sabato 11 dicembre 2004

Scontri tra tradizionalismo e “political correctness”

In una scuola elementare una canzoncina natalizia è stata modificata sostituendo “Gesù” con “virtù”, per non offendere i musulmani, anche se poi sembra che ci si sia ripensato.
Partendo da questa vicenda ridicola e di scarso significato (anche gli educatori hanno purtroppo i loro limiti), che sembra essere diventata questione di stato, ieri a “Porta a Porta” si sono sentite idiozie surreali, dalla madre che si vede costretta a mandare il figlio alla scuola privata, ovviamente cattolica, perché nella scuola pubblica non sarebbero difese le nostre tradizioni, che poi diventano gli altisonanti valori dell’Occidente, ma si lamenta della retta, al vice- sindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, che riesce ad inserire nel discorso anche le “orde bolsceviche” che stavano per invaderci e che, a prescindere dall’aberrazione storica, non c’entravano niente con l’argomento oggetto della trasmissione.
Ma cosa vuole la signora preoccupata, soprattutto della retta, magari che gliela paghi  lo Stato (cioè tutti noi)? E Gentilini dovrebbe studiarsi un po’ di storia, così imparerebbe che  nella conferenza di Yalta nel 1945 i vincitori della seconda guerra mondiale si divisero il mondo e che pertanto le “orde bolsceviche” avrebbero potuto invaderci solo a prezzo della guerra atomica.
Da un po’ di tempo non si fa che assistere a questi scontri  tra gli opposti schieramenti di chi è disposto ad accettare costumi incompatibili con una libera società (quelli predicati dagli “imam” nelle moschee, a cominciare dal maschilismo basato sul Corano) per l’ossessione della “political correctness” e di chi, dall’altra parte della barricata, grida al pericolo che “l’invasione islamica” (mamma li Turchi!) costituirebbe per i valori dell’Occidente, che poi si riducono alla tradizione cristiana, come se non ne avessimo altri.
Qui circola della pazzia e della crassa ignoranza.  Ed entrambe sono pericolose, soprattutto se associate
Ma cosa si vuole? Da una parte trasformare la morale religiosa in diritto pubblico, sulla stessa linea dei musulmani integralisti che si dice di voler combattere, e dall’altra mettersi nelle condizioni di chiudere un occhio o anche entrambi di fronte all’evidenza di costumi incompatibili con il rispetto dei nostri valori che sono quelli dello stato laico magari con la scusante che chi li mette in atto appartiene ad altre culture.
Quanto ai valori dell’Occidente non si possono certo ricondurre alla tradizione cristiana, dimenticando tutto quello che c’è stato prima, la cultura greco-romana, ma anche le antiche tradizioni del Nord-Europa, e quello che c’è stato dopo, dal Rinascimento all’Illuminismo, alla Rivoluzione Francese, fino ai giorni nostri.

Nessun commento:

Posta un commento

sabato 11 dicembre 2004

Scontri tra tradizionalismo e “political correctness”

In una scuola elementare una canzoncina natalizia è stata modificata sostituendo “Gesù” con “virtù”, per non offendere i musulmani, anche se poi sembra che ci si sia ripensato.
Partendo da questa vicenda ridicola e di scarso significato (anche gli educatori hanno purtroppo i loro limiti), che sembra essere diventata questione di stato, ieri a “Porta a Porta” si sono sentite idiozie surreali, dalla madre che si vede costretta a mandare il figlio alla scuola privata, ovviamente cattolica, perché nella scuola pubblica non sarebbero difese le nostre tradizioni, che poi diventano gli altisonanti valori dell’Occidente, ma si lamenta della retta, al vice- sindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, che riesce ad inserire nel discorso anche le “orde bolsceviche” che stavano per invaderci e che, a prescindere dall’aberrazione storica, non c’entravano niente con l’argomento oggetto della trasmissione.
Ma cosa vuole la signora preoccupata, soprattutto della retta, magari che gliela paghi  lo Stato (cioè tutti noi)? E Gentilini dovrebbe studiarsi un po’ di storia, così imparerebbe che  nella conferenza di Yalta nel 1945 i vincitori della seconda guerra mondiale si divisero il mondo e che pertanto le “orde bolsceviche” avrebbero potuto invaderci solo a prezzo della guerra atomica.
Da un po’ di tempo non si fa che assistere a questi scontri  tra gli opposti schieramenti di chi è disposto ad accettare costumi incompatibili con una libera società (quelli predicati dagli “imam” nelle moschee, a cominciare dal maschilismo basato sul Corano) per l’ossessione della “political correctness” e di chi, dall’altra parte della barricata, grida al pericolo che “l’invasione islamica” (mamma li Turchi!) costituirebbe per i valori dell’Occidente, che poi si riducono alla tradizione cristiana, come se non ne avessimo altri.
Qui circola della pazzia e della crassa ignoranza.  Ed entrambe sono pericolose, soprattutto se associate
Ma cosa si vuole? Da una parte trasformare la morale religiosa in diritto pubblico, sulla stessa linea dei musulmani integralisti che si dice di voler combattere, e dall’altra mettersi nelle condizioni di chiudere un occhio o anche entrambi di fronte all’evidenza di costumi incompatibili con il rispetto dei nostri valori che sono quelli dello stato laico magari con la scusante che chi li mette in atto appartiene ad altre culture.
Quanto ai valori dell’Occidente non si possono certo ricondurre alla tradizione cristiana, dimenticando tutto quello che c’è stato prima, la cultura greco-romana, ma anche le antiche tradizioni del Nord-Europa, e quello che c’è stato dopo, dal Rinascimento all’Illuminismo, alla Rivoluzione Francese, fino ai giorni nostri.

Nessun commento:

Posta un commento