domenica 20 febbraio 2005

La lingua italiana e l’Europa



 La notizia pubblicata dal Corriere della Sera che la lingua italiana è stata cancellata da tutte le conferenze stampa (salvo quelle del mercoledì) tenute dai commissari dell’Unione Europea, riveste una notevolissima importanza politica, in quanto significa che il nostro Paese non sarà tra le nazioni guida dell’Unione ma occuperà un posto di seconda fila.Risulta infatti difficile credere che un Paese la cui lingua è considerata poco importante possa poi ricoprire un ruolo politico primario. Quindi da iniziatori della costruzione europea ne siamo diventati dei semplici comprimari.



Le lingue “stabili” dell’Unione sono francese, inglese e tedesco, non tanto per la loro diffusione nel mondo, che potrebbe valere per inglese e francese, ma non certo per il tedesco,  quanto per il ruolo dei paesi in cui sono parlate.



Così questa Europa sembra sempre più destinata a diventare non un soggetto sopranazionale quanto piuttosto una struttura plurinazionale sottoposta alla leadership di un ristrettissimo gruppo di Stati nazionali, che sono Francia, Germania e Gran Bretagna.



Le cause sono da individuare nella politica miope dei nostri governi, presenti e passati, il cui peso in politica estera è ed è sempre stato marginale e che non si preoccupano nemmeno di sostenere la nostra cultura nel mondo.

1 commento:

  1. e poi qualcuno si offende se Prodi lascia trapelare che CHirac ha detto che da quando c'è lui (sì sempre lui) l'Italia conta come il due di picche. Ciao. Alain

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domenica 20 febbraio 2005

La lingua italiana e l’Europa



 La notizia pubblicata dal Corriere della Sera che la lingua italiana è stata cancellata da tutte le conferenze stampa (salvo quelle del mercoledì) tenute dai commissari dell’Unione Europea, riveste una notevolissima importanza politica, in quanto significa che il nostro Paese non sarà tra le nazioni guida dell’Unione ma occuperà un posto di seconda fila.Risulta infatti difficile credere che un Paese la cui lingua è considerata poco importante possa poi ricoprire un ruolo politico primario. Quindi da iniziatori della costruzione europea ne siamo diventati dei semplici comprimari.



Le lingue “stabili” dell’Unione sono francese, inglese e tedesco, non tanto per la loro diffusione nel mondo, che potrebbe valere per inglese e francese, ma non certo per il tedesco,  quanto per il ruolo dei paesi in cui sono parlate.



Così questa Europa sembra sempre più destinata a diventare non un soggetto sopranazionale quanto piuttosto una struttura plurinazionale sottoposta alla leadership di un ristrettissimo gruppo di Stati nazionali, che sono Francia, Germania e Gran Bretagna.



Le cause sono da individuare nella politica miope dei nostri governi, presenti e passati, il cui peso in politica estera è ed è sempre stato marginale e che non si preoccupano nemmeno di sostenere la nostra cultura nel mondo.

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  1. e poi qualcuno si offende se Prodi lascia trapelare che CHirac ha detto che da quando c'è lui (sì sempre lui) l'Italia conta come il due di picche. Ciao. Alain

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