella dittatura della maggioranza aritmetica... ci vogliono clausole salvavita, tali da impedire il suicidio della democrazia, che sospendano o relativizzino il dogma del consenso... (...) bisogna sospendere autoritariamente la democrazia elettiva aritmetica al fine di salvare la democrazia sostanziale)".

Cosa intendevano dire i due magistrati? Che se i cittadini non sono capaci da soli di scegliere bene chi eleggere (se non votano gente per bene) sono dei minorati e pertanto occorre sospendere la democrazia?

Qualcuno ha letto l’articolo?

martedì 8 luglio 2003

I blogger si citano addosso?



Sull'ultimo numero de "L'espresso", la cui edizione on line, peraltro, ha realizzato 6 blog, c'è un articolo dal titolo "Stupido blog" ove si sostiene che il fenomeno blog è ormai di massa anche in Italia, ma che, mentre all'estero, dagli Stati Uniti all'Iran, "i diari on line sono uno strumento formidabile di comunicazione politica e culturale", da noi invece si sarebbe consolidata un'egemonia creata da un'elite di pionieri del blog che non riesce ad usciere da un gioco sterile di rimandi reciproci.

L'articolo riporta l'opinione degli scrittori Tiziano Scarpa e Giuseppe Genna che accusano i blogger italiani di scarsa incisività, in quanto invece di fare informazione si citerebbero addosso e si perderebbero in sterili discussioni-tormentone, e quella del giornalista e studioso di cultura digitale, Stefano Porro, il quale afferma che ci sono anche blog di informazione e servizio liberi dalla componente narcisistica , ma non visibili, perché non fanno polemica e pertanto non fanno notizia.

Sempre nello stesso articolo Gianluca Neri fondatore di "The Gnueconomy" , uno dei siti più seguiti, replica alle accuse sostenendo che gli "Scrittori Autorizzati", gli eletti con biografia sul risvolto di copertina, non vedrebbero di buon occhio gli "Anonimi Internettari", i quali peraltro sarebbero soggetti alla stessa legge del mercato come qualsiasi scrittore: a blog noioso e poco interessante, e quindi non frequentato, corrisponde libro altrettanto palloso e destinato a prendere la polvere sugli scaffali. Pertanto la maggior parte dei blog usciti dall'anonimato se lo meriterebbe.

Stasera ho fatto un giro su diversi blog, anche quelli non particolarmente famosi. Ne parlerò in un prossimo "post" .


sabato 5 luglio 2003

Ma solo Berlusconi intriga?



Non parlerò dell'incidente diplomatico di Strasburgo, perché ne hanno parlato tutti. Se qualcuno non lo avesse visto e non fosse stufo di sentire parlare di Berlusconi lo invito a leggere il "post" di Leonardo .

E' certo che questi blog si vivacizzano solo se si parla di Berlusconi o degli Stati Uniti (quando fanno o stanno per fare la guerra).

Ambiente, pubblica amministrazione, persino quello che accade in Iraq, ora che non c'è più la guerra (ma neanche la pace, nè tantomeno la democrazia), ha perso mordente, per non dire di internet e sistemi di comunicazione che non interessano proprio a nessuno.

Per trovare un blog vivace con tanti commenti che non parla (o solo raramente) di Berlusconi bisogna andare su Schermo Nero (e spero nessuno si scandalizzi)!


venerdì 4 luglio 2003

Armi di distruzione di massa

Andate su Google, digitate "weapons of mass destruction", cliccate su mi sento fortunato.

Provate, è carino.

giovedì 31 luglio 2003

Un ragazzo ruba il sito Web del semestre italiano di presidenza UE

Questa è divertente.

Non solo il sito del semestre italiano di presidenza UE è stato clonato, ma è stato anche "rubato".

Infatti l'indirizzo internet della Presidenza europea da diversi anni è il seguente: "www.eu-anno-punto-paese del presidente"
Così per il semestre italiano avrebbe dovuto essere www.eu2003.it, ma digitando quest'indirizzo ci si ritrova su un sito che riporta, dati, storie, immagini, vignette, tutto per informare l'Europa sul pericolo Berlusconi. Questo perché il sito è stato "rubato" da un ragazzo Belga, Wouter Coppens, che lo ha registrato prima e lo utilizza a modo suo. Così il governo ha dovuto ripiegare sul dominio www.ueitalia2003.it.
(Notizia tratta da "La Repubblica" 3.7.2003 e riportata dalla rubrica Tanto per abbaiare su The Gnueconomy, articolo del 21.7.2003).

