Giovedì scorso, 22 maggio, durante la trasmissione "Porta a Porta", abbiamo assistito al solito monologo del Presidente del Consiglio.
Fatto accomodare da Bruno Vespa alla stessa scrivania dove due anni fa aveva firmato il famoso contratto con gli Italiani, quello per cui si impegnava a realizzare in 5 anni, almeno 4 dei seguenti 5 obiettivi, altrimenti non si sarebbe ripresentato alle elezioni:
1) Abbattimento della pressione fiscale
2) Maggiore sicurezza per i cittadini
3) Innalzamento delle pensioni minime
4) Un milione di nuovi posti di lavoro
5) Realizzazioni di grandi opere infrastrutturali
è riuscito a tenersi quasi sempre la parola.
Anche se qualche domanda, bisogna riconoscere, Vespa ha cercato di fargliela, come anche i diversi ospiti della serata, da Gentili del Sole 24 Ore, a Gambescia del Messaggero, al Presidente della Confcommercio Billè, al leader della CISL Pezzotta, Berlusconi, che peraltro, come noto, non ama il contraddittorio, è sempre riuscito a portare il discorso su quello che voleva lui, tra un"mi consenta" e un' "apertura di parentesi" che schivavano abilmente le domande, particolarmente quelle sulle tasse, e riportavano il discorso su argomenti diversi, quali le grandi opere infrastrutturali cui il governo avrebbe dato l'avvio e i giudizi non proprio lusinghieri sulla magistratura asservita ai comunisti, peraltro sganciando nell'occasione anche un siluro a Prodi, quando ha sostenuto di non essere intervenuto prima al processo SME, proprio per evitare di coinvolgere Prodi con il quale dovrà comunque collaborare durante il semestre di presidenza italiana dell'U.E. (quale delicatezza!).
In sostanza la serata si è risolta in un lunghissimo "spot"per il governo di cui il Presidente del Consiglio ha illustrato ampiamente le magnifiche realizzazioni su tutti i fronti, ma in particolare su quello delle opere pubbliche.
L'Italia sarebbe dunque un grande cantiere dal Nord al Sud. Progetti rimasti sulla carta da anni sarebbero finalmente partiti, o starebbero per partire, come il Mose, per la salvaguardia di Venezia dall'acqua alta, progetto vecchio e assai contestato, le grandi opere di ammodernamento della rete autostradale, se ricordo bene, la Bologna - Firenze, la variante di Mestre, la Salerno - Reggio Calabria, i cui cantieri sarebbero stati aperti o ne sarebbe imminente l'apertura, i nuovi trafori del Frejus, del Sempione e del Brennero, per i quali sarebbero stati trovati i finanziamenti. Quanto al Ponte sullo stretto di Messina forse si farà . Inoltre a San Giuliano di Puglia, colpito dal terremoto, sarebbe stato ricostruito un paese in tre mesi.
Ed è vero che su tutti i giornali è comparsa la foto di Berlusconi con la cazzuola, all'inaugurazione dei lavori del Mose, ma anche Mussolini trebbiava il grano, e i ministri democristiani tagliavano i nastri, e tutti sappiamo che anche nel più piccolo Comune, quando si avvicinano le elezioni, almeno qualche lavoro stradale, almeno qualche rabberciamento di buche, lo si fa sempre. Ritornando al Mose, secondo Fassino e Rutelli, intervenuti a Porta a Porta il giorno prima (e che Berlusconi per tutto il suo "spot" chiamerà quei signori che hanno detto solo falsità), non sarebbe stato fatto niente altro che una cerimonia con una pietra, più o meno lo stesso per le altre opere, oppure si tratterebbe della realizzazione di progetti già approvati dal governo di centro-sinistra o della prosecuzione di cantieri già aperti sotto quel governo.
Chi ha ragione?
Purtroppo lo stadio attuale della contesa politica è tale che assistiamo solo a monologhi oppure a insulti reciproci, in diretta e a distanza, che magari sono liberatori e anche divertenti per chi partecipa e chi assiste, ma certamente non valgono a far comprendere come stiano veramente le cose.
Per il governo va tutto bene, tutto è stato realizzato (ma come mai l'economia non gira e la gente non spende nonostante l'accorato appello del premier a farlo?), per l'opposizione non è stato fatto niente.
Forse ci sarà qualcosa di vero dall'una e dall'altra parte, tuttavia quello che mi piacerebbe sapere è se l'opposizione ritiene che questi progetti che il governo dice di avere in cantiere siano quelli più adeguati da realizzare o se ce ne potrebbero essere altri.
In passato mi era capitato di leggere che il Mose non rappresenterebbe la giusta soluzione per i problemi di Venezia e che il Ponte sullo Stretto di Messina sarebbe di difficile realizzazione anche per l'elevato rischio sismico.
Non sarebbe forse il caso che l'opposizione affrontasse queste problematiche invece di limitarsi a dire che il governo non ha realizzato niente?
Ma l'opposizione ha delle idee e dei progetti? Certamente se li ha, per ora preferisce tenerli nascosti.
Ritornando al monologo di Berlusconi abbiamo anche appreso:
1) che non è stato possibile ridurre la pressione fiscale come il governo avrebbe voluto a causa del deficit lasciato dal governo di centro-sinistra, ma che comunque già c'è stata una riduzione dal 42% al 41%, che sarà quanto prima abolita l'IRAP, anche se sarà messa qualche altra tassa, ad esempio sulla sanità , perché da qualche parte i soldi vanno presi, che è stata presentata al parlamento la riforma fiscale;
2) che sono stati varati finanziamenti per il Sud;
3) che, contrariamente al passato, in ambito internazionale l'Italia oggi è un paese ascoltato;
4) che, contrariamente a quanto dice la sinistra, la sicurezza dei cittadini è aumentata;
5) che il PIL dovrà migliorare e che comunque la medicina più giusta è la speranza.
E sulla crisi economica che il Paese stenta a lasciarsi alle spalle, il presidente cita Theodore Roosvelt. "Per dare fiducia agli italiani “ ha detto il premier - dovrei fare come lui. Dire ai cittadini: uscite di casa, datevi da fare, verniciate le vostre case, abbellite le vostre aiuole, mandate i vostri figli a scuola con i vestitini nuovi". Dunque spendete.
Quanto a quest'ultimo punto devo dire che personalmente do ascolto al consiglio del Presidente del Consiglio anche perché ho sempre speso tutto quel che guadagno e anche di più, per personale inclinazione, ma anche perché sono "single", non ho figli, guadagno discretamente, lavoro in una pubblica amministrazione e pertanto sono garantita (almeno finora). Tuttavia mi domando quanto si possa dedicare a spese voluttuarie (vestiario, turismo, editoria, elettronica, ecc.) una famiglia media di quattro persone (due adulti che lavorano e due figli) con poco più di € 2.000 di reddito medio mensile e in un periodo come questo in cui anche fattori esterni di insicurezza invitano a non farlo. E infatti sui giornali si legge che gli Italiani non spendono più.