venerdì 3 settembre 2004

Siamo ormai in una guerra infinita?

Iraq
Dopo l’assassinio di Baldoni, la cattura dei due giornalisti francesi per il cui rilascio i terroristi islamici chiedono alla Francia di abrogare la legge che vieta il velo islamico nelle scuole, l’assassinio dei dodici nepalesi catturati lo stesso giorno dei due giornalisti, il 20 agosto, e sgozzati come montoni, in quanto colpevoli di lavorare per una società di vigilanza al servizio degli americani, quindi allineati sulla sabbia, per la solita fotografia da mostrare al mondo, come prova che la “giustizia islamica” non perdona. Intanto oggi sono stati uccisi tre turchi e presi in ostaggio due macedoni. Risulta rapito anche un iracheno residente in Italia.

Israele
A Beersheva due kamikaze palestinesi delle brigate di Ezzadim Qassam, il braccio armato di Hamas, si sono fatti esplodere a bordo di due autobus provocando 16 morti e un centinaio di feriti.

Russia
Prima il duplice attentato aereo del 25 agosto sui cieli russi, poi una donna kamikaze che si fa esplodere nei pressi della stazione del metrò Rizhskaia, a ridosso del centro, provocando 10 morti e almeno 30 feriti,tra cui anche alcuni bambini. Entrambi gli attentati sono rivendicati da un gruppo che si autodefinisce “Brigate Islambuli” e dichiara di agire in appoggio ai musulmani della Cecenia. E ora la scuola dell’Ossezia del Nord ove un gruppo di terroristi ceceni ha preso in ostaggio circa 300 persone quasi tutti bambini oltre ad alcuni genitori e insegnanti chiedendo il rilascio di alcuni guerriglieri e il ritiro delle truppe russe dalla Cecenia.

Cosa dire di fronte a questi episodi efferati, a questi ultimatum impossibili, (perché è evidente che nessuna nazione può farsi dettare la sua politica interna ed estera dai terroristi)? Siamo ad un punto di non ritorno, siamo entrati in una guerra di cui non si vede la fine o ci sono ancora delle possibilità per ricondurre il mondo sulla strada della ragione?

Di fronte alle efferatezze che il terrorismo islamico ci impone ogni giorno, di fronte al fatto che il fondamentalismo, che ha sempre maggior presa nei paesi arabi, individua in ogni occidentale, indipendentemente dalle opinioni personali e politiche e dall’attività svolta da ciascuno, l’odiato nemico da distruggere, è consequenziale pensare che è in atto uno scontro di civiltà e che l’Islam ci ha dichiarato guerra.

Ma c’è anche chi pensa ancora che occorre distinguere, che l’Islam non è solo fondamentalismo e che occorre cercare di fare leva sull’Islam moderato.

Certo episodi come il raid aereo statunitense su Fallujah, roccaforte della guerriglia sannita, che avrebbe provocato oltre 20 morti, per la maggior parte vecchi e bambini, non aiutano certo, in quanto sono presi a pretesto per ulteriori atti di terrorismo. E pensare che gli Stati Uniti sono il paese che ha vinto più premi Nobel per la pace e che ieri alla Convention repubblicana la moglie di Bush, Lore, dichiarava che con suo marito il mondo è più sicuro (satira involontaria?).

In un intervista uscita lunedì sulla Repubblica il presidente del Senato, Marcello Pera, rivolgeva un appello a tutti i paesi dell’Occidente per fare fronte comune per la difesa della cultura e del modo di vita occidentale, della libertà e della democrazia, contro il terrorismo islamico, appello che è stato molto criticato dal centro-sinistra come invito alla guerra di civiltà, anche se a mio parere è stato travisato per ragioni di politica interna.
D’altra parte Marek Halter, uno degli scrittori francesi più conosciuti e apprezzati, figlio di un tipografo ebreo e di una poetessa yddish, fuggito a cinque anni dal ghetto di Varsavia,  a Parigi dagli anni 50, tra i fondatori di Sos razzismo, e una delle voci più autorevoli e ascoltate della comunità ebraica transalpina, sostiene le ragioni della pace e del dialogo e in un articolo sulla Nazione di mercoledì scorso affermava che il terrorismo islamico può essere vinto dalla fermezza occidentale ma anche dal mondo musulmano stesso che non ci sta a  farsi screditare a causa di questi gruppi di terroristi fanatici.  E le manifestazioni che si sono svolte  in Francia per la liberazione dei due ostaggi, che hanno visto anche la partecipazione delle comunità musulmane e di esponenti di spicco del mondo islamico, potrebbero essere un sintomo di questo interesse di una parte dell’Islam a distinguersi da chi professa o anche solo appoggia il terrorismo.

