sabato 31 gennaio 2004

IIl Signore degli anelli


Finalmente sono andata a vedere “Il ritorno del re” terza e ultima parte del film tratto dal romanzo di Tolkien "Il Signore degli anelli".
Complessivamente mi è piaciuto, anche se devo dire che il terzo episodio mi è sembrato inferiore agli altri due. Così come il terzo episodio di Matrix. Le novità nel tempo diventano “routine”. Si continua a proporre un prodotto che ha avuto successo è inevitabile che si creino delle aspettative di “performance” sempre più alte che vengono regolarmente deluse. Il primo episodio di Matrix ha rappresentato una novità assoluta, per gli effetti speciali ma anche per il soggetto sul quale sono state fatte molte elucubrazioni (magari siamo davvero in un programma di un computer?) anche se scrittori di fantascienza come Isaac Asimov e Douglaa Adams ci avevano già pensato. Il secondo presentava qualche eccesso un po’ ridicolo sul concetto di eletto, ma non erano mancate scene grandiose come quella del discorso di Morfeo al popolo di Zion e complessivamente la scenografia è sempre stata di alto livello. Il terzo episodio invece, occupato per due terzi dalla battaglia con le macchine che sembrano ragni di metallo, mi è sembrato meno coinvolgente, anche se salvo l'ultima scena con la lotta tra Neo e Smith in un’atmosfera livida e sotto una pioggia incessante.
Ritornando al terzo episodio de “Il signore degli anelli” mi domando in primo luogo se non si poteva evitare la scena del ragno gigante? I ragni fanno schifo a molte persone, a me anche quelli piccolissimi e innocui, figurarsi quello. Poi Viggo Mortensen mi è sembrato meno compreso nella parte. Meglio il ramingo degli altri due film rispetto al re della terza parte. Sembra che il personaggio perda di forza proprio nel momento della sua apoteosi. Inesistente il personaggio di Arwen che aveva fatto ben sperare nei due episodi precedenti, anche se effettivamente nel libro non occupa molte pagine. Bellissime invece, come nelle parti precedenti della trilogia, le scene di battaglia. Infine il palazzo di Minas Thirit mozza il fiato nella verticalità delle sue guglie: è il trionfo del gotico (quello interpretato in epoca romantica, come il castello di Neuschwanstein). Eccessivamente patetiche e ridondanti le scene finali che avrei ridotto al minimo indispensabile.
Ritornando al problema della cultura di destra di cui il romanzo sarebbe espressione a mio parere è un falso problema. Certo in tempi di preponderanza del marxismo un romanzo fantasy non poteva che apparire fuorviante. Ed è certo che Tolkien è un nostalgico di sentimenti e passioni ritenuti a torto parte del bagaglio della destra, anche se a mio parere onore, lealtà, dovere, idealismoi, dovrebbero essere valori umani al di là dell’appartenenza politica. Certo gli Elfi potrebbero rappresentare i mitici iperborei che fanno parte della mitologia nordica, che tanto piaceva ai nazisti, e potrebbero adombrare la razza eletta che peraltro ha concluso il suo tempo e deve andarsene lasciando il campo agli uomini. Nostalgia della razza eletta? Poi guarda caso il male viene da Oriente e al tempo in cui fu scritto il libro l’Oriente era l’URSS e pertanto il comunismo.
Ad ogni modo io sono propensa a credere che l'autore e i suoi lettori, così come gli spettatori del film, non si prefiggano scopi politici, anche se in passato ci sono state strumentalizzazioni da parte della destra estrema. Ciò che vogliono è evadere per un po’ dalle quotidiane miserie per immergersi in un mondo di fantasia popolato di Elfi, maghi, alberi parlanti, uccelli preistorici, un mondo in cui la lotta tra il bene ed il male si esprime in epiche battaglie in cui contano ancora il valore individuale, la lealtà, l'amicizia, in cui si è disposti a sacrificarsi per il trionfo di un ideale. E’ c'è sicuramente bisogno di fantasia in un mondo immiserito, in cui prevale il potere economico e in cui assistiamo alla tragica parodia della lotta tra il bene ed il male, che è epica nel mondo della fantasia, ma diventa ridicola ed anche pericolosa nella realtà, dove bene e male non sono mai da una sola parte.

4 commenti:

  1. Una bella recensione mia cara.Mi incuriosisce... lo dovro' vedere.Un abbraccio e buon week end

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  2. Il discorso è senza dubbio complesso, anche perchè bisognerebbe identificare (cosa affatto facile) le categorie di "destra" e "sinistra" e relative "culture". Sicuramente il Signore degli Anelli esprime un ethos ascrivibile alla prima, in senso lato -quasi metafisico, non certamente politico, anche se ci sono Contee e Regni nella Terra di Mezzo, e non repubbliche... vabbè :D- poi magari è vero che certi valori dovrebbero essere patrimonio di tutti... ma chissà se è così... un bacio

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  3. Perchè hai cambiato stanza?
    Ciao spero tu sia in un felice periodo

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  4. Ho anch'io appena visto il film e concordo appieno con il tuo giudizio che mi è piaciuto davvero molto. Brava.

