lunedì 4 febbraio 2013

Le inchieste di Presa Diretta


La domenica sera su RAI3, prima con Report ora con Presa Diretta, si viene a sapere qualcosa di più di quello che ci dicono i telegiornali e i vari talk show.

La puntata di stasera di Presa Diretta ha presentato un'inchiesta sugli F-35, ha trattato quindi la più generale questione delle ingenti spese militari che l'Italia si è impegnata a sostenere nei prossimi dieci anni per un totale di 230 mld di euro, e successivamente ha dedicato un servizio all'inquinamento ambientale di alcuni territori della Sardegna che si trovano a ridosso di zone militari, in particolare Perdas De Fogu dove si fanno sperimentazioni belliche e la popolazione presenta sindromi simili  a quelle di molti militari impiegati nella guerra del Golfo e in quella dei Balcani.

In chiusura c'è stato un breve servizio sul Costa Rica, paese che nel 1949 ha abolito costituzionalmente l'esercito e ha impiegato le proprie risorse in educazione, sanità, realizzazione di parchi naturali. A questo proposito immagino le obiezioni, e cioè che l'Italia non è il Costarica, che la collocazione strategica dell'Italia è ben diversa, ecc.ecc. Ora anche ammesso ciò, e comunque la realtà odierna non è più quella della "guerra fredda", anche se non si possono escludere rischi futuri provenienti dal Nord-Africa, peraltro determinati in larga parte dalle scellerate azioni dei paesi occidentali in questi ultimi anni,  si potrebbe almeno cercare di  rispettare l'art.11 della nostra Costituzione, per il quale l'Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle contese internazionali, invece di andare a fare guerre e chiamarle missioni di pace, ciò particolarmente poi in un momento in cui la crisi imporrebbe di tagliare le spese. Ma come abbiamo visto per i nostri governanti e per i nostri rappresentanti in Parlamento (lo stanziamento di 230 mld è stato approvato con il consenso di tutti i partiti eccetto i radicali, l'IDV e qualche parlamentare a titolo personale, sicuramente con nocumento per la propria carriera) è meglio tagliare la sanità, la ricerca e l'istruzione che le spese militari. Ora poi in campagna elettorale Bersani almeno sugli F-35 dice che bisogna ridimensionare il progetto, Berlusconi dice che lui personalmente non avrebbe comprato gli F-35 perché preferirebbe la costituzione di un esercito europeo con armamenti europei, ma che, insomma, non si poteva fare diversamente, Monti dice che i patti vanno rispettati e del resto la decisione sarebbe stata presa già dal governo D'Alema.

Ritornando al programma di RAI3 in chiusura è stato annunciato che, per motivi tecnici dovuti alle numerose tribune elettorali previste,  le prossime due domeniche Presa Diretta dovrà cedere il posto a Ballarò e che tornerà il 24, quando insomma avranno votato quasi tutti! 

Ora non è che un programma possa provocare chissà quale risentimento popolare, sicuramente un po' di mal di pancia, una certa indignazione da divano, ma l'indomani nel confronto con i propri problemi personali ci se ne dimentica. Però tra tre settimane si vota e non sia mai che qualche inchiesta possa far decidere a qualcuno di non votare per  i soliti noti, ma di esprimere un voto di protesta!

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lunedì 4 febbraio 2013

Le inchieste di Presa Diretta


La domenica sera su RAI3, prima con Report ora con Presa Diretta, si viene a sapere qualcosa di più di quello che ci dicono i telegiornali e i vari talk show.

La puntata di stasera di Presa Diretta ha presentato un'inchiesta sugli F-35, ha trattato quindi la più generale questione delle ingenti spese militari che l'Italia si è impegnata a sostenere nei prossimi dieci anni per un totale di 230 mld di euro, e successivamente ha dedicato un servizio all'inquinamento ambientale di alcuni territori della Sardegna che si trovano a ridosso di zone militari, in particolare Perdas De Fogu dove si fanno sperimentazioni belliche e la popolazione presenta sindromi simili  a quelle di molti militari impiegati nella guerra del Golfo e in quella dei Balcani.

In chiusura c'è stato un breve servizio sul Costa Rica, paese che nel 1949 ha abolito costituzionalmente l'esercito e ha impiegato le proprie risorse in educazione, sanità, realizzazione di parchi naturali. A questo proposito immagino le obiezioni, e cioè che l'Italia non è il Costarica, che la collocazione strategica dell'Italia è ben diversa, ecc.ecc. Ora anche ammesso ciò, e comunque la realtà odierna non è più quella della "guerra fredda", anche se non si possono escludere rischi futuri provenienti dal Nord-Africa, peraltro determinati in larga parte dalle scellerate azioni dei paesi occidentali in questi ultimi anni,  si potrebbe almeno cercare di  rispettare l'art.11 della nostra Costituzione, per il quale l'Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle contese internazionali, invece di andare a fare guerre e chiamarle missioni di pace, ciò particolarmente poi in un momento in cui la crisi imporrebbe di tagliare le spese. Ma come abbiamo visto per i nostri governanti e per i nostri rappresentanti in Parlamento (lo stanziamento di 230 mld è stato approvato con il consenso di tutti i partiti eccetto i radicali, l'IDV e qualche parlamentare a titolo personale, sicuramente con nocumento per la propria carriera) è meglio tagliare la sanità, la ricerca e l'istruzione che le spese militari. Ora poi in campagna elettorale Bersani almeno sugli F-35 dice che bisogna ridimensionare il progetto, Berlusconi dice che lui personalmente non avrebbe comprato gli F-35 perché preferirebbe la costituzione di un esercito europeo con armamenti europei, ma che, insomma, non si poteva fare diversamente, Monti dice che i patti vanno rispettati e del resto la decisione sarebbe stata presa già dal governo D'Alema.

Ritornando al programma di RAI3 in chiusura è stato annunciato che, per motivi tecnici dovuti alle numerose tribune elettorali previste,  le prossime due domeniche Presa Diretta dovrà cedere il posto a Ballarò e che tornerà il 24, quando insomma avranno votato quasi tutti! 

Ora non è che un programma possa provocare chissà quale risentimento popolare, sicuramente un po' di mal di pancia, una certa indignazione da divano, ma l'indomani nel confronto con i propri problemi personali ci se ne dimentica. Però tra tre settimane si vota e non sia mai che qualche inchiesta possa far decidere a qualcuno di non votare per  i soliti noti, ma di esprimere un voto di protesta!

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