venerdì 31 agosto 2012

Single più liberi ma più angosciati?


E' proprio vero che i single sono più liberi ma angosciati?

Così la pensa il neuropsichiatra Boris Cyrulnik citato in questo articolo il quale afferma che“l’ansia è il prezzo da pagare per la libertà”. 

L'articolo peraltro mi pare un po' confuso.  Si parte infatti ponendo l'accento sul cammino della donna che ha conquistato la libertà, ma con essa anche la solitudine e l'ansia che ne consegue.  Poi però il discorso si fa più generale. E mi pare ovvio.  Eventualmente si può dire che un tempo alla donna non era dato scegliere e pertanto o si sposava o restava nella famiglia d'origine. Così  difficilmente sperimentava la solitudine, ma non per questo le era risparmiata l'angoscia, anzi.

Credo tuttavia che l'angoscia sia connaturata all'animo umano e  principalmente connessa alla paura della malattia, della vecchiaia, della morte, più che della solitudine, e che ovviamente riguardi entrambi i generi.
 E' ovvio che si riduca nel momento in cui si vive una relazione affettiva soddisfacente, anche perché quella relazione per un po' di tempo ci distoglie dai pensieri  cupi.  Al contrario se la relazione non è soddisfacente ci si sente ancora più soli e angosciati. 

Poi mi domando anche perché debba esserci contrapposizione tra libertà che comporterebbe ansia e stabilità affettiva che ci renderebbe più sereni.  Anzi credo che  in un rapporto veramente soddisfacente debbano rimanere spazi di libertà per entrambi i partner, altrimenti si tratta di un rapporto malato, che si trasforma presto in una gabbia soffocante dalla quale la fuga è l'unica soluzione per non ripiombare nell'angoscia.


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venerdì 31 agosto 2012

Single più liberi ma più angosciati?


E' proprio vero che i single sono più liberi ma angosciati?

Così la pensa il neuropsichiatra Boris Cyrulnik citato in questo articolo il quale afferma che“l’ansia è il prezzo da pagare per la libertà”. 

L'articolo peraltro mi pare un po' confuso.  Si parte infatti ponendo l'accento sul cammino della donna che ha conquistato la libertà, ma con essa anche la solitudine e l'ansia che ne consegue.  Poi però il discorso si fa più generale. E mi pare ovvio.  Eventualmente si può dire che un tempo alla donna non era dato scegliere e pertanto o si sposava o restava nella famiglia d'origine. Così  difficilmente sperimentava la solitudine, ma non per questo le era risparmiata l'angoscia, anzi.

Credo tuttavia che l'angoscia sia connaturata all'animo umano e  principalmente connessa alla paura della malattia, della vecchiaia, della morte, più che della solitudine, e che ovviamente riguardi entrambi i generi.
 E' ovvio che si riduca nel momento in cui si vive una relazione affettiva soddisfacente, anche perché quella relazione per un po' di tempo ci distoglie dai pensieri  cupi.  Al contrario se la relazione non è soddisfacente ci si sente ancora più soli e angosciati. 

Poi mi domando anche perché debba esserci contrapposizione tra libertà che comporterebbe ansia e stabilità affettiva che ci renderebbe più sereni.  Anzi credo che  in un rapporto veramente soddisfacente debbano rimanere spazi di libertà per entrambi i partner, altrimenti si tratta di un rapporto malato, che si trasforma presto in una gabbia soffocante dalla quale la fuga è l'unica soluzione per non ripiombare nell'angoscia.


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