La situazione mi sembra un tantino
complicata.
Era inevitabile che qualcuno cominciasse a scendere in piazza. Le
motivazioni per protestare non mancano. La classe politica è screditata, la
crisi economica non accenna a risolversi.
Sono in molti a definire pessime le
cure che l'Unione Europea, o meglio, le sue istituzioni finanziarie impongono
ai paesi aderenti.
Intanto negli Stati Uniti si adottano politiche opposte,
anche perché la Federal Reserve stampa
moneta, e le cose vanno molto meglio.
Così molti, non solo in Italia, additano
l'Europa come causa della crisi e i partiti e i movimenti anti europei
acquistano sempre più consensi. Ma c'è ovviamente che la pensa diversamente.
Nella trasmissione Servizio Pubblico appena conclusa, il giornalista Federico Rampini, pur
sottolineando che le misure messe in atto in Europa sono sbagliate, affermava
che non si può dare colpa all'Europa di certi mali endemici italiani.
Non è
colpa dell'Europa se l'Italia non cresce da 20 anni, non abbiamo certo
importato dalla Germania la corruzione della classe politica, né l'atavica
incompetenza e inefficienza del ceto politico-amministrativo che non è stato
nemmeno in grado di spendere i contributi concessi dall'Europa o magari li ha
fatti gestire dalla mafia, dalla camorra
e dalla 'ndrangheta.
Per questi motivi Rampini sosteneva che non
possiamo perdere l'aggancio con l'Europa perché precipiteremmo nei nostri mali
atavici e non ci riprenderemmo più, che quindi l'Europa sarebbe la via maestra.
Ora non ci sono dubbi che criminalità organizzata, inefficienza, corruzione, ma
anche la scarsa capacità di certa classe imprenditoriale italiana che ora
piange, ma che in passato non è stata capace di rinnovarsi e di far fronte alle
sfide di un mondo in evoluzione, sono mali tipicamente interni e che non hanno
niente a che vedere con l'Europa.
Tuttavia mi sembra contraddittorio affermare che le politiche
dell'Unione Europea non sono in grado di dare risposte alla crisi, che anzi
l'aggravano, e poi concludere che comunque l'Europa è la via maestra. Sarebbe necessario e urgente rivedere il modo di stare nell'Unione, ma non mi pare che il governo in
carica abbia alcuna intenzione di farsi sentire in merito e del resto non ne
avrebbe neanche l'autorevolezza.
Intanto la crisi morde e la gente giustamente
protesta.
Poi certo tra chi protesta c'è di tutto, anche quelli che minacciano
di bruciare i libri, quelli che fanno il saluto romano e quelli che inneggiano
alla mafia sostenendo che la mafia li fa star bene.
Pertanto gravi rischi di
strumentalizzazioni e anche di derive pericolose ci sono.
Credo tuttavia che la
maggioranza di coloro che scendono in strada siano persone che vogliono solo
manifestare il loro sdegno per una classe politica la cui deriva etica e la cui
inefficienza non hanno uguali in Europa e altre che sono veramente disperate
perché non riescono più a vivere dignitosamente.
Purtroppo non mi sembra che
per il momento dai palazzi del potere si dimostri di aver capito qualcosa,
mentre stampa e televisione appuntano l'attenzione più su certi episodi,
certamente gravi, che sulle vere motivazioni della protesta.
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