giovedì 17 aprile 2003

Un piano per la dominazione globale


La seconda guerra del Golfo non si è fatta per il petrolio, o meglio non solo: quello che è veramente in gioco è l’assetto geopolitico  mondiale.
Con la fine del contrasto Est - Ovest, con la vittoria degli Stati Uniti nella guerra fredda, si è creato un vuoto di potere che deve
in qualche modo essere colmato, altrimenti avremo l’impero americano.
Ma, come ha dimostrato la crisi irachena, le Nazioni Unite sono in crisi e l’Europa non è ancora riuscita a darsi una politica estera
 e della difesa comuni.
E se l’Europa non riuscirà ad assumere in tempi brevi un ruolo responsabile nella politica mondiale e a costituire un proprio
esercito, gli Stati Uniti si sentiranno legittimati a continuare imperterriti nella direzione intrapresa, che è quella dell’impero,
cioè di un ordine mondiale stabile in cui la superiorità americana non sarà mai messa in discussione, e in cui ciò che va bene
per gli Stati Uniti dovrà andar bene per tutto il mondo.
A sostegno di queste considerazioni geostrategiche c’è la convinzione messianica che Dio abbia affidato
 agli Stati Uniti il compito di “essere un faro per le nazioni” e di diffondere il verbo democratico, se necessario
 con la forza. Questi sono i concetti della nuova dottrina di politica estera degli Stati Uniti che si trova esposta
 nel documento dal titolo” The National Security Strategy of the United States of America” che porta la data
del 20 settembre 2002 che, prima ancora che un documento di politica estera, è una riflessione sul potere
 nel nuovo millennio e sul posto degli USA nel mondo.
Presentato dal Presidente Bush il 20 settembre al Congresso, il documento non lascia dubbi sull’entità di una svolta radicale
nell'approccio al mondo da parte degli USA.  Vi si possono infatti leggere frasi come questa: "L'umanità ha nelle sue mani
l'occasione di assicurare il trionfo della libertà sui suoi nemici. Gli Stati Uniti sono fieri della responsabilità che incombe loro
di condurre questa importante missione."

Si tratterebbe del culmine di un piano portato avanti da coloro che credono che gli Stati Uniti debbano cogliere l'opportunità
 per la dominazione globale.
Tra gli architetti di questo Impero Americano c'è un gruppo di personaggi che detengono posizioni di primo piano nel governo
 Bush. Costoro immaginano la creazione e l'imposizione di quella che definiscono una "Pax Americana" mondiale.

Questi personaggi nel 1997 costituirono un’associazione “Project for the New American Century”, cui ho fatto cenno in
precedenti “post” , concetti che quindi sono nati alcuni anni prima degli attentati terroristici dell’11 settembre 2001.

E in un post dello scorso 1 aprile sul blog “Brodo primordiale” dal titolo "Gli USA in mano a una setta di fanatici"
 si sostiene che il National Security Strategy of the United States of America varato da Bush il 20 settembre 2002 sia la
copia esatta del piano, Rebuilding America's Defenses, scritto dal succitato "Project for the New American Century”
un anno prima.

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giovedì 17 aprile 2003

Un piano per la dominazione globale


La seconda guerra del Golfo non si è fatta per il petrolio, o meglio non solo: quello che è veramente in gioco è l’assetto geopolitico  mondiale.
Con la fine del contrasto Est - Ovest, con la vittoria degli Stati Uniti nella guerra fredda, si è creato un vuoto di potere che deve
in qualche modo essere colmato, altrimenti avremo l’impero americano.
Ma, come ha dimostrato la crisi irachena, le Nazioni Unite sono in crisi e l’Europa non è ancora riuscita a darsi una politica estera
 e della difesa comuni.
E se l’Europa non riuscirà ad assumere in tempi brevi un ruolo responsabile nella politica mondiale e a costituire un proprio
esercito, gli Stati Uniti si sentiranno legittimati a continuare imperterriti nella direzione intrapresa, che è quella dell’impero,
cioè di un ordine mondiale stabile in cui la superiorità americana non sarà mai messa in discussione, e in cui ciò che va bene
per gli Stati Uniti dovrà andar bene per tutto il mondo.
A sostegno di queste considerazioni geostrategiche c’è la convinzione messianica che Dio abbia affidato
 agli Stati Uniti il compito di “essere un faro per le nazioni” e di diffondere il verbo democratico, se necessario
 con la forza. Questi sono i concetti della nuova dottrina di politica estera degli Stati Uniti che si trova esposta
 nel documento dal titolo” The National Security Strategy of the United States of America” che porta la data
del 20 settembre 2002 che, prima ancora che un documento di politica estera, è una riflessione sul potere
 nel nuovo millennio e sul posto degli USA nel mondo.
Presentato dal Presidente Bush il 20 settembre al Congresso, il documento non lascia dubbi sull’entità di una svolta radicale
nell'approccio al mondo da parte degli USA.  Vi si possono infatti leggere frasi come questa: "L'umanità ha nelle sue mani
l'occasione di assicurare il trionfo della libertà sui suoi nemici. Gli Stati Uniti sono fieri della responsabilità che incombe loro
di condurre questa importante missione."

Si tratterebbe del culmine di un piano portato avanti da coloro che credono che gli Stati Uniti debbano cogliere l'opportunità
 per la dominazione globale.
Tra gli architetti di questo Impero Americano c'è un gruppo di personaggi che detengono posizioni di primo piano nel governo
 Bush. Costoro immaginano la creazione e l'imposizione di quella che definiscono una "Pax Americana" mondiale.

Questi personaggi nel 1997 costituirono un’associazione “Project for the New American Century”, cui ho fatto cenno in
precedenti “post” , concetti che quindi sono nati alcuni anni prima degli attentati terroristici dell’11 settembre 2001.

E in un post dello scorso 1 aprile sul blog “Brodo primordiale” dal titolo "Gli USA in mano a una setta di fanatici"
 si sostiene che il National Security Strategy of the United States of America varato da Bush il 20 settembre 2002 sia la
copia esatta del piano, Rebuilding America's Defenses, scritto dal succitato "Project for the New American Century”
un anno prima.

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