Siamo tutti sconvolti
dall'attentato all'Istituto Morvillo Falcone di Brindisi, proprio nella giornata in cui
arrivava a Brindisi la Carovana della Legalità contro le mafie. Il nome della scuola, la coincidenza
dell'arrivo della Carovana, l'arresto nei giorni scorsi di diversi aderenti
alla sacra corona unita e l'attentato alla macchina del presidente dell'
associazione antiracket della vicina cittadina di Mesagne, fanno pensare che
esecutori e mandanti facciano parte dell'associazione mafiosa pugliese. Ma tutti
questi elementi potrebbero anche essere solo coincidenze. Del resto ci si può
anche domandare se serva alla mafia un attentato del genere che convoglia nella
zona un grande spiegamento di forze di polizia. E' certo che non era ancora
successo che il crimine organizzato arrivasse a un tale livello di barbarie:
mettere una bomba davanti a una scuola con l'intento, realizzato purtroppo, di
uccidere. Ma eventualmente a chi altri potrebbe servire? Al momento non ci sono
rivendicazioni. Ed è presto per fare qualsiasi considerazione. Però c'è già chi
dice che un crimine così orrendo potrebbe determinare l'introduzione di leggi
restrittive della libertà.
E' certo che stiamo vivendo un
periodo molto difficile e pericoloso, e non solo in Italia, con gravi problemi economici, e non solo, ai
quali per il momento non si sono trovate soluzioni adeguate.
La crisi economica che covava da
tempo, esplosa nel 2008 negli Stati Uniti, con il fallimento della Lehman Brothers,
e da tempo spostatasi nell'eurozona, che ha visto il default dell'Islanda, e poi
via via le situazioni precarie di Grecia, Portogallo, Spagna e infine dell'Italia,
sta diventando ogni giorno più preoccupante e ha costretto un po' tutti a
familiarizzare con termini come spread che probabilmente fino a poco tempo fa
conoscevano solo gli addetti ai lavori. Sui giornali si comincia a parlare di
ciò che fino a qualche mese fa sarebbe stato considerato eresia, ovvero
l'uscita di alcuni paesi dall'Euro, compreso il nostro. E' molto probabile che il
primo a uscirne o comunque a fare default sarà la Grecia dove le recenti
elezioni non hanno permesso di costituire un nuovo governo, tanto che si
rivoterà a giugno. Ma se l'Europa cacciasse la Grecia, a prescindere dalle
esplosioni di violenza che potrebbero esserne la conseguenza in quel paese,
potrebbe derivarne il fallimento dell'Europa stessa. Non dimentichiamo che la
Grecia è anche un simbolo. Là è nata la democrazia, compreso il termine stesso,
anche se ci sono voluti più di due millenni, fino all'Illuminismo e alla
Rivoluzione Francese, perché il concetto si facesse strada e divenisse
acquisizione generale almeno nel mondo occidentale.
E parlando di simboli non
dimentichiamo che questo 2012, bisestile, e per alcuni l'anno dell'apocalisse, è
iniziato con il naufragio di una nave
da crociera che si chiamava Concordia e i cui 13 ponti erano intitolati a 13
nazioni europee: Olanda, Svezia, Belgio, Grecia, Italia, Gran Bretagna,
Irlanda, Portogallo, Francia, Germania, Spagna, Austria, e Polonia. Ovviamente
l'incidente è stato determinato dall'irresponsabilità di un comandante e forse
anche della compagnia Costa stessa che spingeva i propri comandanti a fare il
famoso "inchino" di fronte alle coste per motivi turistici, anche se
è evidente che detti motivi di gennaio, all'Isola del Giglio, non potevano
esserci, e pertanto non voglio certo accogliere le assurde teorie di alcuni
dietrologi, ma solo parlare di coincidenze significative che assurgono a
simbolo.
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