venerdì 2 maggio 2003

IL DESTINO DELL'EUROPA

Ho passato il pomeriggio a leggere  "Paradiso e potere. America ed Europa nel nuovo ordine mondiale" di Robert Kagan, forse perché volevo fornirmi il pretesto per un'arrabbiatura. Infatti, anche per aver letto nei giorni scorsi un estratto del saggio in questione, non ricordo su quale sito, conoscevo le tesi di questo autore, che è uno dei membri del Project of the New American Century, l'organizzazione della destra americana di cui fanno parte molti attuali membri del governo Bush, tra cui il vicepresidente Richard Cheney e il segretario della Difesa, Donald Rumsfeld.  
Per sfogarmi ho messo due commenti incazzati su un sito dall'eloquente titolo antifranza, anche se riconosco che non ha senso.

In sintesi Kagan sostiene:

-         che gli interessi degli Stati Uniti e quelli dell’Europa hanno imboccato strade diverse e che i rapporti tra le due sponde dell’Atlantico sono forse mutati irrimediabilmente, ma che è possibile ricomporre il dissidio purché l’Europa si adegui all’egemonia americana (!), magari contribuendo anche con una propria forza militare purché marginale(!), altrimenti gli USA percorreranno la loro strada da soli e l’Europa risulterà ininfluente;
-         che l’Europa, inetta e superficiale, considererebbe gli Stati Uniti supponenti e unilateralisti, propensi ad un’inutile belligeranza, ma intanto si starebbe godendo il suo “paradiso postmoderno” proprio grazie all’ombrello difensivo degli Stati Uniti;
-         che la maggiore disposizione dell’Europa  ad usare gli strumenti della diplomazia e della mediazione nell’affrontare i pericoli internazionali sarebbe la conseguenza della sua debolezza militare, mentre gli Stati Uniti, rimasti l’unica superpotenza o meglio l’iperpotenza mondiale ritengono di dover usare la loro preponderante forza militare  per espandere ancora di più la propria sfera di influenza, in quanto sono e intendono rimanere la potenza strategica egemone in Asia e in Europa scoraggiando qualsiasi tentativo di sfidarne l’egemonia;
-         che la politica americana, anche prima dell’amministrazione Bush, anche prima dell’11 settembre, si è sempre basata sul fatto che gli Stati Uniti sono una nazione indispensabile, una nazione sopra le altre nazioni, e che la causa dell’America è la causa di tutto il genere umano (!). E del resto questo è il concetto che esce dal documento intitolato “Strategia per la sicurezza nazionale” reso noto dall’ amministrazione Bush nel settembre 2002.

Di fronte a queste argomentazioni, che non sono semplicemente quelle di un teorico, ma  rispecchiano quelle del governo americano e forse della maggioranza del popolo americano,   dovrebbe essere chiaro a tutti i governanti d’Europa che occorre correre ai ripari unificando la politica estera e quella della difesa e costruendo finalmente un forte e moderno esercito europeo, anche se ciò significherà chiedere ai propri cittadini di pagare più tasse e di lavorare di più, nella consapevolezza che le singole nazioni europee, ciascuna per proprio conto, non possono certamente competere con gli Stati Uniti, ma un’ Europa unita anche militarmente si.
Occorre che le nazioni ed i popoli europei acquisiscano quella fiducia e quell’orgoglio nel proprio destino che gli americani hanno condiviso fin dallo loro costituzione.
Come cittadina italiana ed europea spero che proprio questa arroganza americana  valga a far nascere un sentimento di orgoglio nei paesi europei.
Purtroppo se da parte di Francia e Germania questo sentimento c’è, non lo vedo altrove. Ieri c’è stato un incontro tra Francia, Germania, Belgio e Lussemburgo. I giornali italiani quasi non ne hanno parlato. Oggi l’argomento principale è la condanna di Previti, segue la polmonite atipica, infine l’Iraq con l’episodio di Felluja.
Purtroppo l’Inghilterra è sempre stata euroscettica, anche perché Blair aspira a fare il proconsole americano in Europa.
Quanto all’Italia, dovrebbe essere chiaro ai nostri governanti, ma temo che non lo sarà mai, che mentre si potrebbe giocare un ruolo importante in Europa, perché possiamo stare alla pari con gli altri grandi paesi europei, di fronte agli Stati Uniti l’unico ruolo che ci è riservato è quello dei  vassalli.

