Con lo "tsunami" nel sud-est asiatico del 26 dicembre è finito nel peggiore dei modi possibili un anno che, forse per non smentire la fama funesta dei bisestili, già non era stato avaro di avvenimenti nefasti, dovuti sia alla natura che alle attività umane, dal terremoto in Marocco del 24 febbraio, all'attentato terroristico di Al Qaeda a Madrid dell'11 marzo, agli scontri etnici e religiosi in Nigeria e nel Sudan,alla strage di Beslan in Ossezia del primo settembre, alla tempesta tropicale che sempre in settembre investiva Thaiti, tanto per citarne alcuni dei più gravi e senza dimenticare l'Iraq, dove la guerra continua con gli scontri tra gli occupanti e gli oppositori e le azioni terroristiche, i rapimenti e le barbare uccisioni di stranieri che a vario titolo si trovano nel paese.
(Per un riepilogo dei principali avvenimenti dell'anno appena concluso visitare questa pagina)
Anche per questi motivi credo che non ce ne dimenticheremo presto, come per altri avvenimenti che hanno colpito popolazioni lontane e che dopo qualche giorno di cordoglio sono state dimenticate. Infatti chi si ricorda, per esempio, il terremoto che proprio il 26 dicembre del 2003 fece migliaia di morti in Iran e distrusse l’antichissima città di Bam?
O il terremoto del febbraio 2004 in Marocco?
Ma quest’ultimo evento ha anche innescato una riflessione che spero possa avere delle conseguenze positive. Infatti proprio in un mondo in cui le comunicazioni sono così facili ci sarebbero stati i mezzi per rendere meno pesante il bilancio delle vittime, ma non è stato fatto niente.
Eppure dal verificarsi del terremoto al largo di Sumatra al momento in cui le onde si sono abbattute sulle spiagge delle Andamane, delle Maldive, dello Sri Lanka, della Thailandia, dell’India, della Birmania, sono trascorse almeno 2 ore e 10 ore perché arrivassero in Somalia e Tanzania. C’era tutto il tempo e anche i mezzi per avvertire e, nonostante l’arretratezza delle infrastrutture di sicurezza e prevenzione di quei paesi che stridono con il lusso delle infrastrutture turistiche, qualche notizia è anche arrivata, ma non è successo niente, forse perché non ci si credeva, forse perché c’era la paura di un falso allarme che avrebbe danneggiato il turismo. Tutto questo comunque ha messo il mondo di fronte alla consapevolezza che almeno sui problemi della sicurezza e della prevenzione occorre unirsi in uno sforzo comune.
Sperando che ci si muova in questa direzione e considerato che comunque é nella natura umana credere in un futuro migliore, e per fortuna che è così, penso che, nonostante tutto, pur nella tristezza per gli eventi dell’ultimo anno e in particolare per quest’ultimo, si possa, nonostante tutto, augurare:
BUON 2005!
Che il tuo 2005 si possa raccontare come il migliore.Un caro saluto e complimenti per i bellissimi post che ci regali.
RispondiEliminaauguroni :)
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