Personalmente ho difficoltà a scegliere una posizione, la mia idiosincrasia verso tutte le religioni monoteiste, di per sé misogine, soprattutto quando vogliono dettare le leggi alla società fino ad entrare nella vita privata degli individui, mi farebbe optare per la difesa ad oltranza dell’occidente laico (purtroppo non sempre e non in tutti paesi lo è), dei suoi valori, della sua concezione della vita, poi però penso alla politica arrogante dei neoconservatori americani, alle colpe dell’Occidente nei confronti dei paesi del terzo mondo in genere, i quali poi non hanno trovato altra soluzione per difendere la propria identità che accorrere sotto le bandiere dell’Islam (anche se ciò comunque non può giustificare il terrorismo che non può mai essere definito resistenza) e allora ho dei dubbi.

Non c’entra niente ma sembra che sembra sia stato captato nella spazio un segnale di probabile origine aliena. Mi fa venire in mente che forse solo di fronte al pericolo alieno ci  dimenticheremmo di essere cattolici, musulmani o ebrei (non cito le altre religioni perché fanno generalmente poco danno) anche perché probabilmente in tal caso finalmente le religioni così come le conosciamo oggi andrebbero proprio a farsi benedire (anche se gli alieni fossero buoni)!



1 commento:

  1. reputo le religioni (tutte) strumento di divisione dei popoli. Ognuna (tranne quelle orientali non istuituzionalizzate) e in particolare quelle del Libro (giudaica, cristiana, islamica) pretende di essere depositaria della verità assoluta. Con questi presupposti che speranza c'è? Ti auguro una dolce notte. Alain

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venerdì 3 settembre 2004

Siamo ormai in una guerra infinita?

Iraq
Dopo l’assassinio di Baldoni, la cattura dei due giornalisti francesi per il cui rilascio i terroristi islamici chiedono alla Francia di abrogare la legge che vieta il velo islamico nelle scuole, l’assassinio dei dodici nepalesi catturati lo stesso giorno dei due giornalisti, il 20 agosto, e sgozzati come montoni, in quanto colpevoli di lavorare per una società di vigilanza al servizio degli americani, quindi allineati sulla sabbia, per la solita fotografia da mostrare al mondo, come prova che la “giustizia islamica” non perdona. Intanto oggi sono stati uccisi tre turchi e presi in ostaggio due macedoni. Risulta rapito anche un iracheno residente in Italia.

Israele
A Beersheva due kamikaze palestinesi delle brigate di Ezzadim Qassam, il braccio armato di Hamas, si sono fatti esplodere a bordo di due autobus provocando 16 morti e un centinaio di feriti.

Russia
Prima il duplice attentato aereo del 25 agosto sui cieli russi, poi una donna kamikaze che si fa esplodere nei pressi della stazione del metrò Rizhskaia, a ridosso del centro, provocando 10 morti e almeno 30 feriti,tra cui anche alcuni bambini. Entrambi gli attentati sono rivendicati da un gruppo che si autodefinisce “Brigate Islambuli” e dichiara di agire in appoggio ai musulmani della Cecenia. E ora la scuola dell’Ossezia del Nord ove un gruppo di terroristi ceceni ha preso in ostaggio circa 300 persone quasi tutti bambini oltre ad alcuni genitori e insegnanti chiedendo il rilascio di alcuni guerriglieri e il ritiro delle truppe russe dalla Cecenia.

Cosa dire di fronte a questi episodi efferati, a questi ultimatum impossibili, (perché è evidente che nessuna nazione può farsi dettare la sua politica interna ed estera dai terroristi)? Siamo ad un punto di non ritorno, siamo entrati in una guerra di cui non si vede la fine o ci sono ancora delle possibilità per ricondurre il mondo sulla strada della ragione?

