lunedì 17 marzo 2003

NUOVO ORDINE MONDIALE?

L'ordine nato dalla seconda guerra mondiale vedeva il mondo contrapposto in due blocchi. L'alleanza tra gli Stati Uniti e l'Europa Occidentale poggiava sulla difesa dei valori della civiltà occidentale (modello politico liberale, economia di mercato) contro il nuovo ordine instaurato dall'URSS e dagli altri paesi del "comunismo realizzato". Il comune interesse era il contenimento del comunismo.
Dopo il crollo dei regimi comunisti simboleggiato dall'abbattimento del muro di Berlino, si è parlato di un mondo di pace e addirittura di fine della storia. Ma non è stato così e lo hanno già dimostrato le numerose guerre che hanno insanguinato il mondo da allora.
Ma questa crisi irachena ha reso evidente che i rapporti tra Stati Uniti ed Europa non sono più gli stessi. L'ordine "atlantico" costruito dopo la seconda guerra mondiale non esiste più.
La questione non è tanto che la Francia, la Germania, la Russia e la Cina abbiano una visione comune sulla crisi irachena contrapposta a quella degli Stati Uniti, quanto che il continente euroasiatico si contrappone a quello americano, e l'Europa e il suo modello culturale e sociale agli Stati Uniti e al mondo anglosassone.
Molti paventano questo nuovo ordine mondiale e auspicano che l'Europa non si allontani dall'altra sponda dell'atlantico, anche perchè non avrebbe niente da guadagnarci. L'attuale crisi sarebbe solo la manifestazione di anacronistici nazionalismi, francese e tedesco. Le due nazioni, che avrebbero firmato contratti vantaggiosissimi con l'attuale regime iracheno e non vorrebbero vederli vanificati, intenderebbero riacquistare il potere perduto e dominare l'Europa.
Credo che in queste critiche ci sia sicuramente del vero, ma non per questo mi piacciono di più i comportamenti arroganti ed egemonici degli Stati Uniti.
L'Europa nel suo complesso dovrebbe assumere una posizione forte, anche divergente da quella degli Stati Uniti che non possono arrogarsi il diritto di imporre il proprio ordine e la propria visione al resto del mondo. Purtroppo ne siamo ben lontani. E quindi se ci sono due Stati Europei che questa posizione ce l'hanno è inevitabile che cerchino di assumere un ruolo di guida.
Nazioni come l'Italia potrebbero fare di più in questa situazione. Purtroppo l'Italia non ha mai avuto una forte coscienza nazionale, come se ancora risentisse, dopo 1600 anni, della caduta dell'Impero Romano. Da allora in poi non siamo più stati in grado di risalire, almeno dal punto di vista politico e militare.
E il nostro governo non sa che pesci prendere. Rispetto a qualche tempo fa la sua posizione è diventata più oscillante, dopo un primo entusiastico allineamento alle posizioni degli Stati Uniti, forse a causa della posizione del Vaticano, forse a causa dei sondaggi di opinione, o dell'una e degli altri, tant'è che al vertice delle Azzorre Berlusconi non c'era.
Ci sarà qualche dichiarazione ufficiale di fronte alla guerra imminente ? 


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lunedì 17 marzo 2003

NUOVO ORDINE MONDIALE?

L'ordine nato dalla seconda guerra mondiale vedeva il mondo contrapposto in due blocchi. L'alleanza tra gli Stati Uniti e l'Europa Occidentale poggiava sulla difesa dei valori della civiltà occidentale (modello politico liberale, economia di mercato) contro il nuovo ordine instaurato dall'URSS e dagli altri paesi del "comunismo realizzato". Il comune interesse era il contenimento del comunismo.
Dopo il crollo dei regimi comunisti simboleggiato dall'abbattimento del muro di Berlino, si è parlato di un mondo di pace e addirittura di fine della storia. Ma non è stato così e lo hanno già dimostrato le numerose guerre che hanno insanguinato il mondo da allora.
Ma questa crisi irachena ha reso evidente che i rapporti tra Stati Uniti ed Europa non sono più gli stessi. L'ordine "atlantico" costruito dopo la seconda guerra mondiale non esiste più.
La questione non è tanto che la Francia, la Germania, la Russia e la Cina abbiano una visione comune sulla crisi irachena contrapposta a quella degli Stati Uniti, quanto che il continente euroasiatico si contrappone a quello americano, e l'Europa e il suo modello culturale e sociale agli Stati Uniti e al mondo anglosassone.
Molti paventano questo nuovo ordine mondiale e auspicano che l'Europa non si allontani dall'altra sponda dell'atlantico, anche perchè non avrebbe niente da guadagnarci. L'attuale crisi sarebbe solo la manifestazione di anacronistici nazionalismi, francese e tedesco. Le due nazioni, che avrebbero firmato contratti vantaggiosissimi con l'attuale regime iracheno e non vorrebbero vederli vanificati, intenderebbero riacquistare il potere perduto e dominare l'Europa.
Credo che in queste critiche ci sia sicuramente del vero, ma non per questo mi piacciono di più i comportamenti arroganti ed egemonici degli Stati Uniti.
L'Europa nel suo complesso dovrebbe assumere una posizione forte, anche divergente da quella degli Stati Uniti che non possono arrogarsi il diritto di imporre il proprio ordine e la propria visione al resto del mondo. Purtroppo ne siamo ben lontani. E quindi se ci sono due Stati Europei che questa posizione ce l'hanno è inevitabile che cerchino di assumere un ruolo di guida.
Nazioni come l'Italia potrebbero fare di più in questa situazione. Purtroppo l'Italia non ha mai avuto una forte coscienza nazionale, come se ancora risentisse, dopo 1600 anni, della caduta dell'Impero Romano. Da allora in poi non siamo più stati in grado di risalire, almeno dal punto di vista politico e militare.
E il nostro governo non sa che pesci prendere. Rispetto a qualche tempo fa la sua posizione è diventata più oscillante, dopo un primo entusiastico allineamento alle posizioni degli Stati Uniti, forse a causa della posizione del Vaticano, forse a causa dei sondaggi di opinione, o dell'una e degli altri, tant'è che al vertice delle Azzorre Berlusconi non c'era.
Ci sarà qualche dichiarazione ufficiale di fronte alla guerra imminente ? 


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