L'imbecillità al potere


Il Pentagono lancia i "futures" sul terrorismo.

Il governo degli USA aveva creato un sito su cui gli operatori iscritti avrebbero potuto scommettere sull'avverarsi di attentati in Medio oriente.
Come riporta il New York Times, la Darpa (la sigla sta per Defense Advanced Research Projects Agency) - centro di ricerche militare che si occupa di sviluppare armi e tecnologie del futuro (tra le sue realizzazioni c'è anche il primo embrione di internet) - ha dato vita ad un esperimento con un preciso scopo: individuare le possibilità  di guadagno economico determinate dal realizzarsi di atti non facilmente prevedibili, come attacchi terroristici o scoppi inattesi di conflitti, in particolar modo nell'area mediorientale.
Secondo la Darpa  “ La rapida reazione dei mercati alle informazioni in possesso di pochi operatori potrebbe garantire un sistema di allarme preventivo efficace per evitare sorprese”.  In pratica un modo indiretto di accedere a delle informazioni sconosciute che non verrebbero spontaneamente rivelate. La garanzia sulla correttezza delle informazioni fornite sarebbe determinata dall'entità della posta in gioco: gli operatori scommetterebbero i propri soldi e sarebbero intenzionati a guadagnarne degli altri.

In un comunicato ufficiale il Pentagono aveva affermato che "i mercati dei futures sono estremamente efficaci e tempestivi nell'accorpare informazioni disperse o persino nascoste. I futures hanno dimostrato di svolgere un ottimo lavoro nel prevedere eventi come risultati elettorali, prezzi del petrolio e vendite di biglietti cinematografici. Spesso hanno fatto meglio degli esperti". 
Per realizzare tutto ciò grazie ad un finanziamento governativo di 8 milioni di dollari (poco più di 7 milioni di euro) la Darpa aveva creato un sito internet chiamato "Policy Analisis Market" (www.policyanalysismarket.org) che sarebbe dovuto diventare operativo in ottobre e sul quale gli operatori avrebbero potuto scommettere i propri soldi sull'avverarsi di un determinato evento. In pratica l'intendimento era creare un mercato di "futures"(contratti a termine in cui le controparti si impegnano a scambiarsi ad un prezzo e a una scadenza prefissati, un bene specifico) basato non su prodotti come il petrolio o l'oro ma piuttosto sulla possibilità  di attacchi terroristici e altri eventi di tipo economico, politico e militare, in particolare nel Medio Oriente e sulle ripercussioni degli stessi negli USA.
Ma gli scommettitori che intendevano puntare sull'assassinio di Yasser Arafat, sull'ipotesi che il re di Giordania Abdullah II potesse essere spodestato, sulla bomba atomica sporca, fino ad un a ttacco nucleare da parte della Corea del Nord, dovranno rimettere in tasca il portafoglio.
Il Pentagono, infatti, ha rinunciato all'idea del "Policy Analysis Market" dopo le polemiche e le critiche dei media e dei politici dell'opposizione.
Due senatori democratici, Byron L. Dorgan e Ron Wyden, rivelando alla stampa il progetto, dopo averlo scoperto sul sito web sopracitato (che è stato prontamente criptato dal Pentagono), hanno sostenuto che, al di là della discutibile impostazione etica di fondo del progetto, eventuali terroristi potrebbero cogliere l'occasione per trarre profitto dalle loro attività  o per confondere le idee proprio al Pentagono.
La Darpa ha cercato di minimizzare l'importanza del progetto e il sottosegretario alla Difesa Paul Wolfowitz nell'annuciarne l'abbandono ha ammesso trattarsi di una trovata forse troppo creativa.
Da non credere. Sembrerebbe una bufala, ma la notizia è stata riportata dai due maggiori giornali nazionali il Corriere della Sera (29.7.2003) e La Repubblica (30.7.2003) oltre che da Il Giorno e Quotidiano Net.
Non ci sono commenti sullo stato confusionale degli "strateghi" della massima potenza mondiale.

