mercoledì 16 luglio 2003

Gli Italiani e gli altri - Amore e odio

E ci risiamo con le copertine di “Der Spiegel” che sembra avere il chiodo fisso dell’Italia. Soliti luoghi comuni, sole a forma di pizza, un po’ di monumenti e, in più, Berlusconi che esce dalle acque. Anche i tedeschi  non brillano per ironia.

Dopo le esternazioni di Berlusconi e poi del sottosegretario Stefani, che certo non si sono comportati bene, perché chi fa politica e soprattutto chi riveste cariche pubbliche, non può permettersi battutacce da bar, la profusione di scuse su tutti i giornali ha comunque raggiunto livelli parossistici. Ancora oggi che il clamore si è smorzato i giornali riportano lettere al direttore  piene di ammirazione per il popolo tedesco da parte di cittadini comuni e ovviamente di albergatori,   e si sa il turismo è una delle nostre maggiori industrie.

Oggi su “La Repubblica” mi è capitato di leggere quella di una signora, a suo tempo emigrata in Germania e poi rientrata nel nostro paese, che rimpiange “il rispetto con il quale venivamo trattati nonostante le diversità di cultura, religione, educazione, lingua”.

Sicuramente l’esperienza della signora sarà stata particolarmente positiva, ma non è poi tanto tempo che ancora si leggeva sui giornali che all’ingresso di qualche esercizio pubblico tedesco si trovava il seguente avviso “vietato l’ingresso ai cani e agli italiani”. Certo si sarà trattato di eccessi, ma relativamente frequenti, e comunque non mi risulta che gli italiani fossero generalmente ben visti, anche, certo, per colpa loro. Lo stesso, del resto, accade oggi da noi, ora che da terra di emigrazione siamo diventati terra di immigrazione, con gli emigrati dal nord e centro africa, dal medioriente e dai balcani, e qualche volta abbiamo anche ragione, ma non sempre. E sorvolo sulle cannonate di Bossi e sulle esternazioni di Borghezio e simili.

Gli emigrati sono poveri, altrimenti non lascerebbero le loro case, le loro famiglie, e tante volte i poveri sono brutti, sporchi e cattivi. Sono portatori di una cultura che non comprendiamo e che, se anche comprendiamo, non ci piace e spesso giustamente. Tra di loro ci sono anche i delinquenti, come c’erano tra i nostri emigranti, ma c’è anche una gioventù intraprendente che magari farà fortuna e si conquisterà una posizione e dimostrerà di essere capace di qualcosa.

Ritornando ai rapporti tra Italiani e Tedeschi, è certo che non ci siamo mai troppo amati e tremila anni di storia non passano a caso.

Quando fu fondata Roma, non si sa nemmeno cosa ci fosse nelle lande brumose del nord.

Quando Roma conquistava un impero, i Germani non erano un popolo, ma tante tribù nomadi che premevano ai confini.

Poi caduto l’impero romano questi popoli si riversarono nella penisola e non è che brillassero per civiltà.

Quando sono diventati civili hanno imparato ad amare l’arte, la musica, la letteratura e pertanto sono tornati da noi per ammirare le nostre opere d’arte, poi nel secolo scorso, dopo la guerra, con le vacanze di massa, per il sole, il mare e la cucina e magari qualche volta si sono dati a far cose che mai farebbero nel loro paese dove sono ordinati e disciplinati.

Qualcuno dice che ci amano, ma non ci stimano, e che noi li stimiamo, ma non li amiamo.

Forse è così. Personalmente non me ne importa nulla dell’amore senza la stima, anzi se lo tengano pure.

Ma è un dato di fatto che i nostri difetti sono stigmatizzati in tutto il mondo, non solo dai tedeschi, come del resto i nostri pregi.