Di fronte alle efferatezze che il terrorismo islamico ci impone ogni giorno, di fronte al fatto che il fondamentalismo, che ha sempre maggior presa nei paesi arabi, individua in ogni occidentale, indipendentemente dalle opinioni personali e politiche e dall’attività svolta da ciascuno, l’odiato nemico da distruggere, è consequenziale pensare che è in atto uno scontro di civiltà e che l’Islam ci ha dichiarato guerra.

Ma c’è anche chi pensa ancora che occorre distinguere, che l’Islam non è solo fondamentalismo e che occorre cercare di fare leva sull’Islam moderato.

Certo episodi come il raid aereo statunitense su Fallujah, roccaforte della guerriglia sannita, che avrebbe provocato oltre 20 morti, per la maggior parte vecchi e bambini, non aiutano certo, in quanto sono presi a pretesto per ulteriori atti di terrorismo. E pensare che gli Stati Uniti sono il paese che ha vinto più premi Nobel per la pace e che ieri alla Convention repubblicana la moglie di Bush, Lore, dichiarava che con suo marito il mondo è più sicuro (satira involontaria?).

In un intervista uscita lunedì sulla Repubblica il presidente del Senato, Marcello Pera, rivolgeva un appello a tutti i paesi dell’Occidente per fare fronte comune per la difesa della cultura e del modo di vita occidentale, della libertà e della democrazia, contro il terrorismo islamico, appello che è stato molto criticato dal centro-sinistra come invito alla guerra di civiltà, anche se a mio parere è stato travisato per ragioni di politica interna.
D’altra parte Marek Halter, uno degli scrittori francesi più conosciuti e apprezzati, figlio di un tipografo ebreo e di una poetessa yddish, fuggito a cinque anni dal ghetto di Varsavia,  a Parigi dagli anni 50, tra i fondatori di Sos razzismo, e una delle voci più autorevoli e ascoltate della comunità ebraica transalpina, sostiene le ragioni della pace e del dialogo e in un articolo sulla Nazione di mercoledì scorso affermava che il terrorismo islamico può essere vinto dalla fermezza occidentale ma anche dal mondo musulmano stesso che non ci sta a  farsi screditare a causa di questi gruppi di terroristi fanatici.  E le manifestazioni che si sono svolte  in Francia per la liberazione dei due ostaggi, che hanno visto anche la partecipazione delle comunità musulmane e di esponenti di spicco del mondo islamico, potrebbero essere un sintomo di questo interesse di una parte dell’Islam a distinguersi da chi professa o anche solo appoggia il terrorismo.

Personalmente ho difficoltà a scegliere una posizione, la mia idiosincrasia verso tutte le religioni monoteiste, di per sé misogine, soprattutto quando vogliono dettare le leggi alla società fino ad entrare nella vita privata degli individui, mi farebbe optare per la difesa ad oltranza dell’occidente laico (purtroppo non sempre e non in tutti paesi lo è), dei suoi valori, della sua concezione della vita, poi però penso alla politica arrogante dei neoconservatori americani, alle colpe dell’Occidente nei confronti dei paesi del terzo mondo in genere, i quali poi non hanno trovato altra soluzione per difendere la propria identità che accorrere sotto le bandiere dell’Islam (anche se ciò comunque non può giustificare il terrorismo che non può mai essere definito resistenza) e allora ho dei dubbi.

Non c’entra niente ma sembra che sembra sia stato captato nella spazio un segnale di probabile origine aliena. Mi fa venire in mente che forse solo di fronte al pericolo alieno ci  dimenticheremmo di essere cattolici, musulmani o ebrei (non cito le altre religioni perché fanno generalmente poco danno) anche perché probabilmente in tal caso finalmente le religioni così come le conosciamo oggi andrebbero proprio a farsi benedire (anche se gli alieni fossero buoni)!



1 commento:

  1. reputo le religioni (tutte) strumento di divisione dei popoli. Ognuna (tranne quelle orientali non istuituzionalizzate) e in particolare quelle del Libro (giudaica, cristiana, islamica) pretende di essere depositaria della verità assoluta. Con questi presupposti che speranza c'è? Ti auguro una dolce notte. Alain

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