venerdì 20 giugno 2003

Aiutiamo gli studenti di Teheran

Moti di piazza a Teheran: da una settimana gli studenti iraniani manifestano contro la dittatura bigotta e sessuofobica degli Imam. Chiedono riforme democratiche e affermano il diritto a esprimere il loro punto di vista e a criticare la guida teocratica del Paese. Le proteste contro il regime sono anche contro le politiche di privatizzazione intraprese dal governo del "riformatore" Khatami in tutti i settori compresa la scuola e l'università; riforme evidentemente dettate dalle politiche neo liberiste care agli Stati Uniti e alle istituzioni monetarie. Agli studenti universitari che sono in lotta contro il regime di Teheran si sono unite le popolazioni di molte città. Più di cento persone sono state arrestate nella capitale iraniana. Ma nonostante la dura repressione la protesta sembra inarrestabile.

Tuttavia nessuno in Occidente ha ancora organizzato almeno una manifestazione di solidarietà per l’Iran libero, e liberato dagli Iraniani e non dal Pentagono.

Anzi, mentre gli studenti iraniani lottano per la libertà di informazione e la democrazia, la stampa internazionale e le sinistre europee sembrano appoggiare il Presidente Khatami. E nella pacifista e democratica Francia sono stati arrestati  165simpatizzanti del movimento iraniano dei Mujaheddin del popolo, accusati di "fomentare il terrorismo". Ma l'accusa corrisponde alla realtà? Intanto, per protesta, cinque simpatizzanti del movimento dei Mujaheddin, a Parigi, Londra e Berna, nelle ultime 24 ore, si sono dati fuoco e una  donna è morta.

Va bene che è caldo e stiamo tutti pensando alle ferie, ma intanto Rumsfeld afferma che in Iran ci sono arsenali nucleari, mentre le proteste sono state strumentalizzate dal governo di Bush e contemporaneamente infangate dall'Ayatollah Khamenei che in un discorso pubblico ha accusato gli studenti di essere ispirati e pagati dagli americani.
E di fronte a tutto ciò, cosa fanno i progressisti italiani ed europei? Intendono stare a guardare, in attesa che piovano le bombe e che arrivino i liberatori a stelle e strisce? Solo quando ciò accadrà si sentiranno ispirati?

Per ora in Iran non c'è la guerra, per quanto venga qua e là ventilata e pertanto  l'interesse non c'è o se c'è è molto tenue.
Ma proprio chi non vuole una “democrazia” imposta con le bombe e un regime imposto dai "liberatori" dovrebbe far sentire oggi la propria voce, dovrebbe incoraggiare le forze del rinnovamento, i riformisti veri, tutti coloro che si battono per far cadere la teocrazia iraniana.

Intanto cosa accade in Iraq?

Per ora non c’è traccia di un governo democratico, laico, federale, multietnico, multiconfessionale, mentre gli americani non sembrano aver propriamente la situazione sotto controllo, come testimoniano i numerosi “incidenti”con morti da entrambe le parti.

Intanto Bush e Blair stanno passando un po’ di guai per aver falsificato le informazioni per attaccare l’Iraq. Ma probabilmente rimarranno in sella, perché anche se hanno detto il falso in paesi in cui non si può mentire nemmeno sulla propria vita privata, lo hanno fatto per un nobile scopo, liberare gli iracheni dal Male.

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venerdì 20 giugno 2003

Aiutiamo gli studenti di Teheran

Moti di piazza a Teheran: da una settimana gli studenti iraniani manifestano contro la dittatura bigotta e sessuofobica degli Imam. Chiedono riforme democratiche e affermano il diritto a esprimere il loro punto di vista e a criticare la guida teocratica del Paese. Le proteste contro il regime sono anche contro le politiche di privatizzazione intraprese dal governo del "riformatore" Khatami in tutti i settori compresa la scuola e l'università; riforme evidentemente dettate dalle politiche neo liberiste care agli Stati Uniti e alle istituzioni monetarie. Agli studenti universitari che sono in lotta contro il regime di Teheran si sono unite le popolazioni di molte città. Più di cento persone sono state arrestate nella capitale iraniana. Ma nonostante la dura repressione la protesta sembra inarrestabile.

Tuttavia nessuno in Occidente ha ancora organizzato almeno una manifestazione di solidarietà per l’Iran libero, e liberato dagli Iraniani e non dal Pentagono.

Anzi, mentre gli studenti iraniani lottano per la libertà di informazione e la democrazia, la stampa internazionale e le sinistre europee sembrano appoggiare il Presidente Khatami. E nella pacifista e democratica Francia sono stati arrestati  165simpatizzanti del movimento iraniano dei Mujaheddin del popolo, accusati di "fomentare il terrorismo". Ma l'accusa corrisponde alla realtà? Intanto, per protesta, cinque simpatizzanti del movimento dei Mujaheddin, a Parigi, Londra e Berna, nelle ultime 24 ore, si sono dati fuoco e una  donna è morta.

Va bene che è caldo e stiamo tutti pensando alle ferie, ma intanto Rumsfeld afferma che in Iran ci sono arsenali nucleari, mentre le proteste sono state strumentalizzate dal governo di Bush e contemporaneamente infangate dall'Ayatollah Khamenei che in un discorso pubblico ha accusato gli studenti di essere ispirati e pagati dagli americani.
E di fronte a tutto ciò, cosa fanno i progressisti italiani ed europei? Intendono stare a guardare, in attesa che piovano le bombe e che arrivino i liberatori a stelle e strisce? Solo quando ciò accadrà si sentiranno ispirati?

Per ora in Iran non c'è la guerra, per quanto venga qua e là ventilata e pertanto  l'interesse non c'è o se c'è è molto tenue.
Ma proprio chi non vuole una “democrazia” imposta con le bombe e un regime imposto dai "liberatori" dovrebbe far sentire oggi la propria voce, dovrebbe incoraggiare le forze del rinnovamento, i riformisti veri, tutti coloro che si battono per far cadere la teocrazia iraniana.

Intanto cosa accade in Iraq?

Per ora non c’è traccia di un governo democratico, laico, federale, multietnico, multiconfessionale, mentre gli americani non sembrano aver propriamente la situazione sotto controllo, come testimoniano i numerosi “incidenti”con morti da entrambe le parti.

Intanto Bush e Blair stanno passando un po’ di guai per aver falsificato le informazioni per attaccare l’Iraq. Ma probabilmente rimarranno in sella, perché anche se hanno detto il falso in paesi in cui non si può mentire nemmeno sulla propria vita privata, lo hanno fatto per un nobile scopo, liberare gli iracheni dal Male.

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