martedì 8 febbraio 2005

Blogmania



Mi sono imbattuta in questo esilarante post  di “SiFossiFoco” sui blog che, partendo dal fatto che questi ultimi avrebbero rivoluzionato anche il nostro modo di vivere la casa, arriva a scomodare il ritorno del “dionisismo” nella cultura contemporanea, e tutto ciò in uno spassosissimo vernacolo toscano.



Certo anche per me qualcosa è cambiato, non tanto nella casa, perché da sempre vivo soprattutto nella stanza dove leggo, ascolto musica, e soprattutto sto al computer e ora “bloggo”.  Però non vado più in palestra e leggo meno (libri e giornali), mentre sono quasi spinta da disturbo ossessivo compulsivo che mi costringe, non dico a leggere, ma almeno a scorrere i blog altrui, magari “linkandone” (orrido inglesismo) alcuni e/o inserendone altri tra i preferiti che mi propongo di rivisitare in un secondo momento anche se poi non lo farò, come accadeva (e accade tuttora) con i ritagli dai giornali degli articoli più interessanti che non avevo avuto (e non ho) tempo di leggere e mai ne avrò. E se ho sempre odiato fare da mangiare e qualsiasi altra cosa pratica, ora è sempre più frequente che lasci bruciare qualcosa sul fuoco, perché ho da “postare”.


 


Dionisismo, chissà, certo narcisismo. In un articolo su “La Repubblica delle Donne” (edizione dell’8 gennaio) si parlava del blog come della “punta emergente di un fenomeno che spinge tutti a parlare di sé e a raccontarsi per decifrare il mondo” . Il popolo dell’io non avrebbe più confini e il blog sarebbe una delle sue massime espressioni. Riedizione narcisistica del diario adolescenziale, questa volta esibito su internet? Anche, ma non solo.


Pensate che ogni 5 secondi in rete nasce un blog.


 

Ma ci sono anche quelli che chiudono. Non mancano infatti i blogger pentiti. Quelli che abbandonano confessandosi in pubblico come Percival (Arrivai al mondo del blog. Si era agli inizi. Dapprima fu per gioco, solo per passare il tempo. Ma il gioco prese il sopravvento e quello che doveva soltanto essere un diversivo, divenne quasi una ragione di vita. Mi ero rifugiato nel virtuale per scappare da una realtà, che avvertivo ostile. Invece di affrontarla, andavo costruendo una meravigliosa bolla di sapone).


 

E quelli come Militante che si prendono una pausa di riflessione, ma ci ripensano subito e continuano.





Intanto è uscito persino il calendario delle bloggers che si può scaricare qui.





C’è poi chi ha avuto l’idea di pubblicare on line, con cadenza periodica, un’antologia del blog italiano, una libera selezione dei post italiani pubblicati sulla rete, il meglio del blog secondo l’ideatore. Si chiama "Bardablò" e il primo numero, quello di gennaio, si può leggere e scaricare qui,  ma ha un limite, la pagina in formato PDF non si riesce a stampare, almeno in formato A/4, e anche la lettura non è delle più agevoli.


 

Ed è appena nata una rivista letteraria on line, “Sacripante”, che si propone di pubblicare i racconti dei blogger che però devono essere  inediti (ossia mai postati sui blog), proprio quando ne avevo appena scritto uno (cosa mai fatta finora) ovviamente publicandolo su uno dei miei blog


 

Non sono mancati poi incontri e raduni di blogger. E poi ci sono le varie vetrine,classifiche e directory di blog. E sicuramente qualcuno ci starà anche facendo la tesi.


 

Quanto ai libri che parlano di blog, ne sono già usciti diversi. Da "Diario di una blogger" di Francesca Mazzucato, del marzo 2003,  al recentissimo “La notte dei blogger”, racconti scritti di notte da 18 blogger italiani tra i più conosciuti, ove i blog c’entrano solo perché gli autori sono appunto dei “blogger”, ma tra il primo e l’ultimo nell’ordine, ne sono usciti diversi altri, alcuni come studio del fenomeno “blog”, della sua storia, dell’impatto con il mondo della cultura on line,  altri come raccolta di post e commenti, come racconto della propria esperienza in rete, altri ancora come manuale di istruzioni sul nuovo strumento.


 

Qualche blogger ha già tentato di studiare il fenomeno dall’interno chiedendo ai “colleghi” perché e come hanno iniziato. E sarebbe interessante fare un censimento anche per età, genere, livello culturale, professione, interessi, tipologia di blog, ecc. 


 

Cosa rimarrà di tutto questo?


