giovedì 14 novembre 2013

Diritti acquisiti e privilegi acquisiti

Stavo facendo altre cose mentre ascoltavo distrattamente il talk show "La Gabbia", quindi non so se ho capito bene, ma mi pare che sia partiti parlando dei molteplici incarichi di Antonio Mastrapasqua, Presidente INPS, per arrivare a dire che bisogna cominciare con il ridurre le pensioni da 3.000 euro (lorde). 

Mi pare che ci sia molta confusione in giro e si sa che la confusione serve sempre a qualcuno. Credo che si stia confondendo tra diritti acquisiti e privilegi acquisiti e che si stia cercando di inserire tra i ricchi persone che tali non sono, anche se certamente  si trovano in una posizione migliore rispetto ai precari e ai disoccupati. Come si fa a considerare privilegi stipendi o pensioni da 3.000 euro lorde, che quindi al netto sono poco più di 2.000 euro? Eppure diversi politici ma anche economisti e opinionisti vari, fanno discorsi di questo genere. I politici peraltro dovrebbero impegnarsi a risolvere i problemi cominciando con il fare i tagli che dovrebbero essere fatti, in primis ai loro privilegi e a quelli di manager come Mastrapasqua (che avrà sicuramente il dono dell'ubiquità per sedersi su tutte le poltrone che ricopre!), se non altro per motivi di giustizia sociale. Politici che hanno sguazzato per anni in questo sistema malato ora stanno facendo della pura demagogia cercando di aizzare coloro che stanno veramente male contro la classe media per deviarli da loro stessi e dai loro amici che vivono di veri privilegi cui corrisponde scarso e a volte nullo impegno personale. Basti pensare agli alti manager che hanno portato alla rovina gli enti che dovevano gestire e hanno per questo ottenuto buone uscite milionarie e pensioni vergognose cui si aggiungono altre prebende e vitalizi vari.

Poiché non si ha alcuna intenzione non solo di eliminare i privilegi, che si definiscono diritti acquisiti nel momento stesso in cui si toccano i veri diritti acquisiti (i diritti di coloro che in base alla legge vigente prima della riforma Fornero avrebbero potuto andare in pensione entro un anno o poco più non erano acquisiti, altrimenti non ci sarebbero stati gli esodati, mentre i privilegi di certi alti manager dello Stato sono, guarda caso, acquisiti e non si possono toccare), ma neanche di razionalizzare le spese della Pubblica Amministrazione, né di rendere quest’ultima più efficiente, né di eliminare gli enti inutili rimasti in piedi nonostante dovessero essere chiusi già negli anni’70 del secolo scorso, allora è ovvio che bisogna andare a prendere i soldi dove è più facile trovarli. Inoltre additare al pubblico ludibrio un funzionario di banca o un dirigente di un qualche Ente rende anche in termini di voti. Si sa che l’odio di classe si esplica maggiormente verso il vicino di casa laureato che svolge mansioni dirigenziali e prende uno stipendio certamente maggiore di quello medio, ma non stratosferico, o verso il pensionato da 3.000 euro lordi, che comunque aveva un titolo di studio e ha svolto il suo lavoro per almeno 40 anni (le pensioni baby che erano, quelle si, anche se minime, una vergogna sono state abolite al tempo del governo Dini e un po’ di tempo da allora  è passato), che verso il “grand commis” dello Stato che non si avrà mai occasione di incontrare e frequentare. Chi ha il potere è furbo, oltre che disonesto, e conta sull’ignoranza e il livore dei tanti a cui continua a darla a intendere.

Ci stiamo forse dimenticando anche di due principi sanciti dalla nostra Costituzione.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società (art.4, comma 2)
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa(art.36, comma 1).

Da questi due articoli si ricava che tutti hanno il dovere di svolgere un'attività per contribuire al progresso della società cui corrisponde il diritto a una retribuzione dignitosa, ma anche che questa retribuzione deve essere proporzionale all'impegno e quindi anche che chi più si impegna merita di più, entro certi limiti ovviamente. Un rapporto di 1 a 10 è giusto, di 1 a 400 è vergognoso.   

Si sta anche dicendo che è ingiusto il calcolo della pensione con il sistema retributivo (tutti quelli che ci sono già andati o che sono in procinto di andarci), ma a mio parere l’ingiustizia vera sta nel fatto che ci siano pensioni da fame. Non è che da anziani si spende meno che da giovani (le spese per i bisogni primari, ma anche per il vestiario, la cultura, i viaggi e il c.d. superfluo che comunque rende piacevole la vita sono le stesse, e quando si diventa davvero vecchi, se ci si arriva, si devono considerare anche le maggiori spese sanitarie, tanto oltre un certo reddito si paga quasi tutto, o quelle per un aiuto in casa).