mercoledì 30 luglio 2003

Il governo Berlusconi mette fuorilegge ragni e scorpioni e fa bene (una volta tanto)


Il governo Berlusconi ha dichiarato guerra a ragni e scorpioni. Da pochi giorni è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale il decreto legge che inserisce gli aracnidi selvatici nell’elenco degli animali pericolosi (messo a punto con un decreto ministeriale del 1996) nel quale erano contemplati fino ad ora solo mammiferi e rettili. Adesso, chiunque è in possesso di ragni o scorpioni che potrebbero essere pericolosi per la salute dell’uomo, deve denunciarlo alla Prefettura.

Con questo decreto viene vietato il commercio di ragni e scorpioni potenzialmente pericolosi per la salute e l’incolumità pubblica, e ci sono novanta giorni di tempo, dall’entrata in vigore (il 4 luglio), per denunciarne il possesso.

La decisione di chiudere le frontiere italiane agli aracnidi velenosi è stata presa dopo che il 30 maggio scorso all’aeroporto di Malpensa, in arrivo dall’Egitto, era atterrato un carico molto particolare: decine di casse contenenti animali vivi importati su richiesta di privati. Tra queste anche una teca con 300 scorpioni dal veleno mortale. Il carico non è però passato inosservato e, dalle pagine dei giornali al governo, il passo è stato breve. All’ufficio legale di palazzo Chigi, su richiesta di Berlusconi, è stato subito messo a punto il decreto “anti aracnidi” firmato poi il 3 luglio dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

La cosa è stata ridicolizzata sui giornali.


Questo l'avvio di un articolo di Filippo Ceccarelli sulla Stampa dal titolo Ragni e scorpioni schiacciati dal parlamento :
Sono le dieci, la seduta è appena cominciata e in aula ci sono solo tre deputati e un paio di sottosegretari. Il vuoto e la penombra rendono il tutto ancora più surreale. Acqua, elettricità, incendi, carovita, economia, giustizia, pubblica moralità, crisi nella maggioranza: la vita politica italiana abbonda di emergenze. Ebbene, qual è l'emergenza di giornata a Montecitorio? Ragni e scorpioni.

Questa volta però concordo pienamente con il Presidente del Consiglio. I ragni sono pericolosi e fanno anche schifo.

Iraq - Gli errori della Casa Bianca


Secondo un rapporto del Csis, il Centro di studi strategici internazionali di Washington, serbatoio di cervelli che raccoglie repubblicani e democratici, la  situazione in Iraq si sta deteriorando al punto che “si rischia una terza guerra del Golfo, questa volta contro il popolo iracheno”. Il rapporto firmato dal direttore del Centro, Tony Cordesman, ammonisce che “non è affatto chiaro che gli Usa prevalgano in questa guerra asimmetrica”, e accusa l'amministrazione di non possedere una “exit strategy”, una strategia d'uscita per i suoi centocinquantamila militari impiegati sul terreno.

Cordesman, ex alto funzionario del Pentagono e del Dipartimento di Stato, rinfaccia a Bush di non avere saputo ricostruire politicamente ed economicamente l'Iraq. E gli attribuisce addirittura 26 errori. I principali: la Casa Bianca non è riuscita a formare un consenso sul piano internazionale, in particolare tra i Paesi arabi; non ha forze alleate addestrate al mantenimento dell'ordine, compito a cui quelle americane sono impreparate; si è illusa di poter risolvere facilmente i contrasti tribali e religiosi nel dopoguerra; non ha convinto il popolo iracheno della sincerità delle sue intenzioni; non ha prestato abbastanza attenzione agli aiuti umanitari e alla lotta alla criminalità.


martedì 29 luglio 2003

Cloni

Hanno clonato il sito di Repubblica  e quello della Presidenza Italiana del Consiglio Europeo .
Carini. Chissà  se ci sono altri cloni in giro?
Ad ogni modo iPubblica post falsi del Male restano insuperati. 

mercoledì 23 luglio 2003

IRAQ - Le cause della guerriglia

La morte dei due figli di Saddam Hussein rappresenta, metaforicamente, la chiusura di un'epoca e la conferma che il deposto regime è stato definitivamente battuto. Lo ha affermato il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush nel primo intervento dall'uccisione dei figli di Saddam Hussein che sembrerebbe confermata.