 

Sarà possibile in futuro analizzare attraverso i blog gli avvenimenti mondiali (pensate ad esempio alla guerra in Iraq e allo tsunami nel sud-est asiatico, a come sono stati visti e raccontati), ma anche le mode, le tendenze, i gusti, gli interessi, i sentimenti ed i modi di renderli, insomma l’analisi dei blog fornirà lo spaccato di un’epoca?


 

Certo che sui blog si trova di tutto. C’è chi racconta la propria giornata, le proprie paturnie, chi semplicemente “cazzeggia”, chi parla dei propri hobby e interessi, dalla cucina, ai gatti (i gattofili, e mi fa piacere, sono molti, non ho fatto caso se siano altrettanti i cinofili), chi racconta la propria lotta per perdere peso o per smettere di fumare, o chissà che altro, chi riporta curiosità da tutto il mondo, chi posta i propri parti letterari, dalle poesie ai racconti, chi le proprie foto, chi le proprie riflessioni sui massimi sistemi, su libri e film, sulla musica preferita, chi parla di misteri e di UFO, chi commenta i principali avvenimenti mondiali, chi si sfoga conto i capoufficio e le miserie della vita in azienda. E a proposito di questi ultimi apprendo, sempre da “La Repubblica delle Donne” (edizione del 5 febbraio), come “Il diario di Max” (sottotitolo, “ma vie – de merde – sur grande ecran”)  ovvero le giornate di un tizio sepolto in uno dei tanti uffici delle torri della Défense, l’avveniristico quartiere degli impiegati a Ovest di Parigi, sia stato il blog più “clicccato” in Francia, con trentamila contatti al giorno. In linguaggio pittoresco, ma letterariamente raffinato, si lanciava contro colleghi idioti, autocrati stupidi e arroganti, arrivisti vari. Uno dei post più divertenti è di lunedì 30 agosto 2004 al rientro in ufficio dopo le ferie estive. Il post si intitola “Buongiorno stronzi” ed è tutto un programma. L’epilogo inatteso poco prima di Natale quando la vecchia scimmia, ovvero il capo,  convoca Max e lo promuove dirigente (come neutralizzare una mina vagante!). E il blog chiude, ma si può ancora leggere qui.

2 commenti:

  1. passavop di qui per caso...
    interessanti osservazioni...su una realtà cosi penetrante nella nostra società.


    feau

    RispondiElimina
  2. Ciao dolcissima e brillante donna.Sei stata davvero brava a fare una disanima del mondo dei Blog.Ti abbraccio forte e ti auguro una buona domenica

    RispondiElimina

martedì 8 febbraio 2005

Blogmania



Mi sono imbattuta in questo esilarante post  di “SiFossiFoco” sui blog che, partendo dal fatto che questi ultimi avrebbero rivoluzionato anche il nostro modo di vivere la casa, arriva a scomodare il ritorno del “dionisismo” nella cultura contemporanea, e tutto ciò in uno spassosissimo vernacolo toscano.



Certo anche per me qualcosa è cambiato, non tanto nella casa, perché da sempre vivo soprattutto nella stanza dove leggo, ascolto musica, e soprattutto sto al computer e ora “bloggo”.  Però non vado più in palestra e leggo meno (libri e giornali), mentre sono quasi spinta da disturbo ossessivo compulsivo che mi costringe, non dico a leggere, ma almeno a scorrere i blog altrui, magari “linkandone” (orrido inglesismo) alcuni e/o inserendone altri tra i preferiti che mi propongo di rivisitare in un secondo momento anche se poi non lo farò, come accadeva (e accade tuttora) con i ritagli dai giornali degli articoli più interessanti che non avevo avuto (e non ho) tempo di leggere e mai ne avrò. E se ho sempre odiato fare da mangiare e qualsiasi altra cosa pratica, ora è sempre più frequente che lasci bruciare qualcosa sul fuoco, perché ho da “postare”.


 


Dionisismo, chissà, certo narcisismo. In un articolo su “La Repubblica delle Donne” (edizione dell’8 gennaio) si parlava del blog come della “punta emergente di un fenomeno che spinge tutti a parlare di sé e a raccontarsi per decifrare il mondo” . Il popolo dell’io non avrebbe più confini e il blog sarebbe una delle sue massime espressioni. Riedizione narcisistica del diario adolescenziale, questa volta esibito su internet? Anche, ma non solo.


Pensate che ogni 5 secondi in rete nasce un blog.


 

Ma ci sono anche quelli che chiudono. Non mancano infatti i blogger pentiti. Quelli che abbandonano confessandosi in pubblico come Percival (Arrivai al mondo del blog. Si era agli inizi. Dapprima fu per gioco, solo per passare il tempo. Ma il gioco prese il sopravvento e quello che doveva soltanto essere un diversivo, divenne quasi una ragione di vita. Mi ero rifugiato nel virtuale per scappare da una realtà, che avvertivo ostile. Invece di affrontarla, andavo costruendo una meravigliosa bolla di sapone).


