lunedì 9 febbraio 2004

Il “Presidente di guerra” e le armi di sterminio che non si trovano

Dunque le armi di sterminio (con le quali Londra e Washington hanno motivato la guerra mossa all’Iraq e l’invasione dell’anno scorso) in Iraq non ci sono. Questo il parere di David Kay, il consigliere speciale statunitense sui programmi iracheni di armi di sterminio, che, dopo mesi e mesi di ricerche infruttuose, ha ritenuto opportuno dimettersi dall’incarico alcuni giorni fa.

Ma il Presidente Bush nell'intervista trasmessa ieri dalla rete televisiva Nbc e dedicata in buona parte alla difesa della guerra in Iraq, ha spiegato che il mancato ritrovamento delle armi di sterminio non fa venir meno le ragioni della guerra, in quanto Saddam Hussein “aveva la capacità di dotarsi dell'arma, di produrla e poi di farla arrivare a qualche rete terroristica”!.
Dunque qui si va oltre il concetto di guerra preventiva. Qui si vuole fare passare il principio per cui una guerra si può fare non solo se un paese possiede armi di sterminio ma anche se si ipotizza che potrebbe avere la capacità di dotarsene!
In un articolo comparso ieri su “La Nazione”, a firma di Massimo Fini, si diceva che, ai bei tempi delle Potenze, queste,  senza tante giustificazioni, mandavano le cannoniere a prendersi quello che volevano semplicemente in quanto avevano la forza per farlo, poi c’è stato il tempo delle due Superpotenze che, ipocritamente, per intervenire, avevano bisogno di giustificazioni pseudomorali, dall’internazionalismo proletario alla difesa del mondo libero, infine oggi c’è una sola Iperpotenza che interviene perché autoinvestitasi di una morale superiore nei confronti degli altri paesi ma intanto detiene il maggior arsenale di sterminio del mondo.
Ritornando all’intervista in un’ora di colloquio il presidente Usa, che si è definito “Presidente di guerra”, si è anche detto certo che vincerà le elezioni presidenziali del prossimo 2 novembre. “Non ho intenzione di perdere... non prevedo di farlo”, ha commentato nel corso dell'intervista, perché “ho chiaro quello che voglio per il paese: guidare questo mondo verso maggiore pace e libertà. Guidare questa grande nazione a lavorare con gli altri per cambiare il mondo in positivo”. Il presidente non ha però voluto commentare l'ipotesi che a sfidarlo sarà il senatore John Kerry (“Non ha ancora ottenuto la nomination...”), né il fatto che, con il possibile rivale, condivide la partecipazione a un'identica confraternita universitaria di Yale, la setta “Skull Bones” (“Teschio e ossa”), una tra le più esclusive e potenti di tutti gli Usa. Ha detto infatti che la setta “È così segreta che non possiamo parlarne”!

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lunedì 9 febbraio 2004

Il “Presidente di guerra” e le armi di sterminio che non si trovano

Dunque le armi di sterminio (con le quali Londra e Washington hanno motivato la guerra mossa all’Iraq e l’invasione dell’anno scorso) in Iraq non ci sono. Questo il parere di David Kay, il consigliere speciale statunitense sui programmi iracheni di armi di sterminio, che, dopo mesi e mesi di ricerche infruttuose, ha ritenuto opportuno dimettersi dall’incarico alcuni giorni fa.

Ma il Presidente Bush nell'intervista trasmessa ieri dalla rete televisiva Nbc e dedicata in buona parte alla difesa della guerra in Iraq, ha spiegato che il mancato ritrovamento delle armi di sterminio non fa venir meno le ragioni della guerra, in quanto Saddam Hussein “aveva la capacità di dotarsi dell'arma, di produrla e poi di farla arrivare a qualche rete terroristica”!.
Dunque qui si va oltre il concetto di guerra preventiva. Qui si vuole fare passare il principio per cui una guerra si può fare non solo se un paese possiede armi di sterminio ma anche se si ipotizza che potrebbe avere la capacità di dotarsene!
In un articolo comparso ieri su “La Nazione”, a firma di Massimo Fini, si diceva che, ai bei tempi delle Potenze, queste,  senza tante giustificazioni, mandavano le cannoniere a prendersi quello che volevano semplicemente in quanto avevano la forza per farlo, poi c’è stato il tempo delle due Superpotenze che, ipocritamente, per intervenire, avevano bisogno di giustificazioni pseudomorali, dall’internazionalismo proletario alla difesa del mondo libero, infine oggi c’è una sola Iperpotenza che interviene perché autoinvestitasi di una morale superiore nei confronti degli altri paesi ma intanto detiene il maggior arsenale di sterminio del mondo.
Ritornando all’intervista in un’ora di colloquio il presidente Usa, che si è definito “Presidente di guerra”, si è anche detto certo che vincerà le elezioni presidenziali del prossimo 2 novembre. “Non ho intenzione di perdere... non prevedo di farlo”, ha commentato nel corso dell'intervista, perché “ho chiaro quello che voglio per il paese: guidare questo mondo verso maggiore pace e libertà. Guidare questa grande nazione a lavorare con gli altri per cambiare il mondo in positivo”. Il presidente non ha però voluto commentare l'ipotesi che a sfidarlo sarà il senatore John Kerry (“Non ha ancora ottenuto la nomination...”), né il fatto che, con il possibile rivale, condivide la partecipazione a un'identica confraternita universitaria di Yale, la setta “Skull Bones” (“Teschio e ossa”), una tra le più esclusive e potenti di tutti gli Usa. Ha detto infatti che la setta “È così segreta che non possiamo parlarne”!

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