Costruire la biblioteca del mondo, cioè catalogare e mettere a disposizione di tutti, ovunque, ogni libro pubblicato dal 1455, l’anno in cui Johann Gutenberg si cimentò con la Bibbia. Si tratta di investire miliardi, intelligenze, forze, per salvare l’intera memoria dell’umanità contenuta in tutti i libri del mondo.
Questo il bellissimo progetto di Google, la società fondata solo 7 anni fa da uno studente americano e da un immigrato russo per rendere più facile l’esplorazione di quel caos primordiale chiamato Internet, e che, andata in borsa nell’autunno 2004, ha raggiunto un valore di capitale circolante superiore alla General Motors e la Ford messe insieme.
L’idea di riversare nei server i libri, non è nuova. Lo fanno già grandi biblioteche universitarie, come la British Library, aziende commerciali come la libreria on line di Amazon.com che permette la consultazione via computer di estratti dei libri che vende, l’Associazione italiana Liber Liber, ma è nella scala del progetto, in quella presunzione di assoluto contenuta nella promessa di portare ogni libro mai stampato a portata di qualsiasi computer con un collegamento alla rete, che sta la novità di un progetto ambiziosissimo e secondo alcuni impossibile da realizzare. Ma Marissa Mayer, uno dei capi del progetto, lo paragona al progetto Luna, quello che John Kennedy propose nel 1961, senza avere i mezzi, i soldi, la tecnologia per realizzarlo e che otto anni dopo divenne realtà.
Spero che il progetto vada a buon fine anche se forse ci vorranno decenni. Sarebbe ottimo poter accedere a qualsiasi testo, anche quelli rari e/o fuori commercio, però poi c’è il problema della stampa. Io non riesco a leggere a lungo dal video. Su Internet scorro tante pagine, ma un libro devo leggerlo in posizione comoda. E poi anche se è possibile inserire dei segnalibro e prendere appunti, non è come farlo sulla carta. Ho provato a scaricare degli e-book, ma poi devo stamparli e per stampare tante pagine ci vogliono le stampanti veloci da ufficio e non le piccole stampanti che per sputare un foglio ci mettono un minuto. E come si fa a mettersi in casa tali oggetti che, a prescindere dal costo, sono anche un po’ ingombranti? Sembrava che sarebbero entrati in commercio i lettori di e-book, di formato piccolo, da poter tenere in mano, ma non ne ho più sentito parlare.
To',una concittadina...Che strano effetto.
RispondiEliminaPiccola la blogosfera, o piccola pistoia?
Avevo un altro blog prima, mi son trasferita da poco. Comunque, si, sono una picciridda!
RispondiEliminaah, comunque hai ragione: mi distrae, e non poco, dallo studio. azz.
RispondiEliminaNon sono unâesperta della materia. Però se cambiano le piattaforme sulle quali girano i nostri blog, questi non vanno perduti. E comunque credo che ci sia sempre la possibilità di convertire gli archivi passando da una procedura ad un'altra. Certo non sempre si riesce a convertire tutto. L'unica esperienza che ho riguarda gli archivi del mio ufficio.Nel passaggio dalla vecchia procedura in "main frame" alla nuova si sono persi alcuni dati, ma il grosso è passato e vorrei anche vedere (si trattava degli archivi anagrafici di un Comune!).
RispondiEliminala mia è solo un'opinione basata sull'esperienza... hai ragione a dire che in teoria i nuovi sistemi includono i vecchi, questo in particolar eper gli archivi... ma la rete di oggi è l'espressione collettiva di siti personali, privati, caotici, in cui dati e forma non sono molto ben distinti e i costi dei riversamenti non lo so se li includeranno... speriamo! :) bello il tuo racconto! z
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