15 commenti:

  1. Come vedo anche tu sei disgustata da questa megalomania Americana e mi fa piacere, quello che però non condivido è il prendere gli americani come esempio. Credo nell'europa unita perchè credo che un giorno (utopia) smetteremo di avere confini in tutto il mondo. Non credo di doverci abbassare a diventare come gli americani. I poveri americani soffrono di questa sindrome da prestazioni perchè poveretti hanno 5.000 anni di storia da recuperare e vogliono farlo in fretta. Gli stati uniti sono nati da un atto di terrorimo e da una guerra contro una nazione sovrana. Sono nati con le mani macchiate di sangue del genocidio sistematico di tutte le popolazioni native. Sono nati dallo sfruttamento dei milioni di schiavi usati come bestie. Sono nati dal razzismo ancora oggi imperante. E adesso in una decina di anni vogliono farci credere che solo loro sanno fare una democrazia ???? Beh non voglio proprio sentirmi orgiglioso come loro ... non andrò mai a sventolare la mia bandiera azzurra a stelle (pure quelle gli abbiamo copiato) dicendo che l'europa DEVE imporre la democrazia a chi non gliel'ha chiesta. Sono completamente d'accordo che si deve trovare un unità di opinioni e di idee per l'europa ma... guardiamo nel nostro passato NOI che ne abbiamo uno. Prefersico imparare dai MIEI sbagli che da quelli degli altri. Le divisioni europee sono FOMENTATE dagli USA. MA questa tattica l'hanno inventata i romani (Dividi et Impera) adesso ce la dobbiamo RICOMPRARE pagando gli interessi ?? No grazie

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  2. Scusa il tono magari un po' brusco, ma forse, prima di partire lancia in resta a spendere soldi per armamenti sarebbe bene fermarsi a pensare dove si andrà poi a finire. Proprio oggi un amico sociologo mi raccontava della nuova identità europea che viene assunta da alcuni strati della popolazione, e il tuo post, assieme al commento di frizzle_fry viene proprio a puntino. Però rispondo a voi come ho risposto a lui: siamo poi sicuri che l'Europa sia una realtà altrettanto omogenea quanto quella degli stati nazionali che la compongono? A me pare che Europa oggi voglia dire soprattutto Francia e Germania, e guarda che non si tratta di un caso: l'area compresa fra la Ruhr, l Francia del Nord, il Belgio e il Lussemburgo sta emergendo come il centro forte di questa Europa in termini non solo di economia, ma anche di integrazione di infrastrutture. Di fronte a questa realtà l'Italia, la Spagna e la Gran Bretagna (per non parlare dell'Europa dell'Est) rischiano di finire con ricoprire un ruolo marginale come lo è la loro geografia.
    Inoltre non bisogna dimenticare che una parte del conflitto fra Francia e America è dovuto al fatto che la Francia non ha mai rinunciato del tutto al suo impero coloniale e l'opposizione alla guerra in Iraq da parte di Chirac ha molti più motivi ignobili di quanti non ne abbia di nobili. Sei allora sicura che valga la pena di battersi per tutto questo? Io ci penserei su un po' di più. Ciao.

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  3. Cara Marivan, complimenti per i tuoi blog e per il tuo bel sito web sul quale, tra l’altro, mi ospiti. Occorre, se vorremmo avere in futuro un qualche ruolo, un’Europa forte ed (almeno sui fattori determinanti) unita. Anche (e perché no?) “dall’Atlantico agli Urali”. Penso che storicamente, fin dai tempi del Sacro Romano Impero, nel bene e nel male, gli impulsi comunque più significativi alla civiltà dell’Europa occidentale siano venuti da Francia, Germania (intesa anche come popoli tedeschi e quindi inclusa l’Austria) e Papato (inteso come erede del cristianesimo e della romanità). I periodi di concordia fra queste componenti hanno fatto la forza dell’Europa, le divisioni e le guerre ne hanno reso evidente la debolezza. Nell’Oriente europeo nei secoli passati funzione trainante l’ha svolta il grande impero russo, erede della tradizione bizantina e ortodossa (“Mosca, terza Roma”), poi più recentemente, sotto le specie del comunismo moscovita e fino alla sua morte per “implosione”, l’Unione Sovietica. SEGUE

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  4. CONCLUSIONE
    Non potrà farlo finché qualche servo sciocco “più realista del re” si accoderà sempre e comunque agli Stati Uniti, anche quando sbagliano e qualunque siano in quel momento le forze che ne determinano le scelte. Così facendo, e di questo se ne dovrebbe render conto soprattutto Blair (Berlusconi ed Aznar non li considero) non si aiutano né gli Stati Uniti ad esprimere il meglio di sé, né l’Europa ad avere un proprio ruolo. Ma il discorso è lungo ed andrà ripreso. Ti saluto con stima ed affetto. COG

