martedì 18 novembre 2003

Tricolore



Credo che sia un gesto significativo quello di esporre il tricolore nel giorno del lutto nazionale, come omaggio al sacrificio di diciannove italiani caduti servendo il loro paese, impegnati in una missione umanitaria a favore di chi soffre perché vive l'orrore della guerra e spera nella pace.
Questo indipendentemente da qualsiasi considerazione sull'opportunità  di una missione che a guerra ancora in corso può sembrare prematura e addirittura rischia di apparire come una forma di appoggio alla guerra di Bush che gran parte dell'opinione pubblica del paese non condivide, come hanno dimostrato le numerose e affollate manifestazioni per la pace della scorsa primavera.
Ma il dolore e l'emozione di tutti i cittadini italiani di fronte alla strage di Nassirya, di fronte alla brutalità del fanatismo terrorista, devono esprimersi anche attraverso i simboli e il tricolore è simbolo dell'unità  nazionale.
Pertanto tante amministrazioni locali invitano ad esporre la bandiera italiana per esprimere la solidarietà  umana di tutti i cittadini verso le famiglie e gli amici dei giovani italiani e iracheni uccisi a Nassiriya.
Spero che le bandiere siano molte e che si cominci a superare quella specie di malessere nazionale che impedisce a noi italiani di esprimere l'appartenenza al nostro paese, diversamente da quanto avviene altrove.
Fino ad oggi nei confronti della bandiera c'era assoluta indifferenza, se non addirittura rifiuto, tranne che in occasione delle partite di calcio.
Le cause di questa indifferenza sono molte: il patriottismo ridicolo e becero del fascismo, una guerra perduta, una memoria nazionale divisa tra fazioni inconciliabili, le ideologie internazionaliste del dopoguerra (comunismo, pacifismo), il cattolicesimo, hanno fatto si che le generazioni del dopoguerra siano state abituate a deridere i simboli tradizionali.
Ma forse cominciamo a renderci conto che a noi manca qualcosa e che il sentimento nazionale può essere espresso con orgoglio.

8 commenti:

  1. Fino a qualche giorno fa si poteva inserire un'immagine semplicemente digitando l'url della stessa. Ora non è più possibile. Io sto usando "Front Page", copio il codice html e lo incollo nel post. Mi si dice però che non si vede l'immagine. Io però dal mio computer la vedo.

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  2. Sono d'accordo con quanto esprimi qui ora e con i tuoi post precedenti sulla tragica vicenda di Nassirya. Mi sembra giusto e doveroso rendere onore ai caduti italiani e oggi vogliamo e dobbiamo farlo, come altrettanto oggi mi sembra giusto e doveroso ribadire che in Irak, a guerra non conclusa, (quand'anche ci fossimo andati con le migliori intenzioni) non bisognava esserci. Siamo stati identificati come forza occupante. Questi morti dovranno pesare sulla miopia politica o sulla cattiva coscienza dei nostri governanti, che hanno ritirato, perchè sembrava loro che ci fosse troppo pericolo, il grosso delle truppe dall'Afghanistan (ed eravamo sotto mandato internazionale) e non hanno pensato alla reale situazione irakena. Penso anch'io che ora dovremo attendere, per venircene via, che lo abbiano fatto prima gli americani o, quantomeno, gli inglesi.

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  3. Ho i miei dubbi su quanto sostieni....orgoglio nazionale?Fratellanza?Questi valori vanno costruiti con il tempo...e non solo nei momenti tristi.Un bacio

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  4. Sentita più volte in Inghilterra, in questi giorni, da mia figlia: "Ci dispiace per i vostri morti, ma non sappiamo cosa ci facciano ora gli italiani in Irak, la guerra l'abbiamo fatta noi e loro non l'hanno fatta, ma meglio così, tanto non la sanno fare..."

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  5. Sono d'accordo che certi valori vanno costruiti con il tempo, ma da qualche parte si deve pur cominciare.
    Quanto alle supposte critiche inglesi, se le tengano.
    Anzi è l'ora di farla finita con la presupposta incapacità degli italiani nel fare la guerra o qualsiasi altra cosa.
    I fatti della seconda guerra mondiale non ci possono marchiare per sempre.
    Poi si può criticare il fatto di essere andati in Iraq senza una copertura internazionale e di aver commesso errori tecnici in fatto di misure di sicurezza.

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  6. anche se da un solo episodio non è giusto trarre considerazioni generali è pur vero che la strage di Nassiriya ha dimostrato in modo inequivocabile una carenza difensiva del nostro contingente :se queste sono le nostre capacità militari bisogna riconoscere che le critiche inglesi hanno un buon fondamento.