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sabato 31 gennaio 2004

IIl Signore degli anelli


Finalmente sono andata a vedere “Il ritorno del re” terza e ultima parte del film tratto dal romanzo di Tolkien "Il Signore degli anelli".
Complessivamente mi è piaciuto, anche se devo dire che il terzo episodio mi è sembrato inferiore agli altri due. Così come il terzo episodio di Matrix. Le novità nel tempo diventano “routine”. Si continua a proporre un prodotto che ha avuto successo è inevitabile che si creino delle aspettative di “performance” sempre più alte che vengono regolarmente deluse. Il primo episodio di Matrix ha rappresentato una novità assoluta, per gli effetti speciali ma anche per il soggetto sul quale sono state fatte molte elucubrazioni (magari siamo davvero in un programma di un computer?) anche se scrittori di fantascienza come Isaac Asimov e Douglaa Adams ci avevano già pensato. Il secondo presentava qualche eccesso un po’ ridicolo sul concetto di eletto, ma non erano mancate scene grandiose come quella del discorso di Morfeo al popolo di Zion e complessivamente la scenografia è sempre stata di alto livello. Il terzo episodio invece, occupato per due terzi dalla battaglia con le macchine che sembrano ragni di metallo, mi è sembrato meno coinvolgente, anche se salvo l'ultima scena con la lotta tra Neo e Smith in un’atmosfera livida e sotto una pioggia incessante.
Ritornando al terzo episodio de “Il signore degli anelli” mi domando in primo luogo se non si poteva evitare la scena del ragno gigante? I ragni fanno schifo a molte persone, a me anche quelli piccolissimi e innocui, figurarsi quello. Poi Viggo Mortensen mi è sembrato meno compreso nella parte. Meglio il ramingo degli altri due film rispetto al re della terza parte. Sembra che il personaggio perda di forza proprio nel momento della sua apoteosi. Inesistente il personaggio di Arwen che aveva fatto ben sperare nei due episodi precedenti, anche se effettivamente nel libro non occupa molte pagine. Bellissime invece, come nelle parti precedenti della trilogia, le scene di battaglia. Infine il palazzo di Minas Thirit mozza il fiato nella verticalità delle sue guglie: è il trionfo del gotico (quello interpretato in epoca romantica, come il castello di Neuschwanstein). Eccessivamente patetiche e ridondanti le scene finali che avrei ridotto al minimo indispensabile.
Ritornando al problema della cultura di destra di cui il romanzo sarebbe espressione a mio parere è un falso problema. Certo in tempi di preponderanza del marxismo un romanzo fantasy non poteva che apparire fuorviante. Ed è certo che Tolkien è un nostalgico di sentimenti e passioni ritenuti a torto parte del bagaglio della destra, anche se a mio parere onore, lealtà, dovere, idealismoi, dovrebbero essere valori umani al di là dell’appartenenza politica. Certo gli Elfi potrebbero rappresentare i mitici iperborei che fanno parte della mitologia nordica, che tanto piaceva ai nazisti, e potrebbero adombrare la razza eletta che peraltro ha concluso il suo tempo e deve andarsene lasciando il campo agli uomini. Nostalgia della razza eletta? Poi guarda caso il male viene da Oriente e al tempo in cui fu scritto il libro l’Oriente era l’URSS e pertanto il comunismo.
Ad ogni modo io sono propensa a credere che l'autore e i suoi lettori, così come gli spettatori del film, non si prefiggano scopi politici, anche se in passato ci sono state strumentalizzazioni da parte della destra estrema. Ciò che vogliono è evadere per un po’ dalle quotidiane miserie per immergersi in un mondo di fantasia popolato di Elfi, maghi, alberi parlanti, uccelli preistorici, un mondo in cui la lotta tra il bene ed il male si esprime in epiche battaglie in cui contano ancora il valore individuale, la lealtà, l'amicizia, in cui si è disposti a sacrificarsi per il trionfo di un ideale. E’ c'è sicuramente bisogno di fantasia in un mondo immiserito, in cui prevale il potere economico e in cui assistiamo alla tragica parodia della lotta tra il bene ed il male, che è epica nel mondo della fantasia, ma diventa ridicola ed anche pericolosa nella realtà, dove bene e male non sono mai da una sola parte.

4 commenti:

  1. Una bella recensione mia cara.Mi incuriosisce... lo dovro' vedere.Un abbraccio e buon week end

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  2. Il discorso è senza dubbio complesso, anche perchè bisognerebbe identificare (cosa affatto facile) le categorie di "destra" e "sinistra" e relative "culture". Sicuramente il Signore degli Anelli esprime un ethos ascrivibile alla prima, in senso lato -quasi metafisico, non certamente politico, anche se ci sono Contee e Regni nella Terra di Mezzo, e non repubbliche... vabbè :D- poi magari è vero che certi valori dovrebbero essere patrimonio di tutti... ma chissà se è così... un bacio

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  3. Perchè hai cambiato stanza?
    Ciao spero tu sia in un felice periodo

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  4. Ho anch'io appena visto il film e concordo appieno con il tuo giudizio che mi è piaciuto davvero molto. Brava.

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