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  5. SEGUITO
    L’Inghilterra è sempre stata un’isola ed è diventata grande fuori dall’Europa, con l’espansione coloniale. Lo stesso,a parte l’isola, vale per la Spagna (ed anche, in misura minore, per il Portogallo), che quando è stata grande lo è stata per le sue colonie piuttosto che per il ruolo da lei svolto (salvo brevi parentesi) in Europa. Anche la Francia è stata potenza coloniale, ma non ha mai rinunciato a un suo ruolo europeo scandendone passaggi fondamentali, uno per tutti: la Rivoluzione francese. Quindi, semplifico un po’ e vado per grandi linee, ma spero si comprenda il senso del discorso, anche alla luce di recenti avvenimenti internazionali, da una parte abbiamo visto l’essenza dell’Europa (Francia, Germania, Vaticano, più la Russia) dall’altra tutto il resto. Penso che, di fronte alla sempre più intollerante strapotenza economica-politico-culturale-militare americana, oggi contrastata a livello planetario solo dal sorgere della potenza economica cinese da una parte e, su un piano ideologico-culturale, dal risorgere preoccupante di un ancor più intollerante fondamentalismo islamico (effetto tremendo anche della caduta di molte altre ideologie), la tollerante Europa debba svolgere un suo ruolo di civiltà e di progresso (ad es. negli USA nel 2003 è ancora in vigore la pena di morte che Pietro Leopoldo “per grazia di Dio, principe reale d'Ungheria e di Boemia, arciduca d'Austria, granduca di Toscana” abolì per primo con decreto datato 30 Novembre 1786). SEGUE

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  6. Forse Simplicius non ha tutti i torti sul ruolo centrale di Francia e Germania in Europa. Del resto, come dice Cog, storicamente è sempre stato così.
    E’ vero che l’Europa non è ancora un’entità omogenea, anzi non è ancora una realtà, almeno politicamente e militarmente, ma è essenziale che lo diventi anche per difendersi dallo strapotere degli USA.
    Certamente gli Stati Uniti stanno cercando di far leva sulle disomogeneità secondo la vecchia massima “Divide et impera” .
    Tuttavia non credo che l’Italia possa svolgere un ruolo meno marginale in Europa rimanendo subordinata agli USA. Del resto il proconsole europeo di Bush è Blair, per i motivi di ordine storico e geopolitico che hanno sempre legato l’Inghilterra alla sua ex-colonia, e forse anche per la simpatia tra i due leader, entrambi accomunati da un anacronistico fondamentalismo religioso, e non certo Berlusconi che non era neanche presente al vertice delle Azzorre e che è rimasto piuttosto defilato per tutta la durata del conflitto.
    L’Italia potrebbe avere un ruolo, soprattutto ora che sta per cominciare il semestre italiano di presidenza europea, adoperandosi in un tentativo di effettiva mediazione tra i paesi europei che tenga anche conto della peculiarità dell’Italia quale paese mediterraneo.

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  7. Per quanto riguarda la “nuova identità europea che viene assunta da alcuni strati della popolazione” credo che sia un riflesso dell'ineliminabile bisogno di riconoscersi in una patria.
    Ma oggi i singoli paesi europei sono troppo piccoli, anche la Francia, anche la Germania, per poter rappresentare un punto di riferimento come lo sono gli USA per i propri cittadini.
    Oggi non ci sono che due soluzioni, accettare l’impero americano o costruire qualcosa di diverso. Io preferisco il mondo multipolare a quello unipolare.
    Quanto al fatto che l'opposizione alla guerra in Iraq da parte di Chirac abbia avuto molti più motivi ignobili di quanti non ne abbia di nobili, sono perfettamente d’accordo, ma non mi interessa.
    E poi non vedo perché gli USA possano fare i loro interessi e gli altri no.
    Certamente nel XXI° secolo il colonialismo dovrebbe essere superato, ma non mi sembra che sia così.

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  8. Marivan mi "rubi le citazioni" :-D Comunque quello che reputo veramente anacronistico è che la prima idea per cercare di unire la poltica europea si sia pensato.... ad un bell ESERCITO. Ma è mai possibile che con tante cose che si possono fare di utile si debba sempre cercare di trovare soluzioni armate. E poi da chi ci dovrebbe difendere questo esercito ? dai cinesi ? dai mussulmani ? dagli americani ???
    Mi sembra veramente ridicolo. Perchè non si è pensato INVECE di creare una struttura sanitaria di pronto intervento, AD ESEMPIO, per dare a questa (scusate ma ci vuole) CAZZO DI EUROPA un ruolo UTILE al progresso del mondo. Perchè oltre agli Americani (che fanno quello che vogliono) oltre all' Onu (che non fa nulla) alla Nato (che nessuno capisce a cosa serva ADESSO) e agli eserciti nazionali vogliamo un ENNESIMO corpo armato ???
    L'europa unita dovrebbe esserlo semplicemente perchè è un passo verso l'eliminazione del concetto antiquato di nazione, oramai è SORPASSATO. I problemi sono transnazionali quanto successo in IRAQ evidenzia PROPRIO il fatto che non si può più ragionare in termini di stati poichè ogni azione ha ripercussioni globali. Occorre dare potere POLITICO ad attori Internazionali (possibilmente non sotto controllo unilaterale USA). Non è una questione di europa si o europa no.

