venerdì 13 dicembre 2013

La crisi, la cura europea e le proteste

La situazione mi sembra un tantino complicata. 

Era inevitabile che qualcuno cominciasse a scendere in piazza. Le motivazioni per protestare non mancano. La classe politica è screditata, la crisi economica non accenna a risolversi. 

Sono in molti a definire pessime le cure che l'Unione Europea, o meglio, le sue istituzioni finanziarie impongono ai paesi aderenti. 

Intanto negli Stati Uniti si adottano politiche opposte, anche perché la Federal  Reserve stampa moneta, e le cose vanno molto meglio. 

Così molti, non solo in Italia, additano l'Europa come causa della crisi e i partiti e i movimenti anti europei acquistano sempre più consensi. Ma c'è ovviamente che la pensa diversamente. 

Nella trasmissione Servizio Pubblico appena conclusa, il giornalista Federico Rampini, pur sottolineando che le misure messe in atto in Europa sono sbagliate, affermava che non si può dare colpa all'Europa di certi mali endemici italiani. 

Non è colpa dell'Europa se l'Italia non cresce da 20 anni, non abbiamo certo importato dalla Germania la corruzione della classe politica, né l'atavica incompetenza e inefficienza del ceto politico-amministrativo che non è stato nemmeno in grado di spendere i contributi concessi dall'Europa o magari li ha fatti gestire dalla mafia, dalla camorra  e dalla 'ndrangheta. 

Per questi motivi Rampini sosteneva che non possiamo perdere l'aggancio con l'Europa perché precipiteremmo nei nostri mali atavici e non ci riprenderemmo più, che quindi l'Europa sarebbe la via maestra. 

Ora non ci sono dubbi che criminalità organizzata, inefficienza, corruzione, ma anche la scarsa capacità di certa classe imprenditoriale italiana che ora piange, ma che in passato non è stata capace di rinnovarsi e di far fronte alle sfide di un mondo in evoluzione, sono mali tipicamente interni e che non hanno niente a che vedere con l'Europa. 

Tuttavia mi sembra  contraddittorio affermare che le politiche dell'Unione Europea non sono in grado di dare risposte alla crisi, che anzi l'aggravano, e poi concludere che comunque l'Europa è la via maestra. Sarebbe necessario e urgente rivedere il modo di stare nell'Unione, ma non mi pare che il governo in carica abbia alcuna intenzione di farsi sentire in merito e del resto non ne avrebbe neanche l'autorevolezza. 

Intanto la crisi morde e la gente giustamente protesta. 

Poi certo tra chi protesta c'è di tutto, anche quelli che minacciano di bruciare i libri, quelli che fanno il saluto romano e quelli che inneggiano alla mafia sostenendo che la mafia li fa star bene. 

Pertanto gravi rischi di strumentalizzazioni e anche di derive pericolose ci sono. 

Credo tuttavia che la maggioranza di coloro che scendono in strada siano persone che vogliono solo manifestare il loro sdegno per una classe politica la cui deriva etica e la cui inefficienza non hanno uguali in Europa e altre che sono veramente disperate perché non riescono più a vivere dignitosamente. 

Purtroppo non mi sembra che per il momento dai palazzi del potere si dimostri di aver capito qualcosa, mentre stampa e televisione appuntano l'attenzione più su certi episodi, certamente gravi, che sulle vere motivazioni della protesta.

Nessun commento:

Posta un commento

venerdì 13 dicembre 2013

La crisi, la cura europea e le proteste

La situazione mi sembra un tantino complicata. 

Era inevitabile che qualcuno cominciasse a scendere in piazza. Le motivazioni per protestare non mancano. La classe politica è screditata, la crisi economica non accenna a risolversi. 

Sono in molti a definire pessime le cure che l'Unione Europea, o meglio, le sue istituzioni finanziarie impongono ai paesi aderenti. 

Intanto negli Stati Uniti si adottano politiche opposte, anche perché la Federal  Reserve stampa moneta, e le cose vanno molto meglio. 

Così molti, non solo in Italia, additano l'Europa come causa della crisi e i partiti e i movimenti anti europei acquistano sempre più consensi. Ma c'è ovviamente che la pensa diversamente. 

Nella trasmissione Servizio Pubblico appena conclusa, il giornalista Federico Rampini, pur sottolineando che le misure messe in atto in Europa sono sbagliate, affermava che non si può dare colpa all'Europa di certi mali endemici italiani. 

Non è colpa dell'Europa se l'Italia non cresce da 20 anni, non abbiamo certo importato dalla Germania la corruzione della classe politica, né l'atavica incompetenza e inefficienza del ceto politico-amministrativo che non è stato nemmeno in grado di spendere i contributi concessi dall'Europa o magari li ha fatti gestire dalla mafia, dalla camorra  e dalla 'ndrangheta. 

Per questi motivi Rampini sosteneva che non possiamo perdere l'aggancio con l'Europa perché precipiteremmo nei nostri mali atavici e non ci riprenderemmo più, che quindi l'Europa sarebbe la via maestra. 

Ora non ci sono dubbi che criminalità organizzata, inefficienza, corruzione, ma anche la scarsa capacità di certa classe imprenditoriale italiana che ora piange, ma che in passato non è stata capace di rinnovarsi e di far fronte alle sfide di un mondo in evoluzione, sono mali tipicamente interni e che non hanno niente a che vedere con l'Europa. 

Tuttavia mi sembra  contraddittorio affermare che le politiche dell'Unione Europea non sono in grado di dare risposte alla crisi, che anzi l'aggravano, e poi concludere che comunque l'Europa è la via maestra. Sarebbe necessario e urgente rivedere il modo di stare nell'Unione, ma non mi pare che il governo in carica abbia alcuna intenzione di farsi sentire in merito e del resto non ne avrebbe neanche l'autorevolezza. 

Intanto la crisi morde e la gente giustamente protesta. 

Poi certo tra chi protesta c'è di tutto, anche quelli che minacciano di bruciare i libri, quelli che fanno il saluto romano e quelli che inneggiano alla mafia sostenendo che la mafia li fa star bene. 

Pertanto gravi rischi di strumentalizzazioni e anche di derive pericolose ci sono. 

Credo tuttavia che la maggioranza di coloro che scendono in strada siano persone che vogliono solo manifestare il loro sdegno per una classe politica la cui deriva etica e la cui inefficienza non hanno uguali in Europa e altre che sono veramente disperate perché non riescono più a vivere dignitosamente. 

Purtroppo non mi sembra che per il momento dai palazzi del potere si dimostri di aver capito qualcosa, mentre stampa e televisione appuntano l'attenzione più su certi episodi, certamente gravi, che sulle vere motivazioni della protesta.

Nessun commento:

Posta un commento