Quanto ai nostri difetti credo che siamo noi a volerli mettere per forza in evidenza forse per un complesso di inferiorità che ci perseguita dalla caduta dell’impero romano. Non ci siamo ancora ripresi. E quando gli altri popoli europei si costituirono in Stati nazionali, peraltro per ultimi i tedeschi, noi abbiamo continuato con i nostri particolarismi e magari in odio al vicino di casa abbiamo chiamato gli stranieri che non aspettavano altro per invaderci. Siamo infatti sempre stati disponibili ad aprire le porte agli altri e a scannarci tra noi. Quando Firenze era il centro del mondo, non solo per l’arte e la cultura, ma anche per la finanza (sovvenzionava tutti i sovrani europei) non ebbe mai l’idea di riunire il paese. L’unico episodio degno in tutto il rinascimento fu quello di Cesare Borgia, il duca Valentino, il Principe del Machiavelli, grande personaggio screditato (in proposito consiglio il romanzo di Vasquez Montalban “O Cesare o Nessuno”): ebbe sfortuna e comunque era spagnolo. Anche nelle guerre di indipendenza dovemmo ricorrere all’aiuto altrui. E sorvolo sugli accadimenti della seconda guerra mondiale.Poi i nostri politici, scarsamente degni di stima, salvo poche e lodevoli eccezioni, hanno sempre fatto di tutto per mettere in evidenza le nostre manchevolezze. Ma non è che gli altri ne siano privi. Ognuno ha le proprie. E oggi che comunque tra popoli europei la guerra non ce la faremo più e che l’Europa Unita  è una necessità, anche di fronte allo strapotere degli USA,  non resta che cercare di amarci almeno con la mente, se non possiamo col cuore, perché siamo diversi e abbiamo storie diverse.

E’ ovvio che un americano dell’Oregon e uno dell’Ohio si sentano comunque e in primo luogo americani in quanto quali differenze possono esserci tra due stati che comunque al massimo anno una storia di pochi secoli. Per noi Europei non potrà mai essere così, ma razionalmente in primo luogo i nostri politici devono comprendere che non c’è altro avvenire che l’unione e quindi anche la necessità di cedere parte della propria sovranità in particolare in materia di politica estera e della difesa e di smetterla con i reciproci luoghi comuni.

Quanto a noi Italiano dovremmo comunque stimarci di più perché non abbiamo niente da invidiare agli altri e smetterla di amare le patrie altrui. E a questo proposito l’amore dimostrato e dichiarato per gli USA da parte di tanti, personaggi pubblici e no, durante i recenti avvenimenti dell’Iraq  raggiungeva effetti tra il comico e l’irritante, non diversamente da quello dei comunisti per l’unione Sovietica.

5 commenti:

  1. Sito interessante per contenuti ed argomenti trattati. Anche io ho interessi su molti argomenti che ti interessano [tantra, Ufo ecc..], ma li tratto "molto seriamente" e probabilmente non è il tipo di "approccio" che ti potrebbe interessare :D). ciao*

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  2. Tutto sommato anche i miei scritti lasciano spazio al dubbio e ad una certa dose di ironia.
    Tutto è possibile, niente è certo.

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  3. Grazie per la visita e il commento che mi hai lasciato. Farò nuove "incursioni" sul tuo sito per continuare a leggere altre notizie interessanti che già ho avuto modo di apprezzare iniziando a leggerti da questa mattina. Buon giornata, ciao*

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  4. Sinceramente, Marì, ma sta storia del kapò è davvero più offensiva delle copertine dello Spiegel e di tutti i luoghi comuni che i media tedeschi accumulano su di noi? O è più offensiva di quello che del nostro paese aveva detto herr shulz? Poi si continua con gli scozzesi che sono tirchi, i francesi che sono effeminati, i portoghesi morti di fame... non è questa l'Europa. Ora capisci perché la Destra che rappresento dice "tenetevi l'euro e dateci l'Europa dei popoli"?

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  5. Cara Marivan, torno ora "a riveder la luce" ed ho letto gli ultimi argomenti dei tuoi post, sempre molto interessanti e con i quali quasi sempre, come in questo caso, concordo. Solo una piccola precisazione storica: se non erro un tentativo che come scopo ultimo aveva l' unificazione del Paese, partendo dalla Toscana, fu quello del congiurato antimediceo Francesco Burlamacchi (1498-1548) la cui statua è visibile in centro a Lucca. "...II Burlamacchi - scrive Ernesto Masi - è senza, dubbio un memorabile esempio quanto può fare il sentimento patriottico e l'amore della libertà. Egli si eleva con la mente e col cuore sui pensieri e sulle passioni del suo tempo, di un tempo che separava la morale dal diritto, giustificava i mezzi col fine e idolatrava la potenza e la fortuna a qualunque prezzo acquistate; di un tempo, in cui il libro del Principe del Machiavelli era la più alta espressione del patriottismo e del genio politico...". Ciao COG

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mercoledì 16 luglio 2003

Gli Italiani e gli altri - Amore e odio

E ci risiamo con le copertine di “Der Spiegel” che sembra avere il chiodo fisso dell’Italia. Soliti luoghi comuni, sole a forma di pizza, un po’ di monumenti e, in più, Berlusconi che esce dalle acque. Anche i tedeschi  non brillano per ironia.