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  9. Frizzy non ho capito quali citazioni ti abbia rubato. Quanto all'esercito europeo potrei anche essere d'accordo con te in linea di principio. Nel XXI° secolo la guerra dovrebbe essere ormai anacronistica. Purtroppo non è così. E' vero che al momento noi europei non abbiamo nemici, ma in un mondo dominato dall'iperpotenza americana chi non ha autonoma capacità di difesa rischia di divenire un vassallo dell'iperpotenza stessa o di essere condannato alla totale ininfluenza sullo scacchiere mondiale.
    E gli antichi romani, che se ne intendevano, dicevano "Si vis pacem, para bellum". Poi magari la guerra non si limitavano a prepararla, ma la facevano ed era guerra di conquista.
    L'esercito europeo dovrebbe invece essere uno strumento anche simbolico a dimostrazione della nostra autonomia e della nostra forza. Poi si spera di non doverlo usare.

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  10. il "furto" era la citazione dividi et impera. Ma era appunto IRONICA !!! Se ci continuiamo a rifare al passato come ad un MODELLO DA IMITARE e non come ad un ESEMPIO da non seguire non progrediremo MAI !!!! I romai erano dei primitivi NOI DOVREMMO PROGREDIRE e non REGREDIRE. Se vogliamo la PACE .... facciamo una cosa NUOVA proviamo a costruirla. Altrimenti legittimi anche chi va alle manifestazioni con casco e spranga o chi compra una pistola (che usa solo per DIFESA ovviamente). Io ritengo che ci sia un modo leggermente più moderno ed evoluto di risolvere le dispute. Se dobbiamo creare un esercito simbolico, mettiamo degli spaventapasseri ai nostri confini !!!

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  11. Comunque "divide et impera".
    Si, d'accordo, costruiamo la pace, ma come facciamo a opporci agli Stati Uniti che intendono imporre la propria volontà al mondo con la forza militare? Se l'Europa non diventa ugualmente potente anche militarmente non avrà mai voce in capitolo.

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  12. Marivan .... che vuoi fare ... la guerra agli usa ? :D Guarda che sono solo loro a farlo !!! gli altri usano il terrorismo che certo non si combatte con l'esercito.

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  13. Certo che no. Però o scegliamo la via della pace e non interveniamo più in via subordinata agli USA con forze simboliche di poche migliaia di soldati nelle guerre che interessando a loro oppure ci facciamo un esercito serio e interveniamo come, quando e se ci pare. Quanto al terrorismo internazionale sono perfettamente d'accordo con te, non si combatte certo con gli eserciti. Basta vedere gli avvenimenti di questi giorni che hanno seguito la pretesa vittoria americana in Iraq.

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  14. Non crederò mai che la dimostrazione di forza sia mai servita come deterrente per la pace. L'autorità genrea sempre e comunque ribellione mentre la saggezza genrea spirito di imitazione. Se celebrassimo come eroi i poeti invece che i guerrieri forse avremmo meno ragazzini che si ammazzano di botte allo stadio e più politici che sanno i congiuntivi !!! La cultura è l'unica forma costruttiva per generare la pace. Gli eserciti servono solo a creare instabilità perchè sono il primo gradino del potere il primo passo verso la prevaricazione e l'abuso. Come avevo già sottolineato perchè non creare una forza di intervento d'emergenza europea al posto di un inutile esercito qualcosa che coordini aiuti e necessità in caso di crisi sia essa militare o, come nei due casi tristemente noti dei terremoti in turchia e algeria. Siamo originali, gli americani risolvono tutto a colpi di cannone, perchè noi non proviamo a risolvere i problemi (VERI) con una forza armata della sola voglia di aiutare chi ha bisogno. Questa sarebbe la VERA dimostrazione di FORZA dell'Europa. Costruire o riCostruire non distruggere per poi spartirsi la torta.

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  15. Concordo pienamente con una forza di intervento d'emergenza europea da utilizzare in missioni di pace, per evitare conflitti armati o anche per coordinare aiuti in caso di terremoti ed altri eventi naturali o meno. Però cos'è se non un esercito? Se deve intervenire anche per evitare conflitti, non può comunque essere disarmata. Si tratta pertanto di creare un esercito europeo moderno ed efficiente, anche se non certo a scopi di conquista. Siamo stati sufficientemente guerrafondai e colonialisti nel passato, sarebbe anacronistico esserlo ancora.
    Celebrare i poeti e non i guerrieri. Sono d'accordo, però non vorrei che l'Europa finisse per essere come la Grecia ai tempi dell'impero romano.

