martedì 21 settembre 2004

L'ISLAM E LE DONNE

Ho trovato un commento (anonimo) ad uno dei miei post dei giorni scorsi (quello sull’articolo di Feltri) in cui si afferma che “in Egitto ma anche in altri paesi, le prime femministe che lottavano per il voto femminile ci sono state già nel 1908” , che “è semplicemente una questione politica, quella del maschilismo, che non c'entra in maniera essenziale con l'Islam” che “ se in Italia oggi comandassero la chiesa cattolica e i personaggi come Feltri, oggi non avremmo il divorzio e questo paese avrebbe ancora il delitto d'onore", che “ oggi ci sono molte femministe islamiche, che leggono cioè la religione islamica come un'arma per la libertà femminile”
Si, certo, le femministe ci sono, non so se leggano la religione islamica come un'arma per la libertà femminile, ma so che sono osteggiate, processate e spesso condannate a morte. Tanto per citare alcuni casi, il 20 marzo 2001 è stata uccisa a colpi di mitra Hedaya Sultan Al Salem, la prima donna giornalista del Kuwait direttrice del settimanale Al Majalis. (cfr. M. Allam, Repubblica, 1\101), mentre la dottoressa e scrittrice egiziana Nawal El Saadawi, a causa della sua battaglia in difesa dei diritti delle donne, ha subito un processo per apostasia, “reato” che la espone alle vendette dei fondamentalisti (cfr. Il Manifesto 26.4.2001).
E mentre le femministe nei paesi islamici rischiano la vita, molti immigrati, che non vogliono farsi intaccare dalla corruzione occidentale, intendono esportare in Occidentale le loro usanze (crimini), tipo il “diritto” di picchiare la moglie o anche di ucciderla se offende l’onore della famiglia e quel che è più grave spesso trovano dei difensori occidentali dentro i tribunali occidentali i quali sostengono che tali usanze rientrano e sono costitutive di un sistema culturale che va compreso di per sé, senza interferenze da parte di osservatori non indigeni (leggi: occidentali), al punto che il problema non sono più tanto le usanze millenarie dei non-occidentali, ma il relativismo culturale degli occidentali disposti esplicitamente o implicitamente a giustificarle. Basti pensare alla proposta dell’infibulazione “soft” che era stata discussa nell’ambito di un’ASL toscana (orrore!)

Infine se è altresì vero che il maschilismo non è morto in Occidente e che anche in Occidente si riscontrano ancora molte violenze nei confronti delle donne, e che fra una donna maltrattata in Occidente e una donna maltrattata in Oriente non c’è nessuna differenza qualitativa, è altresì vero che almeno un differenza quantitativa c’è, perché nel complesso in Occidente vengono picchiate, violentate e uccise molto meno che in Oriente. L’Unicef ha denunciato che negli ultimi anni sono sparite 60 milioni di donne nel Terzo Mondo a causa di violenze, malattie e malnutrizione (nei paesi non occidentali il cibo migliore e i medicinali sono riservati agli uomini). Infibulazione, compravendita di donne, soppressione di neonate, abuso sessuale non punibile sono consuetudini regolate dalle leggi di quasi tutti i paesi del Terzo Mondo. Ma soprattutto c’è un’enorme differenza sostanziale: l’uomo occidentale maltratta la donna contro le leggi occidentali, mentre il non-occidentale maltratta la donna senza andare contro le sue leggi.

2 commenti:

martedì 21 settembre 2004

L'ISLAM E LE DONNE

Ho trovato un commento (anonimo) ad uno dei miei post dei giorni scorsi (quello sull’articolo di Feltri) in cui si afferma che “in Egitto ma anche in altri paesi, le prime femministe che lottavano per il voto femminile ci sono state già nel 1908” , che “è semplicemente una questione politica, quella del maschilismo, che non c'entra in maniera essenziale con l'Islam” che “ se in Italia oggi comandassero la chiesa cattolica e i personaggi come Feltri, oggi non avremmo il divorzio e questo paese avrebbe ancora il delitto d'onore", che “ oggi ci sono molte femministe islamiche, che leggono cioè la religione islamica come un'arma per la libertà femminile”
Si, certo, le femministe ci sono, non so se leggano la religione islamica come un'arma per la libertà femminile, ma so che sono osteggiate, processate e spesso condannate a morte. Tanto per citare alcuni casi, il 20 marzo 2001 è stata uccisa a colpi di mitra Hedaya Sultan Al Salem, la prima donna giornalista del Kuwait direttrice del settimanale Al Majalis. (cfr. M. Allam, Repubblica, 1\101), mentre la dottoressa e scrittrice egiziana Nawal El Saadawi, a causa della sua battaglia in difesa dei diritti delle donne, ha subito un processo per apostasia, “reato” che la espone alle vendette dei fondamentalisti (cfr. Il Manifesto 26.4.2001).
E mentre le femministe nei paesi islamici rischiano la vita, molti immigrati, che non vogliono farsi intaccare dalla corruzione occidentale, intendono esportare in Occidentale le loro usanze (crimini), tipo il “diritto” di picchiare la moglie o anche di ucciderla se offende l’onore della famiglia e quel che è più grave spesso trovano dei difensori occidentali dentro i tribunali occidentali i quali sostengono che tali usanze rientrano e sono costitutive di un sistema culturale che va compreso di per sé, senza interferenze da parte di osservatori non indigeni (leggi: occidentali), al punto che il problema non sono più tanto le usanze millenarie dei non-occidentali, ma il relativismo culturale degli occidentali disposti esplicitamente o implicitamente a giustificarle. Basti pensare alla proposta dell’infibulazione “soft” che era stata discussa nell’ambito di un’ASL toscana (orrore!)

Infine se è altresì vero che il maschilismo non è morto in Occidente e che anche in Occidente si riscontrano ancora molte violenze nei confronti delle donne, e che fra una donna maltrattata in Occidente e una donna maltrattata in Oriente non c’è nessuna differenza qualitativa, è altresì vero che almeno un differenza quantitativa c’è, perché nel complesso in Occidente vengono picchiate, violentate e uccise molto meno che in Oriente. L’Unicef ha denunciato che negli ultimi anni sono sparite 60 milioni di donne nel Terzo Mondo a causa di violenze, malattie e malnutrizione (nei paesi non occidentali il cibo migliore e i medicinali sono riservati agli uomini). Infibulazione, compravendita di donne, soppressione di neonate, abuso sessuale non punibile sono consuetudini regolate dalle leggi di quasi tutti i paesi del Terzo Mondo. Ma soprattutto c’è un’enorme differenza sostanziale: l’uomo occidentale maltratta la donna contro le leggi occidentali, mentre il non-occidentale maltratta la donna senza andare contro le sue leggi.

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