giovedì 1 settembre 2016

La disgustosa campagna sulla fertilità

Questa volta non gli è andata bene. Gli slogan del Governo hanno fatto un po' schifo. La campagna del "fertility day"  ha suscitato fortunatamente parecchio disgusto. Addirittura la fertilità (talvolta scritto anche con la F maiuscola nel piano del governo!) sarebbe un bene comune, come l'acqua.  Ho notato però che sono pervenuti assensi da parte di insospettabili antigovernativi, in particolare da quelli che temono che gli immigrati ci sostituiranno. Dunque donne fate figli perché altrimenti saremo sostituiti dagli immigrati! Quindi fare figli non sarebbe più una scelta personale (che magari i governi avrebbero il dovere di aiutare con politiche idonee, più lavoro, più garanzie, più asili nido, più mense scolastiche, più servizi ) ma un obbligo di Stato.  

In molti abbiamo detto che ci ricordava qualcosa. Qualcuno per aver parlato di deriva verso il passato mi ha paragonato a un "cagnaccio pavloviano" che appena sente parlare di "nascite" pensa: "fascismo", ma era ovvio che a fronte di tali idiozie la prima cosa che poteva venire in mente era la campagna di mussoliniana memoria sulla potenza del numero. 

Perché si dovrebbe aver paura della denatalità in un mondo sovrappopolato in cui vivono attualmente 7 miliardi di persone ma che presto saranno il doppio? E anche da noi con un territorio in larga parte montuoso e disastrato 60 milioni sono già troppi. Di pianeti ne abbiamo al momento uno solo e lo stiamo distruggendo. Più siamo, più inquiniamo, anche se certo si potrebbero varare efficaci politiche per il territorio, ma non mi sembra che, al di là dei discorsi e degli inutili summit, si faccia molto in questa direzione.

Dunque paura che gli immigrati ci sostituiscano? Probabilmente accadrà se continuiamo a non risolvere i problemi, anzi ad aggravarli. Certo che gli immigrati rappresentano un problema, specialmente quelli che provengono da culture troppo diverse dalla nostra  e che hanno l'intenzione di riproporla da noi. La soluzione però sta nello stabilire e fare rispettare dei criteri (non possiamo accogliere tutti senza distinzioni), nell'operare i necessari controlli,  e soprattutto nella tolleranza zero nei confronti di comportamenti e usi che contrastano talvolta anche con le nostre leggi, ma quasi sempre con i nostri principi, la soluzione sta nell'educazione e soprattutto nella forza dei valori, delle idee. Certo che se non abbiamo più valori e idee, o ci crediamo sempre meno,  e pensiamo di risolvere il problema con il numero siamo perduti. 

giovedì 1 settembre 2016

La disgustosa campagna sulla fertilità

Questa volta non gli è andata bene. Gli slogan del Governo hanno fatto un po' schifo. La campagna del "fertility day"  ha suscitato fortunatamente parecchio disgusto. Addirittura la fertilità (talvolta scritto anche con la F maiuscola nel piano del governo!) sarebbe un bene comune, come l'acqua.  Ho notato però che sono pervenuti assensi da parte di insospettabili antigovernativi, in particolare da quelli che temono che gli immigrati ci sostituiranno. Dunque donne fate figli perché altrimenti saremo sostituiti dagli immigrati! Quindi fare figli non sarebbe più una scelta personale (che magari i governi avrebbero il dovere di aiutare con politiche idonee, più lavoro, più garanzie, più asili nido, più mense scolastiche, più servizi ) ma un obbligo di Stato.  

In molti abbiamo detto che ci ricordava qualcosa. Qualcuno per aver parlato di deriva verso il passato mi ha paragonato a un "cagnaccio pavloviano" che appena sente parlare di "nascite" pensa: "fascismo", ma era ovvio che a fronte di tali idiozie la prima cosa che poteva venire in mente era la campagna di mussoliniana memoria sulla potenza del numero. 

Perché si dovrebbe aver paura della denatalità in un mondo sovrappopolato in cui vivono attualmente 7 miliardi di persone ma che presto saranno il doppio? E anche da noi con un territorio in larga parte montuoso e disastrato 60 milioni sono già troppi. Di pianeti ne abbiamo al momento uno solo e lo stiamo distruggendo. Più siamo, più inquiniamo, anche se certo si potrebbero varare efficaci politiche per il territorio, ma non mi sembra che, al di là dei discorsi e degli inutili summit, si faccia molto in questa direzione.

Dunque paura che gli immigrati ci sostituiscano? Probabilmente accadrà se continuiamo a non risolvere i problemi, anzi ad aggravarli. Certo che gli immigrati rappresentano un problema, specialmente quelli che provengono da culture troppo diverse dalla nostra  e che hanno l'intenzione di riproporla da noi. La soluzione però sta nello stabilire e fare rispettare dei criteri (non possiamo accogliere tutti senza distinzioni), nell'operare i necessari controlli,  e soprattutto nella tolleranza zero nei confronti di comportamenti e usi che contrastano talvolta anche con le nostre leggi, ma quasi sempre con i nostri principi, la soluzione sta nell'educazione e soprattutto nella forza dei valori, delle idee. Certo che se non abbiamo più valori e idee, o ci crediamo sempre meno,  e pensiamo di risolvere il problema con il numero siamo perduti.