Quello che si dovrebbe fare è porre veramente un limite ai privilegi e tagliare tutto ciò che è inutile. Sono ansiosa di vedere cosa farà il nuovo Commissario per la razionalizzazione della spesa, Carlo Cottarelli (e mi domando se di un Commissario c'era necessità, tenuto anche conto degli scarsi risultati del precedente Enrico Bondi, nominato da Monti, e mi sfugge se ce ne sono stati altri), al quale intanto è stato fissato un corrispettivo di € 300.000, va bene lorde, ridotte a 260.000 ( più di 4 volte quanto prende un c.d. ricco secondo i parametri di certi nostri politici che hanno scoperto le ingiustizie), perché il suddetto, bontà sua, ha rinunciato a qualcosa (siamo tutti commossi!). Cottarelli ha già presentato il proprio programma di lavoro al Comitato interministeriale per la Revisione della spesa  che si riunirà nei prossimi giorni per esaminarlo, bla, bla, bla…

Poi ci sarebbe da parlare delle Province (è di pochi giorni fa la bocciatura della Corte dei Conti del disegno di legge Delrio) sulle quali mi riservo di fare un post a parte, ma intanto mi domando anche se siano necessarie 20 Regioni, per non parlare di come hanno speso i nostri soldi in questi anni. Quasi tutte sono state toccate da scandali con interi consigli regionali indagati e diversi consiglieri e assessori arrestati. Sembra che soprattutto il peculato (utilizzo di denaro pubblico per spese private, dai pranzi di nozze alle scacciacani) fosse la norma.

Intanto in Parlamento si sta litigando sul D.D.L di stabilità sul quale sono stati presentati vagoni di emendamenti. C’è stata pure la proposta di vendere le spiagge avanzata sia dal PDL, ma anche da un gruppo di parlamentari PD, anche se poi è stata ritirata. Si, credo che la strada sia proprio quella di vendere il vendibile, magari anche il Colosseo o il Ponte Vecchio a Firenze o il Palazzo Ducale a Venezia, di cedere anche tutte le nostre industrie strategiche, di privatizzare tutti i servizi pubblici, di mettere altre tasse (dopo la Tares, che doveva essere sostituita dalla Trise, è saltata fuori la Tuc!), e di far diventare povera la classe media (e poi vediamo chi entra ancora in un negozio a comprare qualcosa che non sia strettamente necessario alla sopravvivenza). L’importante è che i soliti continuino a fare la vita di prima, rubando e sprecando, anche a costo di vendere a saldo l’intero paese ai privati, possibilmente stranieri. Del resto chiamare lo straniero è stato il nostro sport nazionale  dalla caduta dell’impero romano in poi.



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giovedì 14 novembre 2013

Diritti acquisiti e privilegi acquisiti

Stavo facendo altre cose mentre ascoltavo distrattamente il talk show "La Gabbia", quindi non so se ho capito bene, ma mi pare che sia partiti parlando dei molteplici incarichi di Antonio Mastrapasqua, Presidente INPS, per arrivare a dire che bisogna cominciare con il ridurre le pensioni da 3.000 euro (lorde). 

Mi pare che ci sia molta confusione in giro e si sa che la confusione serve sempre a qualcuno. Credo che si stia confondendo tra diritti acquisiti e privilegi acquisiti e che si stia cercando di inserire tra i ricchi persone che tali non sono, anche se certamente  si trovano in una posizione migliore rispetto ai precari e ai disoccupati. Come si fa a considerare privilegi stipendi o pensioni da 3.000 euro lorde, che quindi al netto sono poco più di 2.000 euro? Eppure diversi politici ma anche economisti e opinionisti vari, fanno discorsi di questo genere. I politici peraltro dovrebbero impegnarsi a risolvere i problemi cominciando con il fare i tagli che dovrebbero essere fatti, in primis ai loro privilegi e a quelli di manager come Mastrapasqua (che avrà sicuramente il dono dell'ubiquità per sedersi su tutte le poltrone che ricopre!), se non altro per motivi di giustizia sociale. Politici che hanno sguazzato per anni in questo sistema malato ora stanno facendo della pura demagogia cercando di aizzare coloro che stanno veramente male contro la classe media per deviarli da loro stessi e dai loro amici che vivono di veri privilegi cui corrisponde scarso e a volte nullo impegno personale. Basti pensare agli alti manager che hanno portato alla rovina gli enti che dovevano gestire e hanno per questo ottenuto buone uscite milionarie e pensioni vergognose cui si aggiungono altre prebende e vitalizi vari.