"Il regime è finito per sempre e non tornerà", ha detto Bush davanti ai giornalisti. "L'America ha mantenuto la promessa di liberare l'Iraq dal suo dittatore", ha aggiunto.

Ma la televisione Al Arabiya ha mandato in onda una registrazione audio del rais di Baghdad, che si suppone però risalente al 20 luglio. Nel messaggio Saddam parla delle sofferenze del popolo iracheno e lo incita alla resistenza contro le forze di occupazione. Saddam assicura che la guerra non e' finita e che l'esercito americano, nonostante la sua potenza, non riuscirà a vincere.

Negli ultimi tempi la resistenza irachena all'occupazione americana e britannica, sembra essersi rafforzata con attacchi quotidiani che, secondo fonti ufficiali statunitensi, hanno ucciso e ferito ormai decine di militari fra gli eserciti di stanza nel paese, e causato danni materiali notevoli.

Ora se sono i seguaci di Saddam a ispirare la guerriglia che attacca i convogli alleati, come la Casa Bianca ha sempre cercato di accreditare, la fine dei figli del rais può essere un colpo all’alone di invincibilità che lo accompagna, un segnale che il cerchio si stringe, anche se è difficile pensare che i figli di Saddam ispirassero la resistenza, considerato che erano comunque invisi agli iracheni.

Ma se dietro a questa resistenza vi sono variegate forze politiche irachene, e quindi non solo legate al vecchio apparato politico del Ba'th, ma anche a movimenti islamici e ad altri gruppi politici autoctoni, e se la presenza degli eserciti di occupazione sta facendo dell'Iraq un luogo di attrazione anche per elementi stranieri che stanno iniziando ad infiltrarsi tra le file della resistenza, allora la guerriglia non è finita. Ed è un dato di fatto che ci sono molte armi in Iraq e che gli iracheni si guardano bene dal consegnarle agli anglo americani.

I prossimi giorni diranno se anche l’alibi dei rottami del vecchio regime che alimenterebbero la guerriglia, accreditato dagli USA, sia un altro esempio di disinformazione come le armi di distruzione di massa e l’uranio del Niger.

Ad ogni modo i problemi da risolvere continuano ad essere la ricostruzione, l’ordine pubblico, la pacificazione interna e almeno un embrione di democrazia. E per il momento le soluzioni sono lontane.

Scena muta

Qualche giorno fa Berlusconi ha detto in un’intervista, non mi ricordo a quale giornale, di non essere un politico tradizionale e di avere il senso dell’umorismo, ma che tuttavia avrebbe cercato di diventare noioso, forse molto noioso, anche se dubitava di riuscirci.


Così, forse per questo intrinseco timore, nella conferenza stampa a conclusione della visita premio al ranch di Bush a Crawford ha ritenuto opportuno fare scena muta.

Infatti quando Bush, dopo un monologo di mezz’ora in cui ha passato in rassegna il dopoguerra in Iraq, le responsabilità di Iran e Siria nel terrorismo internazionale, il processo di pace in Medio Oriente, si è rivolto all’ospite italiano chiedendogli se voleva dire qualcosa, la risposta è stata: "No, no. I completely share what the President just said."
Ancora più allineato dunque del suo omologo inglese Tony Blair che, di fronte al Congresso di Whashington, aveva invitato l’America a non rinunciare all’Europa e ad abbandonare la diplomazia del “comando” per tornare alla “partnership”.

Sembra dunque che Berlusconi voglia continuare ad apparire come il portavoce della Casa Bianca in Europa, piuttosto che dell’Europa alla Casa Bianca, come dovrebbe anche in relazione al suo ruolo di Presidente del Consiglio Europeo oltre che di premier di un paese europeo.

mercoledì 16 luglio 2003

Gli Italiani e gli altri - Amore e odio

E ci risiamo con le copertine di “Der Spiegel” che sembra avere il chiodo fisso dell’Italia. Soliti luoghi comuni, sole a forma di pizza, un po’ di monumenti e, in più, Berlusconi che esce dalle acque. Anche i tedeschi  non brillano per ironia.

