lunedì 29 dicembre 2003

Pensieri di fine anno

Ricordo che l’anno scorso passai il periodo natalizio ad aggiornare il mio sito “Avalon e dintorni” , nato nel settembre precedente e di cui ero tutto sommato entusiasta, essendo il mio primo tentativo di pubblicare in rete.

Neanche un mese dopo, per l’esattezza il 12 gennaio di quest’anno, sarebbe nato questo blog che oggi conta 28.560 click, anche se devo ammettere che almeno 10.000 sono miei.

Quando ho aperto per prova questo “blog” non sapevo ancora cosa volevo farne ne se si sarebbe trattato del divertimento di qualche giorno, tenuto conto degli impegni lavorativi e del fatto che avevo già un sito, anzi due, (il secondo dedicato a Pistoia, la mia città, purtroppo ormai molto trascurato, tanto che l’ho quasi prestato ad un amico che si occupa di storia locale).

Ma dopo anni che non me ne occupavo più, a prescindere dalla lettura dei giornali, da un po’ di tempo avevo cominciato a sentire il bisogno di ritornare ad interessarmi di quanto avveniva nel mondo tanto che nel sito principale, dedicato ad argomenti vagamente esoterici, avevo inserito anche una pagina di attualità, che tuttavia non legava molto con il resto. Così questo “blog” è diventato il mezzo per veicolare le mie opinioni sulle vicende mondiali, in particolare sul fondamentalismo islamico e sul risorgente imperialismo americano sostenuto dalla politica arrogante e fondamentalista della nuova destra al potere, con qualche breve “excursus” sulle vicende della politica interna e qualche riflessione sulla “blogosfera”. Soprattutto ho seguito le vicende irachene, dal dibattito mondiale precedente la guerra, alle manifestazioni per la pace, all’attacco anglo-americano, alla caduta del regime, ai sanguinosi episodi del “dopoguerra” fino alla cattura di Saddam Hussein.  Qualche volta ho inserito anche più articoli al giorno. Ora però mi sento un po’ confusa e demotivata.

Da una parte continuo ad avversare l’arrogante politica di potenza degli Stati Uniti e a ritenere che comunque, al di là di qualsiasi altra considerazione, la democrazia non è bene che si possa importare, tanto meno con la guerra. Eventualmente si importa con il benessere e con la cultura. Se nei paesi dove maggiore è la presa del terrorismo islamico le  condizioni sociali e conseguentemente culturali migliorassero, il fanatismo religioso non avrebbe più ragione di essere e con esso il terrorismo perderebbe il proprio  terreno di cultura.

E la guerra non è mai una soluzione, come dimostrano gli avvenimenti successivi a questi interventi cosiddetti umanitari.

Sono stata a favore dell’intervento in Afghanistan, perché là c’erano le basi di Al Qaeda, ma ho avuto molti dubbi sull’intervento in Kossovo, voluto anche dalla sinistra, forse solo perché era al governo. Attaccare paesi sovrani che non ci hanno minacciato significa violare un principio fondamentale del diritto internazionale. Certo  Milosevic era un dittatore e c’era un genocidio in corso. Ma allora quante altre volte saremmo dovuti intervenire? Quando in Algeria il terrorismo islamico ha fatto migliaia di vittime abbiamo guardato dall’altra parte.

Tuttavia oggi il terrorismo islamico è un pericolo sempre più minaccioso, e anche se non possiamo dimenticare la cause che l’hanno determinato e le colpe dell’Occidente, dobbiamo combattere per difendere la nostra cultura e la nostra civiltà da chi  vorrebbe ricondurre il mondo al medioevo e ci minaccia con il terrorismo.

Non si può negare infatti che oggi la civiltà occidentale sia superiore anche perché non è più fondamentalista (a parte Bush) e  perché la religione non detta più le regole della  vita civile (a prescindere dall’Italia). Per secoli l’Europa è stata sconvolta dalle guerre di religione, mentre l’inquisizione torturava e condannava al rogo migliaia di oppositori che chiamava streghe ed eretici. Il rogo di Giordano Bruno e la condanna di Galilei in fondo risalgono a soli 4 secoli fa.  Allora era l’Islam a essere più tollerante e civile. Dobbiamo alla cultura islamica se molte opere di fondamentale importanza per la civiltà occidentale sono state salvate e sono giunte fino a noi. Ma oggi è l’Islam che inneggia alla guerra santa e che vuole governare attraverso le teocrazie e riportare il mondo all’oscurantismo.