Poiché non si ha alcuna intenzione non solo di eliminare i privilegi, che si definiscono diritti acquisiti nel momento stesso in cui si toccano i veri diritti acquisiti (i diritti di coloro che in base alla legge vigente prima della riforma Fornero avrebbero potuto andare in pensione entro un anno o poco più non erano acquisiti, altrimenti non ci sarebbero stati gli esodati, mentre i privilegi di certi alti manager dello Stato sono, guarda caso, acquisiti e non si possono toccare), ma neanche di razionalizzare le spese della Pubblica Amministrazione, né di rendere quest’ultima più efficiente, né di eliminare gli enti inutili rimasti in piedi nonostante dovessero essere chiusi già negli anni’70 del secolo scorso, allora è ovvio che bisogna andare a prendere i soldi dove è più facile trovarli. Inoltre additare al pubblico ludibrio un funzionario di banca o un dirigente di un qualche Ente rende anche in termini di voti. Si sa che l’odio di classe si esplica maggiormente verso il vicino di casa laureato che svolge mansioni dirigenziali e prende uno stipendio certamente maggiore di quello medio, ma non stratosferico, o verso il pensionato da 3.000 euro lordi, che comunque aveva un titolo di studio e ha svolto il suo lavoro per almeno 40 anni (le pensioni baby che erano, quelle si, anche se minime, una vergogna sono state abolite al tempo del governo Dini e un po’ di tempo da allora  è passato), che verso il “grand commis” dello Stato che non si avrà mai occasione di incontrare e frequentare. Chi ha il potere è furbo, oltre che disonesto, e conta sull’ignoranza e il livore dei tanti a cui continua a darla a intendere.

Ci stiamo forse dimenticando anche di due principi sanciti dalla nostra Costituzione.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società (art.4, comma 2)
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa(art.36, comma 1).

Da questi due articoli si ricava che tutti hanno il dovere di svolgere un'attività per contribuire al progresso della società cui corrisponde il diritto a una retribuzione dignitosa, ma anche che questa retribuzione deve essere proporzionale all'impegno e quindi anche che chi più si impegna merita di più, entro certi limiti ovviamente. Un rapporto di 1 a 10 è giusto, di 1 a 400 è vergognoso.   

Si sta anche dicendo che è ingiusto il calcolo della pensione con il sistema retributivo (tutti quelli che ci sono già andati o che sono in procinto di andarci), ma a mio parere l’ingiustizia vera sta nel fatto che ci siano pensioni da fame. Non è che da anziani si spende meno che da giovani (le spese per i bisogni primari, ma anche per il vestiario, la cultura, i viaggi e il c.d. superfluo che comunque rende piacevole la vita sono le stesse, e quando si diventa davvero vecchi, se ci si arriva, si devono considerare anche le maggiori spese sanitarie, tanto oltre un certo reddito si paga quasi tutto, o quelle per un aiuto in casa).

Quello che si dovrebbe fare è porre veramente un limite ai privilegi e tagliare tutto ciò che è inutile. Sono ansiosa di vedere cosa farà il nuovo Commissario per la razionalizzazione della spesa, Carlo Cottarelli (e mi domando se di un Commissario c'era necessità, tenuto anche conto degli scarsi risultati del precedente Enrico Bondi, nominato da Monti, e mi sfugge se ce ne sono stati altri), al quale intanto è stato fissato un corrispettivo di € 300.000, va bene lorde, ridotte a 260.000 ( più di 4 volte quanto prende un c.d. ricco secondo i parametri di certi nostri politici che hanno scoperto le ingiustizie), perché il suddetto, bontà sua, ha rinunciato a qualcosa (siamo tutti commossi!). Cottarelli ha già presentato il proprio programma di lavoro al Comitato interministeriale per la Revisione della spesa  che si riunirà nei prossimi giorni per esaminarlo, bla, bla, bla…

Poi ci sarebbe da parlare delle Province (è di pochi giorni fa la bocciatura della Corte dei Conti del disegno di legge Delrio) sulle quali mi riservo di fare un post a parte, ma intanto mi domando anche se siano necessarie 20 Regioni, per non parlare di come hanno speso i nostri soldi in questi anni. Quasi tutte sono state toccate da scandali con interi consigli regionali indagati e diversi consiglieri e assessori arrestati. Sembra che soprattutto il peculato (utilizzo di denaro pubblico per spese private, dai pranzi di nozze alle scacciacani) fosse la norma.

Intanto in Parlamento si sta litigando sul D.D.L di stabilità sul quale sono stati presentati vagoni di emendamenti. C’è stata pure la proposta di vendere le spiagge avanzata sia dal PDL, ma anche da un gruppo di parlamentari PD, anche se poi è stata ritirata. Si, credo che la strada sia proprio quella di vendere il vendibile, magari anche il Colosseo o il Ponte Vecchio a Firenze o il Palazzo Ducale a Venezia, di cedere anche tutte le nostre industrie strategiche, di privatizzare tutti i servizi pubblici, di mettere altre tasse (dopo la Tares, che doveva essere sostituita dalla Trise, è saltata fuori la Tuc!), e di far diventare povera la classe media (e poi vediamo chi entra ancora in un negozio a comprare qualcosa che non sia strettamente necessario alla sopravvivenza). L’importante è che i soliti continuino a fare la vita di prima, rubando e sprecando, anche a costo di vendere a saldo l’intero paese ai privati, possibilmente stranieri. Del resto chiamare lo straniero è stato il nostro sport nazionale  dalla caduta dell’impero romano in poi.



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