Dopo le esternazioni di Berlusconi e poi del sottosegretario Stefani, che certo non si sono comportati bene, perché chi fa politica e soprattutto chi riveste cariche pubbliche, non può permettersi battutacce da bar, la profusione di scuse su tutti i giornali ha comunque raggiunto livelli parossistici. Ancora oggi che il clamore si è smorzato i giornali riportano lettere al direttore  piene di ammirazione per il popolo tedesco da parte di cittadini comuni e ovviamente di albergatori,   e si sa il turismo è una delle nostre maggiori industrie.

Oggi su “La Repubblica” mi è capitato di leggere quella di una signora, a suo tempo emigrata in Germania e poi rientrata nel nostro paese, che rimpiange “il rispetto con il quale venivamo trattati nonostante le diversità di cultura, religione, educazione, lingua”.

Sicuramente l’esperienza della signora sarà stata particolarmente positiva, ma non è poi tanto tempo che ancora si leggeva sui giornali che all’ingresso di qualche esercizio pubblico tedesco si trovava il seguente avviso “vietato l’ingresso ai cani e agli italiani”. Certo si sarà trattato di eccessi, ma relativamente frequenti, e comunque non mi risulta che gli italiani fossero generalmente ben visti, anche, certo, per colpa loro. Lo stesso, del resto, accade oggi da noi, ora che da terra di emigrazione siamo diventati terra di immigrazione, con gli emigrati dal nord e centro africa, dal medioriente e dai balcani, e qualche volta abbiamo anche ragione, ma non sempre. E sorvolo sulle cannonate di Bossi e sulle esternazioni di Borghezio e simili.

Gli emigrati sono poveri, altrimenti non lascerebbero le loro case, le loro famiglie, e tante volte i poveri sono brutti, sporchi e cattivi. Sono portatori di una cultura che non comprendiamo e che, se anche comprendiamo, non ci piace e spesso giustamente. Tra di loro ci sono anche i delinquenti, come c’erano tra i nostri emigranti, ma c’è anche una gioventù intraprendente che magari farà fortuna e si conquisterà una posizione e dimostrerà di essere capace di qualcosa.

Ritornando ai rapporti tra Italiani e Tedeschi, è certo che non ci siamo mai troppo amati e tremila anni di storia non passano a caso.

Quando fu fondata Roma, non si sa nemmeno cosa ci fosse nelle lande brumose del nord.

Quando Roma conquistava un impero, i Germani non erano un popolo, ma tante tribù nomadi che premevano ai confini.

Poi caduto l’impero romano questi popoli si riversarono nella penisola e non è che brillassero per civiltà.

Quando sono diventati civili hanno imparato ad amare l’arte, la musica, la letteratura e pertanto sono tornati da noi per ammirare le nostre opere d’arte, poi nel secolo scorso, dopo la guerra, con le vacanze di massa, per il sole, il mare e la cucina e magari qualche volta si sono dati a far cose che mai farebbero nel loro paese dove sono ordinati e disciplinati.

Qualcuno dice che ci amano, ma non ci stimano, e che noi li stimiamo, ma non li amiamo.

Forse è così. Personalmente non me ne importa nulla dell’amore senza la stima, anzi se lo tengano pure.

Ma è un dato di fatto che i nostri difetti sono stigmatizzati in tutto il mondo, non solo dai tedeschi, come del resto i nostri pregi.