Dopo le esternazioni di Berlusconi e poi del sottosegretario Stefani, che certo non si sono comportati bene, perché chi fa politica e soprattutto chi riveste cariche pubbliche, non può permettersi battutacce da bar, la profusione di scuse su tutti i giornali ha comunque raggiunto livelli parossistici. Ancora oggi che il clamore si è smorzato i giornali riportano lettere al direttore  piene di ammirazione per il popolo tedesco da parte di cittadini comuni e ovviamente di albergatori,   e si sa il turismo è una delle nostre maggiori industrie.

Oggi su “La Repubblica” mi è capitato di leggere quella di una signora, a suo tempo emigrata in Germania e poi rientrata nel nostro paese, che rimpiange “il rispetto con il quale venivamo trattati nonostante le diversità di cultura, religione, educazione, lingua”.

Sicuramente l’esperienza della signora sarà stata particolarmente positiva, ma non è poi tanto tempo che ancora si leggeva sui giornali che all’ingresso di qualche esercizio pubblico tedesco si trovava il seguente avviso “vietato l’ingresso ai cani e agli italiani”. Certo si sarà trattato di eccessi, ma relativamente frequenti, e comunque non mi risulta che gli italiani fossero generalmente ben visti, anche, certo, per colpa loro. Lo stesso, del resto, accade oggi da noi, ora che da terra di emigrazione siamo diventati terra di immigrazione, con gli emigrati dal nord e centro africa, dal medioriente e dai balcani, e qualche volta abbiamo anche ragione, ma non sempre. E sorvolo sulle cannonate di Bossi e sulle esternazioni di Borghezio e simili.

Gli emigrati sono poveri, altrimenti non lascerebbero le loro case, le loro famiglie, e tante volte i poveri sono brutti, sporchi e cattivi. Sono portatori di una cultura che non comprendiamo e che, se anche comprendiamo, non ci piace e spesso giustamente. Tra di loro ci sono anche i delinquenti, come c’erano tra i nostri emigranti, ma c’è anche una gioventù intraprendente che magari farà fortuna e si conquisterà una posizione e dimostrerà di essere capace di qualcosa.

Ritornando ai rapporti tra Italiani e Tedeschi, è certo che non ci siamo mai troppo amati e tremila anni di storia non passano a caso.

Quando fu fondata Roma, non si sa nemmeno cosa ci fosse nelle lande brumose del nord.

Quando Roma conquistava un impero, i Germani non erano un popolo, ma tante tribù nomadi che premevano ai confini.

Poi caduto l’impero romano questi popoli si riversarono nella penisola e non è che brillassero per civiltà.

Quando sono diventati civili hanno imparato ad amare l’arte, la musica, la letteratura e pertanto sono tornati da noi per ammirare le nostre opere d’arte, poi nel secolo scorso, dopo la guerra, con le vacanze di massa, per il sole, il mare e la cucina e magari qualche volta si sono dati a far cose che mai farebbero nel loro paese dove sono ordinati e disciplinati.

Qualcuno dice che ci amano, ma non ci stimano, e che noi li stimiamo, ma non li amiamo.

Forse è così. Personalmente non me ne importa nulla dell’amore senza la stima, anzi se lo tengano pure.

Ma è un dato di fatto che i nostri difetti sono stigmatizzati in tutto il mondo, non solo dai tedeschi, come del resto i nostri pregi.