Così mi sento confusa di fronte ad  una realtà in cui non è così semplice schierarsi, come lo fu invece durante la guerra del Vietnam.

Credo fermamente nell’indipendenza dei popoli e nell’inviolabilità dei confini. Ritengo che i popoli abbiano sempre diritto ad autodeterminarsi. Poi però mi domando se il principio dell’autodeterminazione valga anche quando potrebbe condurre all’instaurazione di una teocrazia islamica o se invece non sia dovere del consesso civile impedirla e questo mi mette in crisi con i miei principi.

Da una parte mi è insopportabile vedere truppe straniere in qualsiasi paese, quindi anche in Iraq, poi però penso che se gli anglo-americani dovessero ritirarsi dall’Iraq, un’altra dittatura non meno feroce di quella di Saddam Hussein verrebbe ad instaurarsi con l’aggravante di essere una teocrazia che offrirebbe sostegno alla Jihad islamica.

Mi domando tuttavia se ci sia ancora un margine per una risoluzione che veda l’intervento di organismi internazionali. Ma l’ONU sembra ormai sempre più la Società delle Nazioni  prima della seconda guerra mondiale, l’Europa stenta a decollare e gli USA si sentono la nazione eletta da Dio per governare il mondo.

4 commenti:

  1. Carissima Maria perdonami se ho letto solo le prime due righe... questo ultimo dell'anno lo potremmo passare insieme così mi aiuti a sistema il blog ed il website. Senza di te non saprei come fare!!! ciao aless

    RispondiElimina
  2. Come buon proposito per l'anno nuovo c'è l'impegno ad essere più sintetica.
    Anzi ho deciso di dare un taglio diverso al blog: brevi commenti stile Wittgenstein (intendo il blog e non il filosofo), altrimenti non mi legge più nessuno.
    Ah, mi faresti lavorare anche per capodanno?
    Se penso a quello che ho da fare e tenuto conto che vado in ferie, il capodanno dovrei passarlo in ufficio!
    Ciao
    Marivan

    RispondiElimina
  3. bellissime riflessioni di una donna splendida a cui faccio i migliori auguri per un caldo 2004.

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  4. ah, già, il mistero... vedi che abbiamo un'altra cosa in comune?

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lunedì 29 dicembre 2003

Pensieri di fine anno

Ricordo che l’anno scorso passai il periodo natalizio ad aggiornare il mio sito “Avalon e dintorni” , nato nel settembre precedente e di cui ero tutto sommato entusiasta, essendo il mio primo tentativo di pubblicare in rete.

Neanche un mese dopo, per l’esattezza il 12 gennaio di quest’anno, sarebbe nato questo blog che oggi conta 28.560 click, anche se devo ammettere che almeno 10.000 sono miei.

Quando ho aperto per prova questo “blog” non sapevo ancora cosa volevo farne ne se si sarebbe trattato del divertimento di qualche giorno, tenuto conto degli impegni lavorativi e del fatto che avevo già un sito, anzi due, (il secondo dedicato a Pistoia, la mia città, purtroppo ormai molto trascurato, tanto che l’ho quasi prestato ad un amico che si occupa di storia locale).

Ma dopo anni che non me ne occupavo più, a prescindere dalla lettura dei giornali, da un po’ di tempo avevo cominciato a sentire il bisogno di ritornare ad interessarmi di quanto avveniva nel mondo tanto che nel sito principale, dedicato ad argomenti vagamente esoterici, avevo inserito anche una pagina di attualità, che tuttavia non legava molto con il resto. Così questo “blog” è diventato il mezzo per veicolare le mie opinioni sulle vicende mondiali, in particolare sul fondamentalismo islamico e sul risorgente imperialismo americano sostenuto dalla politica arrogante e fondamentalista della nuova destra al potere, con qualche breve “excursus” sulle vicende della politica interna e qualche riflessione sulla “blogosfera”. Soprattutto ho seguito le vicende irachene, dal dibattito mondiale precedente la guerra, alle manifestazioni per la pace, all’attacco anglo-americano, alla caduta del regime, ai sanguinosi episodi del “dopoguerra” fino alla cattura di Saddam Hussein.  Qualche volta ho inserito anche più articoli al giorno. Ora però mi sento un po’ confusa e demotivata.