Quanto ai nostri difetti credo che siamo noi a volerli mettere per forza in evidenza forse per un complesso di inferiorità che ci perseguita dalla caduta dell’impero romano. Non ci siamo ancora ripresi. E quando gli altri popoli europei si costituirono in Stati nazionali, peraltro per ultimi i tedeschi, noi abbiamo continuato con i nostri particolarismi e magari in odio al vicino di casa abbiamo chiamato gli stranieri che non aspettavano altro per invaderci. Siamo infatti sempre stati disponibili ad aprire le porte agli altri e a scannarci tra noi. Quando Firenze era il centro del mondo, non solo per l’arte e la cultura, ma anche per la finanza (sovvenzionava tutti i sovrani europei) non ebbe mai l’idea di riunire il paese. L’unico episodio degno in tutto il rinascimento fu quello di Cesare Borgia, il duca Valentino, il Principe del Machiavelli, grande personaggio screditato (in proposito consiglio il romanzo di Vasquez Montalban “O Cesare o Nessuno”): ebbe sfortuna e comunque era spagnolo. Anche nelle guerre di indipendenza dovemmo ricorrere all’aiuto altrui. E sorvolo sugli accadimenti della seconda guerra mondiale.Poi i nostri politici, scarsamente degni di stima, salvo poche e lodevoli eccezioni, hanno sempre fatto di tutto per mettere in evidenza le nostre manchevolezze. Ma non è che gli altri ne siano privi. Ognuno ha le proprie. E oggi che comunque tra popoli europei la guerra non ce la faremo più e che l’Europa Unita  è una necessità, anche di fronte allo strapotere degli USA,  non resta che cercare di amarci almeno con la mente, se non possiamo col cuore, perché siamo diversi e abbiamo storie diverse.

E’ ovvio che un americano dell’Oregon e uno dell’Ohio si sentano comunque e in primo luogo americani in quanto quali differenze possono esserci tra due stati che comunque al massimo anno una storia di pochi secoli. Per noi Europei non potrà mai essere così, ma razionalmente in primo luogo i nostri politici devono comprendere che non c’è altro avvenire che l’unione e quindi anche la necessità di cedere parte della propria sovranità in particolare in materia di politica estera e della difesa e di smetterla con i reciproci luoghi comuni.

Quanto a noi Italiano dovremmo comunque stimarci di più perché non abbiamo niente da invidiare agli altri e smetterla di amare le patrie altrui. E a questo proposito l’amore dimostrato e dichiarato per gli USA da parte di tanti, personaggi pubblici e no, durante i recenti avvenimenti dell’Iraq  raggiungeva effetti tra il comico e l’irritante, non diversamente da quello dei comunisti per l’unione Sovietica.

lunedì 14 luglio 2003

Spigolature estive tra i blog

Sarà il caldo, l’imminenza delle ferie, o che non c’è più (per il momento) una bella guerra mediatica (e chissà quanti blog non sarebbero nati, forse anche il mio, senza la guerra in Iraq!), non una guerra qualsiasi, perché altrimenti ci sarebbe l’imbarazzo della scelta (WarNews  ne annovera 36, compreso l'Iraq, dove ancora pace e democrazia sono un miraggio e tutti giorni ci sono scontri), e non se ne può più di parlare di Berlusconi, mentre che Schroeder non venga più a Pesaro e che il sottosegretario Stefani si sia dimesso, non sono accadimenti che riescono ad eccitare, ma rilevo un decremento nella voglia di aggiornare i blog e una deviazione generale verso la “fuffa”.

Su “TheGnueconomy” che finora avevo considerato uno dei migliori ho avuto la sventura di leggere un post,  dal titolo "Tempi Nuovi" , che forse voleva essere ironico, ma non c’è riuscito, come le barzellette raccontate da Berlusconi e anche diverse di quelle raccontate da altri su di lui.



Ad ogni modo l'estate è così e anche i giornali veri diventano più scialbi per non dire dei palinsesti TV che riescono persino ad essere peggiori del solito (e ci vuole della fantasia). Bisogna solo aspettare che finisca.

Ad ogni modo l’estate è così e anche i giornali veri diventano più scialbi per non dire dei palinsesti TV che riescono persino ad essere peggiori del solito (e ci vuole della fantasia). Bisogna solo aspettare che finisca.

Ad ogni modo tra i "post" letti ultimamente mi sembrano carini quelli di Leonardo(peraltro uno dei "blog" a mio parere più originali ) su un nuovo personaggio che imperverserebbe il “neocone”, anche se il termine non mi pare particolarmente ironico, forse meglio se diceva apertamente “neocoglione”. Rinvio comunque ai due "post" dal titolo "L'anno del neocone", prima seconda parte .

Invece sul blog di estrema destra “Schermo nero” ho trovato un "post"  che prende a spunto l’articolo apparso sul numero 1/2003 di MicroMega (che purtroppo è ormai introvabile) a firma di Roberto ScarpinatoPubblico Ministero del processo Andreotti, e Antonio Ingroja, omologo nel processo Dell'Utri. 