Quanto ai nostri difetti credo che siamo noi a volerli mettere per forza in evidenza forse per un complesso di inferiorità che ci perseguita dalla caduta dell’impero romano. Non ci siamo ancora ripresi. E quando gli altri popoli europei si costituirono in Stati nazionali, peraltro per ultimi i tedeschi, noi abbiamo continuato con i nostri particolarismi e magari in odio al vicino di casa abbiamo chiamato gli stranieri che non aspettavano altro per invaderci. Siamo infatti sempre stati disponibili ad aprire le porte agli altri e a scannarci tra noi. Quando Firenze era il centro del mondo, non solo per l’arte e la cultura, ma anche per la finanza (sovvenzionava tutti i sovrani europei) non ebbe mai l’idea di riunire il paese. L’unico episodio degno in tutto il rinascimento fu quello di Cesare Borgia, il duca Valentino, il Principe del Machiavelli, grande personaggio screditato (in proposito consiglio il romanzo di Vasquez Montalban “O Cesare o Nessuno”): ebbe sfortuna e comunque era spagnolo. Anche nelle guerre di indipendenza dovemmo ricorrere all’aiuto altrui. E sorvolo sugli accadimenti della seconda guerra mondiale.Poi i nostri politici, scarsamente degni di stima, salvo poche e lodevoli eccezioni, hanno sempre fatto di tutto per mettere in evidenza le nostre manchevolezze. Ma non è che gli altri ne siano privi. Ognuno ha le proprie. E oggi che comunque tra popoli europei la guerra non ce la faremo più e che l’Europa Unita  è una necessità, anche di fronte allo strapotere degli USA,  non resta che cercare di amarci almeno con la mente, se non possiamo col cuore, perché siamo diversi e abbiamo storie diverse.

E’ ovvio che un americano dell’Oregon e uno dell’Ohio si sentano comunque e in primo luogo americani in quanto quali differenze possono esserci tra due stati che comunque al massimo anno una storia di pochi secoli. Per noi Europei non potrà mai essere così, ma razionalmente in primo luogo i nostri politici devono comprendere che non c’è altro avvenire che l’unione e quindi anche la necessità di cedere parte della propria sovranità in particolare in materia di politica estera e della difesa e di smetterla con i reciproci luoghi comuni.

Quanto a noi Italiano dovremmo comunque stimarci di più perché non abbiamo niente da invidiare agli altri e smetterla di amare le patrie altrui. E a questo proposito l’amore dimostrato e dichiarato per gli USA da parte di tanti, personaggi pubblici e no, durante i recenti avvenimenti dell’Iraq  raggiungeva effetti tra il comico e l’irritante, non diversamente da quello dei comunisti per l’unione Sovietica.

5 commenti:

  1. Sito interessante per contenuti ed argomenti trattati. Anche io ho interessi su molti argomenti che ti interessano [tantra, Ufo ecc..], ma li tratto "molto seriamente" e probabilmente non è il tipo di "approccio" che ti potrebbe interessare :D). ciao*

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  2. Tutto sommato anche i miei scritti lasciano spazio al dubbio e ad una certa dose di ironia.
    Tutto è possibile, niente è certo.

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  3. Grazie per la visita e il commento che mi hai lasciato. Farò nuove "incursioni" sul tuo sito per continuare a leggere altre notizie interessanti che già ho avuto modo di apprezzare iniziando a leggerti da questa mattina. Buon giornata, ciao*

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  4. Sinceramente, Marì, ma sta storia del kapò è davvero più offensiva delle copertine dello Spiegel e di tutti i luoghi comuni che i media tedeschi accumulano su di noi? O è più offensiva di quello che del nostro paese aveva detto herr shulz? Poi si continua con gli scozzesi che sono tirchi, i francesi che sono effeminati, i portoghesi morti di fame... non è questa l'Europa. Ora capisci perché la Destra che rappresento dice "tenetevi l'euro e dateci l'Europa dei popoli"?

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  5. Cara Marivan, torno ora "a riveder la luce" ed ho letto gli ultimi argomenti dei tuoi post, sempre molto interessanti e con i quali quasi sempre, come in questo caso, concordo. Solo una piccola precisazione storica: se non erro un tentativo che come scopo ultimo aveva l' unificazione del Paese, partendo dalla Toscana, fu quello del congiurato antimediceo Francesco Burlamacchi (1498-1548) la cui statua è visibile in centro a Lucca. "...II Burlamacchi - scrive Ernesto Masi - è senza, dubbio un memorabile esempio quanto può fare il sentimento patriottico e l'amore della libertà. Egli si eleva con la mente e col cuore sui pensieri e sulle passioni del suo tempo, di un tempo che separava la morale dal diritto, giustificava i mezzi col fine e idolatrava la potenza e la fortuna a qualunque prezzo acquistate; di un tempo, in cui il libro del Principe del Machiavelli era la più alta espressione del patriottismo e del genio politico...". Ciao COG

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