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venerdì 2 maggio 2003

IL DESTINO DELL'EUROPA

Ho passato il pomeriggio a leggere  "Paradiso e potere. America ed Europa nel nuovo ordine mondiale" di Robert Kagan, forse perché volevo fornirmi il pretesto per un'arrabbiatura. Infatti, anche per aver letto nei giorni scorsi un estratto del saggio in questione, non ricordo su quale sito, conoscevo le tesi di questo autore, che è uno dei membri del Project of the New American Century, l'organizzazione della destra americana di cui fanno parte molti attuali membri del governo Bush, tra cui il vicepresidente Richard Cheney e il segretario della Difesa, Donald Rumsfeld.  
Per sfogarmi ho messo due commenti incazzati su un sito dall'eloquente titolo antifranza, anche se riconosco che non ha senso.

In sintesi Kagan sostiene:

-         che gli interessi degli Stati Uniti e quelli dell’Europa hanno imboccato strade diverse e che i rapporti tra le due sponde dell’Atlantico sono forse mutati irrimediabilmente, ma che è possibile ricomporre il dissidio purché l’Europa si adegui all’egemonia americana (!), magari contribuendo anche con una propria forza militare purché marginale(!), altrimenti gli USA percorreranno la loro strada da soli e l’Europa risulterà ininfluente;
-         che l’Europa, inetta e superficiale, considererebbe gli Stati Uniti supponenti e unilateralisti, propensi ad un’inutile belligeranza, ma intanto si starebbe godendo il suo “paradiso postmoderno” proprio grazie all’ombrello difensivo degli Stati Uniti;
-         che la maggiore disposizione dell’Europa  ad usare gli strumenti della diplomazia e della mediazione nell’affrontare i pericoli internazionali sarebbe la conseguenza della sua debolezza militare, mentre gli Stati Uniti, rimasti l’unica superpotenza o meglio l’iperpotenza mondiale ritengono di dover usare la loro preponderante forza militare  per espandere ancora di più la propria sfera di influenza, in quanto sono e intendono rimanere la potenza strategica egemone in Asia e in Europa scoraggiando qualsiasi tentativo di sfidarne l’egemonia;
-         che la politica americana, anche prima dell’amministrazione Bush, anche prima dell’11 settembre, si è sempre basata sul fatto che gli Stati Uniti sono una nazione indispensabile, una nazione sopra le altre nazioni, e che la causa dell’America è la causa di tutto il genere umano (!). E del resto questo è il concetto che esce dal documento intitolato “Strategia per la sicurezza nazionale” reso noto dall’ amministrazione Bush nel settembre 2002.

Di fronte a queste argomentazioni, che non sono semplicemente quelle di un teorico, ma  rispecchiano quelle del governo americano e forse della maggioranza del popolo americano,   dovrebbe essere chiaro a tutti i governanti d’Europa che occorre correre ai ripari unificando la politica estera e quella della difesa e costruendo finalmente un forte e moderno esercito europeo, anche se ciò significherà chiedere ai propri cittadini di pagare più tasse e di lavorare di più, nella consapevolezza che le singole nazioni europee, ciascuna per proprio conto, non possono certamente competere con gli Stati Uniti, ma un’ Europa unita anche militarmente si.
Occorre che le nazioni ed i popoli europei acquisiscano quella fiducia e quell’orgoglio nel proprio destino che gli americani hanno condiviso fin dallo loro costituzione.
Come cittadina italiana ed europea spero che proprio questa arroganza americana  valga a far nascere un sentimento di orgoglio nei paesi europei.
Purtroppo se da parte di Francia e Germania questo sentimento c’è, non lo vedo altrove. Ieri c’è stato un incontro tra Francia, Germania, Belgio e Lussemburgo. I giornali italiani quasi non ne hanno parlato. Oggi l’argomento principale è la condanna di Previti, segue la polmonite atipica, infine l’Iraq con l’episodio di Felluja.
Purtroppo l’Inghilterra è sempre stata euroscettica, anche perché Blair aspira a fare il proconsole americano in Europa.
Quanto all’Italia, dovrebbe essere chiaro ai nostri governanti, ma temo che non lo sarà mai, che mentre si potrebbe giocare un ruolo importante in Europa, perché possiamo stare alla pari con gli altri grandi paesi europei, di fronte agli Stati Uniti l’unico ruolo che ci è riservato è quello dei  vassalli.