Nell’articolo si legge:
"La dimensione politica della mafia è genetica e strutturale" (...) "Se la politica è il nerbo della potenza mafiosa, come può la stessa politica abbattere la potenza mafiosa?"

E fin qui si tratta della constatazione di uno stato di fatto, negativo, ma reale.

Ovviamente non tutta la politica è collusa con la mafia, ma alcuni politici lo sono stati e lo sono. Non è cosa nuova, così è stato durante il regime democristiano e purtroppo anche dopo.

Quello che è grave e che l’articolo continua così :

"bisogna farla finita con il dogma del consenso popolare".

E di più:"Non bisogna più prestare fede alle tesi ricorrenti secondo cui la democrazia consiste nella dittatura della maggioranza aritmetica... ci vogliono clausole salvavita, tali da impedire il suicidio della democrazia, che sospendano o relativizzino il dogma del consenso... (...) bisogna sospendere autoritariamente la democrazia elettiva aritmetica al fine di salvare la democrazia sostanziale)".

Cosa intendevano dire i due magistrati? Che se i cittadini non sono capaci da soli di scegliere bene chi eleggere (se non votano gente per bene) sono dei minorati e pertanto occorre sospendere la democrazia?

Qualcuno ha letto l’articolo?

martedì 8 luglio 2003

I blogger si citano addosso?



Sull'ultimo numero de "L'espresso", la cui edizione on line, peraltro, ha realizzato 6 blog, c'è un articolo dal titolo "Stupido blog" ove si sostiene che il fenomeno blog è ormai di massa anche in Italia, ma che, mentre all'estero, dagli Stati Uniti all'Iran, "i diari on line sono uno strumento formidabile di comunicazione politica e culturale", da noi invece si sarebbe consolidata un'egemonia creata da un'elite di pionieri del blog che non riesce ad usciere da un gioco sterile di rimandi reciproci.

L'articolo riporta l'opinione degli scrittori Tiziano Scarpa e Giuseppe Genna che accusano i blogger italiani di scarsa incisività, in quanto invece di fare informazione si citerebbero addosso e si perderebbero in sterili discussioni-tormentone, e quella del giornalista e studioso di cultura digitale, Stefano Porro, il quale afferma che ci sono anche blog di informazione e servizio liberi dalla componente narcisistica , ma non visibili, perché non fanno polemica e pertanto non fanno notizia.

Sempre nello stesso articolo Gianluca Neri fondatore di "The Gnueconomy" , uno dei siti più seguiti, replica alle accuse sostenendo che gli "Scrittori Autorizzati", gli eletti con biografia sul risvolto di copertina, non vedrebbero di buon occhio gli "Anonimi Internettari", i quali peraltro sarebbero soggetti alla stessa legge del mercato come qualsiasi scrittore: a blog noioso e poco interessante, e quindi non frequentato, corrisponde libro altrettanto palloso e destinato a prendere la polvere sugli scaffali. Pertanto la maggior parte dei blog usciti dall'anonimato se lo meriterebbe.

Stasera ho fatto un giro su diversi blog, anche quelli non particolarmente famosi. Ne parlerò in un prossimo "post" .


sabato 5 luglio 2003

Ma solo Berlusconi intriga?



Non parlerò dell'incidente diplomatico di Strasburgo, perché ne hanno parlato tutti. Se qualcuno non lo avesse visto e non fosse stufo di sentire parlare di Berlusconi lo invito a leggere il "post" di Leonardo .

E' certo che questi blog si vivacizzano solo se si parla di Berlusconi o degli Stati Uniti (quando fanno o stanno per fare la guerra).

Ambiente, pubblica amministrazione, persino quello che accade in Iraq, ora che non c'è più la guerra (ma neanche la pace, nè tantomeno la democrazia), ha perso mordente, per non dire di internet e sistemi di comunicazione che non interessano proprio a nessuno.

Per trovare un blog vivace con tanti commenti che non parla (o solo raramente) di Berlusconi bisogna andare su Schermo Nero (e spero nessuno si scandalizzi)!


venerdì 4 luglio 2003

Armi di distruzione di massa

Andate su Google, digitate "weapons of mass destruction", cliccate su mi sento fortunato.

Provate, è carino.