mercoledì 26 marzo 2003

BLOG DI GUERRA

Sul Corriere della Sera di oggi, 26.3.2003 compare un articolo dal titolo : Iraq, la guerra dei blog invade la Rete, che dà notizia di alcuni siti indipendenti che raccolgono le opinioni dei soldati americani e dei sostenitori delle ragioni dell'Iraq.
Da una parte gli americani con «The Primary Main Objective», (L'obiettivo primario) e Lt-Smash.com.  , creati per raccogliere impressioni, idee, commenti e anche invettive dei soldati.
E dall'altra un misterioso iracheno che si firma Salam Pax (le parole che in arabo e latino significano pace) e che scrive un blog (un diario internet) da Bagdad . Quest'ultimo sta diventando una celebrità , sulla rete, con i suoi resoconti di prima mano dalla città  bombardata. Ovviamente si oppone all'invasione del suo Paese, senza tuttavia risparmiare le critiche alla classe dirigente dell'Iraq. Si apre con una massima di Samuel P. Huntington, professore di studi strategici di Harvard, che recita: «L'occidente ha conquistato il mondo non per la superiorità delle sue idee o dei suoi valori o della sua religione ma piuttosto per la sua superiorità  nell'applicare la violenza organizzata. Gli occidentali spesso dimenticano questo fatto, i non occidentali non lo dimenticano mai». Mi è sembrato interessante, per capire l'opinione dell'autore del sito, il "post" del 16 marzo scorso dove si afferma che nessuno in Iraq desidera la guerra, desidera essere bombardato, perché nessuno vuole suicidarsi. Che portare la democrazia con le bombe sarà  anche un bel pensiero, ma nessun iracheno lo gradisce. Che la situazione avrebbe potuto essere risolta in maniera diversa se gli occidentali si fossero posti il problema di risolverla già  all'indomani della prima guerra del golfo, invece di lasciar incancrenire i problemi e ricorrere alle sanzioni che hanno danneggiato solo il popolo, ma non il regime.Che in Iraq fino alla guerra del golfo il fondamentalismo islamico non si conosceva, le donne non portavano il velo, non c'era separazione tra i sessi e che tutto ciò è stato solo una conseguenza di quella guerra.
Devo dire che non è molto facile collegarsi con i tre siti (peraltro quello iracheno ha ripreso a trasmettere dopo due giorni di black out), ma vale la pena tentare.

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Sul Corriere della Sera di oggi, 26.3.2003 compare un articolo dal titolo : Iraq, la guerra dei blog invade la Rete, che dà notizia di alcuni siti indipendenti che raccolgono le opinioni dei soldati americani e dei sostenitori delle ragioni dell'Iraq.
Da una parte gli americani con «The Primary Main Objective», (L'obiettivo primario) e Lt-Smash.com.  , creati per raccogliere impressioni, idee, commenti e anche invettive dei soldati.
E dall'altra un misterioso iracheno che si firma Salam Pax (le parole che in arabo e latino significano pace) e che scrive un blog (un diario internet) da Bagdad . Quest'ultimo sta diventando una celebrità , sulla rete, con i suoi resoconti di prima mano dalla città  bombardata. Ovviamente si oppone all'invasione del suo Paese, senza tuttavia risparmiare le critiche alla classe dirigente dell'Iraq. Si apre con una massima di Samuel P. Huntington, professore di studi strategici di Harvard, che recita: «L'occidente ha conquistato il mondo non per la superiorità delle sue idee o dei suoi valori o della sua religione ma piuttosto per la sua superiorità  nell'applicare la violenza organizzata. Gli occidentali spesso dimenticano questo fatto, i non occidentali non lo dimenticano mai». Mi è sembrato interessante, per capire l'opinione dell'autore del sito, il "post" del 16 marzo scorso dove si afferma che nessuno in Iraq desidera la guerra, desidera essere bombardato, perché nessuno vuole suicidarsi. Che portare la democrazia con le bombe sarà  anche un bel pensiero, ma nessun iracheno lo gradisce. Che la situazione avrebbe potuto essere risolta in maniera diversa se gli occidentali si fossero posti il problema di risolverla già  all'indomani della prima guerra del golfo, invece di lasciar incancrenire i problemi e ricorrere alle sanzioni che hanno danneggiato solo il popolo, ma non il regime.Che in Iraq fino alla guerra del golfo il fondamentalismo islamico non si conosceva, le donne non portavano il velo, non c'era separazione tra i sessi e che tutto ciò è stato solo una conseguenza di quella guerra.
Devo dire che non è molto facile collegarsi con i tre siti (peraltro quello iracheno ha ripreso a trasmettere dopo due giorni di black out), ma vale la pena tentare.

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