sabato 20 marzo 2004

Iraq un anno dopo : ne è valsa la pena?

Un anno è passato dall’attacco angloamericano all’Iraq. Ne è valsa la pena?

Ferve il dibattito tra chi ritiene ancora oggi valide le motivazioni dell’attacco e chi sostiene esattamente il contrario.
Sicuramente per ora gli Stati Uniti hanno perso la pace. La democrazia in Iraq è ancora un miraggio e se i liberatori o gli occupanti (dipende dai punti di vista) se ne andassero si scatenerebbe una guerra civile dalla quale uscirebbe probabilmente vittoriosa una teocrazia islamica, e quindi un regime non meno sanguinario di quello di Saddam Hussein. Ma soprattutto durante quest’anno gli attentati terroristici si sono moltiplicati e non solo in Medio Oriente. Il mondo non è certo più sicuro, e proprio in conseguenza della guerra Al Qaeda ha potuto fare dell’Iraq la base principale per l’attacco all’Occidente.
Sono del parere, e i fatti mi sembra lo abbiano dimostrato, che la guerra non serva a battere il terrorismo e che la democrazia non si importi con la forza.
Purtroppo però la situazione è talmente precipitata che probabilmente abbandonare ora l’Iraq sarebbe probabilmente un altro errore. I fondamentalisti islamici potrebbero pensare di avere vinto, anche se eccessiva mi pare l’opinione per la quale le elezioni spagnole le avrebbe vinte Al Qaeda.
Si dimostra indispensabile un impegno concreto e unitario da parte dell’Europa, anche di intervento, ma non solo, senza il quale gli Stati Uniti continueranno a svolgere il ruolo di gendarme del mondo e l’Europa diventerà sempre più secondaria nella determinazione della politica mondiale. Per ora mi sembra si stiano facendo solo discorsi,  anche se mi sembra eccessivo parlare di spirito di Monaco.

1 commento:

sabato 20 marzo 2004

Iraq un anno dopo : ne è valsa la pena?

Un anno è passato dall’attacco angloamericano all’Iraq. Ne è valsa la pena?

Ferve il dibattito tra chi ritiene ancora oggi valide le motivazioni dell’attacco e chi sostiene esattamente il contrario.
Sicuramente per ora gli Stati Uniti hanno perso la pace. La democrazia in Iraq è ancora un miraggio e se i liberatori o gli occupanti (dipende dai punti di vista) se ne andassero si scatenerebbe una guerra civile dalla quale uscirebbe probabilmente vittoriosa una teocrazia islamica, e quindi un regime non meno sanguinario di quello di Saddam Hussein. Ma soprattutto durante quest’anno gli attentati terroristici si sono moltiplicati e non solo in Medio Oriente. Il mondo non è certo più sicuro, e proprio in conseguenza della guerra Al Qaeda ha potuto fare dell’Iraq la base principale per l’attacco all’Occidente.
Sono del parere, e i fatti mi sembra lo abbiano dimostrato, che la guerra non serva a battere il terrorismo e che la democrazia non si importi con la forza.
Purtroppo però la situazione è talmente precipitata che probabilmente abbandonare ora l’Iraq sarebbe probabilmente un altro errore. I fondamentalisti islamici potrebbero pensare di avere vinto, anche se eccessiva mi pare l’opinione per la quale le elezioni spagnole le avrebbe vinte Al Qaeda.
Si dimostra indispensabile un impegno concreto e unitario da parte dell’Europa, anche di intervento, ma non solo, senza il quale gli Stati Uniti continueranno a svolgere il ruolo di gendarme del mondo e l’Europa diventerà sempre più secondaria nella determinazione della politica mondiale. Per ora mi sembra si stiano facendo solo discorsi,  anche se mi sembra eccessivo parlare di spirito di Monaco.

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