venerdì 27 agosto 2004

Baldoni - L'esito era scontato, nonostante gli assurdi ottimismi di ieri.

Mi domando come mai ieri, a poche ore dall'assassinio di Baldoni, fonti del governo diffondessero fiducia e ottimismo.
E' evidente che il cosiddetto esercito islamico dell'Iraq ha un solo obiettivo, quello di tenere sotto pressione i governi che, pur partecipando all'iniziativa irachena, hanno in patria una forte opposizione interna e quindi l'esito era scontato.
Non sarà comunque a questo modo che il fondamentalismo islamico, che vorrebbe governare il mondo con la "Sharia", riuscirà a vincere.
In occasione analoga Le Filippine hanno accettato l'ultimatum, ma a parte la differenza di forze in campo (51 contro più di 3000), l'Italia, il cui peso politico è ben diverso, non avrebbe comunque potuto accettare di sottostare alle condizioni imposte.
Ho sempre ritenuto l'intervento anglo-americano un grave errore politico e strategico, e continuo a pensarla così, perché ha dato nuovo vigore al terrorrismo,facendo dell'Iraq una delle basi principali di Al Qaeda, non mi piace la politica aggressiva e arrogante, anche nei confronti dell'Europa, degli Stati Uniti, tuttavia non è nemmeno da prendere in considerazione il fatto che le decisioni del nostro paese possano essere condizionate da gruppi di terroristi disposti a qualsiasi barbarie che credono di poter incidere sulla nostra politica interna e internazionale approfittando delle diffferenze di opinioni tra le forze politiche in campo e nell'opinione pubblica.
E' in atto uno scontro di civiltà, anche se c'è chi si ostina a negarlo sostenendo che l'Islam non è solo fondamentalismo, e forse è vero, ma non credo alla democrazia islamica, come non credo alla democrazia cristiana,o indù o quant'altro, perché la democrazia non può essere limitata da aggettivi.
Noi facciamo parte dell'Occidente, che ha molte colpe nei confronti dei popoli del terzo mondo, ma che ha anche raggiunto un'evoluzione interna nel pensiero, nei rapporti tra le forze politiche e tra i cittadini e il potere che è superiore a quella dei paesi islamici dominati dalle teocrazie o comunque da dittature, perché, pur non essendo esente da ingiustizie di vario ordine e grado, tenuto conto che il potere è nelle mani di pochi e non certo del popolo come vorrebbero farci credere, tuttavia consente almeno la libertà di espressione. In questo sono d'accordo con la Fallaci, anche se poi non ne condivido il sostegno alle politiche di Bush e di Sharon che, a mio parere, sono una iattura per il mondo intero.
Penso infine che ogni paese abbia comunque diritto all'autodeterminazione, che i suoi confini siano inviolabili e che se non è pronto per la democrazia, che forse è un processo inevitabile nell'evoluzione dei popoli, ma ha bisogno di maturare dall'interno e non può essere imposto con la forza delle armi, ha anche diritto a crearsi a darsi una forma diversa di governo, finché non se ne sarà stufato, e comunque e sempre di combattere contro le forze straniere di occupazione. Però non si può dare il nome di resistenza al terrorismo, sopratuttto quando esso non è utilizzato contro militari, ma contro cittadini inermi, giornalisti o quant'altro, e contro questo terrorismo e l'ideologia che lo sostiene non possiamo che combattere.

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venerdì 27 agosto 2004

Baldoni - L'esito era scontato, nonostante gli assurdi ottimismi di ieri.

Mi domando come mai ieri, a poche ore dall'assassinio di Baldoni, fonti del governo diffondessero fiducia e ottimismo.
E' evidente che il cosiddetto esercito islamico dell'Iraq ha un solo obiettivo, quello di tenere sotto pressione i governi che, pur partecipando all'iniziativa irachena, hanno in patria una forte opposizione interna e quindi l'esito era scontato.
Non sarà comunque a questo modo che il fondamentalismo islamico, che vorrebbe governare il mondo con la "Sharia", riuscirà a vincere.
In occasione analoga Le Filippine hanno accettato l'ultimatum, ma a parte la differenza di forze in campo (51 contro più di 3000), l'Italia, il cui peso politico è ben diverso, non avrebbe comunque potuto accettare di sottostare alle condizioni imposte.
Ho sempre ritenuto l'intervento anglo-americano un grave errore politico e strategico, e continuo a pensarla così, perché ha dato nuovo vigore al terrorrismo,facendo dell'Iraq una delle basi principali di Al Qaeda, non mi piace la politica aggressiva e arrogante, anche nei confronti dell'Europa, degli Stati Uniti, tuttavia non è nemmeno da prendere in considerazione il fatto che le decisioni del nostro paese possano essere condizionate da gruppi di terroristi disposti a qualsiasi barbarie che credono di poter incidere sulla nostra politica interna e internazionale approfittando delle diffferenze di opinioni tra le forze politiche in campo e nell'opinione pubblica.
E' in atto uno scontro di civiltà, anche se c'è chi si ostina a negarlo sostenendo che l'Islam non è solo fondamentalismo, e forse è vero, ma non credo alla democrazia islamica, come non credo alla democrazia cristiana,o indù o quant'altro, perché la democrazia non può essere limitata da aggettivi.
Noi facciamo parte dell'Occidente, che ha molte colpe nei confronti dei popoli del terzo mondo, ma che ha anche raggiunto un'evoluzione interna nel pensiero, nei rapporti tra le forze politiche e tra i cittadini e il potere che è superiore a quella dei paesi islamici dominati dalle teocrazie o comunque da dittature, perché, pur non essendo esente da ingiustizie di vario ordine e grado, tenuto conto che il potere è nelle mani di pochi e non certo del popolo come vorrebbero farci credere, tuttavia consente almeno la libertà di espressione. In questo sono d'accordo con la Fallaci, anche se poi non ne condivido il sostegno alle politiche di Bush e di Sharon che, a mio parere, sono una iattura per il mondo intero.
Penso infine che ogni paese abbia comunque diritto all'autodeterminazione, che i suoi confini siano inviolabili e che se non è pronto per la democrazia, che forse è un processo inevitabile nell'evoluzione dei popoli, ma ha bisogno di maturare dall'interno e non può essere imposto con la forza delle armi, ha anche diritto a crearsi a darsi una forma diversa di governo, finché non se ne sarà stufato, e comunque e sempre di combattere contro le forze straniere di occupazione. Però non si può dare il nome di resistenza al terrorismo, sopratuttto quando esso non è utilizzato contro militari, ma contro cittadini inermi, giornalisti o quant'altro, e contro questo terrorismo e l'ideologia che lo sostiene non possiamo che combattere.

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