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martedì 18 novembre 2003

Tricolore



Credo che sia un gesto significativo quello di esporre il tricolore nel giorno del lutto nazionale, come omaggio al sacrificio di diciannove italiani caduti servendo il loro paese, impegnati in una missione umanitaria a favore di chi soffre perché vive l'orrore della guerra e spera nella pace.
Questo indipendentemente da qualsiasi considerazione sull'opportunità  di una missione che a guerra ancora in corso può sembrare prematura e addirittura rischia di apparire come una forma di appoggio alla guerra di Bush che gran parte dell'opinione pubblica del paese non condivide, come hanno dimostrato le numerose e affollate manifestazioni per la pace della scorsa primavera.
Ma il dolore e l'emozione di tutti i cittadini italiani di fronte alla strage di Nassirya, di fronte alla brutalità del fanatismo terrorista, devono esprimersi anche attraverso i simboli e il tricolore è simbolo dell'unità  nazionale.
Pertanto tante amministrazioni locali invitano ad esporre la bandiera italiana per esprimere la solidarietà  umana di tutti i cittadini verso le famiglie e gli amici dei giovani italiani e iracheni uccisi a Nassiriya.
Spero che le bandiere siano molte e che si cominci a superare quella specie di malessere nazionale che impedisce a noi italiani di esprimere l'appartenenza al nostro paese, diversamente da quanto avviene altrove.
Fino ad oggi nei confronti della bandiera c'era assoluta indifferenza, se non addirittura rifiuto, tranne che in occasione delle partite di calcio.
Le cause di questa indifferenza sono molte: il patriottismo ridicolo e becero del fascismo, una guerra perduta, una memoria nazionale divisa tra fazioni inconciliabili, le ideologie internazionaliste del dopoguerra (comunismo, pacifismo), il cattolicesimo, hanno fatto si che le generazioni del dopoguerra siano state abituate a deridere i simboli tradizionali.
Ma forse cominciamo a renderci conto che a noi manca qualcosa e che il sentimento nazionale può essere espresso con orgoglio.

8 commenti:

  1. Fino a qualche giorno fa si poteva inserire un'immagine semplicemente digitando l'url della stessa. Ora non è più possibile. Io sto usando "Front Page", copio il codice html e lo incollo nel post. Mi si dice però che non si vede l'immagine. Io però dal mio computer la vedo.

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  2. Sono d'accordo con quanto esprimi qui ora e con i tuoi post precedenti sulla tragica vicenda di Nassirya. Mi sembra giusto e doveroso rendere onore ai caduti italiani e oggi vogliamo e dobbiamo farlo, come altrettanto oggi mi sembra giusto e doveroso ribadire che in Irak, a guerra non conclusa, (quand'anche ci fossimo andati con le migliori intenzioni) non bisognava esserci. Siamo stati identificati come forza occupante. Questi morti dovranno pesare sulla miopia politica o sulla cattiva coscienza dei nostri governanti, che hanno ritirato, perchè sembrava loro che ci fosse troppo pericolo, il grosso delle truppe dall'Afghanistan (ed eravamo sotto mandato internazionale) e non hanno pensato alla reale situazione irakena. Penso anch'io che ora dovremo attendere, per venircene via, che lo abbiano fatto prima gli americani o, quantomeno, gli inglesi.

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  3. Ho i miei dubbi su quanto sostieni....orgoglio nazionale?Fratellanza?Questi valori vanno costruiti con il tempo...e non solo nei momenti tristi.Un bacio

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  4. Sentita più volte in Inghilterra, in questi giorni, da mia figlia: "Ci dispiace per i vostri morti, ma non sappiamo cosa ci facciano ora gli italiani in Irak, la guerra l'abbiamo fatta noi e loro non l'hanno fatta, ma meglio così, tanto non la sanno fare..."

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  5. Sono d'accordo che certi valori vanno costruiti con il tempo, ma da qualche parte si deve pur cominciare.
    Quanto alle supposte critiche inglesi, se le tengano.
    Anzi è l'ora di farla finita con la presupposta incapacità degli italiani nel fare la guerra o qualsiasi altra cosa.
    I fatti della seconda guerra mondiale non ci possono marchiare per sempre.
    Poi si può criticare il fatto di essere andati in Iraq senza una copertura internazionale e di aver commesso errori tecnici in fatto di misure di sicurezza.

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  6. anche se da un solo episodio non è giusto trarre considerazioni generali è pur vero che la strage di Nassiriya ha dimostrato in modo inequivocabile una carenza difensiva del nostro contingente :se queste sono le nostre capacità militari bisogna riconoscere che le critiche inglesi hanno un buon fondamento.

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