Da una parte continuo ad avversare l’arrogante politica di potenza degli Stati Uniti e a ritenere che comunque, al di là di qualsiasi altra considerazione, la democrazia non è bene che si possa importare, tanto meno con la guerra. Eventualmente si importa con il benessere e con la cultura. Se nei paesi dove maggiore è la presa del terrorismo islamico le  condizioni sociali e conseguentemente culturali migliorassero, il fanatismo religioso non avrebbe più ragione di essere e con esso il terrorismo perderebbe il proprio  terreno di cultura.

E la guerra non è mai una soluzione, come dimostrano gli avvenimenti successivi a questi interventi cosiddetti umanitari.

Sono stata a favore dell’intervento in Afghanistan, perché là c’erano le basi di Al Qaeda, ma ho avuto molti dubbi sull’intervento in Kossovo, voluto anche dalla sinistra, forse solo perché era al governo. Attaccare paesi sovrani che non ci hanno minacciato significa violare un principio fondamentale del diritto internazionale. Certo  Milosevic era un dittatore e c’era un genocidio in corso. Ma allora quante altre volte saremmo dovuti intervenire? Quando in Algeria il terrorismo islamico ha fatto migliaia di vittime abbiamo guardato dall’altra parte.

Tuttavia oggi il terrorismo islamico è un pericolo sempre più minaccioso, e anche se non possiamo dimenticare la cause che l’hanno determinato e le colpe dell’Occidente, dobbiamo combattere per difendere la nostra cultura e la nostra civiltà da chi  vorrebbe ricondurre il mondo al medioevo e ci minaccia con il terrorismo.

Non si può negare infatti che oggi la civiltà occidentale sia superiore anche perché non è più fondamentalista (a parte Bush) e  perché la religione non detta più le regole della  vita civile (a prescindere dall’Italia). Per secoli l’Europa è stata sconvolta dalle guerre di religione, mentre l’inquisizione torturava e condannava al rogo migliaia di oppositori che chiamava streghe ed eretici. Il rogo di Giordano Bruno e la condanna di Galilei in fondo risalgono a soli 4 secoli fa.  Allora era l’Islam a essere più tollerante e civile. Dobbiamo alla cultura islamica se molte opere di fondamentale importanza per la civiltà occidentale sono state salvate e sono giunte fino a noi. Ma oggi è l’Islam che inneggia alla guerra santa e che vuole governare attraverso le teocrazie e riportare il mondo all’oscurantismo.

Così mi sento confusa di fronte ad  una realtà in cui non è così semplice schierarsi, come lo fu invece durante la guerra del Vietnam.

Credo fermamente nell’indipendenza dei popoli e nell’inviolabilità dei confini. Ritengo che i popoli abbiano sempre diritto ad autodeterminarsi. Poi però mi domando se il principio dell’autodeterminazione valga anche quando potrebbe condurre all’instaurazione di una teocrazia islamica o se invece non sia dovere del consesso civile impedirla e questo mi mette in crisi con i miei principi.

Da una parte mi è insopportabile vedere truppe straniere in qualsiasi paese, quindi anche in Iraq, poi però penso che se gli anglo-americani dovessero ritirarsi dall’Iraq, un’altra dittatura non meno feroce di quella di Saddam Hussein verrebbe ad instaurarsi con l’aggravante di essere una teocrazia che offrirebbe sostegno alla Jihad islamica.

Mi domando tuttavia se ci sia ancora un margine per una risoluzione che veda l’intervento di organismi internazionali. Ma l’ONU sembra ormai sempre più la Società delle Nazioni  prima della seconda guerra mondiale, l’Europa stenta a decollare e gli USA si sentono la nazione eletta da Dio per governare il mondo.

4 commenti:

  1. Carissima Maria perdonami se ho letto solo le prime due righe... questo ultimo dell'anno lo potremmo passare insieme così mi aiuti a sistema il blog ed il website. Senza di te non saprei come fare!!! ciao aless

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  2. Come buon proposito per l'anno nuovo c'è l'impegno ad essere più sintetica.
    Anzi ho deciso di dare un taglio diverso al blog: brevi commenti stile Wittgenstein (intendo il blog e non il filosofo), altrimenti non mi legge più nessuno.
    Ah, mi faresti lavorare anche per capodanno?
    Se penso a quello che ho da fare e tenuto conto che vado in ferie, il capodanno dovrei passarlo in ufficio!
    Ciao
    Marivan

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  3. bellissime riflessioni di una donna splendida a cui faccio i migliori auguri per un caldo 2004.

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  4. ah, già, il mistero... vedi che abbiamo un'altra cosa in comune?

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