mercoledì 6 agosto 2003

Caldo senza precedenti?

Ho misurato la temperatura esterna: alle due del pomeriggio il termometro segnava 40,2° C° (stamani alle 11, solo 38,4, stasera ancora 33,3). Spero non ci siano “black out”, almeno fino a domenica, perché se non potessi usare il “pinguino”, sarebbe un dramma. Poi parto per il mare. Non che pensi di trovarci fresco, ma almeno si può stare in acqua.

Questo caldo è veramente inumano e ormai coinvolge l’intera Europa, tranne, forse, la penisola scandinava (che bello essere lì!). E’ arrivato infatti anche nella piovosa Gran Bretagna e sembra che i sudditi di Sua Maestà siano molto seccati. Il Daily Express ha scritto: “Questa grottesca ondata di caldo è innaturale, insopportabile e soprattutto non britannica”!

Ma il caldo di questa estate è davvero senza precedenti? E ancora, sono davvero le conseguenze dell’effetto serra?

Le cronache di cinque secoli fa legittimano qualche dubbio. Tra Quattro e Cinquecento varie testimonianze documentano lunghi periodi di siccità che causarono carestie e pestilenze nell’Italia del Nord.

In un articolo de “Il Sole-24 ore” di domenica 20 luglio 2003 si afferma che la graduatoria del caldo, che indicherebbe il primo semestre 2003 come il terzo più caldo a livello globale a partire dal 1880, scenderebbe immediatamente dal terzo posto se il confronto non venisse limitato al periodo posteriore al 1880, ma includesse il periodo tra la fine del 1700 e i primi del 1800 (sembra che la stessa Rivoluzione Francese, nell’estate del 1789, sia stata innescata da un periodo di calura e carestia “dove la fame fece perdere la testa al popolo prima, e alla nobiltà poi”).

E calerebbe ulteriormente se la confrontassimo col XVI° secolo, un periodo anomalo per l’elevata frequenza degli eventi estremi (infatti il caldo intenso di alcune estati comparve in un periodo di per sé freddo, nel cuore della cosiddetta Piccola Età Glaciale).

I documenti del tempo riportano che i fiumi andavano in secca e, invece delle centrali idroelettriche, si fermavano i mulini e, non potendosi macinare il grano, seguiva facilmente una carestia aggravata dai danni all’agricoltura. E con la carestia, che spinse uomini e topi ad accalcarsi nelle città, deflagrò la tragedia della peste.

Questi alcuni degli estratti da cronache del tempo riportate nell’articolo succitato:

1493 - “Nella stagione estiva fu tanto caldo che in certe selve senza uso di fuoco si accesero gl’albori.”

1525 - “Processioni solenni per impetrare la pioggia.”

1562 - “Siccità horribile in questa primavera, e seguente està con i caldi grandissimi per tutta Italia. Quattro mesi continui fur senza pioggia , onde non solo patirono gl’ animali terrestri, ma li volatili e sino li pesci di fiumi essendo in molti luoghi mancate le vene dell’acqua con estremo danno del paese….”

“Il Sole –24” cita anche una ricerca finanziata dalla Nasa, dal Dipartimento della Difesa e, guarda caso, dall’American Petroleum Institute, i cui risultati sono stati riportati in un articolo uscito in aprile sulla rivista americana “Energy ed Environment” a firma Willie Soon e altri, secondo la quale un riscaldamento climatico superiore a quello attuale c’è già stato tra il X° e il XIV° secolo e pertanto non è il caso di preoccuparsi per i gas da effetto serra. Sembra tuttavia che alcuni degli scienziati che hanno messo a punto la ricerca siano collegati all’Istituto T.Marshall, che è sovvenzionato dalla Exxon Mobil Corporation ed altre compagnie petrolifere e agrochimiche.

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mercoledì 6 agosto 2003

Caldo senza precedenti?

Ho misurato la temperatura esterna: alle due del pomeriggio il termometro segnava 40,2° C° (stamani alle 11, solo 38,4, stasera ancora 33,3). Spero non ci siano “black out”, almeno fino a domenica, perché se non potessi usare il “pinguino”, sarebbe un dramma. Poi parto per il mare. Non che pensi di trovarci fresco, ma almeno si può stare in acqua.

Questo caldo è veramente inumano e ormai coinvolge l’intera Europa, tranne, forse, la penisola scandinava (che bello essere lì!). E’ arrivato infatti anche nella piovosa Gran Bretagna e sembra che i sudditi di Sua Maestà siano molto seccati. Il Daily Express ha scritto: “Questa grottesca ondata di caldo è innaturale, insopportabile e soprattutto non britannica”!

Ma il caldo di questa estate è davvero senza precedenti? E ancora, sono davvero le conseguenze dell’effetto serra?

Le cronache di cinque secoli fa legittimano qualche dubbio. Tra Quattro e Cinquecento varie testimonianze documentano lunghi periodi di siccità che causarono carestie e pestilenze nell’Italia del Nord.

In un articolo de “Il Sole-24 ore” di domenica 20 luglio 2003 si afferma che la graduatoria del caldo, che indicherebbe il primo semestre 2003 come il terzo più caldo a livello globale a partire dal 1880, scenderebbe immediatamente dal terzo posto se il confronto non venisse limitato al periodo posteriore al 1880, ma includesse il periodo tra la fine del 1700 e i primi del 1800 (sembra che la stessa Rivoluzione Francese, nell’estate del 1789, sia stata innescata da un periodo di calura e carestia “dove la fame fece perdere la testa al popolo prima, e alla nobiltà poi”).

E calerebbe ulteriormente se la confrontassimo col XVI° secolo, un periodo anomalo per l’elevata frequenza degli eventi estremi (infatti il caldo intenso di alcune estati comparve in un periodo di per sé freddo, nel cuore della cosiddetta Piccola Età Glaciale).

I documenti del tempo riportano che i fiumi andavano in secca e, invece delle centrali idroelettriche, si fermavano i mulini e, non potendosi macinare il grano, seguiva facilmente una carestia aggravata dai danni all’agricoltura. E con la carestia, che spinse uomini e topi ad accalcarsi nelle città, deflagrò la tragedia della peste.

Questi alcuni degli estratti da cronache del tempo riportate nell’articolo succitato:

1493 - “Nella stagione estiva fu tanto caldo che in certe selve senza uso di fuoco si accesero gl’albori.”

1525 - “Processioni solenni per impetrare la pioggia.”

1562 - “Siccità horribile in questa primavera, e seguente està con i caldi grandissimi per tutta Italia. Quattro mesi continui fur senza pioggia , onde non solo patirono gl’ animali terrestri, ma li volatili e sino li pesci di fiumi essendo in molti luoghi mancate le vene dell’acqua con estremo danno del paese….”

“Il Sole –24” cita anche una ricerca finanziata dalla Nasa, dal Dipartimento della Difesa e, guarda caso, dall’American Petroleum Institute, i cui risultati sono stati riportati in un articolo uscito in aprile sulla rivista americana “Energy ed Environment” a firma Willie Soon e altri, secondo la quale un riscaldamento climatico superiore a quello attuale c’è già stato tra il X° e il XIV° secolo e pertanto non è il caso di preoccuparsi per i gas da effetto serra. Sembra tuttavia che alcuni degli scienziati che hanno messo a punto la ricerca siano collegati all’Istituto T.Marshall, che è sovvenzionato dalla Exxon Mobil Corporation ed altre compagnie petrolifere e agrochimiche.

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