15 commenti:

  1. Come vedo anche tu sei disgustata da questa megalomania Americana e mi fa piacere, quello che però non condivido è il prendere gli americani come esempio. Credo nell'europa unita perchè credo che un giorno (utopia) smetteremo di avere confini in tutto il mondo. Non credo di doverci abbassare a diventare come gli americani. I poveri americani soffrono di questa sindrome da prestazioni perchè poveretti hanno 5.000 anni di storia da recuperare e vogliono farlo in fretta. Gli stati uniti sono nati da un atto di terrorimo e da una guerra contro una nazione sovrana. Sono nati con le mani macchiate di sangue del genocidio sistematico di tutte le popolazioni native. Sono nati dallo sfruttamento dei milioni di schiavi usati come bestie. Sono nati dal razzismo ancora oggi imperante. E adesso in una decina di anni vogliono farci credere che solo loro sanno fare una democrazia ???? Beh non voglio proprio sentirmi orgiglioso come loro ... non andrò mai a sventolare la mia bandiera azzurra a stelle (pure quelle gli abbiamo copiato) dicendo che l'europa DEVE imporre la democrazia a chi non gliel'ha chiesta. Sono completamente d'accordo che si deve trovare un unità di opinioni e di idee per l'europa ma... guardiamo nel nostro passato NOI che ne abbiamo uno. Prefersico imparare dai MIEI sbagli che da quelli degli altri. Le divisioni europee sono FOMENTATE dagli USA. MA questa tattica l'hanno inventata i romani (Dividi et Impera) adesso ce la dobbiamo RICOMPRARE pagando gli interessi ?? No grazie

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  2. Scusa il tono magari un po' brusco, ma forse, prima di partire lancia in resta a spendere soldi per armamenti sarebbe bene fermarsi a pensare dove si andrà poi a finire. Proprio oggi un amico sociologo mi raccontava della nuova identità europea che viene assunta da alcuni strati della popolazione, e il tuo post, assieme al commento di frizzle_fry viene proprio a puntino. Però rispondo a voi come ho risposto a lui: siamo poi sicuri che l'Europa sia una realtà altrettanto omogenea quanto quella degli stati nazionali che la compongono? A me pare che Europa oggi voglia dire soprattutto Francia e Germania, e guarda che non si tratta di un caso: l'area compresa fra la Ruhr, l Francia del Nord, il Belgio e il Lussemburgo sta emergendo come il centro forte di questa Europa in termini non solo di economia, ma anche di integrazione di infrastrutture. Di fronte a questa realtà l'Italia, la Spagna e la Gran Bretagna (per non parlare dell'Europa dell'Est) rischiano di finire con ricoprire un ruolo marginale come lo è la loro geografia.
    Inoltre non bisogna dimenticare che una parte del conflitto fra Francia e America è dovuto al fatto che la Francia non ha mai rinunciato del tutto al suo impero coloniale e l'opposizione alla guerra in Iraq da parte di Chirac ha molti più motivi ignobili di quanti non ne abbia di nobili. Sei allora sicura che valga la pena di battersi per tutto questo? Io ci penserei su un po' di più. Ciao.

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  3. Cara Marivan, complimenti per i tuoi blog e per il tuo bel sito web sul quale, tra l’altro, mi ospiti. Occorre, se vorremmo avere in futuro un qualche ruolo, un’Europa forte ed (almeno sui fattori determinanti) unita. Anche (e perché no?) “dall’Atlantico agli Urali”. Penso che storicamente, fin dai tempi del Sacro Romano Impero, nel bene e nel male, gli impulsi comunque più significativi alla civiltà dell’Europa occidentale siano venuti da Francia, Germania (intesa anche come popoli tedeschi e quindi inclusa l’Austria) e Papato (inteso come erede del cristianesimo e della romanità). I periodi di concordia fra queste componenti hanno fatto la forza dell’Europa, le divisioni e le guerre ne hanno reso evidente la debolezza. Nell’Oriente europeo nei secoli passati funzione trainante l’ha svolta il grande impero russo, erede della tradizione bizantina e ortodossa (“Mosca, terza Roma”), poi più recentemente, sotto le specie del comunismo moscovita e fino alla sua morte per “implosione”, l’Unione Sovietica. SEGUE

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  4. CONCLUSIONE
    Non potrà farlo finché qualche servo sciocco “più realista del re” si accoderà sempre e comunque agli Stati Uniti, anche quando sbagliano e qualunque siano in quel momento le forze che ne determinano le scelte. Così facendo, e di questo se ne dovrebbe render conto soprattutto Blair (Berlusconi ed Aznar non li considero) non si aiutano né gli Stati Uniti ad esprimere il meglio di sé, né l’Europa ad avere un proprio ruolo. Ma il discorso è lungo ed andrà ripreso. Ti saluto con stima ed affetto. COG

