martedì 5 ottobre 2004

SI PREPARA LA FUGA DALL’IRAQ?

Il segretario alla Difesa americano Donald Rumsfeld è tornato a ventilare la possibilità che le forze Usa possano ritirarsi dall'Iraq anche se non sarà stata del tutto piegata la guerriglia. In un'intervista a Fox News Channel, il capo del Pentagono ha affermato domenica scorsa che Washington non attenderà necessariamente che l'Iraq sia "perfettamente pacificato", ma potrebbe ritirare i suoi soldati "quando il governo iracheno avrà sviluppato la capacità di gestire la situazione dal punto di vista della sicurezza".
Rumsfeld ha inoltre ammesso che non si attendeva una resistenza tanto agguerrita, aggiungendo di prevedere che non calerà di intensità almeno fino alle elezioni di gennaio.

Significa mai o significa togliamoci di torno prima di perdere completamente la faccia oltre che la guerra? Ma è possibile non perderle?

Intanto Silvio Berlusconi e il governo italiano stanno lavorando per "accordare e mettere a punto la linea con i Paesi alleati" per arrivare alla definizione di una “exit strategy” comune". Una strategia che potrebbe portare a un summit ristretto con gli alleati. Lo rivela il ministro della Difesa Antonio Martino, secondo cui "Rumsfeld comincia ad anticipare, con una propria posizione, quel che il governo iracheno ha chiesto agli americani". Un'ipotesi ancora da verificare e da valutare. Di certo il premier iracheno durante la sua visita a Roma ha prospettato che il ritiro delle forze della coalizione aiuterebbe Bagdad. Rafforzerebbe il governo e l'avvio della democrazia".

Dunque anche Silvio Berlusconi percepisce ormai come una sconfitta lo stato attuale delle cose e vorrebbe lavarsi le mani della missione di pace.

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martedì 5 ottobre 2004

SI PREPARA LA FUGA DALL’IRAQ?

Il segretario alla Difesa americano Donald Rumsfeld è tornato a ventilare la possibilità che le forze Usa possano ritirarsi dall'Iraq anche se non sarà stata del tutto piegata la guerriglia. In un'intervista a Fox News Channel, il capo del Pentagono ha affermato domenica scorsa che Washington non attenderà necessariamente che l'Iraq sia "perfettamente pacificato", ma potrebbe ritirare i suoi soldati "quando il governo iracheno avrà sviluppato la capacità di gestire la situazione dal punto di vista della sicurezza".
Rumsfeld ha inoltre ammesso che non si attendeva una resistenza tanto agguerrita, aggiungendo di prevedere che non calerà di intensità almeno fino alle elezioni di gennaio.

Significa mai o significa togliamoci di torno prima di perdere completamente la faccia oltre che la guerra? Ma è possibile non perderle?

Intanto Silvio Berlusconi e il governo italiano stanno lavorando per "accordare e mettere a punto la linea con i Paesi alleati" per arrivare alla definizione di una “exit strategy” comune". Una strategia che potrebbe portare a un summit ristretto con gli alleati. Lo rivela il ministro della Difesa Antonio Martino, secondo cui "Rumsfeld comincia ad anticipare, con una propria posizione, quel che il governo iracheno ha chiesto agli americani". Un'ipotesi ancora da verificare e da valutare. Di certo il premier iracheno durante la sua visita a Roma ha prospettato che il ritiro delle forze della coalizione aiuterebbe Bagdad. Rafforzerebbe il governo e l'avvio della democrazia".

Dunque anche Silvio Berlusconi percepisce ormai come una sconfitta lo stato attuale delle cose e vorrebbe lavarsi le mani della missione di pace.

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