Un anno è passato dall’attacco angloamericano all’Iraq. Ne è valsa la pena?
Ferve il dibattito tra chi ritiene ancora oggi valide le motivazioni dell’attacco e chi sostiene esattamente il contrario.
Sicuramente per ora gli Stati Uniti hanno perso la pace. La democrazia in Iraq è ancora un miraggio e se i liberatori o gli occupanti (dipende dai punti di vista) se ne andassero si scatenerebbe una guerra civile dalla quale uscirebbe probabilmente vittoriosa una teocrazia islamica, e quindi un regime non meno sanguinario di quello di Saddam Hussein. Ma soprattutto durante quest’anno gli attentati terroristici si sono moltiplicati e non solo in Medio Oriente. Il mondo non è certo più sicuro, e proprio in conseguenza della guerra Al Qaeda ha potuto fare dell’Iraq la base principale per l’attacco all’Occidente.
Sono del parere, e i fatti mi sembra lo abbiano dimostrato, che la guerra non serva a battere il terrorismo e che la democrazia non si importi con la forza.
Purtroppo però la situazione è talmente precipitata che probabilmente abbandonare ora l’Iraq sarebbe probabilmente un altro errore. I fondamentalisti islamici potrebbero pensare di avere vinto, anche se eccessiva mi pare l’opinione per la quale le elezioni spagnole le avrebbe vinte Al Qaeda.
Si dimostra indispensabile un impegno concreto e unitario da parte dell’Europa, anche di intervento, ma non solo, senza il quale gli Stati Uniti continueranno a svolgere il ruolo di gendarme del mondo e l’Europa diventerà sempre più secondaria nella determinazione della politica mondiale. Per ora mi sembra si stiano facendo solo discorsi, anche se mi sembra eccessivo parlare di spirito di Monaco.
D'accordo su tutta la linea.Ciao.Alain
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