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  5. SEGUITO
    L’Inghilterra è sempre stata un’isola ed è diventata grande fuori dall’Europa, con l’espansione coloniale. Lo stesso,a parte l’isola, vale per la Spagna (ed anche, in misura minore, per il Portogallo), che quando è stata grande lo è stata per le sue colonie piuttosto che per il ruolo da lei svolto (salvo brevi parentesi) in Europa. Anche la Francia è stata potenza coloniale, ma non ha mai rinunciato a un suo ruolo europeo scandendone passaggi fondamentali, uno per tutti: la Rivoluzione francese. Quindi, semplifico un po’ e vado per grandi linee, ma spero si comprenda il senso del discorso, anche alla luce di recenti avvenimenti internazionali, da una parte abbiamo visto l’essenza dell’Europa (Francia, Germania, Vaticano, più la Russia) dall’altra tutto il resto. Penso che, di fronte alla sempre più intollerante strapotenza economica-politico-culturale-militare americana, oggi contrastata a livello planetario solo dal sorgere della potenza economica cinese da una parte e, su un piano ideologico-culturale, dal risorgere preoccupante di un ancor più intollerante fondamentalismo islamico (effetto tremendo anche della caduta di molte altre ideologie), la tollerante Europa debba svolgere un suo ruolo di civiltà e di progresso (ad es. negli USA nel 2003 è ancora in vigore la pena di morte che Pietro Leopoldo “per grazia di Dio, principe reale d'Ungheria e di Boemia, arciduca d'Austria, granduca di Toscana” abolì per primo con decreto datato 30 Novembre 1786). SEGUE

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  6. Forse Simplicius non ha tutti i torti sul ruolo centrale di Francia e Germania in Europa. Del resto, come dice Cog, storicamente è sempre stato così.
    E’ vero che l’Europa non è ancora un’entità omogenea, anzi non è ancora una realtà, almeno politicamente e militarmente, ma è essenziale che lo diventi anche per difendersi dallo strapotere degli USA.
    Certamente gli Stati Uniti stanno cercando di far leva sulle disomogeneità secondo la vecchia massima “Divide et impera” .
    Tuttavia non credo che l’Italia possa svolgere un ruolo meno marginale in Europa rimanendo subordinata agli USA. Del resto il proconsole europeo di Bush è Blair, per i motivi di ordine storico e geopolitico che hanno sempre legato l’Inghilterra alla sua ex-colonia, e forse anche per la simpatia tra i due leader, entrambi accomunati da un anacronistico fondamentalismo religioso, e non certo Berlusconi che non era neanche presente al vertice delle Azzorre e che è rimasto piuttosto defilato per tutta la durata del conflitto.
    L’Italia potrebbe avere un ruolo, soprattutto ora che sta per cominciare il semestre italiano di presidenza europea, adoperandosi in un tentativo di effettiva mediazione tra i paesi europei che tenga anche conto della peculiarità dell’Italia quale paese mediterraneo.

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  7. Per quanto riguarda la “nuova identità europea che viene assunta da alcuni strati della popolazione” credo che sia un riflesso dell'ineliminabile bisogno di riconoscersi in una patria.
    Ma oggi i singoli paesi europei sono troppo piccoli, anche la Francia, anche la Germania, per poter rappresentare un punto di riferimento come lo sono gli USA per i propri cittadini.
    Oggi non ci sono che due soluzioni, accettare l’impero americano o costruire qualcosa di diverso. Io preferisco il mondo multipolare a quello unipolare.
    Quanto al fatto che l'opposizione alla guerra in Iraq da parte di Chirac abbia avuto molti più motivi ignobili di quanti non ne abbia di nobili, sono perfettamente d’accordo, ma non mi interessa.
    E poi non vedo perché gli USA possano fare i loro interessi e gli altri no.
    Certamente nel XXI° secolo il colonialismo dovrebbe essere superato, ma non mi sembra che sia così.

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  8. Marivan mi "rubi le citazioni" :-D Comunque quello che reputo veramente anacronistico è che la prima idea per cercare di unire la poltica europea si sia pensato.... ad un bell ESERCITO. Ma è mai possibile che con tante cose che si possono fare di utile si debba sempre cercare di trovare soluzioni armate. E poi da chi ci dovrebbe difendere questo esercito ? dai cinesi ? dai mussulmani ? dagli americani ???
    Mi sembra veramente ridicolo. Perchè non si è pensato INVECE di creare una struttura sanitaria di pronto intervento, AD ESEMPIO, per dare a questa (scusate ma ci vuole) CAZZO DI EUROPA un ruolo UTILE al progresso del mondo. Perchè oltre agli Americani (che fanno quello che vogliono) oltre all' Onu (che non fa nulla) alla Nato (che nessuno capisce a cosa serva ADESSO) e agli eserciti nazionali vogliamo un ENNESIMO corpo armato ???
    L'europa unita dovrebbe esserlo semplicemente perchè è un passo verso l'eliminazione del concetto antiquato di nazione, oramai è SORPASSATO. I problemi sono transnazionali quanto successo in IRAQ evidenzia PROPRIO il fatto che non si può più ragionare in termini di stati poichè ogni azione ha ripercussioni globali. Occorre dare potere POLITICO ad attori Internazionali (possibilmente non sotto controllo unilaterale USA). Non è una questione di europa si o europa no.

