Della Sgrena che ringrazia i suoi rapitori non mi importa niente. Voglio solo dire che un conto è comprendere le ragioni di chi lotta contro la presenza di truppe straniere (ma che senso ha poi rapire i giornalisti?), un altro uscirsene con dichiarazioni di questo tipo.
Mi dispiace invece per l’uccisione dell’agente del Sismi, Nicola Calipari, morto a causa del cosiddetto fuoco amico (americano). L’auto con a bordo la giornalista del Manifesto, Nicola Calipari, capo della seconda divisione Ricerca estera del Sismi, e altri due agenti dei servizi italiani, stava viaggiando in direzione dell’aeroporto internazionale di Camp Victory, dove li stava attendendo un aereo per il rimpatrio, quando a poche centinaia di metri dall’aeroporto scoppia il finimondo. Gli americani esplodono 300 colpi, uccidono Calipari, mentre la Sgrena ed un altro agente del Sismi restano feriti.
Come è potuta accadere una cosa del genere? Fatalità? Forse un difetto di comunicazione tra i servizi americani e quelli italiani, anche se mi pare molto strano che nessuno si sia premurato di avvertire.
Naturalmente non si saprà mai niente. Basti ricordare cosa è accaduto per la tragedia del Cermis del febbraio del 1998 quando un aereo dei marines USA di base ad Aviano, che volava troppo basso, tranciò un cavo della funivia uccidendo 20 persone. L’anno successivo la Corte marziale americana (perché ovviamente i militari delle basi americane non sono soggetti alla giurisdizione della magistratura italiana) condannò il capitano dei marines, Richard Ashby, accusato dell' accaduto, a sei mesi di reclusione e all'espulsione dai marines senza la pensione. Fu infatti assolto dalle accuse di omicidio, ma condannato per aver sottratto e cospirato per distruggere un video che, girato per divertimento poco prima dell'impatto con la funivia, avrebbe potuto rivelare cosa accadde durante il tragico volo.
E se ciò è potuto accadere in relazione a fatti accaduti in un paese amico ed in tempo di pace, figurarsi cosa ci si può aspettare per quest’ultimo episodio.
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