venerdì 4 aprile 2003

Bagdad - Scontro finale?


Tra qualche giorno, al massimo qualche settimana, gli anglo-americani avranno conquistato l’Iraq, anche se forse non pacificato, e imposto un governatorato militare con lo scopo ufficiale di preparare la transizione alla democrazia, quanto lunga la transizione ad oggi non è possibile prevedere.
Alle squadre di assalto si sostituiranno le squadre di appalto.
La parte del leone andrà agli americani che hanno posto in campo 300.000 uomini, qualcosa agli inglesi che ce ne hanno messi 45.000, qualche briciola ad australiani, polacchi, spagnoli che ce ne hanno messi qualche centinaio. Per la cronaca sembra che ci sia anche l’equipaggio di un sottomarino svedese. Ceki, slovacchi, ucraini, ungheresi, romeni e bulgari hanno promesso reparti a guerra finita, ma della coalizione, secondo fonti della Casa Bianca, fanno parte ben 45 nazioni, tra le quali le Marshall, l’Albania, le Isole Salomone, Palau, l’Honduras, il regno di Tonga, la Micronesia, l’Eritrea e l’Italia non belligerante.
Non so quale parte nel dopoguerra potranno avere le Isole Salomone e il regno di Tonga. Certamente all’Europa qualcosa si dovrà concedere.
E Colin Powell oggi a Bruxelles ha incontrato i ministri degli esteri della UE per cercare di ricucire lo strappo promettendo partecipazioni (piccole) alla ricostruzione.
Il prezzo del petrolio sta scendendo e le borse sono in rialzo.
Tutto bene quel che finisce bene.
Un po’ di iracheni si sono presi le bombe in testa e qualcuno è morto, ma si sa la libertà ha sempre un prezzo.
E quando gli americani entreranno a Bagdad forse si vedranno anche le masse inneggianti ai liberatori e le bandierine americane sventolanti (forse più opportuniste che spontanee, ma sempre meglio che niente) e chissà che anche da noi spariscano dalle finestre le bandiere della pace e compaiano quelle americane (che da noi saltare sul carro del vincitore è lo sport nazionale, anche prima del calcio, non che qualcuno potesse ipotizzare la sconfitta degli alleati anglo-americani, ma c’era sempre il rischio che si impantanassero e allora sarebbe stato facile essere pacifisti ad oltranza).
Per ora sembra che gli iracheni oppongano ancora una certa resistenza, anche se sempre più fiacca. E si potrebbe anche discutere se lo facciano per paura, perché non si fidano degli americani, perché comunque odiano l’occidente e quello che rappresenta, oppure solo per difendere il proprio suolo dall’invasore e perché non gradiscono un futuro protettorato americano o anglo americano che quello inglese lo hanno già conosciuto e forse non gli è piaciuto.
 Ad ogni modo, anche se non si può escludere un ultimo colpo da parte di Saddam (bombe chimiche, biologiche o che altro?), qualunque cosa succeda non si può dubitare della vittoria degli alleati, ne mai nessuno ne ha dubitato. Ciò che poteva essere incerto era solo la durata della guerra, ma le ultime notizie sembrerebbero essere confortanti.
Per motivi forse di ordine psicologico, e del resto la psicologia è quella che muove il mondo, anche più degli interessi economici e del petrolio, perché alla fine è tutta una questione di potenza ( e ciò vale per i popoli per i singoli), non mi piacciono i vincitori, specialmente quando la vittoria è facile.
Ma si può essere per Saddam? Se si trattasse di un personaggio anche discutibile, anche ambiguo, con molti lati oscuri ma anche qualche elemento positivo dalla sua, si potrebbe anche provare ad esserlo, ma il soggetto è assolutamente indifendibile. Personalmente, per quanto non sopporti Bush e la cricca che rappresenta, non ce la faccio a parteggiare per Saddam Hussein, perché non ci sono dubbi che sia un efferato dittatore e ormai anche un campione del fondamentalismo islamico che, magari per necessità, inneggia alla Jihad, anche se fino alla prima guerra del Golfo era il più laico dei leader arabi, e ancora oggi i suoi legami con Al Qaeda non sono stati provati (e del resto neanche il possesso delle armi di distruzione di massa), e per quanto mi riguarda, perchè sono una donna e perché sono profondamente laica, o forse pagana o panteista, il che è lo stesso, rifuggo con orrore da qualsiasi fondamentalismo religioso (anche quello di Bush e quello del Papa).
Certamente preferisco un mondo multipolare ad uno unipolare e vorrei che l’Europa fosse una potenza anche politica e militare e non solo economica. Ma è probabile che l’Europa non abbia la forza, né la voglia di diventarlo, anche per le divisioni al suo interno, e che il suo futuro sia quello di essere provincia del Sacro Americano Impero, come la Grecia ai tempi dell’Impero Romano. 