 

E quelli come Militante che si prendono una pausa di riflessione, ma ci ripensano subito e continuano.





Intanto è uscito persino il calendario delle bloggers che si può scaricare qui.





C’è poi chi ha avuto l’idea di pubblicare on line, con cadenza periodica, un’antologia del blog italiano, una libera selezione dei post italiani pubblicati sulla rete, il meglio del blog secondo l’ideatore. Si chiama "Bardablò" e il primo numero, quello di gennaio, si può leggere e scaricare qui,  ma ha un limite, la pagina in formato PDF non si riesce a stampare, almeno in formato A/4, e anche la lettura non è delle più agevoli.


 

Ed è appena nata una rivista letteraria on line, “Sacripante”, che si propone di pubblicare i racconti dei blogger che però devono essere  inediti (ossia mai postati sui blog), proprio quando ne avevo appena scritto uno (cosa mai fatta finora) ovviamente publicandolo su uno dei miei blog


 

Non sono mancati poi incontri e raduni di blogger. E poi ci sono le varie vetrine,classifiche e directory di blog. E sicuramente qualcuno ci starà anche facendo la tesi.


 

Quanto ai libri che parlano di blog, ne sono già usciti diversi. Da "Diario di una blogger" di Francesca Mazzucato, del marzo 2003,  al recentissimo “La notte dei blogger”, racconti scritti di notte da 18 blogger italiani tra i più conosciuti, ove i blog c’entrano solo perché gli autori sono appunto dei “blogger”, ma tra il primo e l’ultimo nell’ordine, ne sono usciti diversi altri, alcuni come studio del fenomeno “blog”, della sua storia, dell’impatto con il mondo della cultura on line,  altri come raccolta di post e commenti, come racconto della propria esperienza in rete, altri ancora come manuale di istruzioni sul nuovo strumento.


 

Qualche blogger ha già tentato di studiare il fenomeno dall’interno chiedendo ai “colleghi” perché e come hanno iniziato. E sarebbe interessante fare un censimento anche per età, genere, livello culturale, professione, interessi, tipologia di blog, ecc. 


 

Cosa rimarrà di tutto questo?


 

Sarà possibile in futuro analizzare attraverso i blog gli avvenimenti mondiali (pensate ad esempio alla guerra in Iraq e allo tsunami nel sud-est asiatico, a come sono stati visti e raccontati), ma anche le mode, le tendenze, i gusti, gli interessi, i sentimenti ed i modi di renderli, insomma l’analisi dei blog fornirà lo spaccato di un’epoca?


 

Certo che sui blog si trova di tutto. C’è chi racconta la propria giornata, le proprie paturnie, chi semplicemente “cazzeggia”, chi parla dei propri hobby e interessi, dalla cucina, ai gatti (i gattofili, e mi fa piacere, sono molti, non ho fatto caso se siano altrettanti i cinofili), chi racconta la propria lotta per perdere peso o per smettere di fumare, o chissà che altro, chi riporta curiosità da tutto il mondo, chi posta i propri parti letterari, dalle poesie ai racconti, chi le proprie foto, chi le proprie riflessioni sui massimi sistemi, su libri e film, sulla musica preferita, chi parla di misteri e di UFO, chi commenta i principali avvenimenti mondiali, chi si sfoga conto i capoufficio e le miserie della vita in azienda. E a proposito di questi ultimi apprendo, sempre da “La Repubblica delle Donne” (edizione del 5 febbraio), come “Il diario di Max” (sottotitolo, “ma vie – de merde – sur grande ecran”)  ovvero le giornate di un tizio sepolto in uno dei tanti uffici delle torri della Défense, l’avveniristico quartiere degli impiegati a Ovest di Parigi, sia stato il blog più “clicccato” in Francia, con trentamila contatti al giorno. In linguaggio pittoresco, ma letterariamente raffinato, si lanciava contro colleghi idioti, autocrati stupidi e arroganti, arrivisti vari. Uno dei post più divertenti è di lunedì 30 agosto 2004 al rientro in ufficio dopo le ferie estive. Il post si intitola “Buongiorno stronzi” ed è tutto un programma. L’epilogo inatteso poco prima di Natale quando la vecchia scimmia, ovvero il capo,  convoca Max e lo promuove dirigente (come neutralizzare una mina vagante!). E il blog chiude, ma si può ancora leggere qui.

2 commenti:

  1. passavop di qui per caso...
    interessanti osservazioni...su una realtà cosi penetrante nella nostra società.


    feau

    RispondiElimina
  2. Ciao dolcissima e brillante donna.Sei stata davvero brava a fare una disanima del mondo dei Blog.Ti abbraccio forte e ti auguro una buona domenica

    RispondiElimina