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  9. Frizzy non ho capito quali citazioni ti abbia rubato. Quanto all'esercito europeo potrei anche essere d'accordo con te in linea di principio. Nel XXI° secolo la guerra dovrebbe essere ormai anacronistica. Purtroppo non è così. E' vero che al momento noi europei non abbiamo nemici, ma in un mondo dominato dall'iperpotenza americana chi non ha autonoma capacità di difesa rischia di divenire un vassallo dell'iperpotenza stessa o di essere condannato alla totale ininfluenza sullo scacchiere mondiale.
    E gli antichi romani, che se ne intendevano, dicevano "Si vis pacem, para bellum". Poi magari la guerra non si limitavano a prepararla, ma la facevano ed era guerra di conquista.
    L'esercito europeo dovrebbe invece essere uno strumento anche simbolico a dimostrazione della nostra autonomia e della nostra forza. Poi si spera di non doverlo usare.

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  10. il "furto" era la citazione dividi et impera. Ma era appunto IRONICA !!! Se ci continuiamo a rifare al passato come ad un MODELLO DA IMITARE e non come ad un ESEMPIO da non seguire non progrediremo MAI !!!! I romai erano dei primitivi NOI DOVREMMO PROGREDIRE e non REGREDIRE. Se vogliamo la PACE .... facciamo una cosa NUOVA proviamo a costruirla. Altrimenti legittimi anche chi va alle manifestazioni con casco e spranga o chi compra una pistola (che usa solo per DIFESA ovviamente). Io ritengo che ci sia un modo leggermente più moderno ed evoluto di risolvere le dispute. Se dobbiamo creare un esercito simbolico, mettiamo degli spaventapasseri ai nostri confini !!!

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  11. Comunque "divide et impera".
    Si, d'accordo, costruiamo la pace, ma come facciamo a opporci agli Stati Uniti che intendono imporre la propria volontà al mondo con la forza militare? Se l'Europa non diventa ugualmente potente anche militarmente non avrà mai voce in capitolo.

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  12. Marivan .... che vuoi fare ... la guerra agli usa ? :D Guarda che sono solo loro a farlo !!! gli altri usano il terrorismo che certo non si combatte con l'esercito.

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  13. Certo che no. Però o scegliamo la via della pace e non interveniamo più in via subordinata agli USA con forze simboliche di poche migliaia di soldati nelle guerre che interessando a loro oppure ci facciamo un esercito serio e interveniamo come, quando e se ci pare. Quanto al terrorismo internazionale sono perfettamente d'accordo con te, non si combatte certo con gli eserciti. Basta vedere gli avvenimenti di questi giorni che hanno seguito la pretesa vittoria americana in Iraq.

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  14. Non crederò mai che la dimostrazione di forza sia mai servita come deterrente per la pace. L'autorità genrea sempre e comunque ribellione mentre la saggezza genrea spirito di imitazione. Se celebrassimo come eroi i poeti invece che i guerrieri forse avremmo meno ragazzini che si ammazzano di botte allo stadio e più politici che sanno i congiuntivi !!! La cultura è l'unica forma costruttiva per generare la pace. Gli eserciti servono solo a creare instabilità perchè sono il primo gradino del potere il primo passo verso la prevaricazione e l'abuso. Come avevo già sottolineato perchè non creare una forza di intervento d'emergenza europea al posto di un inutile esercito qualcosa che coordini aiuti e necessità in caso di crisi sia essa militare o, come nei due casi tristemente noti dei terremoti in turchia e algeria. Siamo originali, gli americani risolvono tutto a colpi di cannone, perchè noi non proviamo a risolvere i problemi (VERI) con una forza armata della sola voglia di aiutare chi ha bisogno. Questa sarebbe la VERA dimostrazione di FORZA dell'Europa. Costruire o riCostruire non distruggere per poi spartirsi la torta.

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  15. Concordo pienamente con una forza di intervento d'emergenza europea da utilizzare in missioni di pace, per evitare conflitti armati o anche per coordinare aiuti in caso di terremoti ed altri eventi naturali o meno. Però cos'è se non un esercito? Se deve intervenire anche per evitare conflitti, non può comunque essere disarmata. Si tratta pertanto di creare un esercito europeo moderno ed efficiente, anche se non certo a scopi di conquista. Siamo stati sufficientemente guerrafondai e colonialisti nel passato, sarebbe anacronistico esserlo ancora.
    Celebrare i poeti e non i guerrieri. Sono d'accordo, però non vorrei che l'Europa finisse per essere come la Grecia ai tempi dell'impero romano.

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