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venerdì 4 aprile 2003

Bagdad - Scontro finale?


Tra qualche giorno, al massimo qualche settimana, gli anglo-americani avranno conquistato l’Iraq, anche se forse non pacificato, e imposto un governatorato militare con lo scopo ufficiale di preparare la transizione alla democrazia, quanto lunga la transizione ad oggi non è possibile prevedere.
Alle squadre di assalto si sostituiranno le squadre di appalto.
La parte del leone andrà agli americani che hanno posto in campo 300.000 uomini, qualcosa agli inglesi che ce ne hanno messi 45.000, qualche briciola ad australiani, polacchi, spagnoli che ce ne hanno messi qualche centinaio. Per la cronaca sembra che ci sia anche l’equipaggio di un sottomarino svedese. Ceki, slovacchi, ucraini, ungheresi, romeni e bulgari hanno promesso reparti a guerra finita, ma della coalizione, secondo fonti della Casa Bianca, fanno parte ben 45 nazioni, tra le quali le Marshall, l’Albania, le Isole Salomone, Palau, l’Honduras, il regno di Tonga, la Micronesia, l’Eritrea e l’Italia non belligerante.
Non so quale parte nel dopoguerra potranno avere le Isole Salomone e il regno di Tonga. Certamente all’Europa qualcosa si dovrà concedere.
E Colin Powell oggi a Bruxelles ha incontrato i ministri degli esteri della UE per cercare di ricucire lo strappo promettendo partecipazioni (piccole) alla ricostruzione.
Il prezzo del petrolio sta scendendo e le borse sono in rialzo.
Tutto bene quel che finisce bene.
Un po’ di iracheni si sono presi le bombe in testa e qualcuno è morto, ma si sa la libertà ha sempre un prezzo.
E quando gli americani entreranno a Bagdad forse si vedranno anche le masse inneggianti ai liberatori e le bandierine americane sventolanti (forse più opportuniste che spontanee, ma sempre meglio che niente) e chissà che anche da noi spariscano dalle finestre le bandiere della pace e compaiano quelle americane (che da noi saltare sul carro del vincitore è lo sport nazionale, anche prima del calcio, non che qualcuno potesse ipotizzare la sconfitta degli alleati anglo-americani, ma c’era sempre il rischio che si impantanassero e allora sarebbe stato facile essere pacifisti ad oltranza).
Per ora sembra che gli iracheni oppongano ancora una certa resistenza, anche se sempre più fiacca. E si potrebbe anche discutere se lo facciano per paura, perché non si fidano degli americani, perché comunque odiano l’occidente e quello che rappresenta, oppure solo per difendere il proprio suolo dall’invasore e perché non gradiscono un futuro protettorato americano o anglo americano che quello inglese lo hanno già conosciuto e forse non gli è piaciuto.
 Ad ogni modo, anche se non si può escludere un ultimo colpo da parte di Saddam (bombe chimiche, biologiche o che altro?), qualunque cosa succeda non si può dubitare della vittoria degli alleati, ne mai nessuno ne ha dubitato. Ciò che poteva essere incerto era solo la durata della guerra, ma le ultime notizie sembrerebbero essere confortanti.
Per motivi forse di ordine psicologico, e del resto la psicologia è quella che muove il mondo, anche più degli interessi economici e del petrolio, perché alla fine è tutta una questione di potenza ( e ciò vale per i popoli per i singoli), non mi piacciono i vincitori, specialmente quando la vittoria è facile.
Ma si può essere per Saddam? Se si trattasse di un personaggio anche discutibile, anche ambiguo, con molti lati oscuri ma anche qualche elemento positivo dalla sua, si potrebbe anche provare ad esserlo, ma il soggetto è assolutamente indifendibile. Personalmente, per quanto non sopporti Bush e la cricca che rappresenta, non ce la faccio a parteggiare per Saddam Hussein, perché non ci sono dubbi che sia un efferato dittatore e ormai anche un campione del fondamentalismo islamico che, magari per necessità, inneggia alla Jihad, anche se fino alla prima guerra del Golfo era il più laico dei leader arabi, e ancora oggi i suoi legami con Al Qaeda non sono stati provati (e del resto neanche il possesso delle armi di distruzione di massa), e per quanto mi riguarda, perchè sono una donna e perché sono profondamente laica, o forse pagana o panteista, il che è lo stesso, rifuggo con orrore da qualsiasi fondamentalismo religioso (anche quello di Bush e quello del Papa).
Certamente preferisco un mondo multipolare ad uno unipolare e vorrei che l’Europa fosse una potenza anche politica e militare e non solo economica. Ma è probabile che l’Europa non abbia la forza, né la voglia di diventarlo, anche per le divisioni al suo interno, e che il suo futuro sia quello di essere provincia del Sacro Americano Impero, come la Grecia ai tempi dell’Impero Romano. 

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